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L’esegesi del consenso

Vi siete mai chiesti perché si senta dire tanto spesso che la grande maggioranza degli scienziati è d’accordo sul tema dei cambiamenti climatici? E vi siete mai chiesti perché la percentuale di quanti aderirebbero al consenso oltre ad essere bulgara è anche sempre la stessa?

La risposta è semplice: milioni di mosche non possono essersi sbagliate!

E’ un breve post di Piero Vietti uscito sul suo blog qualche giorno fa. Nel testo, il link ad un editoriale del WSJ in cui si spiega per filo e per segno da dove viene la ‘patacca’ del consenso e da dove sono saltati fuori quei numeri.

Personalmente, che si voglia dar ragione alle mosche o meno, a quel genere di numeri non ho mai fatto molto caso. E se ad un giornalista la questione può sembrare magari solida e interessante, quando li sento snocciolare da qualche studioso mi volto dall’altra parte. Se non altro perché, data la forte politicizzazione che il dibattito ha subito negli ultimi anni, è bene tener presente ciò che la storia ha più volte insegnato pur senza successo agli uomini, e cioè che quando tanti esseri umani la pensano tutti allo stesso modo e confezionano messaggi atti a convincere molti altri propri simili, va sempre a finire male.

Enjoy

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Published inAttualità

3 Comments

  1. fulvietto

    mah, considerando anche che attorno al dissenso ci sono sempre le stesse persone unite dal loro pensiero unico, si potrebbe dire che anche dove ci sono poche mosche non ci si sbaglia. Ergo dove c’è merda ci sono mosche.

    • Guido Botteri

      Si tratta di sapere dunque se quello che viene detto sia cibo per mosche oppure no… sia che ci sia il consenso, sia che non ci sia.
      Oltre ad Einstein si possono citare quanti casi vuoi di persone che erano in disaccordo con il consenso ed hanno avuto comunque ragione. Anzi oserei dire che molte grandi scoperte siano necessariamente in contrasto con le opinioni precedenti… altrimenti sarebbero state scoperte prima….
      Diciamo dunque che il consenso non vuol dire (quasi) nulla, o comunque non può essere una scusa per tappare la bocca a chi ha opinioni diverse.
      Nella scienza le prove dovrebbero venire da dati, esperimenti, spiegazioni che filano e non siano in contraddizione… non dal numero di persone (per quanto qualificate) che ci credono.
      La scienza non è democrazia, non si decide se la Terra è piatta sulla base di una votazione !
      (ricordate il brano “La votazione per la Terra piatta” di Shelburn?)
      La scienza va trattata con metodi scientifici, non con metodi pubblicitari o politici, ideologici, psichiatrici…. né è la magistratrura che può decidere se una legge fisica sia vera o falsa…
      insomma, restituiamo la scienza al mondo scientifico…. !

  2. Un povero sventurato qualche settimana fa ha detto che visto che per ogni Curry ci sono 97 scienziati che seguono il fantomatico consenso, allora ogni volta che parla la Curry bisogna dar voce a 97 scienziati (che dicano tutti la stessa cosa).

    Il che e’ un modo per dire che gli argomenti di una Curry sono cosi’ forti che occorre rispondere 97 volte o giu’ di li’ per convincere il pubblico a pensare altrimenti.

    E’ molto bello sentirsi cosi’ potenti. Ritornano pero’ in mente i cento scienziati contro Einstein, e la barzelletta triste (ebraica) sull’ebreo che legge un giornale nazista, per sentirsi dire quanto gli ebrei siano forti e in comando del mondo.

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