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Outlook inverno 2013-2014 – Verso il cambio di pattern atmosferico

Con questo articolo si aggiornano brevemente la situazione e le possibili prospettive. Prima di tutto un brevissimo riepilogo delle “puntate” precedenti. Nell’aggiornamento dello scorso 18 dicembre segnalai la genesi di un probabile warming classificato come Minor e atteso tra la fine di dicembre e i primissimi giorni di gennaio. Nell’aggiornamento successivo del 31 dicembre segnalai la possibilità di un evento Major verso la fine della seconda decade di gennaio derivante dalla situazione stratosferica allora prevista. In realtà questo secondo evento non si verificherà, almeno in quei termini, e i motivi principali sono da attribuire all’eccesso di conservazione di moto zonale che il vortice polare sta tutt’ora mantenendo rispetto alle attese derivate dalle conseguenze del Minor Warming e dai continui disturbi offerti da una sempre buona presenza di attività d’onda. Infatti l’elevata zonalità (cosa comunque segnalata poi in sede di commento) ha inibito l’inserimento dei flussi di calore a carico della seconda onda verso il cuore del vortice polare stratosferico alla quota isobarica di 10hPa.

 

La situazione permane comunque molto fluida anche perchè l’attività d’onda al confine tra troposfera e stratosfera tende a produrre continui elementi perturbatori. La situazione potrebbe però trovare uno via di sblocco, ora vediamo perché.

 

 

Dalle figure 1 e 2, in cui si riporta la vorticità potenziale alle quote isoentropiche di 380K e 475K, si nota come l’attività dell’onda subtropicale presenti una nuova fase di attività più incisiva dopo quella della metà di dicembre scorso che è stata responsabile dello sviluppo del Minor Warming. Come si può notare dalle due immagini animate, l’afflusso di calore meridionale di aria subtropicale è ben tracciato dalla minore vorticità potenziale in trasferimento verso l’area polare. Ricordo che la 380K e la 475K sono rispettivamente a circa 200hPa e 100hPa. Il flusso di calore meridionale è in sviluppo e si incuneerà al disotto del flusso occidentale appartenente al basso vortice stratosferico.

 

01_ecmwfpv380 02_ecmwfpv475

 

Il buon flusso meridionale, suggerito dal tracciante dei bassi valori di vorticità potenziale entranti nell’area polare, nel condizionare lo spostamento verso l’alto della superficie isoentropica di 380K, che giace sotto il bordo del vortice, produrrà un’onda perturbatrice in propagazione verso l’alto sostenuto da una progressiva riduzione della circolazione zonale sui 60°N sia in medio-bassa che in medio-alta stratosfera. Il tutto potrebbe portare verso un ulteriore rinforzo della prima onda portando il vortice polare in prima armonica e migrazione sul lato euro-siberiano. In questa condizione si assisterebbe ad un trasferimento di vorticità  dall’area canadese a quello siberiano innescando una temporanea intensificazione delle correnti zonali troposferiche nel nord atlantico e una maggiore spinta della seconda onda.

 

A mio avviso l’accelerazione zonale non sarà così intensa e quindi ritengo che il Mediterraneo centrale potrà trovarsi nella direttrice di correnti provenienti dal nord-atlantico.  Se questo può sembrare una reiterazione di quanto avvenuto a partire da dicembre scorso in verità è invece la conseguenza dei primi segni di cambiamento che sono attribuibili al Minor Warming di fine dicembre. L’entità del riscaldamento stratosferico prodotto è visibile nelle figure 3 e 4 rispettivamente rappresentanti l’andamento della temperatura tra i 65°N e i 90°N a 10hPa e 30hPa. Si vede benissimo l’impennata improvvisa della temperatura avviata proprio nella settimana tra Natale e Capodanno appena trascorsi. Si nota anche che tendono a mantenersi condizioni indotte da continui lievi flussi  meridionali a mantenere sulle corde il Vortice Polare.

 

03_10mb9065 04_30mb9065

 

In figura 5 è riscontrabile l’attività dei flussi alla quota isobarica di 100hPa che sono costantemente attivi da dicembre e praticamente interamente a carico della seconda onda a testimonianza di una buona attività d’onda proveniente proprio dal lato atlantico. Come precedentemente indicato la rotazione e spostamento del vortice polare stratosferico sarà accompagnato da un netto riscaldamento, almeno 30°C, alla quota isobarica di 10hPa in zona canadese con relativo aumento del geopotenziale. Questa dinamica complessiva potrebbe portare ad un nuovo evento di warming stratosferico tra la fine di gennaio e i primi di febbraio con flussi convergenti in sede polare facilitati dalla netta decelerazione delle correnti zonali stratosferiche e da un posizionamento fuori sede geografica della stessa struttura del vortice. Ad oggi si intravedono le possibilità dinamiche per la realizzazione di tale evento ma si accompagna una certa difficoltà nell’individuazione della sua classificazione che quindi mi riservo di indicare quando avrò migliori elementi.

 

05_20140109_jikei_12z_wn_nh

 

Come si sarà intuito la difficoltà di prognosi di quest’anno è dovuta, oltre dalla difficoltà intrinseca nel cimentarsi in tali esercizi, alla necessità di inquadrare una situazione che nella sua dinamicità è aperta a più scenari, anche diversi tra loro. La figura 6 ci aiuta a comprendere meglio quanto appena descritto.

