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Onda su onda

Quelle nell’immagine qui sopra sono nubi lenticolari, tipica formazione nuvolosa dell’impatto di un flusso piuttosto intenso negli strati più bassi dell’atmosfera con un ostacolo orografico quando lo strato atmosferico immediatamente superiore alla sommità dell’orografia è stabile.

 

Il fenomeno è quello delle onde orografiche, la nuvolosità, con la classica struttura a lente ne è il tracciante. Questo è solo uno degli esempi di propagazione dell’energia all’interno di fluidi stratificati, ovvero caratterizzati da strati con differenti caratteristiche.

 

In questo articolo su Science Daily, c’è la descrizione di un paper pubblicato di recente sull’International Journal of Geophisics, che si propone appunto di indagare il comportamento delle onde interne ai flussi atmosferici per giungere a definire meglio la propagazione dell’energia e fornire dei suggerimenti per migliorare la conoscenza di questi meccanismi ai fini della modellazione del comportamento dell’atmosfera.

 

La propagazione, il deposito e lo spostamento dell’energia ad opera delle onde interne è difficile da catturare e quantificare, quando i previsori non ne tengono conto a ridotta scala spaziale, l’immagine a scala più ampia diventa in po’ imprecisa, e qualche volta essere soltanto un po’ imprecisi è abbastanza per essere completamente in errore circa le condizioni del tempo.

 

Queste qui sopra le parole di una dei componenti del team di ricerca, che aggiunge anche che l’energia trasportata dalle onde interne su vasta scala, in atmosfera come negli oceani, è sufficiente ad alterare anche il clima.

 

L’articolo è al link qui sotto interamente disponibile on-line, per chi volesse leggerlo.

 

Investigation of High-Frequency Internal Wave Interactions with an Enveloped Inertia Wave

 

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Published inAttualitàMeteorologia

2 Comments

  1. luigi Mariani

    Caro Guido,

    non posso trattenermi dal commentare la splendida foto di copertina di questo post che (come ben sai) rappresenta una “contessa del vento”, una particolare e relativamente rara forma di altocumulo lenticolare a dischi sovrapposti.

    L’espressione “contessa del vento” (oltremodo poetica e credo presente solo nella lingua italiana), è in realtà derivante dal dialetto siciliano e mi spiego: sull’Etna – dove fanno la loro comparsa con relativa facilità, queste nubi erano indicate come “contesa dei venti” (non conosco il dialetto del luogo e quindi riporto la cosa alla meglio…). Da contesa pare si sia passati a contessa.

    Per inciso a questa denominazione potrebbe non essere estraneo Filippo Eredia, professore di Fisica di Enrico Fermi al liceo Umberto di Roma e fondatore/primo capo del servizio meteo AM, il quale era originario di Catania.

    • Grazie Luigi, non sapevo di questa particolare denominazione.
      gg

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