Salta al contenuto

Lindzen a tutto campo

Così si è mosso Richard Lindzen, professore di scienze atmosferiche al MIT, autore di una interminabile serie di pubblicazioni, nonchè leading author dell’IPCC. Non nuovo ad uscite piuttosto incisive, sia in campo scientifico che sociologico, ma sempre con riferimento alle problematiche del clima, già qualche anno fa aveva avuto modo di paragonare l’isteria climatica innescata da un certo ambientalismo fondamentalista che anela a porre un freno alle possibilità di sviluppo dei paesi più poveri, all’escursus storico dell’eugenetica, definendola una “moda”  che poi il tempo ha giustamente giudicato come ripugnante1.

Oggi torna su questi argomenti in un breve articolo pubblicato su Quadrant Online il 26 giugno scorso. Un intervento a tutto campo in cui Lindzen parte dalle tesi scientifiche che ha più volte sostenuto, rispolverando uno per uno gli argomenti che quella parte della comunità scientifica che mostra scetticismo sull’attribuzione del riscaldamento del pianeta alle attività umane sostiene da tempo, per arrivare poi agli aspetti più squisitamente connessi al coinvolgimento sociale ed economico delle parti in causa.

Questi i tratti salienti del suo intervento. 

I cambiamenti in termini di temperatura cui abbiamo assistito sono dell’ordine di pochi decimi di grado, ovvero di un’ampiezza largamente inferiore ad una variabilità di lungo periodo ampiamente documentata e sono del tutto ascrivibili all’intrinseca variabilità di un sistema che non è mai in equilibrio. La teoria dell’AGW, oltre a non essere assolutamente necessaria perchè tali cambiamenti si verifichino, richiederebbe un comportamento delle temperature della media troposfera tropicale che non si riscontra nelle osservazioni, rivelando un’ampia sovrastima della sensibilità climatica, ovvero della reale potenzialità dell’accrescimento della concentrazione dei gas serra di far aumentare le tempeature medie globali. Tale sovrastima, per lo più dovuta ad una incompleta o imprecisa descrizione dei fattori di amplificazione del riscaldamento, è comune a tutti i modelli di simulazione il cui accordo, più che essere garanzia di esattezza delle interpretazioni, può semplicemente voler dire che sono tutti in errore.

In effetti, secondo quanto sostenuto dall’IPCC, gli attuali livelli di concentrazione dei gas serra di origine antropica, dovrebbero aver prodotto già un riscaldamento maggiore di quanto misurato in superficie. Tale discrepanza sarebbe spiegata dall’effetto mitigante del comportamento degli aerosol, almeno per quel che riguarda la recente assenza di trend di aumento statisticamente rilevanti. Ancora una volta il ruolo degli aerosol può però essere sia positivo che negativo e, mentre tra quanti si occupano di modelli climatici molti sostengono che la variabilità interna del sistema sarebbe efficacemente descritta, apprendiamo dagli specialisti dell’Hadley Centre, che ospita proprio il Working Group 1 dell’IPCC e cura le basi scientifiche dei suoi rapporti, che questa variabilità interna è tutt’altro che ben compresa. Questo però non sembra essere un problema, perchè al contempo ci fanno anche sapere di attendersi una ripresa del riscaldamento a breve periodo. Inevitabilmente Lindzen prende atto che parlare di ripresa del riscaldamento significa ammettere che questo si sia arrestato, per di più per cause tutt’altro che chiare.

Ma c’è spazio anche per valutare l’eventualità che il fattore antropico sia in effetti preponderante. Se così fosse, il solo aumento della temperatura media globale non necessariamente dovrebbe essere causa di disastri climatici, dato che questi avvengono a scala regionale e sono generati da molti fattori concomitanti ascrivibili al comportamento di tutti i paramentri che definiscono l’atmosfera, non certo esclusivamente al fattore termico dello strato superficiale. Gli addetti ai lavori definiscono attualmente la nostra capacità di prevedere il comportamento di tutti questi parametri per periodi oltre qualche giorno, poco più che tirare ad indovinare.

Non c’è dunque ragione di suscitare allarme, a meno che questo non avvenga per ragioni diverse dalla reale possibilità che si verifichino tali disastri. Il problema, secondo Lindzen, risiede nelle agende che si sono sviluppate nel tempo attorno a questa problematica. L’interesse del movimento ambientalista e di una certa burocrazia di acquisire maggior potere, la possibilità per il mondo politico di imporre nuove tassazioni con relativa facilità perchè c’è di mezzo la “salvezza” del pianeta, la competitività tra nazioni e, non ultimo, il fattore economico. Molte, se non tutte le realtà finaziarie più potenti del pianeta sono o sono state massicciamente coinvolte nell’affare. Tra queste anche quelle che sono state protagoniste dei crack più esplosivi in tempi recenti2.

Naturale quindi che in presenza di una fase di stasi di un trend di riscaldamento che potrebbe essersi interrotto definitivamente, si ravvisi l’urgenza di agire almeno da parte di quanti hanno degli interessi come quelli appena descritti, prima che l’evidenza dei fatti dimostri che le cose stanno diversamente. Non tutti la pensano così tuttavia, almeno secondo Lindzen, che conclude che gettar via importanti risorse per arrestare simbolicamente il cambiamento di ciò che è comunque soggetto a variabilità non è decisamente prudente, e tantomeno è intelligente pensare che le condizioni climatiche che abbiamo avuto a metà del XX° secolo rappresentassero un momento di perfezione.

Leggete qui il saggio per intero.

Reblog this post [with Zemanta]
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
  1. Risks, Costs, and Lives Saved, R.W. Hahn, editor, Oxford University Press, New York, 1996 []
  2. Per saperne di più leggete qui: Impegno finto soldi veri – CM []
Published inAmbienteAttualitàClimatologia

25 Comments

  1. Luca Galati

    Non ho rimarcato nel mio intervento alcun riferimento e difesa nei confronti dell’AGW: ho solo commentato un vecchio studio in maniera critica e con il bagaglio di conoscenze che ho; così andrebbe fatto per qualunque studio…

    Comunque in risposta ad un suo precedente quesito mi pare di rilevare che la discussione finisca spesso nella baruffa e nella rissa quando non si ha molto da dire o da commentare.

    Cordialmente
    LG

  2. Luca Galati

    Torno sulla questione dell’Effetto Iris di Lindzen per sottolineare il fatto che il Professore in questione non ha mai dimostrato, da quello che ne so io, il reale ‘peso’ di questo particolare meccanismo, ammesso che realmente esista, limitandosi solamente ad una mera descrizione qualitativa dello stesso e non ad un’analisi quantitativa; quindi di fatto mi pare che abbia semplicemente gettato il classico sasso nello stagno senza uno studio rigoroso e approfondito forse cercando di creare solo un pò di scompiglio nella Comunità Scientifica: se questa è Scienza, fate un pò voi…per il resto le altre considerazioni andrebbero anch’essse attentamente valutate…

  3. Luca Galati

    Torno sulla questione dell’Effetto Iris di Lindzen per sottolineare il fatto che il Professore in questione non ha mai dimostrato, da quello che ne so io, il reale ‘peso’ di questo particolare meccanismo, ammesso che realmente esista, limitandosi solamente ad una mera descrizione qualitativa dello stesso e non ad un’analisi quantitativa; quindi di fatto mi pare che abbia semplicemente gettato il classico sasso nello stagno senza uno studio rigoroso e approfondito forse cercando di creare solo un pò di scompiglio nella Comunità Scientifica: se questa è Scienza, fate un pò voi…per il resto le altre considerazioni andrebbero anch’essse attentamente valutate…

    • Caro Luca ti invito ad una riflessione: quanto hai giustamente segnalato significa che c’è necessità di approfondimento e di chiarificazione. Bene, speriamo qualcuno prima o poi riesca a farlo per dare a queste ipotesi il giusto peso o -perchè no- il benservito. Però, fino a lì, tutti i passi necessari, ivi compresa la formulazione dell’ipotesi non sono scienza. Teniamoci allora le rigorose ed approfondite analisi quantitative del “very likely”, quelle di sicuro sono scienza. Fà un po’ tu 😉
      gg

  4. Claudio Costa

    @ Monti
    poi ci sono quelli che semplicemente contenstano con peer review le conclusioni dell’IPCC

    http://www.friendsofscience.org/

    Lista personale tra i più significativi:

    SPENCER LINDZEN CHRISTY SVENSMARK PIELKE SR E JR CHRISTENSEN McINTYRE MICHAELS SOON HYOT SCAFETTA WEST WILLSON LANDSEA WATTS LASSEN MORNER GEORGIEVA REID HAIG ARNOLD SHAVIV DOUGLASS LOHELE IDSO (TUTTA LA FAMIGLIA) JAWOROSKY SEGASTALDT BARRET GERLICH CHILINGAR ROBINSON (TUTTA LA FAMIGLIA) QUIRK STOTT CHYLEK ARCHIMBALD ENDERSBEE IZRAEL WIIN HARRIES KHANDEKAR BALLING PATTERSON

    E sono solo quelli che sono riuscito a leggere io poi ci sono centinaia di autori minori

  5. Teo Georgiadis

    Caro Guido,
    perche’ non riusciamo a uscire dall’ottica della partita di calcio! ecco perche’!
    Perche’ siamo abituati ai misteri, e non solo a quelli della fede. Siamo abituati a ministri che affermano pubblicamente che ‘gli altri’ sono pagati dai petrolieri. Ai dati che poi erano sbagliati, e poi ridiventano giusti.
    In questo quadro e’ ovvio che formiamo squadre, che esultiamo per il goal piazzato, anche se un po’ in fuorigioco. Ma lo facciamo credo in buona fede perche’ siamo in un paese dove anche per la materia storica che e’ fondata sulla revisione critica delle fonti documentali qualcuno e’ capace di scrivere sui muri “no a tutti i revisionismi!”, e ci crediamo in buona fede.
    Figurati se in una materia dominata dalle equazioni di Navier-Stokes e dalla teoria del caos non abbiamo un po’ di diritto di guerreggiare. Tanto nessuno ci fuma perche’ qui la cultura e’ quella umanistica, noi al massimo un po’ di tecnologia e neppure di techne’.

  6. @ Tutti
    Certo che è curioso. Credo di poter dire che qui nessuno di noi ha nulla da perdere o guadagnare, se non un pò di amor proprio se scoperto a dire fesserie o per converso qualche complimento in caso di idee concordi. Eppure si riesce a litigare una riga si e una no, spesso (anzi quasi sempre) uscendo fuori topic pur di assestare qualche bel fendente. Come è possibile lamentarsi dunque di altrettanta litigiosità dove la posta in gioco è ben più alta come tra i guru della scienza che si disputano poltrone e finanziamenti ed i policy makers che si disputano anche le caramelle dei bambini? Riusciremo mai a capire che non è così che si può affrontare la discussione?
    gg

    • Achab

      Guidi, come sempre lei ha mille volte ragione quando, come in questo caso, la discussione non è più discussione.

      Ad ogni modo, visto che per me iniziano le vacanze, mi occuperò per le prossime settimane più della metereologia che del clima. 🙂

  7. giordano monti

    come possiamo noi profani controbattere al mito del Mit, il grande Lindzen?
    due sole profane osservazioni:
    – gli scettici ci spiegano che riguardo al GW il mondo della scienza è diviso, ma poi, quando si devono citare scienziati scettici si finisce sempre su quei due o tre nomi lì, e fra questi sempre Lindzen… dove sono le altre migliaia?
    Рla seconda: davvero sono 14 anni che le temperature hanno smesso di crescere? non ̬ un tantino tirata questa affermazione?

    • Beh, visto il trattamento che i magnanimi rappresentanti del mainstream ed i loro supporters (media compresi) gli riservano, non stupisce che non siano in molti ad avere gli attributi per manifestare apertamente il loro pensiero. Certo, con le pubblicazioni saranno diecimila a uno, ma sorge il sospetto che se facesse endorsement farebbero pubblicare anche paperino. Ma questa è solo un’ipotesi ovviamente. Quando e se la scienza sarà veramente “settled” sapremo chi aveva ragione.
      Con riferimento al cavallo di battaglia di Lindzen, l’Iris Effect ad esempio, le sue argomentazioni sono state confutate, ma così come non convincono le tesi in quanto ancora largamente imprecise, non convincono granchè neanche le confutazioni (qui http://www.climatemonitor.it/?p=2019 e qui http://www.climatemonitor.it/?p=204 ne abbiamo parlato).
      Quanto alla seconda affermazione, messa come l’hai messa tu è sì una forzatura, ma Lindzen ha detto che le temperature non presentano un trend statisticamente significativo da quattordici anni, non che hanno smesso di aumentare.
      Chiudo come hai iniziato, perchè so che giustamente ami sottolineare il rispetto dei ruoli e delle competenze. Al di là della battuta di Claudio Costa, non è questione di miti o di profani, la preparazione di Lindzen non credo possa essere messa in discussione, perchè più che le sue tesi direi che parla il suo curriculum 😉

  8. Lorenzo

    @ Achab

    superficiale invece è stata la tua disamina, poichè hai allargato il senso delle parole di Lindzen a tutta la scienza, quando invece lui le aveva esplicitamente riferite soltanto ad una determinata categoria di scienziati. Se non è stata superficiale, la tua analisi è stata deliberatamente ingannevole, il che naturalmente è molto peggio.

    Se ti va di discutere, invece di tacciare il pensiero altrui di superficialità, prova a confutarlo in maniera argomentata.

    • Achab

      Mi sono beccato dell’insensato e ho risposto credendo fosse chiaro che non ho intenzione di discutere su questo stile. Forse non lo era, spero lo sia ora.

    • Lorenzo

      Non ti sei beccato niente. Insensato è il concetto, non tu. Che tra l’altro non so neanche fino a che punto puoi condividere.

      Se non avevi intenzione di discutere su questo stile hai fallito doppiamente, primo perchè per l’appunto non si capiva, secondo perchè hai continuato proprio sullo stile (“superficiale ed eccessivamente sbrigativa”, “solita ignoranza del processo scientifico”, “Andando invece ad argomenti più seri”) che a tuo parere avevo inaugurato (cosa che non condivido).

      Piuttosto rimane da capire perchè chi ha scarsa considerazione del lavoro di molti colleghi (pur rispettandoli), sia meritevole di minor fiducia.

      Quello che volevo sapere era solo questo.

  9. Achab

    @Lorenzo

    Sulla superficiale ed eccessivamente sbrigativa affermazione sul “solito insensato concetto”, non posso che dire che è la solita ignoranza del processo scientifico, vittima del mito del genio che illumina masse di mediocri. Se questo ti sembra discutere …

    @Guido Guidi

    Andando invece ad argomenti più seri, è chiaro che non è una questione di simpatia/antipatia personale. E’ purtroppo peggio.
    Si metta nei miei panni di non climatologo. Mi sembra chiaro che non sono in grado di comprendere facilmente molti dettagli delle argomentazioni scientifiche di Lindzen o di altri. Io e credo tutti quelli in posizione analoga, sviluppiamo un certo grado di fiducia nelle persone in base ad altre cose scritte e comprese.

    Nel caso di Lindzen, ad esempio, la frase da lui detta e da me riportata mostra un atteggiamento manicheo nei confronti della questione. Questo senz’altro non aiuta (eufemismo) a sviluppare fiducia nei suoi confronti. Non è l’unico, ovviamente, ad essere manicheo; ma accettare acriticamente quanto detto da una persona con questa caratteristica implica un’accettazione aprioristica del suo quadro generale di riferimento. E non è il mio caso.

    Poi si può anche guardare al lato scientifico, come alcune delle affermazioni da lei elencate; ma anche qui, dal basso della mia generica formazione scientifica, noto diverse incongruenze (un’altro eufemismo). Non credo sia il caso di elencarle qui, non sono di certo il solo ad averle notate e la rete è piena di analisi delle sue affermazioni.

    In definitiva, di fronte a certe sue analisi (tipo l’ultimo GRL in corso di stampa) che ancora non compendo appieno, dovrei avere fiducia in lui per accettarne le conclusioni, ma davvero non ho motivo di averne.

  10. Lorenzo

    @ Achab

    “non è certo su chi ha questa idea della scienza…”

    Lindzen non parla della scienza in generale, ma della scienza di chi si occupa di AGW. E non si capisce perchè chi ha scarsa considerazione del lavoro di molti colleghi (pur rispettandoli), sia meritevole di minor fiducia.

    Il solito insensato concetto che la teoria scientifica giusta è quella propugnata dalla maggioranza degli addetti ai lavori.

  11. Non è una questione di fiducia e tantomeno di opinioni personali su questo o quell’atteggiamento. Lindzen, che sia simpatico o meno, che sia presuntuoso o meno, dice cose vere, tanto quando parla di argomenti tecnici, quanto quando descrive il coinvolgimento delle parti in causa. Del resto i suoi colleghi che hanno fatto endorsement, non lesinano certo convenevoli nei suoi confronti e nei confronti di chi non la pensa come loro.
    gg

  12. Achab

    @Admin

    Ho sbagliato a chiudere il tag html con il link; eventualmente potete sistemarlo. Grazie.

    • admin

      Fatto.

  13. Achab

    In maniera meno “scientifica” ma più chiara, questo, almeno stando al virgolettato dell’Examiner, è ciò che Lindzen pensa della “maggior parte” suoi colleghi e della loro scienza:

    “Most of the atmospheric scientists who I respect do endorse global warming,” Lindzen said. “The important point, however, is that the science that they do, that I respect, is not about global warming. Endorsing global warming just makes their lives easier.”

    Non è certo su chi ha questa idea della scienza e peggio ancora dei suoi colleghi che mi è possibile riporre fiducia. Al di la delle squallide motivazione che attribuisce ai suoi colleghi, la buona notizia è che almeno si è accorto che la maggior parte “endorse global warming”.

  14. Claudio Costa

    “Tale sovrastima, per lo più dovuta ad una incompleta o imprecisa descrizione dei fattori di amplificazione del riscaldamento, è comune a tutti i modelli di simulazione il cui accordo, più che essere garanzia di esattezza delle interpretazioni, può semplicemente voler dire che sono tutti in errore.”

    Il MITO del MIT

Rispondi a Claudio Costa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »