Salta al contenuto

Brevi pensieri sull’aria

Aria di Global Nothing

 

Le abbiamo viste e sentite tutte in materia di clima. Dal riscaldamento globale al cambiamento climatico, al disfacimento climatico. Ora, con le temperature ferme da oltre 15 anni e con la comunità scientifica che si interroga (finalmente!) sul perché tirando fuori un gran bel “non lo sappiamo”, è giunta l’ora di cambiar nome allo spauracchio dei tempi moderni. Si chiamerà Global Nothing, da contrapporre all’occorrenza al Global Everything che, in ragione dell’aumento delle temperature globali delle ultime decadi del secolo scorso e nella previsione sin qui clamorosamente errata di persistenza del trend positivo, dovrebbe far desertificare il desertificabile, allagare l’allagabile, scaldare il caldo, gelare il freddo, rimpicciolire i pesci, restringere le pecore, far aumentare i suicidi e gli omicidi, spianare le montagne e far crescere le colline. Qui, su GWPF.

 

Aria inquinata uguale cattivo tempo

 

Nuvola di smog sull’Asia, cicloni extratropicali in aumento. Questo il sunto di una nuova ricerca che va ad analizzare il contributo del particolato emesso in atmosfera nelle ultime decadi sull’Asia, soprattutto da Cina e India. Modifica della nucleazione, ovvero della genesi delle nubi, modfica della circolazione, per effetto dell’accresciuto numero di strutture depressionarie, modifica del bilancio radiativo, per aumento della copertura nuvolosa. Una vera smoking gun, è il caso di dirlo. Curioso, la CO2, che pure viene emessa in grandi quantità per effetto delle stesse attività produttive che generano il particolato, sembra proprio che non c’entri niente. Qui, su Science Daily e su Nature Communication.

 

Aria di grano salis

 

Piove Global Warming ladro! Questa è (forse) l’ultima volta che sentirete dire qualcosa del genere. Pare che dopo attenta analisi dei dati relativi alle alluvioni, ai danni da esse provocati, alla frequenza con cui si verificano etc etc, si sia giunti finalmente alla conclusione che la responsabilità è sì umana, ma relativa a quello che si fa sul suolo e con il suolo. E così sarà ancora per parecchi anni. Derubrichiamo quindi l’effetto cantina allagata dalla lista delle malefatte del clima e aggiungiamolo invece alle malefatte più generiche che sebbene ben visibili sembra proprio siano state sin qui trascurate. Qui, sempre su Science Daily e sull’Hydrological Science Journal.

 

 

 

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

6 Comments

  1. Carlo

    l’intervento di Francesco e’ provocatoriamente inutile, visto che non dimostra che la temperatura stia aumentando. Mio figlio undicenne capisce che se in 15 anni ho avuto le 10 temperature piu’ alte di sempre, ma se queste 10 temperature non si dispongono in una progressione temporale in maniera crescente, allora le temperature non aumentano. Cmq complimenti Guidi per la risposta, come sempre elegante ed esauriente. L’esempio poi della pentola e’ veramente simpatico…

  2. alessandrobarbolini

    Complimenti per il bellissimo articolo….signor guidò guidi mi scusi se a volte le sono parso scortese…..le chiedo un consiglio personale…che ne pensa di Robert felix l,autore del libro..la prossima era glaciale? Grazie fin da ora e buon week end

    • Non ne so nulla Alessandro.
      gg

  3. Francesco

    Complimenti per l’informazione fornita! Guarda caso i 10 anni piu caldi di sempre sono praticamente quasi tutti negli ultimi 15 anni … decisamente global nothing! Mi potrebbe indicare un solo articolo scientifico (peer-reviwed) che Lei caro Guido Guidi ha scritto?
    Francesco S.R. Pausata

    • Volentieri Francesco, ecco qua. Non ho scritto, né credo che scriverò mai un articolo peer ‘reviwed’ (ma non mettiamo limiti alla provvidenza), per la semplice ragione che non sono un ricercatore, né ne ho i titoli, ovviamente. Sono solo un ‘semplice’ meteorologo, con l’insana convinzione di essere in grado di capire quello che altri scrivono sulla materia che studia e applica da 25 anni. Mi rendo conto che questa sia una assoluta presunzione, ma questa è anche la ragione per cui accolgo volentieri la sua critica, partendo dal presupposto che sia motivata quanto la mia in quanto frutto di un certo livello di conoscenza del problema.
      Quello che ha descritto non è un caso, è ovvio. Provi a mettere una pentola d’acqua sul fuoco, poi dopo un po’ misuri la temperatura, scoprirà d’incanto che è salita. Se la misura di nuovo, scoprirà che è salita ancora, tanto da essere, per quella pentola e per quell’acqua, unprecedented, per usare una terminologia cara alle discussioni climatiche.
      Le sfugge però un particolare. Negli ultimi 15 anni il fuoco non si è spento, però la temperatura ha smesso di crescere. Se ne può parlare, come sta abbondantemente facendo la comunità scientifica peer ‘reviwed’ oppure no?
      E si può parlare anche del fatto che per evitare la ‘scomoda verità’ di questa improvvida interruzione dell’armageddon climatico il tema abbia cambiato nome già due o tre volte? Che male c’è se ne aggiungiamo un altro? A me global nothing sembrava buono, ma, se preferisce, prendiamo l’altro, global everything, non c’è problema.
      Stia bene.
      gg

Rispondi a Carlo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »