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E ti pareva!

Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Praticamente tutto ciò che di tragico, pericoloso o comunque in qualche modo dannoso accade su questo pianeta ha una sola origine, i cambiamenti climatici. Naturalmente, però, solo quelli di produzione propria, perché quelli che sono sempre accaduti hanno invece generato l’eden in cui, si sa, nessuno moriva di stenti o di malattie, nessuno si faceva la guerra e tutti facevano concorrenza a matusalemme.

Ora è la volta di Ebola, il pericolossissimo virus tornato a seminare morte nell’Africa centrale. Come tutte le cose preoccupanti, che a torto o a ragione fanno presa sull’immaginario collettivo, anche per questo compaiono le prime neanche troppo prudenti attribuzioni al clima che cambia e cambia male.

E non si tratta di paginette artigianali come le nostre o come quelle dei colpi di sole di qualche giorno fa, si tratta del Washington Post, attraverso uno dei blog d’opinione climatica e meteorologica più seguiti. Ecco qua:

Will climate change worsen Ebola outbreaks?

Il cambiamento climatico peggiorerà le epidemie di Ebola? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma chi sono i posteri? Quelli che credono ai modelli climatici ovviamente. Già, perché la storia è sempre la stessa. Oggi, tra le incertezze delle misure e le lacune di conoscenza che inevitabilmente affliggono la comprensione del passato e del presente climatico, nulla di tutto questo è dimostrabile, osservato, provato. Ma domani, magicamente lo sappiamo già oggi, grazie alle previsioni sulle dinamiche del clima in relazione alle attività umane, possiamo supporre che un collegamento ci sarà.

E non saranno le temperature, il parametro più vivisezionato e su cui comunque le simulazioni climatiche già sbagliano di grosso, saranno le piogge o, meglio, la perfida alternanza tra piogge sempre più intense e periodi sempre più aridi che naturalmente i modelli prevedono, senza il minimo accenno al fatto che nulla di quanto previsto già da tempo da queste tecniche di simulazione si è avverato.

Ben 6.561 battute per disquisire sul nulla, con sole quattro righe di temporaneo recupero delle facoltà mentali, riprese non si sa come dall’ultimo report IPCC di cui tutti hanno letto lo speventevole frontespizio ma nessuno che nessuno ha aperto per davvero:

Le più efficaci misure di riduzione della vulnerabilità della salute nel breve termine sono programmi che implementino e migliorino provvedimenti basici di salute pubblica, come la disponibilità di acqua pulita e di fognature, la certezza di una cura della salute essenziale che includa vaccinazioni e prodotti medicali per i bambini, l’aumento della capacità di preparazione e reazione ai disastri e la riduzione della povertà.

Qualcuno mi spieghi che diavolo c’entra il climate change.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. luca

    Le malattie di forma virale si diffondono ed evolvono più facilmente con climi freddi(vedi influenza)non voglio sembrare contorto ma questo virus di ebola è al quanto “sospetto” secondo me.

  2. Anna

    Conoscenze scientifiche e capacità critiche ridotte ai minimi termini anche per quelli che si ritengono culturalmente evoluti danno i loro “frutti”. E i media contribuiscono alla grande

  3. Mario

    Il “riscaldamento globale” da co2 è furbescamente diventato “cambiamento climatico” e nel cambiamento climatico ci sta tutto, caldo, freddo, pioggia, siccita, ecc, pure le malattie naturalmente.
    🙂

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