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Piccoli geni crescono

Una esilarante lettura dal Sierra Club:

 

By Paul Beckwith

Il 23 marzo 2013, ho fatto la seguente previsione:

“Per la cronaca— non penso che questa estate rimarrà del ghiaccio. Un evento senza precedenti nella storia dell’uomo accade oggi, esattamente in questo momento, nell’Oceano Artico. Le fratture del ghiaccio marino di cui ho parlato nel mio Sierra blog e in altri luoghi si sono allargate. La notizia peggiore è che esattamente in questo momento, l’intera coltre glaciale (o circa il 99% di essa) dell’Oceano Artico si sta muovendo (in senso orario), e la sottile, indebolita sommità del ghiaccio ha iniziato a ritirarsi. Questo è un improvviso cambiamento climatico in tempo reale. Gli uomini hanno lungamente beneficiato di un clima stabile per gli ultimi 11.000 anni (circa 400 generazioni). Ora non più. Ora abbiamo di fronte un clima arrabbiato – che abbiamo colpito in un occhio con il nostro stecchino di combustibili fossili – e dobbiamo affrontarne le conseguenze. Dobbiamo mettere le nostre differenze da parte e prepararci per ciò che non possiamo più evitare: una massiccia distruzione della nostra civiltà.”

 

Volendo, possiamo anche tralasciare la prosa dal vago sapore neurologico dell’autore di questa perla, soffermiamoci invece su tre aspetti.

 

  • A pochi giorni dal minimo stagionale, quest’anno la riduzione estiva sta vedendo una superficie di ghiaccio sopravvissuto al cataclisma circa il 60% più vasta di quella dell’anno scorso. A dettar legge la circolazione atmosferica, praticamente opposta a quella di cui cianciava l’espertone, e le correnti marine indotte dal segno negativo della PDO.
  • Paul Beckwitt è un dottorando del laboratorio di paleoclimatologia e climatologia del dipartimento di geografia dell’università di Ottawa. Potremmo dire che il ragazzo si farà, anche se ha le scarpe strette, quest’altr’anno giocherà, con la maglia numero sette (Francesco De Gregori, La leva calcistica della classe’68), cioè, è pronto per la serie A dei climatologi da combattimento. Prima parlare poi accendere il cervello.
  • Il Sierra club è la più grande e antica organizzazione ambientalista degli Stati Uniti (fonte Wikipedia). La sua consociata canadese il cui web è animato anche dal nostro eroe non è da meno.

 

Dal mio personale punto di vista, ognuno è libero di sparare le fesserie che crede, ma se lo fa argomentando o, peggio, vaneggiando di meteorologia, glaciologia e climatologia e sventola al contempo il suo dottorato (pure in corso d’opera), i suoi vaneggiamenti diventano una carta d’identità. Prevedere lo scioglimento completo del ghiaccio marino artico a marzo e ritrovarsi con un 60% in più dell’anno prima in settembre non mi sembra dia grosse garanzie di affidabilità, né tecnica, né deontologica. In pratica si dichiara apertamente di non sapere di cosa si parla nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore invece lo si sa, e, straparlando, si prende apertamente per i fondelli chi legge. E le anime belle del Sierra club si spellano le mani a furia di applausi, smettendo solo ogni tanto per stracciarsi le vesti per il disastro che ci attende. Questi sono gli scienziati del clima del futuro. Questo, infine, è il livello di conoscenza scientifica dell’argomento di quanti, secondo chi da le patenti di climatologo, sarebbero titolati a parlare.

Auguri.

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Published inAttualità

8 Comments

  1. “Aggravante, e non scusante, la giovane età.”

    E non è detto sia un fanatico religioso: molto probabilmente si è fatto un paio di calcoli. Gli è andata male, ma sa che il sistema non lo danneggerà (pochi blog come questo ne parleranno, poi ci si dimenticherà il suo nome, fino alla prossima). Se gli fosse andata bene, si sarebbe fatto un gran bel po’ di pubblicità. Si noti che “andare bene” non vuol dire l’accadimento della catastrofe predetta (un evento decisamente improbabile e qui si potrebbe avanzare l’ipotesi del suo fanatismo): sarebbe bastato un nuovo minimo dei ghiacci e il tizio si sarebbe messo in scia; avrebbe solo corretto la data della previsione, se non è quest’anno è perché ci sfugge qualche dettaglio, ma sarà molto presto.

