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Chi ha ucciso le rinnovabili? Per chi avesse ancora qualche dubbio…

Una morte in culla quella delle fonti rinnovabili? Non proprio, perché il corpaccione era già bello grosso prima di finire in stato comatoso irreversibile.

 

E quindi cosa? Un’utopia, un’occasione persa o, molto più semplicemente la classica storiaccia all’italiana? Tutte e tre le cose insieme. Che le fonti rinnovabili possano un giorno sostituirsi a quelle tradizionali per assicurare il fabbisogno energetica attuale e futuro è chiaramente utopico. Che però qualcosa di buono senza ridursi sul lastrico si potesse fare è sempre stato vero, ma se ne è persa l’occasione, appunto spendendo una fortuna per avere molto poco. E questo è accaduto, specialmente da noi, secondo il più classico dei copioni fallimentari del belpaese.

 

 

Sono impazzito? Voglio scatenare le ire dei benpensanti contro CM? No, leggo, semplicemente leggo quello che chi ne sa più di me ha scritto sull’argomento. Togliendomi ogni dubbio. E’ un libro, anzi, più precisamente un istant book, scritto da Chicco Testa, Giulio Bettanini e Patrizia Feletig:

 

Chi ha ucciso le rinnovabili?

La storia come non ve l’hanno mai raccontata del green business del fotovoltaico in Italia

 

Negli ultimi giorni abbiamo affrontato a più riprese l’argomento degli incentivi alle fonti rinnovabili, ma ci voleva una trattazione a 360° per far capire realmente come stanno e, purtroppo, staranno le cose. Un breve estratto da quello che certamente non è il passaggio più significativo, ma sono certo che vi farà prudere le mani:

 

In pochi anni, anzi in pochi mesi, come si spiega nelle pagine successive, si sono bruciate risorse finanziarie ingenti, la cui conseguenza è oggi un ulteriore aumento del prezzo finale dell’energia elettrica. Alla data in cui scriviamo, il costo cumulato annuo degli incentivi dati all’energia fotovoltaica è di 6,5 miliardi. Centotrenta miliardi grosso modo nei prossimi 20 anni. Si tratta, probabilmente, del più grosso intervento di “politica industriale” realizzato dall’Italia negli ultimi tempi. La scelta, infatti, di corrispondere incentivi di questo peso e di questa durata è stata presa con decisioni pubbliche del governo e del Parlamento. È una cifra enorme 6,5 miliardi all’anno. L’equivalente del costo di due nuove linee metropolitane di 50 km ogni anno. Di un treno veloce Napoli-Bari. Di un’autostrada nuova di 1.200 km, ogni anno. Con la stessa cifra si potrebbe garantire la vita degli 8 milioni di studenti d’Italia con la messa in sicurezza di tutte e 42mila scuole di ogni ordine e grado. Si potrebbero bonificare i 57 SIN, (siti d’interesse nazionale), aree contaminate a tal punto da mettere in pericolo persino la salute di quei 9 milioni di cittadini che ci vivono. Basterebbero appena due anni di incentivi per risolvere a livello nazionale il problema della gestione dei rifiuti e superare definitivamente il sistema delle discariche. Per tamponare le emergenze del dissesto idrogeologico lo Stato stanzia 2 miliardi in 10 anni (4.800 interventi inderogabili contro i 15mila previsti dal PAI). Gli incentivi al solare costano 3 volte di più in un decimo dell’arco temporale. Con 6,5 miliardi all’anno si potrebbero restaurare definitivamente Pompei, Ercolano, Paestum, la valle dei Templi, il Palatino, la Domus aurea, il Colosseo e altre centinaia di siti archeologici e musei che giacciono in condizioni precarie. Ci sono molti altri settori della green economy dove una cifra siffatta avrebbe prodotto risultati in termini ambientali e occupazionali molte volte maggiori. Se una modesta parte di questi incentivi, per esempio 1 miliardo all’anno, fosse stata dedicata a progetti di sviluppo tecnologico probabilmente oggi avremmo la leadership del settore nel mondo. Invece…

 

Il resto, e vi raccomando di farlo, lo trovate qui.

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Published inAttualitàEnergia

19 Comments

  1. Renudo

    Le illusioni da rinnovabili ..

    Altroconsumo, rivista che da sempre promuove le energie rinnovabili, ha pubblicato recentemente i conti economici che mostrano di quanti abbagli e miraggi siamo rimasti vittime il cui costo ci trascineremo per decenni per ingrassare altre caste di produttori assistiti ….

    “Solo nel 2030 si noterà una riduzione degli incentivi in bolletta.

    Altra faccia della medaglia dell’evoluzione delle energie rinnovabili sono gli importanti costi che i consumatori si trovano in bolletta: sommando le diverse voci si superano i 10 miliardi di euro da pagare ogni anno.

    Purtroppo il meccanismo porterà questo valore a crescere ancora nei prossimi anni, almeno fino al 2020.

    Solo dal 2030 ci sarà una drastica riduzione degli incentivi in bolletta, quando i primi importanti contratti con gli impianti fotovoltaici andranno in scadenza.
    (ndr : gran parte di tali impianti sono destinati alla rottamazione e quindi si richiederanno decine di miliardi di euro di nuovi investimenti).

    Da 14 a 19 anni per un ritorno di tipo economico

    Per kW installato è piuttosto difficile scendere a prezzi inferiori ai 3.500 euro (Iva inclusa) . Le differenze si notano anche tra Nord e Sud: a parità di impianto, infatti, un sistema da 2.2 kWp installato a Milano produce una media annua di 2.200 kWh e qui, per un ritorno di tipo economico, bisogna aspettare mediamente 19 anni.
    ( ndr dopo 20 anni un impianto è destinato alla rottamazione ).

    A Napoli lo stesso impianto riesce a produrre 2.800 kWh, con un ritorno economico che arriva dopo circa 14 anni dall’installazione.

    In entrambi i casi, rispetto ai precedenti conti, il tempo di rientro economico è cresciuto mediamente dai 2 ai 4 anni.

  2. gian luigi lombardi-cerri

    Occorre distiguere ilsettore delle rinnovabili.
    A puro titolo di esempio l’utilizzo della geotermia a bassa profondità è conveniente al dilà di ogni discussione.
    Parliamo invece di FV.
    Il FV presenta due problemi, oltre al costo:
    1.-La non disponibilità nell’istante della richiesta.
    2.-La immagazinabilità (se non a costiti ecologici ed economici eccessivi)
    Sorge ora una domanda .il FV ha un futuro ?
    Sì alle seguenti condizioni :
    a.-Che la tecnologia al graphene prenda totalmente il posto della tecnologia del Si
    b.-Che si sviluppi una nuova tecnologia di immagazzinamento energetico.
    c.-Che i costi di produzione siano competitivi .
    Per concludere una domanda:
    In Italia il FV ha avuto sviluppi scientificamente fondati ?
    Risposta : ZERO in quanto la scienza sviluppata è stata solo quella dei furbi.

  3. Legionauro

    … Nulla convince di più i gonzi di quello che non capiscono ! …
    Altro che caffè !!

  4. “Ma i ‘caffettari’ non sanno o dimenticano che le utenze domestiche consumano meno di un quarto dell’energia elettrica utilizzata in italia.”

    A costo di ripetermi: invito l’amico Lorenzo a prendere tutti i suoi punti esclamativi e andare in Sardegna e Puglia, a spiegare come basti ricoprire di pannelli solari i tetti dell’Alcoa e della Bridgestone per risolvere il problema del costo dell’energia di quelle aziende ed evitare il licenziamento dei lavoratori. Questa cosa mi convincerà, più di un milione di punti esclamativi.

  5. gbettanini

    Il sole sarà anche gratuito ma non lo sono i metodi per convertirlo in energia elettrica, tanto che il costo di produzione da solare è oggi comunque circa doppio rispetto alla produzione elettrica usando gas naturale (che è la fonte fossile più costosa).
    Per quanto riguarda gli incentivi il conto è presto fatto 6,5 miliardi all’anno sono più di 100 euro ad italiano a testa.
    Il discorso dei caffè lascia il tempo che trova, di solito chi lo utilizza chi fa riferimento solo alla bolletta elettrica domestica che è mediamente pari a poco più di 500 euro all’anno (di cui circa 80 euro per tutte le rinnovabili e 50 per il solo fotovoltaico).
    Ma i ‘caffettari’ non sanno o dimenticano che le utenze domestiche consumano meno di un quarto dell’energia elettrica utilizzata in italia. Gran parte degli incentivi li pagano quindi aziende ed attività commerciali che in buona parte ricaricano tali maggiorazioni sui prezzi dei prodotti e servizi che vendono…. e che noi paghiamo.

    • donato

      “Ma i ‘caffettari’ non sanno o dimenticano che le utenze domestiche consumano meno di un quarto dell’energia elettrica utilizzata in italia.”
      Che vuoi che sia: un caffé alla settimana! 🙂 🙂
      Ciao, Donato.

    • gbettanini

      Ma anche un caffè al mese…. basta specificare che va preso in piazzetta a Capri d’estate ed al Caffè Florian in pazza San Marco a Venezia d’inverno.

    • donato

      “La soluzione è urgente visto che è stimabile nell’imminente futuro un onere aggiuntivo di oltre 1,5 miliardi di euro l’anno, che porterà a 12,5 miliardi il costo degli incentivi alle rinnovabili.”

      Lo dico io che è tutta colpa dell’AGW: il cambiamento climatico ha messo in crisi le coltivazioni di caffè (varietà arabica) e il costo del caffè è arrivato alle stelle. Ben ci sta così impariamo a fare gli scettici! 🙂 🙂
      Ciao, Donato.

  6. Matteo

    Ma a me non sembra il fotovoltaico sia gratuito. Mi pare che nonostante gli incentivi l’investimento abbia 5/6 anni di ritorno . Senza incentivi l’energia conviene comunque comprarla . Oggi è’ così .. In futuro vedremo.
    Tanto il costo e’ praticamente tutto o qusi sulle accise per cui il sogno di avere energia gratuita rimarrà tale.

  7. Ichnusa

    Fa sempre piacere leggere chi ritiene il fotovoltaico una benedizione per gli italiani.
    Ti mette di buon umore sapere che in fondo si tratta di rinunciare al l’equivalente di un caffè al mese per contribuire alla riduzione della CO2 che sta surriscaldando il pianeta regalandoci inverni sempre più rigidi …
    Peccato che i calcoli dicano che l’incidenza degli incentivi ormai si attesti a circa il 10% del l’importo della bolletta elettrica per utenze normali, e avendo i miei genitori ( pensionati ) pagato circa 300 euro in due mesi, significa quindici caffè al mese e non uno !!!
    Un Saluto dalla Sardegna, terra baciata dal sole e dal vento…

