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E meno male che c’è il global warming…

Chissà se stanno pensando questo a bordo della Akademik Shokalskiy la nave intrappolata tra i ghiacci dell’Antartide ancora incredibilmente abbondanti nonostante l’estate australe. A 1700 km da Hobart, in Australia, con le navi rompighiaccio spedite in soccorso che non riescono ad arrivare a causa dello spessore troppo elevato della copertura glaciale.

 

Ancora un anno decisamente anomalo per i ghiacci dell’emisfero sud, con l’elemento di novità fornito dal fatto che quest’anno non se l’è passata troppo male neanche l’Artico. Da Cryosphere today, una carrellata di immagini e informazioni che vorrei tanto che qualcuno ci spiegasse in chiave riscaldamento globale.

 

Cominciamo con l’estensione attuale (di inizio estate) del ghiaccio marino antartico:

 

 

seaice_recent_antarctic

 Poi quella del ghiaccio marino artico (di inizio inverno):

 

seaice.recent.arctic

Poi la copertura glaciale globale, espressa sempre in termini di anomalia, cioè paragonata al valore medio degli anni del global warming ruggente:

 

global.daily.ice.area.withtrend

Dunque, il ghiaccio antartico continua ad aumentare, quello artico sembra aver rallentato la diminuzione. Per quest’ultimo però è necessario sottolineare che si potrebbe trattare di dinamiche prettamente stagionali, quindi non in grado di intaccare il trend di lungo periodo, comunque negativo. Sta di fatto che in un mondo che si è scaldato il totale della copertura glaciale è sopra la media di riferimento. Forse perché sono 15 anni che non si scalda più? Difficile a dirsi, difficile trarre conclusioni o fare congetture. Allora, tenendo bene a mente che qualcuno anni fa raccontava che i giovani delle future generazioni non avrebbero saputo cosa fosse la neve, diamo un’occhiata alla copertura nevosa invernale dell’emisfero nord:

 

nhland_season1

In aumento. Di segno opposto però il trend della copertura nevosa primaverile, sempre nell’emisfero nord:

 

nhland_season2

 

Quindi, meno ghiaccio al Polo nord, più ghiaccio al Polo sud. Più neve in inverno, meno neve in primavera. La chiave di lettura è nella circolazione atmosferica e oceanica ed alle loro dinamiche di lungo periodo. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da un forcing omogeneo e continuo come quello della CO2. I vostri commenti sono i benvenuti.

 

 

 

 

 

 

 

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Published inAttualità

11 Comments

  1. Paolo

    Ma non è molto meno congetturale, trattandosi di ghiacci, guardare allo spessore piuttosto che alla estensione? Lo chiedo senza sapere come sta messo lo spessore del ghiaccio. Sicuramente molto più difficile avere dati storici, ma magari anche no. Chi ne sa qualcosa?

    • In effetti sarebbe molto meno congetturale, ma per come stanno le cose invece lo è molto di più. I dati sull’estensione, sebbene da sole tre decadi o poco più, sono oggettivi, almeno per quanto possono esserlo delle osservazioni compiute più o meno con gli stessi standard. Quelli sullo spessore, possono vantare la stessa cosa solo da pochi anni e per di più con diversi problemi di omogeneità e rappresentatività delle serie. Ad ogni modo, proprio lo spessore sembra aver dato segnali di anomalia positiva in Artico, ne abbiamo parlato qui.
      gg

  2. A. de Orleans-B.

    Che tempismo, questo post e gli ultimi commenti!!

    Un paio di giorni fa sono state pubblicate dall’Antartic Heritage Trust delle foto della spedizione di Ernest Shackleton grazie a dei negativi ritrovati recentemente nella capanna antartica di Robert Falcon Scott — e sviluppati con successo dopo un secolo!

    Qui la storia:
    http://www.nzaht.org/content/library/Century_old_Antarctic_images_discovered_10_Dec_2013_NZAHT.pdf

    Qui le foto:
    http://www.nzaht.org/AHT/antarctic-photos/index.cfm/?galleryAction=gallery&galleryXmlFilename=gallery_6&imageIndex=1&isNonFlash=true&isNonJs=true

    Mi associo alla preghiera di pubblicare un racconto sulla visita ad Elephant Island.

  3. Luigi Mariani

    La trappola di ghiaccio in cui è caduta la nave russa mi ha fatto tornare in mente la sfortunata Imperial Trans-Antarctic Expedition guidata da Shackleton (un resoconto che mi pare ben fatto è disponibile su http://it.wikipedia.org/wiki/Spedizione_Endurance) e di cui il prossimo anno si commemorerà il centenario della partenza.
    La nave di tale spedizione (l’Endurance) era infatti salpata nel dicembre 1914 dalla Georgia australe e durante l’avvicinamento al continente Antartico (di cui ci si proponeva di effettuare la traversata via terra) rimase bloccata nel ghiaccio che poi la stritolò, per cui Shackleton ed i suoi uomini rimasero alla deriva sul pack per oltre 2 anni (due inverni antartici) nutrendosi di pinguini e foche (animali il cui grasso alimentava le stufe con cui ci si scaldava). L’ultimo inverno antartico fu trascorso sulla Elephant Island ove Shackleton e i suoi erano fortunosamente approdati.
    Rocambolesca fu poi la traversata dello stretto di Drake (uno dei mari più tempestosi del mondo) a bordo di una scialuppa della Endurance, che portò Shackleton ed alcuni suoi uomini a riguadagnare in data 21 maggio 1917 la base di baleniere nella Georgia australe da cui erano partiti nel dicembre 1914.
    Decisamente altri tempi, nel senso che senza radio era impossibile comunicare e dunque la spedizione era stata ben presto data per perduta e dimenticata, anche perché il mondo era alle prese con la sanguinosissima prima guerra mondiale. Decisamente grande fu certamente Shackleton, che rischiò sempre in prima persona e si riportò a casa sani e salvi quasi tutti gli uomini del suo equipaggio.

    • Luigi, conosco la storia. Ho avuto il privilegio di vedere quel che resta dell’accampamento.
      gg

    • Luigi Mariani

      Vuoi dire che stato a Elephant island? Mi sa che prima o poi devi raccontarci qualcosa (magari per celebrare il centenario) … anche perchè non dico di clima ma di meteo nell’avventura di Shackleton e del suo equipaggio c’è davvero moltissimo.
      Luigi

  4. alessandrobarbolini

    non abbiamo nessuno la certezza di cosa realmente sia accaduto globalmente ,stia accadendo e ancor di piu a maggior ragione accadra….non voglio puntare il dito solo su questo interessantissimo blog,ma il web in generale è pieno di dati ,immagini grafici che ci indicano idee su la questione spinosa del clima..le stagioni climatiche intrise di alti e bassi di presenze e latitanze ne sono pieni i volti del pianeta…..ricordiamoci che gli anni di magra nevosa dei anni 90 lo è stato regionalmente ma non globalmente…bisognerebbe creare milioni di grafici..e nessuno di essi ci garantirebbe presagi o non,nel senso che la famosa coperta non copre mai il tutto in assoluto…..pensiamo vivamente a quando in certi anni le alpi erano con poca neve ,mentre l,adriatiche erano sommerse…..con buona pace di questi grafici che danno un quadro non da poco…ma……come diceva il mio parroco illudendo alla categoria dei psicologi……si è detto veramente tutto!!!!????? e qui il mistero si infittisce comuncque e sempre di piu………una cortina sepolta dalla neve ..una sestola senza niente……non smentisce ne confermera mai tesi ne serriste ne glaciste

  5. La situazione e’ seria ma non critica. Il professorone a bordo ci ha detto via twitter che e’ tutta colpa del ghiaccio vecchio che si e’ rotto, e del vento che lo ha spostato proprio dove c’era la nave. Le tristi ironie si sprecano…comunque, se non tornano tutti sani e salvi faccio io una bella demo di fronte alla UEA, responsabile morale della presenza di 73 persone piu’ un novello Schettino dell’Antartide dove proprio non avrebbero dovuto esserci.

    Ricordiamo che Mawson cento anni fa arrivo’ in nave di legno fino alla costa, mentre questi sono bloccati a molti chilometri di distanza. Il dramma della Shokalskiy non dimostra che il riscaldamento globale sia una bufala, ma e’ l’ennesima prova che davvero non conosciamo abbastanza per fare roboanti dichiarazioni allarmiste al riguardo.

  6. alex1

    e cosa vuoi commentare? .. ora il pack che si sta rompendo in modo “inaspettato” ha sorpreso tutti..

    http://www.repubblica.it/esteri/2013/12/29/news/nave_russa_bloccata_in_antardite_si_riaprono_i_ghiacci-74713405/?ref=HREC1-22

    con tanto di battutina opportunista finale:

    Postando l’evolversi positivo della vicenda su twitter, il professor Turney ha ricevuto il sostegno dei suoi followers. Uno di loro, Michael James, ha scritto ironicamente: “prof, il riscaldamento globale sta venendo a salvarvi”.

    non ci sono commenti..c’è solo da piangere..

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