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E l’inversione continua, ma non senza danni.

Ok, direi sia il caso di prenderne atto. Tra qualche anno cammineremo per la strada inciampando nelle maschere da catastrofista gettate da tutti quelli che convertitisi per la lotta al clima che cambia in politologi-ideologi-filosofi-suggeritori, correranno a rivestire dei panni più consoni alla realtà dei fatti. Che è una sola: il pianeta non morirà di clima che cambia, né farà strage dei suoi abitanti con le sue mutazioni.

Lo sentite? E’ nell’aria, si cambia musica. Ieri l’altro, addirittura nel giorno in cui si celebrava la giornata della Terra, dopo l’ora della Terra, il minuto della Terra, il secondo del Terra etc etc, La Repubblica, quotidiano nazionale i cui annunci sulla prossima fine del mondo non si contano nei titoli degli ultimi anni, esce con questo articolo: Il pentimento dell’ecologista “Più ottimismo sulla Terra” (qui trovate il pdf, qui il testo sul blog Triskel182, che suppongo abbia qualcosa a che fare con l’autore).

Pentimento? Più una inversione a U direi, lunga, va bene, quasi priva di forza centrifuga come curva, ma pur sempre qualcosa che alla fine stenterà a riconoscersi nelle sue origini, ossia quelle del catastrofismo senza se e senza ma.

E già, pare che qualcuno si sia reso conto che il messaggio era sbagliato. Annunciare la fine del mondo non è producente (specie se non si avvera direi…). La gente tende a non crederci, soprattutto se ha il problema di arrivare a fine mese, problema che la crisi ha accentuato non poco. Sicché occorre più ottimismo, bisogna dire alla gente che una soluzione c’è e non c’è bisogno di tornare all’età della pietra per metterla in pratica. Quale soluzione? Dare tempo alle tecnologie rinnovabili di diventare efficienti e abbordabili. Un tempo prossimo, pare, ma non ancora giunto. E quindi, nell’attesa, usare quel che c’è, per esempio il gas naturale, specialmente ora che la tecnica di estrazione shale ne ha reso le riserve praticamente infinite.

Saggi consigli, che arrivano da un centro di ricerca all’avanguardia nella lotta al clima che cambia, durante una ‘visita guidata’ che l’autore del pezzo avrebbe fatto di recente. Stupefacente, in quel centro c’è persino un laboratorio in cui si cattura la CO2 dall’atmosfera e la si da’ – udite udite – in pasto alle piante per accrescerne la produttività. Siamo salvi, siamo definitivamente salvi.

Ora c’è una sola cosa da fare per completare questo quadro molto più roseo: chiedere gentilmente a tutti i politologi-ideologi-filosofi-suggeritori di tacere. Non dovrebbe essere difficile ma posso suggerire l’argomento di persuasione, sempre nel campo della biosfera e dell’energia.

Tra i rimedi proposti per il malato immaginario campeggia da anni e con ottimi risultati finanziari la produzione di biocarburanti. In pratica convertire il pane in gasolio o, nel migliore dei casi, utilizzare scarti di cui invece le coltivazioni hanno assoluto bisogno. Oggi il report dell’IPCC appena uscito ha ufficializzato l’inutilità di questa pratica geniale (qui su Forbes), mentre appena qualche giorno fa è uscito su Nature Climate Change un lavoro che dice chiaramente che la produzione di biocarburanti genera più emissioni dell’impiego equivalente di combustibili fossili. Per chi non lo sapesse all’importazione e all’impiego di biocarburanti è legata una porzione non banale del nostro virtuosissimo 20 20 20, che, evidentemente, così virtuoso non è.

Ora, ben venga la ventata di ottimismo di cui sopra, però, se fosse possibile, proporrei a quanti stanno compiendo questa faticosa inversione di starsene per decenza buoni almeno per un po’, diciamo fino alla prossima catastrofe imminente!

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Published inAttualità

8 Comments

  1. maurizio rovati

    Giovanni Guareschi avrebbe descritto il tutto con un efficacissimo: “contrordine compagni!”.

    Ma i “trinariciuti” (essri dotati di 3 narici per annusare il vento infido, che, ahiloro, cambia) continuano a parlare di fratelli Koch e finanziamento del negazionismo = forze oscure della reazione, sostenendo che saranno sconfitte dal progress(ismo) tecnologico che renderà le rinnovabili con l’aiutino vincenti sul fossile con la tassina-ona.

    Scrive infatti: «I fratelli Koch (miliardari dell’industria petrolchimica che finanziano le campagne negazioniste sul clima, ndr) possono distorcere il dibattito politico ma sono dalla parte perdente della storia. È la tecnologia che li sconfiggerà, li renderà obsoleti. Un po’ come accadde all’Ibm quando fu marginalizzata dall’avvento di Microsoft. Siamo in una di quelle rivoluzioni innovative che di colpo rendono obsoleti i colossi che sembravano invincibili. I fratelli Koch dovrebbero essere preoccupati. Si avvicina il giorno in cui la caduta dei prezzi delle energie alternative li metterà semplicemente fuori gioco».

    Bravo! E adesso vai a spiegarlo anche a sorgenia… Che il giorno s’avvicina, oh, come s’avvicina!

    Capra, capra, capra, trinariciuta OGM ma capra!

  2. Il problema è semplice. Dopo 4 miliardi di anni di vita sulla Terra, almeno 500milioni di anni di vita complessa, due milioni di anni di umanità varia, proprio oggi doveva saltare tutto. Proprio.

  3. flavio

    “ha reso le riserve praticamente infinite.”
    nn passiamo a far la parte dei peracottai, sarebbe meglio “illimitate”, o per una volta potrebbero aver ragione a dare dei negazionisti agli infedeli

    @guido botteri: no,
    secondo me il problema non è che “finiscono per non avere alcuna idea di quanto sia quel numero che ottengono”, ma sta proprio a monte, se il loro santone dice che 2+2×2=8 quella è la Verità, non c’è regolo, calcolatrice o pallottoliere che tenga

    e quegli stessi santoni non hanno minimamente cambiato l’idea di fondo, hanno solo deciso che attirano più adepti se chiamano il loro locale bar, e ti offrono da mangiare gratis per farti pagare 10€ il bicchiere di aperitivo, invece di pizzeria, dove coi 10€ paghi la pizza e ti offrono la birra, altro che inversione a u

    • Ok, hai ragione sul gas.
      Circa l’inversione staremo a vedere, confido in grandi capacità di adattamento ad un nuovo ‘clima’ politico generale molto poco ricettivo 🙂

  4. Guido Botteri

    La solita minestra… il Sole è gratis…(e il vento) ma voi sapete che allo stesso modo sono gratis il gas, il petrolio, il carbone, l’uranio, il torio, i diamanti, l’oro e tutto il cucuzzaro di ciò che si estrae da miniere o giacimenti… visto che nessuno ha pagato un soldo per riempire giacimenti e miniere…
    dunque
    anch’essi sono gratis.
    Il vizio degli ambientalisti è di vedere solo una parte del problema… non rendersi conto che non basta che una risorsa sia disponibile… il mio iPhone non si ricarica al Sole o al vento… una energia deve essere estratta, trasportata, distribuita, ecc. ecc. insomma, il costo NON è l’esistenza di questa energia ma il portarla in forma utilizzabile (contratto di utilizzo compreso) alla presa dell’utente.
    Ma questo non lo capiranno mai.
    Ed è qui che cade l’as…ehm, volevo dire l’ambientalista… il costo per utilizzare energia dal Sole e dal vento è molto più alto.
    Se non fosse così le rinnovabili non avrebbero bisogno di incentivi… non fallirebbero appena gli togli gli incentivi…
    perché ciò che è conveniente cammina da solo.
    La green economy ha creato disoccupazione distraendo ingenti somme di denaro da utilizzi che avrebbero creato posti di lavoro “veri” e “duraturi”.
    Sarebbe ora che gli ambientalisti capissero che NON hanno sbagliato “tattica” (quella che loro chiamano “strategia” NON è strategia ma “tattica”) ma hanno sbagliato “strategia”… hanno sbagliato obiettivi, hanno sbagliato nei loro calcoli e nei loro studi, e la prova del loro fallimento è talmente evidente che loro stesso la percepiscono, seppure in maniera distorta e dandole spiegazioni distorte.
    Questo perché gli ambientalisti hanno il vizio di non prendere in considerazione tutte le variabili del problema, ma solo quelle che colpiscono la loro immaginazione.
    Di un problema, e delle sue soluzioni, non riescono a capire la portata… non posso fermare un carro armato con uno stuzzicadenti… e allo stesso modo non posso governare il clima agendo sulle emissioni di CO2.
    Da ingegnere mi hanno impostato a fare i calcoli con il regolo (ovviamente non li faccio più così, ma la mentalità è quella). Il regolo ti dà le cifre significative, ma non ti dice dov’è la virgola… sei tu che devi avere un’idea dell’ordine di grandezza della soluzione.
    Ecco, questo manca agli ambientalisti… un’idea dell’ordine di grandezza di ciò con cui hanno a che fare.
    Abituati ad utilissime calcolatrici, non hanno bisogno di valutare l’ordine di grandezza… e alla fine, molti finiscono per non avere alcuna idea di quanto sia quel numero che ottengono.
    Ecco perché proporrebbero di andare all’assalto del carro armato con lo stuzzicadenti… e propongono di governare il clima con le emissioni di CO2
    Secondo me.

  5. Uberto Crescenti

    Le notizie che sempre con correttezza Guido ci trasmette sono in lenea con il bel volume di Matt Ridley “Un ottimista razionale. Come evolve la prosperità”. Dovrebbero leggerlo i catastrofisti di professione.

  6. Ichnusa

    Interessante …
    E che dice, in merito, la nostra amata Gallina Prataiola Sapiens Sapiens ?

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