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La Terra dei Fuochi

Quello di cui scrivo qui sotto non i riferisce al clima in senso stretto ma ad un clima in senso lato che sta progressivamente avvelenando il Paese. Mi riferisco alla vicenda della “terra dei fuochi” che in questi mesi ha riempito quotidiani e telegiornali, ha fatto marciare la gente ed ha fatto esternare amministratori e i cittadini sui telegiornali nazionali, con lamentele infinite circa l’assenza dello Stato e lo strapotere delle eco-mafie.

 

Peraltro questo rappresenta solo l’ultimo atto di una vicenda che va in scena almeno dal 1994 (fonte Wikipedia), per cui è oltremodo difficile pronosticare quando finirà.

Vedete, in un Paese normale le autorità locali (penso alla Regione) avrebbero da tempo provveduto a delimitare le aree inquinate, avviare con celerità le opere di bonifica ed infine spiegare alla gente comune che i rifiuti non si bruciano per strada, perché bruciando a bassa temperatura liberano sostanza tossiche (diossina inclusa) mentre lo Stato dal canto suo avrebbe provveduto ad individuare e processare i responsabili (solo eco-mafiosi?).

 

 

Da noi c’è invece voluto un recentissimo decreto del governo per imboccare la strada della razionalità, anche se mi domando se fosse proprio necessario introdurre  il reato di l’incendio di rifiuti, in quanto esistono già norme  che avrebbero già dovuto essere da tempo applicate per reprimere i comportamenti dolosi. Ora dunque tutto sta nel vedere se dalle “grida” si passerà ai fatti.

 

Peraltro in questa sceneggiata infinita quasi nessuno si è preoccupato del danno inferto ai produttori agricoli che sono chiamati a commercializzare il prodotto campano (vino, ortaggi, formaggi, frutta, ecc.).
Infatti dalla “promozione” dell’immagine della Campania attuata con la retorica della “terra dei fuochi” il consumatore italiano ed europeo ha maturato l’equazione “cibo campano = cibo tossico” e prima di levargliela ce ne vorrà di tempo. Il risultato lo si vede sui banchi dei supermercati a Milano: oggi ad una Esselunga un kg di mele Annurca veniva svenduto a 1,30 Euro.  E posso solo immaginare il danno che da questa indegna “campagna di promozione” sarà venuto all’altro settore campano per eccellenza e cioè il turismo.

 

Per concludere penso che dalla vicenda “terra dei fuochi” si colgano non solo la lontananza dello Stato e lo strapotere delle eco-mafie ma anche un gusto eccessivo per la platealità condito di atavica sete di assistenzialismo. Il tutto a congiurare contro la parte sana della società campana, quella che individua nella cultura del lavoro e del rispetto reciproco la via maestra per lo sviluppo e che vede ancora una volta frustrate le proprie legittime aspirazioni.
_________________

NB: L’immagine in testa a questo post viene da qui.

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Published inAttualità

20 Comments

    • Luigi Mariani

      Caro Giudici, ringrazio per aver segnalato l’informazione che esprime un po’ il succo di tutto il mio argomentare, e cioè che non c’è sicurezza senza controlli. Deve anche far meditare il fatto che nell’immaginario collettivo i controlli tedeschi sono meglio di quelli italiani.
      Per inciso Ieri l’altro (mi pare) ho ascoltato alla radio una dichiarazione del presidente del consorzio della mozzarella di bufala campana, il quale segnalava che in Campania le aree contaminate assommano oggi a 850 ettari contro i 500mila ettari di superficie agricola utile. Anche questi dati debbono far meditare su quanto di parziale/falso vi sia nello slogan “terra dei fuochi”.

