Salta al contenuto

Sette giorni di “Tempo” – 21/27 novembre 2012

di Luigi Mariani e Guido Guidi

Sperando di far cosa gradita e invitandovi a prendere parte alla discussione anche con consigli circa la struttura ed i contenuti, ci cimentiamo da oggi in una nuova rubrica che ci vedrà impegnati in un commento settimanale sull’evoluzione dello stato del tempo sul nostro Paese realizzato “a bocce ferme” e che dovrebbe idealmente comporsi di due parti:

  • analisi circolatoria a macro e mesoscala e del conseguente andamento delle temperature al suolo e delle precipitazioni
  • eventuali commenti su altri effetti al suolo (stato delle riserve idriche, fenologia dei vegetali, ecc.).

Commento

Il periodo di riferimento (21-27 novembre 2012) si è aperto sull’area Euro-Atlantica con un pattern circolatorio a macroscala caratterizzato da valori piuttosto elevati dell’indice zonale associati ad una stormtrack bassa di latitudine, come testimoniato dalla neutralità dell’indice AO e dai valori lievemente negativi dell’indice NAO.

Tuttavia, il persistere di un’anomalia negativa del geopotenziale sul vicino Atlantico e l’accelerazione del getto sud-occidentale in uscita dal Canada, hanno rapidamente innescato un’inversione di tendenza, con brusco rallentamento della circolazione e sviluppo di un robusto promontorio in area atlantica. Questo ha forzato la depressione d’Islanda ha scendere verso le medie latitudini, alimentando ulteriormente l’anomalia del geopotenziale ad ovest del Portogallo. Da qui la nuova instabilizzazione del flusso secondario, con conseguente sviluppo di correnti sud-occidentali che hanno veicolato sul bacino del Mediterraneo aria sub-tropicale marittima continentalizzata favorendo lo sviluppo di un promontorio che ha garantito condizioni di pressione atmosferica livellata sino al giorno 26.

Successivamente, l’intensa avvezione di vorticità positiva associata al flusso meridiano sul bordo orientale del promontorio ha generato una ciclogenesi meridiana sulla Penisola Iberica, con innesco di un warm conveyor belt di tipo forward fortemente instabile a precedere il fronte vero e proprio sul Mediterraneo centrale, con conseguente rapido peggioramento delle condizioni atmosferiche sull’area italiana a fine periodo. Le prime piogge si sono registrate al nord da Domenica 25 e si sono poi progressivamente estese al resto del Paese.

La circolazione media a 850hPmette in evidenza il persistere di un flusso meridionale mite sul bacino del Mediterrano.

Effetti al suolo

Nel complesso, sia le temperature massime che quelle minime hanno risentito della persistenza nel periodo di una massa d’aria di origine meridionale, risultando entrambe in anomalia positiva, con la sola eccezione dei valori minimi sulle due isole maggiori risultati invece conformi alla norma del periodo.

Gli apporti precipitativi, risultati abbastanza abbondanti sulla Toscana e sul ponente ligure, sono da ascrivere per la quasi totalità alla fase di peggioramento di fine periodo. Le piogge segnalate sul meridione sono invece state l’effetto di una depressione mediterranea in moto verso est attiva a inizio periodo (21 novembre).

Novembre si è rivelato un mese generalmente ricco di precipitazioni. La carta qui sotto illustra l’anomalia precipitativa del novembre 2012 espressa come percentuale delle piogge cadute quest’anno rispetto alla media delle precipitazioni per il periodo 1995-2011 (periodo di riferimento: 1-27 novembre). In verde sono le zone nella norma (anomalia positiva o negativa inferiore al 10%), in azzurro o blu sono le zone ad anomalia positiva (con valori di picco superiori al 90% nel Triveneto, sulla Liguria Occidentale e fra Umbria e Toscana) e in giallo o arancio le zone ad anomalia negative (presenti soprattutto su alcune zone del centro-sud).

Anomalia percentuale delle precipitazioni per il periodo 1-27 novembre

[info]

Le mappe delle anomalie termiche sono estratte dal Bollettino Fenologico settimanale emesso dal CRA-CMA cui si rimanda per approfondimenti.

[/info]

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàMeteorologia

4 Comments

  1. Gianluca Fusillo

    Bella iniziativa. Trattandosi di un “quel che è stato”, consente una comprensione della meteo alla luce dei fatti. Secondo me sarebbe interessante, ma credo più impegnativo da parte vostra, confrontare quelle che erano state le previsioni settimanali da parte dei vari modelli predittivi, con quello che effettivamente si è verificato. Potrebbe portare a su scala temporale mensile o meglio ancora annuale, a capire quale dei vari modelli, meglio interpreta le condizioni medie sulla penisola. A presto

    • Luigi Mariani

      Caro Gianluca,
      l’idea è sicuramente bella ma ha un unico problema: che per fare in modo sistematico quello a cui lei pensa ci vorrebbe un sistema tutt’altro che banale.
      Posso infatti immaginare che accorrano:
      – I dati numerici di tutti i modelli che si vogliono verificare (e tenga conto che non tutti i modelli sono gratuiti)
      – I dati osservativi di tutte le stazioni meteo dell’area di indagine
      – Un software (che qualcuno dovrebbe scrivere) che faccia il match fra dati previsionali e modelli.
      Immagino che qualcosa del genere lo facciano alcuni grandi centri meteorologici (magari Guido può dirci qualcosa). Io al momento non sono assolutamente in grado di farlo (in futuro, chissà…la vita è lunga).

      Massimo che a mio avviso si può garantire a fronte del suo suggerimento è un commento soggettivo su come i modelli si sono comportati a fronte delle situazioni meteo verificatesi (nulla di sistematico, ovviamente).

      Luigi Mariani

    • Gianluca Fusillo

      Effettivamente per fare un lavoro così sistematico non basterebbero solo tempo e passione. Però anche solo un vostro parere secondo me,oltre ad essere molto interessante, sarebbe assai costruttivo per tutto il blog, per tutti i suoi lettori.
      Grazie per la risposta Prof.

      Gianluca

      PS: mi può dare benissimo del tu, sentendomi di casa su questo blog.

    • Luigi, hai ovviamente messo in risalto tutte le principali problematiche di una attività di verifica strutturata che possa avere un minimo di probabilità di successo. Questo in effetti avviene, anche se la concentrazione è soprattutto sulle performance dei modelli in ordine al comportamento dei singoli paramentri piuttosto che ai sistemi che questi compongono. Circa il commento qualcosa si potrebbe fare, ma personalmente tendo a non fidarmi mai troppo del metodo eyeballing. Dobbiamo pensarci su.
      gg

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »