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Domeniche a piedi, tante, troppe contraddizioni

Smog, tornano le domeniche a piedi.  il primo dicembre stop alla circolazione”, titola “La Repubblica”  nella prima domenica di dicembre, quando la circolazione dei veicoli è stata  bloccata non solo nella zona centrale,  ma in un area molto estesa di Roma, che in alcuni punti tocca il Grande Raccordo Anulare. Le condizioni meteorologiche della giornata erano state previste dalla Protezione Civile con un avviso per “Venti di burrasca, con rinforzi di burrasca forte, dai quadranti nord orientali; mareggiate lungo le coste esposte”, ed in città sono caduti alcuni alberi d’alto fusto e, purtroppo, uno a causato la morte di una persona (fonte).

 

I commercianti, che speravano nella prima domenica natalizia per aumentare le vendite già ridotte pesantemente dalla crisi economica, hanno criticato la scelta del Sindaco Marino di ordinare il blocco nonostante tutto. La storia ormai da anni stancamente si ripete, cambiano gli attori ma il palcoscenico e la sceneggiatura è sempre la stessa. Tutti sanno che i blocchi della circolazione decisi con queste modalità sono inutili dal punto di vista ambientale, dannosi per il tessuto economico ed impongono sacrifici ai cittadini che aspettano la domenica per andare a trovare i parenti all’ospedale, visitare i genitori anziani, etc. Però occorre “fare ammuina” per far vedere all’Europa ed all’opinione pubblica che si sta facendo qualcosa, per dimostrare che non si è rimasti inattivi di fronte al problema dell’inquinamento dell’aria.

 

 

Noi ormai siamo assuefatti a quanto ci accade intorno, ma provate ad immaginare per un attimo se due astronauti, partiti alcune decine di anni fa, fossero tornati a Roma durante il“blocco del traffico” domenicale del 1 dicembre. Avrebbero notato subito l’assenza delle automobili, poi le persone in attesa alle fermate degli autobus o che si affrettano per raggiungere i posti di lavoro e/o casa e/o negozi. Sicuramente avrebbero chiesto ai passanti il motivo di tale situazione. Naturalmente per gli abitanti la risposta sarebbe stata quasi banale: “Lo smog urbano ha raggiunto livelli così alti che per tutelare la salute delle persone non si può andare in auto in città, ciò per evitare che la situazione già negativa  peggiori. Nessuno sa quante persone si salvano bloccando l’ingresso e circolazione delle auto in città, ma anche se fosse una sola l’obbligo sarebbe giusto”.

 

Le affermazioni dei cittadini sembrano irreprensibili, ma sicuramente la risposta lascerebbe perplessi gli astronauti ai quali la parola smog ricorda la nebbia, l’aria stagnate, però intorno a loro la visibilità è ottima ed il vento soffia da far cadere gli alberi. La parola “inquinamento” quando partirono richiamava situazioni tragiche dovute al superamento della soglia di concentrazione di sostanze tossiche (diossina, radioattività, smog come Londra 1952, etc.), situazioni che una volta causavano vittime e l’immediata evacuazione e proibizione dall’area alle persone e non ai mezzi. Dei dubbi si addenserebbero nella mente di persone venute dalla Luna: Se l’aria è inquinata e dannosa, come mai per tutelare la nostra salute noi continuiamo a viverci e la respiriamo rimanendo ore fermi in attesa dei mezzi pubblici? Perché gli ecologisti promuovono lunghe camminate ed organizzando feste per i bambini proprio al centro dell’area inquinata? Perché occorre pagare il taxi, talvolta una sorta di ecopass, per  per andare a respirare l’aria inquinata? Paradossalmente sembra  un blocco che tutela la “salute” dell’automobile invece che delle persone, a loro è proibito l’ingresso mentre fanno di tutto per attrare all’interno dell’area inquinata le persone.

 

Tutti sanno che in una giornata con vento forte non c’è alcun beneficio a fermare il traffico, forse lo si avrebbe bloccando le auto proprio nei giorni in cui l’inquinamento è massimo, quando sono superati i valori soglia, invece da sempre il blocco avviene solo in giorni fissati con grande anticipo e secondo un calendario prestabilito, purtroppo spesso anche quando c’è  vento ed i valori d’inquinamento sono bassi. Sicuramente qualcuno a favore del blocco affermerà che anche il salvare una vita umana può giustificare il blocco di un’attività. Può darsi, ma allora perché coerentemente non si evitano gli incidenti bloccando anche ogni movimento delle auto sulle strade, lo sci, il maneggio, il sesso, lo jogging, la Formula 1 e così via? Come mai nonostante tutti gli inquinanti la vita media nelle città continua ad aumentare tutti gli anni?

 

Naturalmente questi sono inutili dubbi che possono nascere in una persona proveniente dalla Luna, quelli rimasti sulla Terra non hanno tempo di riflettere, sono invece costretti a correre per raggiungere il posto di lavoro, portare i figli a scuola, raggiungere i familiari e fare la spesa in una ventosa giornata di blocco del traffico. Inoltre se qualcuno prova a lamentarsi del blocco pubblicamente, passa per uno che se ne frega dell’ambiente e del futuro dei propri figli.

 

Naturalmente finora abbiamo scherzato, se a Roma i due astronauti provenienti dalla Luna potrebbero affermare che la lotta all’inquinamento “la famo strana”, pensate cosa avrebbero potuto dire leggendo la recente elaborazione realizzata dalla CGIA di Mestre.  Secondo tale studio solo l’1,1% delle imposte ambientali pagate dai cittadini e dalle imprese italiane all’Erario e agli Enti locali è destinato alla protezione dell’ambiente. Il restante 98,9%, purtroppo,  va a coprire altre voci di spesa. Infatti, a fronte di 41,29 miliardi di euro di gettito incassati  nel 2009 (ultimo dato disponibile) dall’applicazione delle cosiddette imposte “ecologiche” sull’energia, sui trasporti e sulle attività  inquinanti, solo 459 milioni di euro  vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale (fonte).

 

Uno studio del genere gli astronauti se lo sarebbero aspettato dagli influenti movimenti “verdi” e dalle potenti associazioni ecologiste, quelli che dicono di lottare per difendere l’ambiente, da loro si sarebbero attesi negli anni passati almeno una raccolta firme su un tema fondamentale per l’ecologia ed il dissesto idrogeologico come questo dell’uso delle tasse ecologiche. A differenza degli astronauti, invece, i cittadini da alcune delle attuali grandi associazioni ecologiste neanche si aspettano che siano presentati, ai tanti soci paganti, un programma e dei candidati da votare periodicamente in una pubblica assemblea; un’assemblea dove dovrebbe essere verificato pubblicamente quanto è stato fatto ed il bilancio con i vari finanziatori.

 

Purtroppo il cittadino,  troppo spesso è stato persuaso che per rispettare l’ambiente è sufficiente aumentare le tasse ecologiche, attaccarsi l’adesivo ambientalista sull’auto diesel Euro 1 e difendere il blocco del traffico anche quando il vento fa cadere gli alberi e le concentrazioni d’inquinanti sono minime, firmare per permettere a Brigitte Bardot di difendere la foca monaca, ripetere sempre ed ovunque che non c’è nulla di peggio al mondo dei combustibili fossili e degli OGM. Invece pessimi per il Creato sono l’ideologia e l’egoismo.

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NB: questo post è uscito giovedì scorso su La nuova Bussola Quotidiana.

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Published inAttualità

2 Comments

  1. A. de Orleans-B.

    Finalmente anche noi abbiamo sviluppato un “cargo cult”.
    (v.: http://it.wikipedia.org/wiki/Culto_del_cargo )

    D’ora in avanti l’immortale verso del Pascarella “Eh chi ho da esse, sò un servaggio!” ricorderà lo sbarco di Cristoforo Colombo …ad Anzio.

