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Maturandi ecoconsapevoli

Beh, dopo aver subito il lavaggio del cervello per buona parte del loro iter scolastico – chi si diploma in questi giorni è nato quando già suonavano i tamburi del clima, ma nessuno ha detto loro che la temperatura media del pianeta ha smesso di crescere negli stessi anni – è giusto che i nostri ragazzi siano sottoposti ad un esame del loro livello di comprensione del problema.

E così, attraverso un periodo estratto dal libro di Wolfgang Beringer “Storia culturale del clima” (Bollati Boringhieri, Torino 2013), l’AGW è arrivato all’esame di maturità nel Saggio breve dell’ambito socio economico, con argomento le nuove responsabilità. Eccolo:

Tanto la storiografia quanto la climatologia hanno tratto un grande impulso dall’atterraggio sulla Luna del 1969. Fu allora, infatti, che la fragilità della terra divenne visibile. Da quel momento la protezione della natura e dell’ambiente ha acquistato un’importanza sempre maggiore, assumendo anzi il carattere di una vera e propria industria. Le associazioni e le istituzioni ambientaliste lavorano sulla base di campagne di sensibilizzazione che, quanto a professionalità, non sono seconde a quelle delle multinazionali. In particolare, a partire dagli anni novanta il timore del Riscaldamento globale ha rimpiazzato i precedenti, come quello per la Moria dei boschi o quello per il Buco nell’ozono. Ora, per la prima volta, alla sbarra non è più solo lindustria, ma ogni consumatore finale. In pratica ogni abitante della Terra è colpevole: il boscimano sudafricano, che incendia la savana per cacciare o per guadagnare terreno coltivabile, e il fazendero argentino, i cui manzi producono metano, il coltivatore di riso a Bali e il banchiere cinese, che fa i suoi affari in uno studio dotato di aria condizionata.

Ecco, questo è il sunto della follia dei nostri giorni. C’è da chiedersi se tra le ‘nuove responsabilità’ a qualcuno venga in mente di includere l’accensione del cervello prima di parlare. Chiederei un parere al boscimano sudafricano o al coltivatore di riso. Ogni abitante della Terra è colpevole…evidentemente di abitarla. Ma perché non iniziano a sollevarci dal problema e se ne vanno sulla Luna?

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Published inAttualità

9 Comments

  1. Filippo Turturici

    Questa lettura ambientalista dello sbarco sulla Luna mi mancava. Sarebbe comunque da ricordare, che anche scrivere testi stupidi e’ un’inutile e colpevole spreco…

  2. Maurizio Zuccherini

    Lo stesso esame di maturità, classica, fornisce una risposta: «L’ignoranza è un male veramente terribile e fonte di molte disgrazie, perché versa una sorta di nebbia sulle nostre azioni, oscura la verità, getta un’ombra sulla vita di ciascuno. E davvero assomigliamo a chi brancola nel buio, anzi, siamo nella condizione dei ciechi: sbattiamo senza riflettere contro un ostacolo, un altro lo scavalchiamo senza che ce ne sia bisogno, e non vediamo quello vicino, proprio ai nostri piedi, mentre temiamo come se ci minacciasse quello lontanissimo…..”……mi sembra pertinente….

    • Maurizio Zuccherini

      dimenticavo….è la traduzione dal greco))

    • donato

      Oggi, durante il mio turno d’assistenza allo svolgimento della prova di greco, approfittando del collega che mi ha tradotto in anteprima la versione 🙂 , riflettevo sull’attualità del passo di Luciano che M. Zuccherini ci ha proposto.
      Spero di poterne discutere con qualche candidato nei prossimi giorni in quanto il tema è estremamente interessante.
      Ciao, Donato.

  3. flavio

    “ogni abitante della terra è colpevole…evidentemente di abitarla”
    e se ne accorge nel 2014?
    è almeno mezzo secolo che ci scassano (almeno a quelli cui non li hanno ancora tagliati) i maroni con la madre di tutte le bombe, la Bomba Demografica, per cui la più impellente urgenza era insegnare ai medici “del terzo mondo”, e non solo, a fare aborti e vasectomie e mo mi casca dal pero?
    quei cervelli è da un pezzo che sono spenti, e non conterei neppure che possano ripartire

    • Fabio Spina

      Per non farsi mancar nulla, nello stesso saggio breve era previsto anche un testo sull’esplosione demografica:

      Anche se le paure maltusiane di lungo periodo per la produzione alimentare sono infondate, o almeno premature, ci sono però buone ragioni per preoccuparsi, in generale, per il tasso di crescita della popolazione mondiale. Non si può dubitare che, nell’ultimo secolo, questo tasso abbia notevolmente accelerato: la popolazione mondiale ha impiegato milioni di anni per raggiungere il primo miliardo, poi in 123 è arrivata al secondo, al terzo in 33, al quarto in 14, al quinto in 13, e secondo le proiezioni delle Nazioni Unite il sesto promette di arrivare in altri 11. Il numero degli abitanti del pianeta è cresciuto di 923 milioni solo nel decennio 1980-90, e questo aumento corrisponde quasi alla popolazione complessiva di tutto il mondo all‟epoca di Malthus. Quanto agli anni Novanta, al loro termine pare non abbiano registrato un’espansione molto inferiore. Se un simile andamento proseguisse, la terra, sicuramente, sarebbe sovraffollata in modo spaventoso prima ancora della fine del ventunesimo secolo. Molti segni indicano in modo chiaro, tuttavia, che il tasso di crescita della popolazione mondiale sta cominciando a rallentare, per cui dobbiamo chiederci: si rafforzeranno le ragioni della frenata? E, in caso affermativo, a quale ritmo? E non meno importante è un’altra domanda: è necessario un intervento pubblico per agevolare il rallentamento?»

      Amartya SEN, Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia, Mondadori, Milano 2012 (ed. originale 1999)

  4. Andrea G.

    Ci manca solo “ricordati che devi morire” e siamo a posto. Anzi, “mannaggia a te che sei nato”.

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