    In definitiva, non sono i mr. Beckwith che mi preoccupano, è il sistema che li fa proliferare senza conseguenze che mi preoccupa.

  2. Guido Botteri

    1. “è peggio di quel che pensavamo”
    se si parla di Artico libero dai ghiacci, non mi sembra tanto “peggio di quel che pensavamo” che ci sia il 60% di ghiaccio in più
    parere personale, che so non condiviso da quelli buoni, ma io sono contento di non farci parte 🙂
    2. “il ghiaccio è sottile”
    quel ghiaccio è sottile perché l’anno scorso, lì dove il ghiaccio è sottile, c’era acqua… insomma è ghiaccio nuovo, naturalmente
    ma questo non mi sembra un buon motivo per pensare che sia “peggio di quel che pensavamo”.

  3. Teo

    Considerazioni corrette…ma i posti li hanno già occupati…bye bye life bye bye happiness hallo sweet…….

  4. donato

    Meno male che ….. il fenomeno c’è! (e smentisce il Nostro)! 🙂 🙂
    Non siate troppo pessimisti, dategli il tempo di confrontarsi con la realtà e di rendersi conto che ha sballato ogni previsione, abbiate fiducia nei giovani e tollerate la loro incoscienza! 🙂
    Ciao, Donato

  5. giovanni p.

    Purtroppo sono d’accordo con Andrea G. anch’io non riesco a ridere. Il punto é capire come una persona di questo calibro possa fare ricerca. Questo “giovane” mi ricorda molto un fanatico religioso piu che uno studioso e/o ricercatore. Il problema é che non parla da un blog personale e non frequenta chiese o moschee ma purtroppo si trova in un ambiente, quello della ricerca ed universitario ( per giunta nel ramo dei cambiamenti climatici) dove le sue follie pesano e contano molto. Perché poi chiunqué dirà che non si tratta di un ambientalista fanatico ma di una persona con tanto di titoli di studio e che sta in un ambiente di ricerca quindi le sue parole saranno comunque piu attendibili a priori. Io purtroppo ho vissuto di persona alcuni casi del genere e devo dire che l’impressione é stata abbastanza agghiacciante. Spesso questi bravi dottorandi sono la peggior specie che si possa trovare, molto studiosi, in perfetta sintonia con il loro mentore ma con capacità critica e di autoapprendimento uguale a zero. Non sono altro che dei bravi soldatini che eseguono alla perfezione gli ordini di chi gestisce gli argomenti e i soldi della ricerca, in altri campi si direbbe dei perfetti cani da guardia che invece di abbaiare, cacciano eventuali intrusi in maniera molto istruita, a suon di modelli matematici, citazioni di articoli e studi/pubblicazioni personali, gestiti direttamente dal loro “principale”. IL bello é che alla fine queste persone prenderanno il posto dei loro predecessori e saranno ancora piu intrisi di cultura dogmatica e pregiudizio matematico dei loro maestri, allontanando sempre piu il mondo della ricerca dalla retta via dell’indipendenza e dell’atteggiamento critico.

  6. Andrea G.

    Caro Guido, a me non fa ridere per niente. Siamo arrivati al punto che uno, che dovrebbe essere uno scienziato, pur di ottenere consenso e, soprattutto, soldi, rinnega la scienza in quanto ricerca. Aggravante, e non scusante, la giovane età.

  7. una cosa curiosa dei cambioclimatisti è che gira e rigira dicano sempre le stesse quattro fesserie: se fa più caldo c’è più energia e quindi uragani più forti (come se per rendere l’automobile più potente ne impedissimo il raffreddamento); ci sono stati 11000 anni di bel tempo (diglielo agli Unni e ai Vichinghi della Groenlandia); i negazionisti sono pagati da Big Oil (ogni “prova” al riguardo può essere ricondotta ai vaneggiamenti di un certo Gelbspan negli anni ’90); i ghiacci sottili si sciolgono prima (a meno che come quest’anno non si sciolgano proprio); e il problema è solo una questione di comunicazione (aspettiamoci l’ennesimo balletto sul cambiamento climatico).

    non penso ci sia una regia occulta, è che proprio come la giri la frittata è sempre quella. Come il credere a Nostradamus, chi se la beve finisce sempre negli stessi errori.

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