  8. chi e’ contro il fotovoltaico non riesce a capire che la fonte e’ gratuita! pagato l’impianto il sole e’ gratis! l’incentivazione e’ stata data per poter arrivare al famoso 20 20 20 che si deve raggiungere avendo firmato l’accordo di kioto! se non si arriva a tale traguardo allora si che l’italia spendera’ enormi somme per aver diolato l’accordo! chi scrive contro il fotovoltaico deve rivedere la propria intelligenza! se non si capisce nemmeno che l’energia fornita dal sole e’ gratuita pulita e infinita! viene fuori dal pianeta non e’ come ad esempio il petrolio che lo consumi ma e’ nella terra! poi prima di scrivere bisogna documentarsi ! l’incentivo viene pagato lasciando per la parte del fotovoltaico una somma mensile che equivale ad un caffe’ mentre somme molto piu grandi vanno al amantellamento del nucleare vanno come aiuto alla fiat e all’alcoa per abbassare i costi dell’energia e far in modo che possano competere con le loro industrie concorrenti! ripeto che chi e’ contro al fotovoltaico e si mette dalla parte di chicco testa che parla solo per enel (di parte) vuol dire che non ha capito assolutamente di che portata e’ l’invenzione del fotovoltaico! per fortuna che non sono riusciti a fermarlo! e non ci riusciranno mai perche’ e’ nelle cose che si continui a ricoprire di pannelli i tetti e avere energia gratuita! altro che bollette enel o sorgenia! a fanc….

    • Guido Botteri

      Oh, il sole sarebbe gratis, e come no ? gratis come il vento…
      ma anche come il petrolio, il gas, il carbone, l’uranio, il torio, l’oro, l’argento, i diamanti e tutto il cucuzzaro di fonti energetiche, minerali e via dicendo che si trovano in giacimenti o miniere.
      Io non ho speso un soldo per riempire quelle miniere o quei giacimenti !
      Qualcuno ha speso qualcosa per farlo ? Lo ha fatto forse Lei, gentile Serafin Lorenzo, che viene a raccontarci della gratuità del Sole (e del vento) tacendo che anche tutto il resto che ho citato (e tanto altro ancora) è altrettanto gratis ? Serafin Lorenzo, Lei crede che se io metto il mio iPhone scarico al Sole o al vento, si ricarichi ? O mi funzioni il frigorifero ? Anche la mia calcolatrice, una volta caricata, mi funziona gratis, ma per caricarla devo collegarla ad una presa elettrica. Anche l’uranio, “una volta comprato” (magari comprando tutto quello necessario per l’intera vita della centrale) è “gratis”.
      Perché il costo di un parco eolico o di un impianto fotovoltaico NON è il Sole o il vento, come non lo è il petrolio che sta nei giacimenti, o il carbone che sta nelle miniere.
      Il costo del petrolio è in tutta una serie di azioni, prima di tutte la sua ricerca, poi la sua estrazione, e via dicendo, che portano dalla fonte grezza che si trova nei giacimenti alla sua utilizzazione.
      Alla fine il costo è (in parte) la bolletta che paghiamo, ma non solo. Ci sono tutta una serie di altri costi che non compaiono in bolletta ma che incidono sull’economia del Paese. Se io voglio vendere un’auto, dovrò dire che emette meno CO2…una cosa, secondo me, assolutamente secondaria come vantaggio, ma di grande effetto mediatico. E quanto mi costa la ricerca, e la realizzazione di una emissione ancora più bassa ?
      Oh, certo, per chi ci crede, darebbe chissà quali vantaggi nella vantata salvezza del pianeta.
      Se davvero la CO2 fosse quel fattore che governasse il clima…
      Ma visto che tutto porta per lo meno o ridurre l’importanza di questo fattore, c’è da chiedersi se queste spese occulte abbiano senso. E gli impatti ambientali ? Come sempre, l’ambientalismo parte da un concetto buono. Chi non vorrebbe un minimo impatto ambientale !
      Ma su cosa lo valutiamo questo impatto ? Sempre sulle emissioni di CO2 ? E rendiamo le nostre industrie incapaci di reggere la concorrenza per costringerle ad attenersi a princìpi di impatto ambientale sulla cui concretezza ed utilità sorgono sempre più dubbi.
      Intanto le industrie italiane falliscono, o delocalizzano, o gli imprenditori si suicidano, o vengono incriminati da una magistratura che ha posto al centro della sua attenzione valori che forse un giorno si dimostreranno completamente sbagliati. Certo un magistrato è un magistrato, mica è uno scienziato, lui applica la legge, non possiamo fargli carico di (eventuali) errori scientifici che non partono da lui, e di cui il responsabile non è lui ma il mondo scientifico. E allora di chi sarebbe la colpa se un giorno si scoprisse che abbiamo perso il nostro futuro per inseguire ombre e chimere ?
      Penso a nazioni dove non ci sono i nostri veleni, i nostri inquinamenti, le nostre emissioni di CO2…e dove l’aspettativa di vita è però la metà che nel nostro mondo (dove, ci dicono, non ci sarebbe rispetto della salute);
      ma il mondo incontaminato africano non sembra un buon modello, tanto che, giustamente, in quei Paesi si punta al progresso (e io non posso che augurare loro un radioso cammino di sviluppo).
      La gente in cerca di speranza non scappa dalle industrie, ma va invece proprio là dove industrie e ogni tipo di attività imprenditoriale creano ricchezza, e cioè lavoro. E scappano invece da posti dove la l’economia non ha potuto crescere come da noi.
      Noi siamo ossessionati dalla salute, e per inseguirla, ci facciamo come modello un sistema di vita (la decrescita – per esempio) che invece crea disoccupazione ed è causa di una maggiore mortalità.
      E in tutto questo c’è chi dice che il Sole è gratis, individuando solo “un momento” della vita dell’intero processo produttivo, quello che gli fa più comodo, ignorando che l’intera catena del solare e del fotovoltaico, alla fine, è molto più costosa.
      Secondo me.

    • Lorenzo, il tuo accorato appello (se così lo si può definire) tradisce un approccio ideologico che per sua natura è disinformato. Lasciamo stare la storia del caffè, che è uno slogan e già per questo non conterebbe ma è pure sbagliata come ti hanno spiegato gli altri che hanno commentato, e concentriamoci sulla presunta gratuità della fonte. Se invece di dar consigli di revisione della propria intelligenza avessi letto il libro, ti saresti reso conto che non è scritto contro il fotovoltaico, ma contro le assurde decisioni che sono state prese per gestirne l’impiego. A pari quantità di energia prodotta, è ovvio che le fonti rinnovabili sono più convenienti, perché non sono tecnicamente “finite” come le fossili e inquinano di meno. Quindi, sempre per pari quantità di produzione, è giusto investire su quelle. Ma il punto è che quella quantità non è neanche lontanamente pari, nel senso che a meno di non coprire di pannelli metà del territorio, piantare pale eoliche nell’altra metà e mettere una decina di metri cubi di batterie in ogni abitazione per sopperire alle giornate di poco sole e poco vento, queste tecnologie non sono in grado di far fronte al fabbisogno, che è invece imprescindibile. Per cui, le risorse disponibili devono essere destinate in quantità proporzionali a ciò che è realmente utilizzabile, altrimenti si fanno utopia e ideologia, cioè danni. Nella fattispecie il danno è che questi soldi li dovremo tirar fuori e in cambio non avremo quello che un impiego così massiccio di risorse dovrebbe restituire, cioè infrastrutture, filiera industriale, ritorno economico, ritorno occupazionale etc etc. Tutte cose che queste allegre politiche incentivanti promettevano ma che, guarda caso, non ci sono né ci saranno. Sai spiegarci come mai?
      gg

