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John Christy sul NYT e un notevole siparietto con Kerry Emmanuel

Sono due scienziati Christy ed Emmanuel, entrambi famosi e rispettabili.

Il primo è scettico, il secondo no. Alcuni giorni fa il NYT ha dedicato un pezzo a Christy e al suo scetticismo, una specie di biografia con ampio uso delle virgolette. Tra queste frasi mi ha colpito più di tutte quella in cui Christy afferma di essere uno scienziato “data driven” cioè guidato solo dai dati, da ciò che succede realmente.

Forse per non incorrere nel pericolo di essere additati come scettici, al NYT hanno pensato di chiedere a Emmanuel cosa pensasse di Christy. Non è andata benissimo. Così, Emmanuel si è sentito in dovere di fare delle precisazioni sul suo virgolettato. Le ha ospitate Roger Pielke jr, dimostrando che il dialogo è molto più aperto sui blog di quanto non lo sia sulla carta stampata e sulle riviste specializzate.

Qui l’articolo del NYT

Qui, invece, le precisazioni di Emmanuel

Buona domenica

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Published inAttualità

3 Comments

  1. donato

    Vicenda emblematica quella di cui si parla in questo post che, però, non è affatto isolata negli ultimi tempi. Sul numero di “Le Scienze” di luglio, per esempio, è apparso un vivace scambio epistolare tra la rappresentante italiana di Greenpeace ed il dr. Moore (uno dei co-fondatori dell’associazione che nel 1986 ha deciso di prenderne le distanze). Tutto è riferito ad un articolo pubblicato dalla rivista nel maggio scorso in cui il dr. Moore ha attaccato frontalmente Greenpeace per la vicenda del Golden Rice ( http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2014/05/03/news/ritratto_di_un_ambientalista-2111391/ ). I toni dell’articolo (e quindi delle repliche) sono stati piuttosto accesi e, sinteticamente, possono essere riassunti nei termini dell’ormai annosa questione che contrappone gli scienziati non allineati con la linea di pensiero principale alla restante parte (cui prestano manforte le grancasse mediatiche ed ambientaliste). In altri termini Greenpeace definisce Moore uno scienziato al soldo delle multinazionali (nella fattispecie le aziende interessate alla coltivazione del Golden Rice) e Moore definisce Greenpeace un movimento ideologizzato disposto a sacrificare la vita di milioni di persone sull’altare dell’ideologia. Muro contro muro, insomma ed a muso duro, come nella vicenda del dr. Christy.
    Io reputo queste contrapposizioni del tutto prive di senso all’esterno del dibattito scientifico e capaci solo di screditare la Scienza agli occhi del grande pubblico. I termini corretti della discussione, infatti, dovrebbero essere quelli individuati dal dr. Emmanuel nel suo intervento sul blog di Pielke, ma la mia è solo una pia illusione.
    La scienza non è mai risolta, infatti, e sostenerlo sulla base del consenso è una pura e semplice assurdità. Un esempio? Sempre sul numero di luglio di “Le Scienze” un altro interessante articolo lo dimostra: http://www.lescienze.it/archivio/articoli/2014/07/02/news/la_supersimmetria_e_la_crisi_della_fisica-2200075/ . Si tratta della sintesi dell’articolo, ma ne rappresenta fedelmente lo spirito. Peccato che simili ragionamenti valgono per quasi tutta la scienza tranne che per la climatologia e le scienze ambientali in genere. 🙂
    Ciao, Donato.

    • agrimensore g

      Sono d’ccordo con te, Donato, quando scrivi che “I termini corretti della discussione, infatti, dovrebbero essere quelli individuati dal dr. Emmanuel nel suo intervento sul blog di Pielke”.
      Cioè, benchè i GCM non siano ancora affidabili, e più in generale, benchè la comprensione del funzionamento del clima non sia completa, queli azioni intraprendiamo, sapendo che l’aumento della CO2 in atmosfera provoca in qualche misura un aumento sulle T globali?

    • Beh, per esempio si potrebbe cominciare evitando misure che condannano alla non-crescita chi ha disperato bisogno (e diritto!) di crescere, quali per esempio la creazione di una commodity buona per i soliti noti.
      gg

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