    • flavio

      ““da una parte si dice che “la Campania” produrrebbe mozzarella dop cancerogena”
      mai detto, dico solo che”

      old
      http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_821_allegato.pdf
      pagina 46
      Prodotti Livelli massimi di diossine
      ruminanti 3
      pollame 2
      suini 1

      c’è qualche motivo particolare per cui una bistecca con 1,9pg di diossina è border line se di pollo, mostruosamente tossica se di maiale e perfettamente salubre se di mucca?
      com’è che un’acqua con 40 ug/l di arsenico fino al 2003 era buona ovunque, poi è diventata ottima o tossica a seconda della località finchè si è riusciti a derogare?
      e in base a cosa si sono stabiliti quei limiti e concedevano le deroghe?

      riguardo alla diossina o all’arsenico non sono in grado di rispondere…ma ricordo bene lo scorso decennio come hanno stabilito quelli di inquinamento elettromagnetico!

      http://it.wikipedia.org/wiki/Mozzarella_di_bufala_campana#Allarme_diossina

      “Allarmato da alcuni rilievi positivi al test delle diossine, il governo della Corea del Sud fu tra i primi a proibire l’importazione di mozzarelle di bufala italiane, promettendo di rimuovere il bando soltanto quando i riscontri avessero confermato l’eventuale contaminazione e l’identificazione dei produttori responsabili. Ne seguì una reazione a catena, nella quale vari paesi tra cui Giappone, Cina, Russia e Germania presero vari provvedimenti che andavano DAL MERO INNALZAMENTO DELLA SOGLIA di attenzione alla sospensione delle importazioni[5].
      Le istituzioni italiane attivarono quasi immediatamente, anche in risposta alle pressanti richieste venute dall’Unione Europea, una serie di controlli e sospesero, in alcuni casi, la vendita di prodotti caseari provenienti dalle province incriminate. I test hanno mostrato livelli di diossine superiori alla norma in almeno il 14% dei campioni prelevati nelle province di Napoli, Caserta e Avellino”

  1. Vabbè, in questo periodo riesco a leggere poco e arrivo con ritardo su questa discussione. Solo per dire che questa volta non mi è piaciuta un gran che, perché si è perso il focus e leggo molte posizioni troppo bastiancontrarie. In sintesi, anche perché conosco quei posti (la famiglia di mia madre è originaria della Campania), non mi fido per niente: se a Napoli è possibile vedere lungo il corso principale venditori abusivi di dvd clonati sotto gli occhi dei vigili è possibile tutto, figuriamoci i controlli sanitari. Questo è il punto, la serietà dei controlli, e francamente non ho capito cosa c’entri discutere delle muffe del Gorgonzola o dei casi di listeriosi in Francia: mi sembra un gran pasticcio.

    Quindi la mozzarella di bufala campana per il momento è stata bandita totalmente dalla mia tavola; sostituita con mozzarelle di bufala di altre regioni (che, certamente, non hanno niente a che fare con il sapore dell’originale; tuttavia vivendo in Italia non credo proprio di annoiarmi per mancanza di varietà). E’ una semplice valutazione del rapporto rischio/benefici. Credo che se tutti facessero come me, si innescherebbe un meccanismo – se non altro per gli interessi economici in gioco – per cui la questione verrebbe sicuramente affidata ad una discussione più seria (basata sul analisi scientifiche), invece del dibattito inconcludente in atto.

    • flavio

      “E’ una semplice valutazione del rapporto rischio/benefici. Credo che se tutti facessero come me, si innescherebbe un meccanismo – se non altro per gli interessi economici in gioco – per cui la questione verrebbe sicuramente affidata ad una discussione più seria (basata sul analisi scientifiche), invece del dibattito inconcludente in atto.”
      e la solita casta di benpensanti farebbe scendere in piazza milioni di beoti contro l’attentato alla democrazia

      questo non è più il paese dei Marconi e dei Fermi, fra i Luigi di Bella e gli Andrea Rossi contentiamoci che, almeno finora, nel Grande Balzo in Avanti italiano la gente twitta di non arrivare alla seconda settimana con smartphone da mille euro, e speriamo di non dover crepare veramente di fame a milioni perchè si recuperi il contatto con la realtà