    Proviamo a riderci su, perché in realtà è questa l’immagine che mi viene quando vedo usare così la scienza per giustificare certe politiche coercitive: http://www.francescomorante.it/pag_3/305fa.htm

  2. Guido Botteri

    Vorrei aggiungere che qui a Napoli siamo pieni di ZTL (Zone a Traffico Limitato), per cui, invece di un paio di centinaia di metri, per arrivare da mio cognato, se volessi andare in macchina (visto che si tratta di una salita molto ripida e faticosa) dovrei fare il giro della città, e percorrere chilometri e chilometri nel traffico, in strade spesso dalla pavimentazione spaventosa e con buche da far paura…e in tutto questo non emetterei molti ma molti inquinanti di più ? Fare km e km, invece di un tragitto molto più breve, non fa aumentare ( e NON diminuire) l’inquinamento ?
    A me sembra puro odio ideologico, quello stesso odio verso l’umanità che spinge alcuni a invocare la decrescita (in)felice, a chiedere che vengano usati per la sperimentazione medica uomini e non animali (NON esiste una alternativa alla sperimentazione animale che non sia quella umana), che pone mille difficoltà ed una burocrazia assurda a chi vuole avere un’attività produttiva, o vuole costruire qualcosa.
    Come produci ricchezza, immediatamente ti saltano addosso con mille adempimenti inutili, con mille balzelli e tasse che ottengono alla fine l’effetto contrario…a tirar troppo la corda si incassa meno (e infatti le entrate sono in diminuzione, ed alzare ulteriormente le tasse le farà decrescere ancora, perché se compro poco perché non ho soldi, se aumenti l’IVA comprerò ancora meno, e tu incasserai ancora meno da quest’IVA record).
    E potrei citare tantissimi altri casi di questo tiro all’uomo, visto sempre come la colpa di tutti i mali, clima compreso…ma questa colpa è antica, è una specie di “peccato originale”….dalla notte dei tempi si son sacrificate vittime innocenti per “calmare l’ira degli dèi”, mentre sarebbe stato molto, ma molto meglio, sacrificare chi chiedeva questi sacrifici 😀
    Quando si riuscirà a fare un discorso serio e pacato sul clima, sugli inquinamenti, sui tumori, sul nucleare, sulle auto, sulle industrie…insomma sul diritto o meno dell’uomo di lottare per un futuro migliore, negato da chi ciancia di pericoli per i nipoti…. ma l’unico “vero” pericolo che vedo per i miei e vostri nipoti è vedere la nostra economia distrutta e regredita per colpa dello stesso tipo di persone che uccise i Prometeo, perché portavano il progresso, e che da sempre si batte contro il progresso.
    Bisogna però sempre domandarsi se ciò che si pensa sia giusto. Io me lo domando sempre… poi mi basta guardare la mortalità nel mondo per convincermi che si muore di più dove c’è sottosviluppo e non c’è ababstanza progresso; che la gente emigra dal peggio per cercare il meglio…e allora basta chiedersi se le imbarcazioni fatiscenti che vengono a cercare una speranza vadano da Paesi a bassa concentrazione di industrie, o viceversa…
    basta chiedersi se ci sia più lavoro e più occupazione dove ci siano più industrie o dove ce ne siano di meno.
    Tutto questo mi conferma che l’inquinamento, i veleni, lo spreco e tutto quello che volete sono dei mali, com’è un male che il bambino sia sporco.
    Ma il bambino va lavato, non buttato !
    Lottiamo pure, con intelligenza, contro tutto quello che volete, ma senza buttare il bambino-progresso, e senza farci prendere dall’ansia dell’inquinamento:
    il bambino è solo un po’ sporco…certo, è un male, va lavato (anche se si sporcherà di nuovo, e dovremo lavarlo di nuovo) ma le soluzioni che propongono i vari ambientalisti sono molto, molto peggio.
    Secondo me.

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