 

06_20140111_fluxes

 

Per quanto concerne l’evoluzione vi mostro nelle figure 7 e 8 rispettivamente l’andamento dell’indice AO calcolato versus l’indice AO osservato e l’andamento dell’attività d’onda (intrusività d’onda subtropicale in sede polare, oltre i 65°N), entrambi calcolati  sulla base dell’indice IZE ottenuto lo scorso ottobre e già brevemente illustrato nel primo outlook (ottobre scorso). Premetto che i prodotti in questione sono sperimentali e tutt’ora in fase di sviluppo e suscettibili di modifiche,  vengono qui mostrati in anteprima di una prevista pubblicazione finale dei risultati tra la fine del corrente inverno e l’inizio della prossima primavera. Qui su Climate Monitor verrà pubblicata un lavoro di  sintesi.

 

07_indice AO calcolato vs AO osservato 08_indice onda

 

Dal grafico di figura 8 è possibile notare tre riquadri rossi che evidenziano i periodi in cui è stata prevista una buona attività d’onda. Si nota bene l’attività avvenuta circa a metà dello scorso dicembre, quella che nelle prossime ore andrà realizzandosi e l’ultima prevista verso la fine del mese di febbraio, forse elemento perturbativo responsabile per l’innesco di un final warming in possibile realizzo nel corso della seconda metà del mese di marzo. Si notano bene anche le ripetute, sia pure modeste, attività d’onda nel corso del mese di dicembre. E’ inoltre anche possibile notare una prevista quasi assenza di attività a partire da metà della terza decade di gennaio fino alla terza decade di febbraio, periodo con indice AO previsto in fase stabilmente negativa. A seguito di quanto rilevabile dagli indici sopra esposti si conferma quanto evidenziato nell’outlook di ottobre scorso, con l’unica variante nel parziale ritardo temporale di configurazione del pattern nel mese corrente di gennaio.

 

Un ultimo breve cenno sull’indice AO calcolato su base IZE che suggerisce un valore positivo dell’AO nel trimestre invernale fissandolo ad un valore attorno a +o,4. Nella scomposizione mensile si nota la prevista – e avvenuta – forte positività in dicembre, una fase complessivamente neutra in gennaio e una fase complessivamente negativa in febbraio. Nello specifico la fase negativa dell’indice AO si collocherebbe tra l’ultima decade di gennaio e la prima decade di febbraio.

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Published inAttualità

7 Comments

  1. A seguito della svista nel riportare il dato dell’indice IZE al posto del dato, da esso derivato, dell’AO calcolato, scrivo qui sotto le medie mensili dell’indice AO calcolato su base IZE. Per il mese di dicembre scrivo anche il dato osservato. Riporto anche il valore medio previsto per il periodo compreso tra la terza decade di gennaio e la prima decade di febbraio. Ricordo che la tecnica utilizzata è ancora nella sua fase di sperimentazione e quindi in tal senso deve essere considerata. Ovviamente l’elevata correlazione con i dati reali pongono il lavoro svolto ad un buon punto di partenza.

    DICEMBRE: +1.4 DICEMBRE OSSERVATO: +1,5
    GENNAIO: -0,2
    FEBBRAIO: 0,0
    MEDIA TRIMESTRALE: +0,4

    TERZA DECADE DI GENNAIO E PRIMA DI FEBBRAIO: -0,6

    Carlo Colarieti Tosti

  2. Lucio

    quindi oltre a bolzano sondrio e company, dici che dovremo rispolverare le pale anche a rimini
    bologna genova e firenze?

  3. alessandrobarbolini

    A febbraio avremo la prova del9

  4. Andrea

    Volevo capire se dal vostro punto di vista, l’eventuale cambiamento circolatorio sarà prettamente dai settori del Nord.Atlantico/Artico, o dai settori dell’Europa orientale……. Perchè sembrava che la wave2 fosse ben più “vivace” quest’Inverno 2013/14 rispetto ad annate passate:
    Grazie

  5. Errata corrige:
    rileggendo l’outlook mi sono accorto di aver commesso un errore nel riportare il dato medio invernale previsto dell’indice AO. Infatti ho erronemanete riportato il valore dell’indice IZE da cui si ricava il valore dell’indice AO. Quindi la parte “ad un valore attorno a +1” è da cambiare in “ad un valore attorno ai +0,4”.
    Carlo Colarieti Tosti

    Corretto.
    Admin

  6. Nicola G.

    Insomma,cambio di pattern atmosferico,ma l’evoluzione sul proseguo dell’inverno rimane in prognosi.Nessuna certezza su nevicate a quote basse sul mediterraneo centrale….

    • Nel campo delle previsioni a lunghissima scadenza che siano mensili o stagionali chi professa certezze è a mio avviso poco affidabile. Pur in presenza di strumenti di prognosi che, come avrà visto nell’articolo, promettono un efficace ausilio nell’esercizio di prognosi (vedi indice IZE) l’esperienza, invece, mi suggerisce prudenza e di continuare il percorso intrapreso da tempo nel sottoporre l’indice in questione ad attenta valutazione sperimentale. Comunque, al netto dei vari indici, credo che il cambio di pattern previsto includa la crescente possibilità di episodi invernali nel Mediterraneo centrale.
      Carlo Colarieti Tosti

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