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Lindzen e l’IPCC

In un modo o nell’altro, praticamente tutti hanno detto la loro sulla prima parte del nuovo report IPCC appena divulgata. Del resto, il lavoro del WG1 è quello che tradizionalmente riceve l’attenzione maggiore in quanto fornisce le basi scientifiche della posizione assunta dal panel in materia di cambiamenti climatici. Non so quanto questo sia giusto, perché da quelle basi derivano poi tutte le valutazioni in materia di impatto e/o eventuali mitigazioni e rimedi che hanno riflessi molto significativi ai quali forse la pubblica opinione dovrebbe prestare maggiore attenzione. A conti fatti, già oggi, ma soprattutto domani, l’approvvigionamento energetico non sarà più oneroso perché la scienza avrebbe stabilito che CO2 et similia provocono il riscaldamento globale e i suoi derivati, quanto piuttosto perché sono state presi e si vorrebbero prendere provvedimenti per impedire che ciò accada. E cosa e come farlo è appunto materia di studio dei WG2 e 3.

 

L’allarme però, quello che fa presa sulla gente, deriva da ciò che dice il WG1, per cui sotto con l’analisi. Per trascorrere questo week-end, vi consiglio dunque la lettura di ciò che ne pensa Richard Lindzen, scienziato alquanto scettico, che già in molte altre occasioni ha avuto modo di far notare che quelle basi scientifiche proprio solide non sono. Qui di seguito un breve estratto, mentre l’intero pensiero lo trovate qui, sulle pagine del GWPF.

 

Nel tentativo di convincere il pubblico ad accettare l’agenda del movimento ambientale, si fa continuamente riferimento al consenso. Ciò appare disonesto non per l’assenza di un consenso, ma perché il consenso su cose come l’esistenza di un irregolare (e piccolo in confronto alla normale variabilità regionale) riscaldamento a partire dal 1850, l’esistenza di cambiamenti climatici (che hanno avuto luogo durante l’intera esistenza della Terra), il fatto che l’aggiunta di gas serra dovrebbe avere un certo impatto (sebbene piccolo finchén il sistema non reagisce amplificandolo molto) negli ultimi 60 anni con impatto molto minore in precedenza, e il fatto che i gas serra sono aumentati nel corso degli ultimi 200 anni circa, e che il loro impatto è già circa l’80% di quanto ci si dovrebbe attendere al raddoppio della CO2, è tutto orientato verso quello che non sembra essere un gran problema. Anche il testo del degli assessment sceintifici dell’IPCC è d’accordo sul fatto che delle conseguenze catastrofiche siano altamente improbabili e che non sono state trovate connessioni tra il riscaldamento e gli eventi estremi. L’affermazione iconica dell’IPCC che ci sia un elevato grado di certezza che la maggoir parte del riscaldamento degli ultimi 50 anni sia dovuta alle emissioni umane, che sia giusta o meno, è completamente consistente con il fatto che questo non costituisca un gran problema. Dire che la maggior parte di un piccolo cambiamento è causato dall’uomo è difficilmente associabile con la probabilità di grandi cambiamenti.

 

Voi dite la vostra, che Lindzen ha detto la sua.

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Published inAttualità

Un commento

  1. donato

    C’è poco da dire: Lindzen ha espresso in modo abbastanza preciso il pensiero di molti che frequentano questo sito. La cosa importante di tutto il discorso mi sembra che, oggi come oggi, l’incremento massimo della temperatura che il raddoppio della concentrazione di CO2 può determinare, è stato raggiunto. In mancanza di fenomeni di amplificazione del sistema, le temperature non dovrebbero aumentare più di tanto o, se lo dovessero fare, dovrebbero aumentare di valori marginali. Secondo qualche voce che circola in rete questo potrebbe benissimo spiegare lo iato attuale nelle temperature: raggiunto il tetto del valore dovuto al cosiddetto effetto serra (squilibrio radiativo) conseguente alla saturazione della troposfera, le temperature hanno smesso di crescere o, per essere più precisi, stanno crescendo di meno, cioè con un trend minore. A questo punto, stando a questa ipotesi, in mancanza di effetti amplificanti del sistema climatico che ad ora non sembrano manifestarsi, abbiamo raggiunto un nuovo punto di equilibrio.
    L’ipotesi è semplice ed interessante, ma, ovviamente, è solo un’ipotesi in cerca di verifica 🙂 : sarà il tempo a verificarla.
    Per il resto prendono sempre più forza ipotesi alternative alla linearità della relazione tra CO2 e temperatura. Di questo, però, ho intenzione di parlare molto più diffusamente tra qualche giorno.
    Ciao, Donato.

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