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I dati NOAA aggiornati a gennaio 2013

Le anomalie di temperatura media mondiale terra+oceano (GHCN-M 3.2.0) scaricabili da qui sono state aggiornate con i dati relativi al mese di gennaio 2013. Si può trovare una descrizione dell’aggiornamento precedente (dicembre 2012) qui.
I grafici e i dati numerici sono disponibili qui dove tutti i confronti vengono fatti rispetto ad agosto 2012, cioè dall’inizio della versione 3.2.0.

 

La differenza di anomalia tra agosto ’12 e gennaio ’13 (pdf) è:

 

fig1
Fig.1: Differenza tra le anomalie di agosto 2012 e di gennaio 2013. Se la temperatura di riferimento è la stessa, il grafico rappresenta la differenza di temperatura tra agosto e gennaio. Viene mostrato anche il fit lineare dei dati.

 

La Fig.2 (pdf) mostra che complessivamete le correzioni tendono a raggrupparsi entro l’intervallo ±0.01°C. I dati relativi a gennaio ’13 sono quasi completamente coincidenti con quelli di dicembre ’12 e appaiono, soprattutto dopo il 1904, compresi tra ±0.005 °C. Tra il 1890 e il 1896, invece, le “osservazioni” (ricordiamo che sono sempre il risultato del processo di omogenizzazione che viene applicato ogni mese all’intero dataset storico, come descritto nel Technical Report version 3.2.0 che si può visualizzare da qui) mostrano un forte discostamento, superiore a 0.3 °C, nettamente diverso dalle differenze di anomalia dei mesi precedenti.
Gli eventi caldi (rossi) e freddi (blu) del periodo sono elencati alla destra del grafico.

 

fig2
Fig.2: Confronto tra le differenze di anomalie di agosto e gennaio 2013.

 

La Fig.3 (pdf), che usa la media mobile dei dati di Fig.2, mostra meglio che le differenze sono sistematicamente entro limiti più che accettabili, a parte i primi venti anni del dataset, e che le procedure hanno raggiunto una buona stabilizzazione o almeno sufficiente per non dover pubblicare ogni mese un resoconto su piccole variazioni.
Continuerò a raccogliere i dati mensili e a calcolare le variazioni dei parametri, pronto a pubblicare ogni variazione significativa.

 

fig3
Fig.3: Media mobile a passo 51 mesi (4.25 anni) dei valori rappresentati in Fig.2.

La Fig.4 (pdf) mostra la media mobile delle differenze tra le anomalie di agosto e gennaio. Ancora una volta si vede che le differenze nella parte iniziale del dataset di gennaio sono nel verso di “riscaldare” i dati fino al 1900 per poi procedere senza particolari sistematicità fino ad oggi.

fig4
Fig.4: Differenze tra le anomalie di agosto e di gennaio. Rappresenta quanto “a vista” il dataset viene modificato in un mese rispetto al mese di riferimento (agosto 12).

Nella Fig.5 (pdf) rappresento le pendenze delle anomalie (cioè dei dati originali). Per ora, e considerando gli errori, non c’è variazione significativa nelle pendenze.

fig5
Fig.5: Pendenza delle anomalie mese dopo mese. Le oscillazioni avvengono entro circa metà della fascia di errore per cui la pendenza è, a tutti gli effetti, costante.

Solo per gli spettri viene mantenuta la storia precedente all’entrata in vigore della versione 3.2.0, perché sembra essere presente una continuità che attraversa le versioni successive di GHCN, anche se il massimo a 265-266 anni – di cui vengono riportati periodo e potenza nella tabella successiva – ha un brusco salto tra luglio e agosto 2012 (inizio della vers. 3.2.0), con la potenza che cresce del 16%, passando da 77.5 a 92 unità.
Gli spettri di potenza dei 15 dataset mensili disponibili vengono mostrati nella successiva Fig.6 (pdf) e nell’ingrandimento della sua parte sinistra (Fig.7, pdf).

fig6
Fig.6: Spettro di potenza di tutti i dati disponibili.
fig7
Fig.7: Come Fig.6. In evidenza la situazione per i massimi di periodo minore. I massimi di periodi 21-22 e 14.5-15 anni, mostrano una sensibile diminuzione di potenza rispetto a dicembre 2012 che, a sua volta, era diminuito rispetto ai mesi precedenti.

Nelle Figg. 6 e 7 sono presenti per confronto i periodi (che chiamo “astronomici”), legati alle interazioni tra Sole e pianeti, elencati in Scafetta (2010) (pdf) e in Scafetta (2012) (pdf), osservati in altri dataset e proxy: solo un massimo – sui 6 mostrati- (14.5-15 anni) è nettamente entro una fascia rosa, mentre altri due (5-6 e 21-22 anni) sono al bordo inferiore delle rispettive fasce. In particolare il periodo 21-22 anni era uscito dalla fascia lo scorso aprile e da allora si è avviato lentamente a rientrare (a novembre ’12 è rientrato completamente), indipendentemente dal passaggio alla vers.3.2.

Nella Fig.8 (pdf) l’andamento temporale del periodo di maggiore potenza (circa 211 anni e “non astronomico”): Per questo massimo bisogna notare che l’ultimo punto graficato, per ogni mese, si configura come un massimo: per questo mese di gennaio 2013 è associato al periodo di 266.2 anni ed ha potenza pari a 94.2, come si può vedere nel file con i dati numerici dello spettro (per fare un confronto, riporto periodo e potenza di questo massimo , a partire dall’ultima presenza del massimo di 211 anni, nel marzo 2012. Grafico pdf, png) di questo dataset: la sua improvvisa scomparsa avviene da aprile 2012 e la nuova versione 3.2 non modifica la situazione anche se in sua corrispondenza si nota un aumento improvviso della potenza. Da notare anche l’evidente scostamento dello spettro “vers.3.2” rispetto ai mesi precedenti, quando il picco di 211 anni era già scomparso. Per il mese di gennaio 2013 si nota che lo spettro è indistinguibile da quello del dicembre precedente, tanto da sembrare non presente nel grafico.

mmaa Periodo
(anni)
Potenza
(unità arb.)
Note
0312 264.5 74.3 anche 211.6 anni
0412 264.7 75.8 1.0 punto dello spettro
0512 264.8 77.4
0612 265.0 78.1
0712 265.2 77.5
0812 265.3 92.0 inizio di vers. 3.2.0
0912 265.5 92.1
1012 265.7 91.4
1112 265.8 95.8
1212 266.0 93.6
0113 266.2 94.2

 

fig8
Fig.8: Evoluzione temporale del periodo di 211 anni

La Fig.9 (pdf) mette in evidenza un salto improvviso, sia nella durata del periodo che nella potenza spettrale, ad aprile 2012; dopo questa data, però, si nota un’evoluzione quasi continua che risente poco del passaggio alla nuova versione del dataset e in qualche modo giustifica il fatto che venga qui mantenuta la “storia” della vers.3.1. Però questo significa anche che la nuova versione non modifica sostanzialmente lo spettro e quindi non è in grado di ripristinare i picchi di 62 e 211 anni, scomparsi durante la vita del dataset “sbagliato” 3.1 e da considerare ormai definitivamente “defunti”. Per questo motivo sono stati eliminati dai dati, rimandando ai post precedenti per una loro visualizzazione.

fig9
Fig.9: Evoluzione temporale del periodo (cerchi neri, scala sinistra) e della potenza spettrale (rombi rossi, scala destra) del massimo di 21-22 anni. La riga orizzontale verde è il limite inferiore (21.4 anni) della banda rosa di fig.7 corrispondente a questo massimo.

L’altezza dei periodi di 66, 21-22, 9 e 2.87 anni è riportata nel file e rappresentata in Fig.10 (pdf)

fig10
Fig.10: Andamento temporale dell’altezza di 4 massimi nello spettro di tutti i mesi disponibili. Il grafico per 21-22 anni è lo stesso mostrato in Fig 9.

Commenti sul picco di circa 2.87 anni si trovano su CM (qui e qui). Questo picco ha un andamento di potenza/periodo simile al picco di 21-22 anni.
Dal grafico si vede che tre dei quattro periodi si comportano nello stesso modo, con un andamento oscillante di periodo 10-11 mesi (0.83-0.92 anni, evidenziato nello spettro con un debole massimo a 0.834 anni). I periodi di 66 e 21-22 anni mostrano anche un massimo secondario centrato a giugno-luglio 2012. La potenza del periodo di 9 anni resta costante, con una tendenza a crescere debolmente da luglio ’12 in poi, forse con un accenno di massimo secondario a giugno ’12.

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Published inAttualità

2 Comments

  1. donato

    Sembra che abbiano trovato la quadra! 🙂
    Ciò che adesso bisogna monitorare, secondo me, è l’evoluzione delle ciclicità presenti nel data set (indipendentemente dal fatto che siano astronomiche o non astronomiche).
    Per quel che riguarda i due cicli “defunti” credo che dovremo farcene una ragione e tenere a mente che esistevano: nella vita non si sa mai! 🙂
    Ciao, Donato.

    p.s. da quel che ho capito l’aggiornamento non sarà più mensile, però, ogni tanto aggiornaci in quanto quel salto nelle anomalie degli anni ’80 e ’90 del 19° secolo mi ha lasciato un po’ interdetto.

    • Si, qualcuno “ha trovato la quadra” ed è per questo che non ha molto senso pubblicare ogni mese dati che variano poco. In ogni caso io i conti li farò ogni mese, pronto a pubblicare in caso di improvvise variazioni e sicuramente ogni 2-3 mesi farò un post riassuntivo.
      Hai ragione: l’evoluzione temporale della potenza dei picchi è interessante anche perché la ciclicità apparente di 10-12 mesi (e anche di 5-6 mesi) in dati che che dovrebbero aver perso la stagionalità fa pensare a effetti aggiuntivi non solo emisferici. Continuerò a seguire questa evoluzione, magari aggiungendo altri massimi.. Ciao. Franco

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