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Uragani misurati al metro quadro

saffir-simpson-smBeh, non proprio con il metro, visto che si parla più che altro di energia cinetica totale di un ciclone tropicale, però la relazione con la dimensione della tempesta ha il suo peso nel calcolare il nuovo indice che due ricercatori americani hanno sviluppato per definire – si spera anche prevedere – meglio il carattere e la pericolosità di questi eventi così devastanti.

Non più solo la scala Saffir Simpson (qui a lato), che consta di 5 livelli di intensità del vento crescente, ma anche l’energia cinetica di tutta la tempesta, per inquadrarne meglio il potenziale distruttivo. Venti non particolarmente forti, per esempio idonei a classificare con i livelli più bassi della scala SS (1/2), sono ovviamente più pericolosi se soffiano su aree molto vaste, soprattutto se si tratta di tratti di mare prossimi alla costa, perché in un caso del genere aumenta molto il rischio di inondazioni, tecnicamente definite ‘Storm Surge’, cioè quando il mare letteralmente si solleva e guadagna territorio verso l’entroterra.

L’argomento è interessante, il paper, presentato all’AMS, è liberamente disponibile (qui, per un download rapido). Qui, invece, l’articolo che Science Daily gli ha dedicato.

Buona domenica.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. virgilio

    Sul sito ANSA leggo che al Palazzo ONU è stato trasmesso, non ho ben capito se ancora oggi, su enorme maxi-schermo un filmato a ciclo continuo nel quale si illustrano, spettacolarmente, i pericoli del riscaldamento globale… Non mi pare d’aver letto che si dia altrettanto spazio a coloro, anche della comunità scientifica, che non condividono l’allarme o comunque hanno tesi alternative a quella: opposizione che pur se minoritaria esiste. In un organismo democratico (qual dev’esser l’ONU) l’opposizione non dovrebbe mai mancare a qualsiasi asserzione dominante… A questo punto una cosa è certa: i vertici del potere mondiale “vogliono” allarmare popolazione e forze politiche, di proposito. Ormai non è più questione che riguardi principalmente il movimento ecologista. Per quel che può valere il mio giudizio, ciò che è allarmante è questa obiettiva e determinata volontà di asseverare sempre e comunque, come una specie di indottrinamento, tipo romanzo orwelliano, tal prospettiva catastrofista e colpevolizzante. Ma perché?

    • Perché la torta è buona.
      gg

    • virgilio, il problema è inerente alla natura delle organizzazioni citate. L’ONU è nata dopo la guerra, fuor di retorica, come cassa di compensazione tra il blocco USA ed URSS per evitare, per quanto possibile, una terza guerra mondiale. Diciamo che la terza guerra mondiale c’è stata, ma anche grazie all’ONU è stata contenuta in qualche modo. Caduto il muro, l’ONU non aveva più ragione di sussistere e avrebbe dovuto essere sostituito da altro (o forse anche niente). Non è un caso isolato: in campo economico, nel contesto degli accordi di Bretton Woods furono creati l’FMI, la Banca Mondiale e il GATT. Finito Bretton Woods avrebbero dovuto essere chiusi, ma sono ancora lì (solo il GATT ha avuto l’idea di cambiarsi il nome, ed è diventato il WTO). Il problema è che queste organizzazioni arrivano ad avere la massa critica per auto-sostenersi (tenendo conto anche che sono composti da persone ricche e/o potenti) e, eventualmente, si inventano i problemi per giustificare l’esistenza di una commissione che li affronta. È una sorta di politica neo-keynesiana.

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