  2. luigi mariani

    Temo che la discussione si sia infilata in una strada da cui sarà ben difficile uscire.
    Da parte mia posso solo dirvi che:
    1. l’unico modo per garantire la salubrità di cibo/aria/acqua è quello di effettuare controlli eseguiti applicando metodologie di analisi definite per legge
    2. tali controlli debbono garantire che per una certa sostanza si è al di sotto di soglie di nocività e non che ci sia l’assenza assoluta di una molecola. Ciò in quanto il “residuo zero” non esiste
    3. anche dove il luogo comune vuole che i controlli siano rigorosissimi ci scappa ogni tanto il morto (tanto per non far nomi penso alla Germania e all’infezione da Escherichia coli in germogli di fieno greco per consumo umano prodotti da una filiera biologica, che un paio d’anni orsono fece 35 morti e 10 mila ricoverati in ospedale, con il sistema dei controlli teutonico che brancolò nel buio per settimane senza riuscire a trovare al causa)
    4. lanciare allarmi su gorgonzola, mozzarelle, salami, pomodori, speck, uova o quant’altro in assenza di dati mi pare del tutto fuori luogo.

    Alla luce di quanto sopra esprimo il timore fondato di danni permanenti ai produttori agricoli campani in nome di luoghi comuni non fondati su dati (gli stessi luoghi comuni che spinsero inizialmente i tedeschi ad attribuire i morti dell’infezione da Escherichia ai cetrioli spagnoli, con danno enorme a quei produttori agricoli).

    D’altronde l’allevamento bufalino si è già in molti casi spostato dalla Campania in altri luoghi e la stessa produzione di pomodori si è anch’essa spostata in modo massiccio verso la Puglia. Vogliamo mirare alla completa distruzione dell’agricoltura campana dando per buone senza alcun controllo le dichiarazioni di un pentito di camorra? Mi pare che le premesse ci siano tutte per un tale italianissimo finale.

    • flavio

      segnalo a chi non lo avesse chiaro che lo scopo del mio intervento non era spingere al suicidio chiunque nel corso della vita avesse mangiato gorgonzola o pizza con mozzarella di bufala o bevuto un bicchiere di barbera, e meno ancora invitarli a vendicarsi incendiando le aziende che li producono
      intendevo solo far nascere il dubbio sul metodo con cui vengono stabilite le soglie (comprese quelle di attendibilità di pentiti e sentenze) e l’effetto che produce su controlli e controllori, e quindi indirettamente anche controllati e pubblico
      …anche perchè ora nel mio frigo c’è un pezzo di gorgonzola, ma difficilmente vedrà l’alba di venerdì :Q e quindi dovrò presto rimpiazzarlo… 😉

    • luigi Mariani

      Non mi resta dunque che augurarle buon appetito!

  3. flavio

    “come falso è che le mozzarelle siano tutte imbottite di diossina”
    ovviamente non tutte le mozzarelle del mondo, ma se per avere la dop devono essere fatte con latte che proviene da una zona ristretta, e le bufale hanno il difetto di dover mangiare e bere e respirare per produrre il latte, si crea il rischio che un’acciaieria (come quella di bagnoli, pare fosse quella la causa, ma per il motivo di cui sotto non mi stupirei se fossero i roghi) contamini tutta quella zona ristretta e la falda che ci corre sotto, come un’epidemia di colera in una città senza depuratore crea una contaminazione molto prossima, per non dire esattamente, al 100% delle cozze allevate nel suo porto
    sono effetti collaterali dell’ossessione per la roba a km0, esattamente come la pretesa che il “quanto erano buone le lasagne di mia mamma” diventi Verità globalmente condivisa
    “da tempo nessuno ride più di tali minchiate e nemmeno le stigmatizza”
    e questo invece è il problema degli eccessi di propaganda, si rischia di credere alle proprie menzogne, e da noi se ce n’è stata….e ce n’è, ce n’è…

    • Guido Botteri

      Flavio, scusa, ma tu credi che la dop la concedano solo alle mozzarelle prodotte in zone inquinate ? Se le zone non sono inquinate, niente dop ?
      Da consumatore (non produttore, non venditore, non immischiato in alcun modo nel commercio di mozzarelle, se non nella figura di acquirente e consumatore) mangio mozzarelle da una vita. Non so che controlli ci siano, ma so che ce ne sono (o mi hanno raccontato fesserie fino ad adesso ?). Non mi risulta che la dop venga concessa ad ogni cane che abbaia alla Luna… non so quanto siano seri i controlli, ma mi risulta che ne siano previsti, mi dicono anche severi. Possibile che nessuno si sia mai accorto di avere le mucche su terreni inquinati, ma dichiarati degni di produrre mozzarella dop ? Se fosse vero, dovrei chiedere il licenziamento immediato di tutti coloro che sono nei controlli necessari a rilasciare quella etichetta, nessuno escluso.
      Perché se uno rilascia una sigla di qualità questa qualità dovrebbe pure controllarla, o no ?
      Per questo, fino a prova contraria, dubito che i terreni “veramente” inquinati (oltre ad essere pochi) fossero proprio quelli su cui sorgessero ditte che si fregiano del titolo di produrre mozzarella dop.
      Penso poi all’accusa all’acqua… mi risulta che ci siano controlli continui e severissimi…. ma cosa misurerebbero tutti questi tecnici ? Che acqua misurerebbero ? se la portano da casa ? misurano l’acqua delle bottigliette comprate al supermercato, o misurano l’acqua dell’acquedotto ? E quei dati che forniscono alla gente sulla qualità dell’acqua, li tirano a sorte, o li misurano davvero ? Non posso credere che per anni e anni non abbiano mai fatto neanche una sola misura vera dell’acqua !
      Fosse vero, andrebbero messi in galera TUTTI coloro che ne sono immischiati.
      Ma, sinceramente, mi sembra una bufala gigantesca.
      Attenzione, non “dico” che lo sia…. chi sono io per dirlo ? Non ho dati, ho solo un cervello (credo funzionante) che mi fa pensare che tutto questo puzza di falso.
      D’accordo, ci sono stati dei sotterramenti di rifiuti tossici (dicono provenienti dal Nord). In quali aree ?
      Le misure (e i controlli) sono state fatte davvero, o il controllo è una barzelletta ?…. ditelo, perché, se risultasse che non ci possiamo fidare dei controlli, dovrebbero saltare molte, ma molte teste.
      Ma non vedo coerenza, da una parte si dice che “la Campania” produrrebbe mozzarella dop cancerogena, e dall’altra parte tutta una serie di responsabili, dal più alto in grado, all’ultimo tecnico addetto alle misure, dovrebbero essere sotto inchiesta.
      Perché se è vero, è gravissimo.
      Altrimenti stiamo parlando di una bufala.
      E posso capire che ci siano giochi per danneggiare la produzione campana, e di conseguenza quella italiana (ripeto, all’estero non fanno differenza), ma a me questi giochetti non piacciono.
      Si facciano accuse vere, se è il caso, documentate e con rigorose verifiche, per accertare le eventuali responsabilità di chi ha compiuto atti criminosi, e di chi lo ha coperto.
      Ma si eviti di parlare con leggerezza di fatti che causano danni veri a persone e ditte magari innocenti.
      Non vi pare che di crisi autentica ne abbiamo già fin troppa, per aggiungerne di inventate ?
      Insomma, se accade un delitto a Forcella, non sono colpevoli tutti i Napoletani…. ci sarà un colpevole (uno o più), ma la stragrande maggioranza della gente è innocente.
      Allo stesso modo, se c’è stato un comportamento criminoso, si colpiscano gli autori di tale crimine, senza danneggiare l’intera regione, e con essa l’intera Nazione.
      Secondo me.

    • donato

      Come campano e, credo, onesto, mi associo a quanto scritto da G. Botteri.
      I delinquenti sono dappertutto e, noi campani, purtroppo, paghiamo il prezzo di una concentrazione di delinquenti maggiore che in altri luoghi. Dal dire questo, però, a sostenere che tutti i campani (o i siciliani o i pugliesi ecc. ecc.) siano delinquenti o conniventi o fiancheggiatori o piagnoni o menefreghisti, ce ne passa!
      Ciao, Donato.

    • maurizio rovati

      “Dal dire questo, però, a sostenere che tutti i…”

      Perchè, qui chi lo ha mai sostenuto?

    • flavio

      “Se fosse vero, dovrei chiedere il licenziamento immediato di tutti coloro che sono nei controlli necessari a rilasciare quella etichetta”
      infatti è una delle tipiche follie all’italiana, io sono del nord e non molto pratico di mozzarelle, ma ti posso fare l’esempio del gorgonzola, viola(-erebbe) ogni legge di “tutela della salute” per il suo enorme contenuto di batteri, muffe etcetc…ma nel Superiore Interesse del Popolo si deroga
      “non so quanto siano seri i controlli, ma mi risulta che ne siano previsti, mi dicono anche severi”
      sono seri quanto possono esserli in italia, ricordi il casino di qualche anno fa con l’arsenico nell’acqua potabile?
      limite severissimo con un’infinità di deroghe per anni e anni, ad un certo punto per non ricordo quale cavillo non si è più riusciti in tempo a rinnovare le deroghe e via di megascandolo per i milioni di cittadini avvelenati
      “Penso poi all’accusa all’acqua… mi risulta che ci siano controlli continui e severissimi”
      sull’acqua potabile (condotti coi criteri di cui sopra), che viene prelevata da falde profonde e viene comunque filtrata prima dell’erogazione, ma per le stalle con pozzo autonomo (magari pure abusivo!) mi sembra che siano previsti controlli annuali, basta che uno quella mattina giri un paio di leve e invece di controllare l’acqua del pozzo controllano l’acqua dell’acquedotto o della cisterna che rifornisce l’abitazione, o al limite anche quella delle bottigliette del supermercato, tutto può essere in questo paese
      “da una parte si dice che “la Campania” produrrebbe mozzarella dop cancerogena”
      mai detto, dico solo che i Sacri Principi, in questo caso quello di precauzione, come al solito vanno applicati con infinito zelo agli altri, mentre “a noi” sono ammesse infinite deroghe (o “obiezioni di coscienza”), per esempio le polveri sottili in città, come ricordato anche qui pochi giorni fa, o alla lotta all’abusivismo edilizio dei palazzinari e la difesa degli “abusi di necessità”

    • Gianni

      Mettiamoci anche la Francia, dove il consumo di salumi e prodotti lattiero-caseari è massiccio. Il Paese in cui vivo ha conosciuto, tra il 1999 e il 2000, problemi di listeriosi che hanno portato alla morte sette persone (http://www.leparisien.fr/societe/comment-on-a-presque-vaincu-la-listeriose-16-01-2002-2002740116.php). Il problema è di nuovo d’attualità. Proprio in questi giorni infatti, partite di saint-nectaire, uno dei formaggi DOP della regione Auvergne (in cui abito), sono state ritirate per la presenza rilevata di Listeria monocytogenes, l’agente batterico responsabile della listeriosi (http://www.lamontagne.fr/auvergne/actualite/2013/12/11/des-fromages-saint-nectaire-contamines-par-la-listeria_1797961.html).

  4. luigi mariani

    Maurizio e Flavio,
    ringrazio per le riflessioni e provo a sintetizzare le vostre considerazioni.
    Il nostro Paese è da decenni impantanato in una palude fatta di:
    – demagogia
    – contraddizioni palesi
    – mancanza di realismo/pragmatismo
    – mancanza di senso civico
    – dilagante cultura dell’assistenzialismo.
    Gli esempi li avete portati voi. Aggiungo solo due cose:
    1. temo che i nostri indicatori economici fallimentari siano lo specchio di una tale realtà.
    2. Lo slogan “il cibo come eccellenza italiana che tutto il mondo ci invidia” di cui grondano i nostri media da mane a sera è il simbolo più deteriore di quanto sopra e non tanto perchè in Italia non abbiamo prodotti agro-alimentari eccellenti ma in quanto lo slogan nasconde una serie di idee del tutto cervellotiche e cioè:
    – che basti dire “italiano” per dire eccellente (il che è palesemente falso, come falso è che le mozzarelle siano tutte imbottite di diossina….-> è un problema di controlli)
    – che si possa evitare la concorrenza internazionale esportando a più non posso (siamo o non siamo i primi esportatori mondiali ddi vino?) ma evitando al contempo di importare in nome di una presunta superiorità dei nostri cibi (l’esempio dei Coldiretti al Brennero o che sequesrtano un carico di pomodori cinesi è roba da far ridere i polli; il guaio è che qui da tempo nessuno ride più di tali minchiate e nemmeno le stigmatizza, indicando il danno che ne deriva per i consumatori -> la concorrenza abbassa i prezzi e, se il succitato sistema dei controlli funziona, migliora la qualità).
    Luigi

  5. flavio

    sottoscrivo quello che dice maurizio e vorrei ricordare a fabio che (almeno finora) in italia la gente non è morta per il metanolo nei vini cileni, ma in quelli piemontesi, e non s’è presa il colera dai pangassi del mekong, ma dalle cozze del sud italia, mentre che gli agricoltori in questi giorni siano andati al brennero a difenderci dall’invasore straniero non è una novità, già lo avevano fatto anni fa per le innocue “mozzarelle blu”…finchè alla stampa è trapelato che da anni le ultrapubblicizzate e straesaltate Mozzarelle di Bufala Campana DOP erano piene di diossina, notizia a cui si sono ben guardati dal reagire spostando il blocco a frosinone

    quindi si faccia un bagno di realtà e ci si renda conto che se e finquando i rifiuti sepolti restano chiusi nei loro contenitori il problema è solo potenziale ed è il caso di pensarci bene prima di andare a scavare in giro, specie mentre si continua ad ammassarne e bruciarne altri ai bordi delle strade

    è ancora più inutile finchè la legalità è solo una cosa da imporre agli altri e mai a cui sottoporsi, si smetta dunque di blaterare di fantomatiche “ecomafie” e “industrie del nord” quando si vedono di fronte alle scuole mucchi di rifiuti e si inizi a inizi a punire i genitori di quegli studenti che approfittano di accompagnarlo per buttare il sacco dell’immondizia di casa o gli altri che fanno lo stesso mentre vanno al lavoro o a fare la spesa, e di pubblicizzare (coi soldi pubblici!) come Buoni i pomodori sicliani e le olive pugliesi per poi indignarsi e gridare al razzismo se un’azienda pubblicizza (coi propri soldi) i suoi pomodori dicendo che vengono dalla lombardia

  6. maurizio rovati

    E’ piuttosto rivoltante, scusate lo sfogo.
    Soprattutto la vista della cittadinanza “eternamenmte indignata” di quei luoghi.
    Per loro eterno non sapere.
    Per loro eterno chiedere che ci pensi lo stato che è in loro mano per l’80%.
    A far pulizia, bonificare, portare altrove i veleni sicuramente provenienti dal nord.
    A risarcire le vittime con denaro pubblico che chissà da dove viene ma se venisse dal nord, allora se 2+2 fa 4…
    A fare comitati del NO agli inceneritori (controllati), e a fare i rassegnati agli incendi (incontrollati), a far spendere miliardi della collettività per fare ciò che ogni ente locale fa normalmente per smaltire i rifiuti nel suo territorio, in viaggi verso gli inceneritori tedeschi.
    A riempire le loro valli di ecoballe (!) indifferenziate stoccate a cielo aperto sotto teloni di plastica nera a formare quello che sembra un accampamento militare, per poi trovare insopportabile anche questo.
    E lo stato? La magistratura?
    Cadono dal pero ovviamente anche loro! Non sanno nè fanno nulla anche se hanno intercettato tutte le telefonate del mondo e raccolto testimonianze di “collaboranti” più o meno pentiti da 20 anni.
    Aspettano cosa?
    Che arrivino le richieste di risarcimento per i presunti effetti epidemiologici? E’ quella la “notizia di reato” che rende obbligatoria, nonchè appetibile , l’azione penale? Prima andava tutto bene? Certo, lasciamo fare a Schettino fin che non si trova lo scoglio giusto, poi si vedrà. Ci penserà lo stato, coi soldi di quelli che (ancora per poco?) lavorano pagando le tasse più salate a fronte dei servizi più scadenti.
    Come vedete non ho citato la politica, questo perchè oggi ancora più di ieri la politica è quasi irrilevante davanti all’apparato statale mostruoso che ci ritroviamo.
    E queste mamme coraggio de noantri… E questi comitati di salute pubblica che sventolano i “loro” studi sull’incidenza tripla o quadrupla del cancro, francamente puzzano quanto le ecoballe. Puzzano di occasione da non perdere, come la ILVA e tante altre eco-balle di italica memoria.
    Aspettino e manifestino per altri 20 anni, tanto ci vorrà per la cassazione tra un ricorso e l’altro, come succede sempre in italia… Quasi sempre.

  7. luigi mariani

    Rispondendo alle sagge considerazioni di Fabio Vomiero e Guido Botteri debbo dire anzitutto che mi rendo perfettamente conto del fatto che il mio angolo di visuale (agronomo specializzato in agrometeorologia ed agroclimatologia e senza conoscenza diretta del “clima” che si respira in Campania) sia oltremodo limitato.
    Debbo peraltro dire che percepisco l’urgenza di evitare che si cada tutti preda di slogan che oltre ad essere assai parziali nel rendere ragione della realtà, penalizzano in modo evidente i ceti produttivi (produttori agricoli, operatori turistici e altri). Sfuggire ad un tale rischio comporta da un lato che chi ci governa affronti i problemi alla luce di una visione quantitativa dei fenomeni e dall’altro che si eviti il più possibile la sovrapposizione di competenze fra stato e regioni (chi ha potere dovrebbe adoperarlo per il bene di tutti senza giocare a scaricabarile).
    Son anche convinto con Guido Botteri che l’immagine all’estero dell’intera Italia soffra terribilmente di queste forme di “pubblicità” (che non riguardano peraltro la sola Campania, come giustamente dice Vomiero).
    Sono anche convinto con Guido Botteri che il groviglio delle leggi renda oggi impossibile qualunque azione e generi in tutti noi un enorme senso di frustrazione.
    Debbo infine confessare di temere che uno degli slogan favoriti in Italia sia quello di attribuire alle “mafie” qualunque guaio che accada nel Paese (un po’ come accade con il “cambiamento climatico”, che sarebbe all’origine di tutti i mali del globo terracqueo) e di utilizzare pro domo propria la patente di impegno contro le mafie, fatto questo che già stigmatizzava Leonardo Sciascia – che di mafie se ne intendeva assai più di me – in un suo scritto dedicato ai “professionisti dell’antimafia” ed apparso sul Corriere della Sera nel 1987 (http://www.accadeinitalia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3&Itemid=2 ).

  8. Guido Botteri

    Giusto, ma bisognerebbe pensare ai danni che si fanno non solo all’economia campana, ma all’economia “italiana” in genere,
    perché
    all’estero non distinguono tra Campania e Lombardia, per loro è solo “Italia”, e quindi un’eccessiva pubblicità a questa storia (pubblicità improduttiva, perché giustamente se si voleva davvero colpire il malaffare, ci sarebbe stato tutto il tempo e i modi per farlo) danneggerà non solo l’immagine dell’intera Campania (penso a zone anche lontane da quei luoghi, ma non solo), ma dell’intera Italia, Lombardia compresa.
    Ora io non so quanto spazio hanno utilizzato per sotterrare rifiuti tossici, ma così, a occhio, senza essere un esperto della questione e senza voler sentenziare, ma solo dare uno spunto di riflessione, mi vien da pensare che tutto sommato i terreni tossici siano pochissimi. Così si uccide l’intera Campania, e l’intera Italia (già boccheggiante).
    Già, ma tanti aspirano alla decrescita, e quindi tutto questo capita a fagiolo, per chi ci vuole ridurre a colonia di altri.
    Ma io non ci sto.
    L’indignazione a comando di chi si mette a servizio di gente che probabilmente ha tutto in mente meno che il Bene del Paese, non mi convince.
    Dove erano gli indignati in tutti questi anni ? Perché nessuno ha fatto qualcosa di concreto ?
    Quanto spazio pensate che ci voglia per eliminare dei rifiuti tossici ? La Campania è estesa 13 595 km², di cui la parte tossica quanto sarà ? Non ho dati, ma dubito che sia più dell’1/10000 %. Aspetto però qualche valutazione di chi è più competente di me in questo campo.
    E tutti gli altri ?
    E il resto della Campania…e il resto dell’Italia (per coloro che ci giudicano dall’estero)…perché dovrebbero essere danneggiati ? Forse perché qualcuno vuole che l’Italia decresca ?
    No, no, no, non ci siamo.
    Al solito si colpiscono gli innocenti, mentre i veri colpevoli (come accade quasi sempre) magari se la cavano.
    Ma si faccia qualcosa di serio contro chi ha “davvero” inquinato, si colpisca chi ha speculato, NON chi ha lavorato e lavora onestamente !
    ______________
    Un altro punto, la legge non ammette ignoranza…. è vero, ma non si fa niente di concreto perché questa legge sia “conoscibile”; se avete un problema, non vi potete rivolgere ad un esperto di diritto qualunque… mica conoscono la legge fuori dei pochi casi di cui si occupano per mestiere ! E allora dovete rivolgervi all’esperto di settore, che deve “studiare” il caso…. eppure la legge NON AMMETTE IGNORANZA.
    E allora, se succede un fatto che faccia colpo sul pubblico ?
    Mica si studiano le leggi che ci sono già… no, troppo difficile… si aggiunge un’ennesima legge, a beneficio del caso in esame !
    E così le leggi si allontanano ancora di più dal cittadino, al quale non è concessa quell’ignoranza che regna sovrana anche tra gli esperti di diritto (fuori del loro orticello) !
    Ma una semplificazione, una riduzione delle leggi, no, vero ?
    Forse a qualcuno fa comodo che il popolo rimanga nell’ignoranza e nell’impossibilità di conoscere le leggi !
    Secondo me.

  9. Fabio Vomiero

    Bell’articolo del dott.Mariani che tocca un tema veramente di prioritaria importanza. Dal trattato, ovviamente e necessariamente parziale, emerge però tutta la complessità e difficoltà di interpretazione di tutta la questione, che purtroppo non riguarda solo la Campania. Sta di fatto che anch’io, nel mio piccolo, e nella mia coscienza di cittadino consapevole, in grado di scegliere e di decidere, è da anni che mi informo sulla provenienza di pesce, frutta e verdura (per altre cose c’è l’etichetta) per evitare di acquistare prodotti ad alto rischio inquinamento: Campania, comprensorio di Taranto, Europa dell’est (Cernobyl), Oceano Pacifico (magari zona Fukushima?). Perchè certamente poi i controlli ci sono, ma non sono mai sufficienti. Qualcuno, di queste legittime dinamiche, dovrebbe tenerne conto e darsi da fare.
    Saluto tutti cordialmente e seguirò con interesse gli eventuali, sempre interessanti contributi all’argomento.

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