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“Più danni e meno vittime” o “Più sicuri e più ricchi”?

di Fabio Spina

Dal 15 al 18 ottobre 2012 a Bruxelles si è svolta la “WMO TECHNICAL CONFERENCE ON METEOROLOGICAL AND ENVIRONMENTAL INSTRUMENTS AND METHODS OF OBSERVATION” organizzata dalla CIMO WMO (The Commission for Instruments and Methods of Observations del “World Meteorological Organization”).

Nell’interessantissima conferenza sono stati presentati numerosi lavori sulla strumentazione meteorologica, trovate dei riassunti delle presentazioni a questa pagina. Grazie ad alcune foto ricevute possiamo riportare su CM anche slide delle due presentazioni introduttive, tutto al solo scopo di stimolare qualche riflessione.

Il secondo intervento della conferenza, dal titolo “Introduzione alle priorità dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale”, è stato del cinese Wenjian Zhang, Director, direttore del Dipartimento “Observing and Information Systems” del WMO.

Una delle slide ha presentato il trend dei danni e delle vittime dovuti agli eventi estremi:

Le vittime diminuiscono ed i danni crescono. Purtroppo non si tratta di dati relativi a grandezze fisiche legate agli eventi estremi ma solo ai loro effetti, sarebbe interessante dal punto scientifico invece ad esempio conoscere come è cambiata l’energia delle tempeste di vento nel deserto Sahara (ma nessuno se ne preoccupa perché nel deserto non ci sono interessi economici e popolazione).

Secondo la slide aumenta il costo dei danni, cosa ragionevole visto l’incremento di ricchezza della gente (il PIL mondiale dal 1960 credo che è cresciuto 40 volte), mentre (pur con l’incremento demografico) le vittime sembrano diminuire.

____________________________

NB:Cambiando il modo di aggregare i dati può darsi che cambi anche il trend, questa è una delle caratteristiche “verità statistiche”.

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Published inAttualità

19 Comments

  1. duepassi

    Maurizio Rovati, da:
    http://www.fis.unipr.it/home/fernando.fermi/GCA_Prato_1.htm
    puoi vedere la
    Fig. 4. – Diagramma di cromaticità (x,y)CIE 1931 ottenuto per proiezione del diagrama di cromaticità diFig. 3 sul piano Z=0 dall’infinito.
    http://www.fis.unipr.it/home/fernando.fermi/GCA_Prato_Fig4.gif
    Con questa figura 4 davanti posso essere più chiaro.
    In quel diagramma che vedi trovano posto tutte le cose visibili, all’interno di quella figura.
    Se essa fosse un triangolo, non ci sarebbero problemi, posto che fosse possibile trovare dei fosfori di basso costo che si collocassero nei tre vertici.
    Così non è, purtroppo, la figura non è un triangolo.
    Per questioni pratiche si scelse di avere tre colori fondamentali. Sarebbe stato assai difficile creare un sistema di fascetti elettronici che colpissero esattamente più di tre striscie (o punti, con una tecnologia precedente).
    Forse tecnologie nuove, basate su diversi principi, avranno superato questi limiti pratici, non so, non sono più nel campo, mi occupo di altre cose, ormai.
    Si scelsero il rosso, il blu e il verde perché, come vedi, costituiscono i vertici di un triangolo che racchiude buona parte dei colori visibili. Come vedi il viola sarebbe stato anche meglio del blu, ma evidentemente non fu facile trovare un fosforo economico di quel colore, in natura.
    Ora è chiaro che con tre fosfori si rappresentano tutti e soli i colori interni al triangolo formato dai tre colori fondamentali.
    Restano fuori colori più saturi, come puoi vedere, perché la saturazione va aumentando dal bianco (che come vedi occupa una zona centrale) verso l’esterno. Ecco perché nei televisori di una volta i colori tendevano ad essere poco saturi.
    Potendo disporre di più colori fondamentali (perché 11 ? Non ne ho la minima idea…) si può creare una figura che racchiuda un numero maggiore di colori, perché invece di un triangolo, avremmo un poligono irregolare di più vertici.
    Teoricamente, se potessimo disporre di fosfori situati all’esterno della figura, potremmo rappresentare tutti i colori visibili. 🙂
    Secondo me.

    • Maurizio Rovati

      Ma la domanda era: è corretto affermare che nel mondo dell’informatica esistono soltanto 11 colori fondamentali e quali sono?
      In particolare nel mondo dell’informatica, intendo.

      Lo chiedo perchè un esperto di informatica mi ha detto che esistono 10 tipi di persone: quelli che si trovano a loro agio coi computer e quelli che, al contrario, li detestano.
      Secondo me invece sono 11 perchè ci sono anche quelli come me che ci giocano…
      🙂

    • donato

      Ti piace scherzare con i numeri …binari e giocare con gli equivoci, eh! Monellaccio! 🙂
      Ciao, Donato.

    • Maurizio Rovati

      Un test divertente per i tuoi studenti caro Donato… Ehm…Chiedo scusa a tutti per l’OT 🙂

  2. donato

    Caro Fabio devo ammettere che siamo andati molto oltre il topic da te trattato e, per quel che mi riguarda, me ne scuso.
    Abbandonando le battute ed i doppi sensi e tornando all’argomento da te proposto, mi ricollego a quanto scritto da F. Giudici per concordare con te che la gran massa dei danni da eventi estremi è dovuta all’aumento del valore dei beni danneggiati. Gran parte di questi danni, inoltre, è di natura antropica, ma non nel senso di AGW. Come giustamente sottolinea F. Giudici, moltissimi dei nuovi insediamenti edilizi (civili ed industriali) sono stati realizzati in aree in cui non si dovevano fare: fiumi, torrenti, canali sono sempre stati evitati come siti di costruzioni (a meno che non si trattasse di mulini o altre attività che avevano necessità di abbondante acqua corrente). Dalle mie parti, quando si voleva augurare del male a qualcuno, si usava dire: ti auguro di costruirti una casa vicino al fiume, così la piena se la porta via. Questo a significare che costruire in riva al fiume è da folli. Oggi, invece, sembra che questa antica saggezza non esista più e si costruisce dove capita: anche in riva al fiume o sotto un versante o su un costone in frana. Per non parlare dello stato di abbandono in cui versano le opere di sistemazione idraulica dei nostri versanti ed alvei: abbandonati, ormai, a se stessi dopo che i contadini sono diventati operai nelle fabbriche costruite a valle (probabilmente in prossimità di un fiume). A questo bisogna aggiungere la quantità di opere realizzate (maggiore di quella del passato) e il loro valore, anch’esso maggiore che nel passato.
    Sarebbe sufficiente solo il buon senso, invece delle analisi statistiche, per rendersi conto di ciò, ma, come dice F. Giudici, è difficile per un politico individuare cause semplici e su cui si può intervenire: meglio dare la colpa a qualcosa di arcano e su cui poco si può fare. Un po’ come capitava per la peste: la causa non era banale, ma attribuirla agli untori era molto più comodo e popolare.
    Ciao, Donato.

  3. Non farò riferimento a quello o questo politico, ma l’esempio citato da Gianni, che si può estendere a destra e a sinistra, è l’ennesima conferma del motivo per cui ai politici piace il GW. I danni, che per quanto mi riguarda (ma non sono il solo a dirlo) sono causati in maniera determinante dalla politica disastrosa di gestione del territorio (*), potrebbero essere contenuti da opportune politiche locali, a livello di comune – provincia – regione, e ovviamente pure nazionale. Invece per i politici è fin troppo semplice incolpare un fenomeno globale, per il quale possono promettere un impegno generico, avendo già l’alibi pronto che se le cose non cambiano è colpa della politica internazionale.

    Non ho commentato nelle settimane scorse sull’alluvione in Maremma. Quei posti li conosco benissimo da trent’anni e passa e il sabato prima dell’alluvione ero proprio da quelle parti. Anno dopo anno, vedo sempre nuove case costruite o in costruzione. La maggior parte, per qualche motivo che qualcuno dovrebbe spiegarmi, sono nell’immediata vicinanza di un canale o di un fiume. Anche ad Albinia: se guardate su Google Earth, troverete una nuova schiera di case in “Via della Pace”, nella zona più vicina all’Aurelia. Essendo nuove di pacca, forse non sono ancora completate e abitate, quindi non sono stati ancora danneggiati direttamente degli abitanti. C’è solo un piccolo campo coltivato a “protezione” del fiume. Ma lo saranno al prossimo round. L’Albinia ha argini, ma non ha zona golenale, per cui l’acqua non ha possibilità di sfogarsi altrove. Se guardate su Google Street View trovate delle ruspe su quello che sembra un terrapieno, ma sono solo lavori per costruire uno svincolo stradale. Non c’è da stupirsi se ad ogni round i danni sono sempre più alti.

    Ovviamente, anche questo è colpa dell'(A)GW.

    Sono consapevole che sto ripetendo concetti già scritti qui. Ma non vedo cos’altro fare, finché la gente non inizia a capire queste cose.

    • Scusate, qua sopra intendevo scrivere “L’Albegna ha argini…”

  4. donato

    Confesso la mia profondissima ignoranza, ma
    “… R255, G255, B255 …” che cosa significano?
    In merito ai commenti, mi verrebbe da dire:
    ……! Ed anche ……..! Ed ancora …….!
    (Mi sono moderato da solo). 🙂 🙂 🙂
    Ciao, Donato.

    • Donato significa che è saturo. Ci sono tutti i colori. 🙂
      gg

    • donato

      Ahh! Erano codici RAL. Modo nuovo di esprimere un … vecchio concetto! Interessante! 🙂
      Ciao, Donato.

    • duepassi

      Donato, questa mia risposta è dedicata a te, ma non ho come fartela avere privatamente, quindi la posto qui.
      I colori che vedi a computer sono (nella maggior parte dei casi, ma ci sono in giro altre soluzioni) il risultato di una combinazione di tre colori fondamentali, il rosso (in inglese “Red”), il verde (in inglese “Green”), e il Blu (in inglese Blue “B”), quindi quei RGB stanno per Rosso, Verde e Blu.
      Quella che ti descrivo è la tecnica usata nei vecchi cinescopi, perché di quella sono sicuro. Allora non esistevano altri colori, come il giallo, il bianco e tutte le sfumature di tutti i colori che vuoi immaginare e che ci sono nella realtà.
      C’erano, sul cinescopio, solo ed esclusivamente dei “fosfori” (così chiamati, ma non erano fatti di “fosforo”) che, colpiti dal fascetto elettronico emettevano luce, ma esclusivamente di quei colori primari.
      Avvicinandosi molto agli schermi, e magari guardandoli con una lente di ingrandimento, era possibile vedere le singole striscie di “fosforo” (cosa che io facevo per verificarne la mancanza di difetti).
      Quindi, da vicino si vedevano solo 3 colori.
      Come faceva la gente ad ammirare i capelli biondi della bella di turno, la sua pelle rosea, il bianco della sua camicetta ?
      Questo era opera del cervello umano, che ricevendo dei colori molto vicini li elabora, ne fa una sintesi, e se riceve assieme verde e rosso, ti visualizza il giallo. Il bianco è il risultato di una opportuna combinazione dei tre colori. Cambiando quindi le percentuali dei tre colori, il tuo cervello ti fa vedere le varie sfumature di colore.
      Perché allora R255 e non R100 ?
      Primo, perché il sistema decimale è un sistema che ha un pregio che hanno tutti i sistemi posizionali, condiviso quindi dal sistema binario, da quello ottale, quello esadecimale e così via.
      In più ha la fortuna, e non il merito, di essere quello a cui siamo abituati.
      Abbiamo dieci dita e questo ci ha condizionato. Meglio sarebbe stato che avessimo contato le sole dita, escludendo i pollici, che, opportunamente, la natura ci aveva posizionato dalla parte opposta.
      Peccato, includendo anche i pollici abbiamo creato un piccolo disastro di cui difficilmente ci libereremo.
      Ottale o esadecimale sarebbero stati dei sistemi decisamente migliori (quindi con un insieme di otto simboli per l’ottale, o 16 per l’esadecimale).
      Questo per dire che “100” in natura è un numero strano, poco utile, se non in rapporto alla nostra consuetudine di usare il sistema decimale.
      Dovendo utilizzare un computer, è più naturale ragionare in termini di bit.
      Con un bit si può rappresentare solo “acceso” o “spento”, ma con più bit si possono rappresentare più colori.
      Con 4 bit si potrebbero rappresentare 16 colori diversi; con 5 se ne possono rappresentare 32; con 6, 64; con 7, 128; e infine con otto bit se ne possono rappresentare 256.
      Passando ai numeri, con 256 posti, si possono rappresentare 255 numeri più lo zero, ecco perché il massimo è proprio 255.
      Avrai sentito parlare di computer che hanno milioni di colori. Ovviamente sono colori teorici, perché l’occhio umano non ha questa capacità di distinguerli. Per rappresentarli si usano più bit.
      Ma anche se l’occhio umano non apprezza appieno tutte queste sfumature, si ha un’impressione di una visione più nitida, per cui lo si fa lo stesso.
      Il discorso potrebbe essere molto più lungo, ma per brevità mi fermo qui.

    • donato

      La cosa diventa sempre più elaborata! Confesso. Non avevo capito che il riferimento era al sistema binario di codifica dei colori.
      Una considerazione, però, mi scappa: il concetto era semplice e si intuiva, ma, converrai con me, che Guido lo ha complicato in modo eccessivo! E che diamine, se anche per interpretare una sonora e liberatoria parolaccia bisogna ricorrere all’ausilio di un ingegnere elettronico la vita diventa un problema! 🙂
      Ciao, Donato.

    • duepassi

      Scusami Donato, ma avendoci lavorato, non ho resistito alla tentazione di proporre una parte della mia esperienza, con considerazioni che forse non tutti fanno (c’è anche esperienza diretta, oltre a quella studiata sui libri).
      Meno male che mi sono fermato, perché stavo per approfondire il discorso sui colori, ma evidentemente è un argomento che non interessa. Me ne scuso.

    • donato

      Guido, credo che tu mi abbia frainteso. Se è per il tono del commento volevo solo stuzzicare un po’ GG (ogni tanto si prende molto sul serio) 🙂
      Per quel che riguarda l’argomento che tu hai trattato ti posso assicurare
      1) che è estremamente interessante,
      2) che mi ha insegnato molte cose (non è che nella vita si può conoscere tutto 🙂 ).
      Mi è piaciuto molto, in particolare, il riferimento all’episodio della lente di ingrandimento con cui osservavi i fosfori degli schermi. Anch’io mi sono soffermato, a volte (ovviamente non per motivi professionali), a guardare da distanza molto ravvicinata, gli schermi catodici e quei minuscoli trattini varicolori che creavano i fantastici colori delle immagini che apparivano sullo schermo. Sapessi quanto ho riflettuto su quei colori! Se vuoi approfondire il discorso sui colori sarò lieto di farlo insieme a te anche perché della cosa mi sono interessato molto poco (avrai notato che nella mia replica a GG ho confuso le sigle usate da te e da GG con i codici RAL 🙂 ).
      Come abbiamo tante volte scritto su queste pagine qui stiamo anche per imparare e quale migliore occasione per imparare del confronto con un esperto? Guido, scrivi quanto vuoi, per me sarà sempre un grande piacere leggerti!
      Ciao, Donato.

    • Maurizio Rovati

      Vedo che siete messi bene… Allora vi domando se è corretto affermare che nel mondo dell’informatica esistono soltanto 11 colori fondamentali e quali sono.

  5. Gianni

    Spero di non violare lo spirito di questo blog se la metto in politica nostrana. Trovo piuttosto scoraggianti le posizioni dei candidati alle primarie del centrosinistra sui cambiamenti climatici. Forse salvo Tabacci, per il resto mi sembra una sagra di luoghi comuni:

    “A livello internazionale c’è ora un consenso quasi unanime sulla gravità della crisi climatica e sulle sue cause” (Bersani)

    “Politicamente è necessario attuare al più presto gli obiettivi vincolanti e qualificanti di limitazione e riduzione di questi gas, definiti dal Protocollo di Kyoto e sottoscritti dai maggiori paesi industrializzati del mondo” (Puppato)

    “Il cambiamento climatico è in atto, e i suoi effetti (aumento delle temperature, incremento della frequenza degli eventi estremi etc.) sono evidenti a tutti” (Renzi)

    “partecipazione attiva dell’Italia anche attraverso programmi internazionali ad attività di ricerca e sviluppo e dimostrazione sui modelli climatici” (Tabacci)

    “Guardo con molta attenzione ai cambiamenti climatici e nel ruolo che con orgoglio rivesto nel Comitato delle Regioni Ue, quello di coordinatore della Piattaforma di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile, ho provato a costruire azioni concrete in chiave europea per il contrasto ai rischi dei cambiamenti climatici, a incominciare dalla desertificazione della sponda euro mediterranea” (Vendola)

    Potete leggere tutto qui: http://www.lescienze.it/news/2012/11/15/news/domande_candidati_primarie_pd_politiche_ricerca-1369318

    • Gianni, in effetti lo hai violato. Mettiamola così, ammesso che esistano, puoi riparare cercando analoghe posizioni negli altdi protagonisti della sfera politica che, insieme a questi o in opposizione a questi, vuoi o non vuoi dovranno occuparsi del problema in nome e per conto nostro dalla prossima primavera.
      Nel frattempo, prego tutti quanti di astenersi dal fare commenti che non riguardino la sfera prettamente climatica in ordine alle posizioni espresse, il cui colore é per me e per questo blog R255, G255, B255, Altrimenti modererò i commenti.
      gg

    • Gianni

      Caro Guido, chiedo scusa di aver violato lo spirito del blog e se ho urtato la sensibilità politica di qualcuno. Non ho sotto mano dichiarazioni di politici di altro orientamento sulla materia e non so se ho voglia di cercarle, quindi non posso assicurare la par condicio. Spero che sia chiaro che la mia intenzione non era di fare politica. Tra l’altro vivo in Francia e seguo sempre meno le vicende italiane. Sono capitato per caso su quella pagina e condividerla con voi era niente altro che una domanda d’aiuto per decifrare il modo con cui i politici (indipendentemente dal colore) affrontano la problematica climatica.
      Ma comprendo la difficoltà in cui posso aver messo te e i lettori quindi non esitare a togliere il mio post se lo ritieni opportuno.

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