  9. donato

    “la cosa veramente importante per non sprofondare è che chi governa, o meglio chi governerà, non si faccia tirare per la giacchetta e con competenza e pragmatismo decida per il meglio del Paese.”
    Competenza e pragmatismo. Due parole estremamente semplici e dense di significato che nel nostro paese latitano. Nell’instant book segnalato da G. Guidi gli esempi di pragmatismo e di competenza abbondano.
    Uno degli aspetti che maggiormente mi hanno fatto riflettere riguarda il problema dell’incentivazione: se qualcuno avesse deciso di incentivare con 6,5 miliardi annui lo scavo di buche nei campi, l’Italia sarebbe diventata una groviera! Si, il problema è tutto qui. Se decido di investire soldi in un certo settore, quel settore diventa subito terreno di caccia per individui privi di scrupoli. E’ successo con la Cassa per il Mezzogiorno nel corso della seconda metà del secolo scorso, è successo con i fondi destinati alla ricostruzione delle zone colpite dai terremoti, è successo per i fondi europei PON, POR, FESR ecc., ecc.. Quando pantalone decide di investire in un certo settore, avvoltoi e sciacalli sono pronti ad avventarsi a frotte sul malloppo.
    Scrivono gli autori dell’articolo che se invece di finanziare le fonti energetiche alternative avessimo deciso di finanziare a fondo perduto le misure per migliorare le prestazioni termiche degli edifici, avremmo ottenuto risparmi enormemente maggiori sia dal punto di vista della bolletta energetica, sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista dell’economia reale. Io immagino (purtroppo non posso far altro) una legge che avesse destinato 6,5 miliardi di euro per dotare di un cappotto termico gli edifici residenziali esistenti. Fissando un plafond di 25000 euro per unità immobiliare, si sarebbero potuti realizzare 260.000 interventi all’anno: in dieci anni avremmo potuto ridurre le emissioni di ben 26.000.000 di abitazioni. Immaginate l’enorme spallata all’economia che si sarebbe potuta dare e gli enormi risparmi energetici che si sarebbero potuti realizzare senza determinare un aumento dei costi energetici, anzi riducendoli perché ogni unità immobiliare avrebbe consumato di meno e, quindi, avremmo avuto bisogno di meno energia da importare dall’estero. In un colpo solo: meno emissioni di CO2, minor impronta ecologica, un sistema di vita più eco-sostenibile, maggior benessere, maggior crescita economica. Poteva essere l’inizio di quel circolo virtuoso che avrebbe potuto tirarci fuori dalla crisi.
    Più pragmatismo e competenza di questa dove li troviamo? E questo è solo un esempio di tutta un’altra serie di idee che nel testo sono molto ben spiegate. Veramente un ottimo lavoro!
    Ciao, Donato.

    • donato

      errata corrige: non 26.000.000, ma 2.600.000!
      Ciao, Donato

  10. gbettanini

    Secondo la cosa veramente importante per non sprofondare è che chi governa, o meglio chi governerà, non si faccia tirare per la giacchetta e con competenza e pragmatismo decida per il meglio del Paese.

  11. donato

    Invece…. Invece abbiamo giocato a fare i salvatori del pianeta. Abbiamo raggiunto, con anticipo, gli obiettivi previsti dagli accordi internazionali sulle emissioni, siamo diventati i primi della classe e, contemporaneamente, le industrie chiudono e/o delocalizzano, le ore di cassa integrazione crescono vertiginosamente, la disoccupazione morde sempre più ferocemente, la gente non arriva più a fine mese, il mercato immobiliare è crollato del 25% in un anno e si è quasi dimezzato rispetto al 2006, le famiglie stanno dando fondo alle riserve, i giovani devono emigrare all’estero per trovare un minimo di sostentamento, in nostro Bel Paese cade a pezzi (in tutti i sensi), i consumi si sono ridotti al livello degli anni ’80 la nostra ricchezza media è diminuita. Ci avviamo baldanzosi verso la decrescita (italiana ed europea), ma non mi sembra che la maggioranza del popolo italiano, e non solo, sia felice.
    Mio nonno, morto nel 1988 a quasi 95 anni (che Dio l’abbia in gloria) amava dire che era stato bello passare dalla miseria al benessere, ma fare il percorso inverso sarebbe stato molto brutto. Io sorridevo in modo beffardo attribuendo quelle tirate alla sua età piuttosto avanzata , ma oggi sono costretto, con profondo rammarico, a dargli ragione.
    Ciao, Donato.

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