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E, dopo il summit sul riscaldamento globale, tutti a pattinare sul ghiaccio!

Fra qualche giorno, googolando parole come cambiamenti climatici, giustizia climatica o salvezza del pianeta, troveremo un picco di notizie. Saranno i commenti delle risultanze dell’ennesimo summit preparatorio del prossimo summit che precederà il prossimo ancora. Poi tornerà la calma.

Difficilmente però sentiremo parlare di ghiaccio marino, il canarino nella gabbia tanto caro al movimento che ci salverà tutti dall’arrosto climatico. La ragione è semplice: quest’anno, al giro di boa dei ghiacci artici, quando inizia cioè la nuova stagione di ghiacciamento, intorno al Polo Nord c’è più ghiaccio dell’anno scorso, che pure aveva fatto segnare un guadagno rispetto all’anno prima. Nel frattempo all’altro capo del mondo sta finendo la stagione di ghiacciamento e intorno all’Antartide c’è più ghiaccio di quanto ce ne sia mai stato da quando la misura si fa con i satelliti. Siccome è la somma che fa il totale, la quantità di ghiaccio marino sul pianeta è sopra la media di riferimento, ma anche questo non fa notizia.

Guardando nello specifico il grafico relativo all’estensione dei ghiacci artici, che pure sono diminuiti consistentemente da un trentennio a questa parte, sembra proprio che il trend dall’inizio del nuovo secolo sia neutro, sebbene il 2007 e il 2012 abbiano fatto segnare dei record di minima estensione. Dall’NSIDC fanno però sapere che l’estensione di quest’anno conferma il trend negativo. Evidentemente per notare il cambiamento si aspettano che l’Oceano Artico ghiacci tutto insieme.

Ma si diceva del pattinaggio. Ieri su WUWT è uscito un buffo post in cui, calcolatrice alla mano, se il ghiaccio antartico continua a crescere con il ritmo assunto da quando lo si misura, nel 2050 avrà raggiunto l’estremità meridionale del Sud America. Praticamente nell’inverno australe si potrà andare da Punta Arenas a Rothera sull’isola Adelaide a piedi. Oggi ci vogliono 5 ore di volo. Ovviamente è una boutade, fatta di calcoli a spanne e supposizioni di uno che si dichiara apertamente non esperto che non possono tener conto di mille altri fattori che interverranno certamente a modulare/modificare questo trend. Tuttavia, se qualche anno fa ben altri più informati esperti potevano parlare di spirale di morte per il ghiaccio artico e altri palesavano intensi traffici commerciali tra il passaggio a nord ovest (che quest’anno non si è aperto, guarda un po’) e quello a nord est, anche questo genere di previsioni finisce per avere il suo diritto di cittadinanza in un panorama dell’informazione scientifica che fa ghiaccio, pardon, acqua da tutte le parti.

Del resto, anche questa improbabile eventualità potrà essere sapientemente gestita in termini di comunicazione della catastrofe climatica imminente, visto che già oggi c’è chi va in giro discettando che un rateo di aumento così significativo del ghiaccio antartico è prova dei cambiamenti climatici. Così, se il ghiaccio diminuisce è colpa del global warming, se aumenta è una prova del global warming. Circa l’evidenza che sia prova del fatto che nessuno ci ha capito un accidente naturalmente si continua a tacere.

Infine, per chi volesse fare qualche confronto, sia per l’Artico che per l’Antartide, sempre l’NSIDC mette a disposizione un interessante grafico interattivo in cui si possono aggiungere e/o togliere le annate. Lo trovate qui.

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Published inAttualità

15 Comments

  1. Fabio Vomiero

    Personalmente condivido molto l’approccio analitico del prof.Mariani in merito alle dinamiche estensive della banchisa artica. E proprio utilizzando lo stesso metodo, quello che vorrei far notare è che se invece del grafico inerente le anomalie, prendiamo ad esempio quello relativo alle estensioni annuali (Sea Ice Area), sempre a cura dell’Università dell’Illinois, e proviamo a concentrarci sui “minimi” glaciali, che rappresentano le situazioni critiche, potrebbe emergere anche una chiave di lettura leggermente diversa e cioè:
    -fase stazionaria dal 1979 al 1997
    -shift del 1998
    -fase stazionaria dal 1998 al 2006
    -shift del 2007
    -fase circa stazionaria dal 2007 al 2014
    Il che implicherebbe la possibilità, se fosse mantenuto questo tipo di trend, e mi auguro che così non sia, di un nuovo possibile shift a breve.
    Il minimo del 2012, al momento, sarebbe da considerarsi un picco isolato in quanto fortemente perturbato dalle condizioni meteo eccezionali di quell’agosto in sede artica.
    Saluto sempre tutti cordialmente.

  2. Luigi Mariani

    Se osserviamo il diagramma sull’estensione dei ghiacci marini artici tratto da Cryosphere today e che Guido riporta all’inizio dell’articolo, sono evidenti tre fasi e cioè:
    – una fase stazionaria dal 1979 al 1997 in cui l’estensione fluttua intorno ad un valor medio stazionario e pari a circa +0.5 milioni i km2 rispetto alla media dell’intero periodo (che nel diagramma è credo lo 0)
    – una fase di rapido calo dal 1998 al 2007
    – una fase stazionaria dal 2008 al 2014 in cui l’estensione fluttua intorno ad un valor medio di nuovo stazionario e pari a circa -1 milione di km2 rispetto alla media dell’intero periodo.
    Questo dicono i dati, che credo ci pongano quantomeno i seguenti interrogativi:
    1. le temperature globali sono state in rapida crescita per un ventennio (1977-1998) e poi si sono stabilizzate. I ghiacci dal canto loro hanno reagito con 20 anni di ritardo e la loro fase a trend negativo è durata 10 anni. Cosa determina un tale volano? Quel che so è nel nostro pianeta i volani sono spesso oceanici.
    2. quanto persisterà la nuova fase stazionaria? Per entrare in una nuova fase di calo dovremo attendere una nuova fase di salita delle temperature globali? A fronte della stazionarietà (o lieve calo) delle temperature globali in atto dal 1999 dobbiamo attenderci per il futuro una nuova fase espansiva dei ghiacci marini artici?
    3. cosa accadrà alle temperature globali ed ai ghiacci artici quando AMO andrà di nuovo in fase negativa?
    Più che mai è oggi possibile oggi dire che “chi vivrà vedrà”, nel senso che il futuro mi pare aperto a soluzioni assai poco prevedibili.

    • Luigi Mariani

      A margine del mio commento segnalo questo comunicato stampa del WMO: http://www.wmo.int/pages/mediacentre/news/Arcticseaiceoneoflowestonrecord.html
      Leggendolo vien l’impressione che questi signori dispongano di serie storiche riservate, diverse da quelle che abbiamo commentato. In realtà credo che stiamo tutti lavorando su serie satellitari di brevissima durata, che iniziano nel 1979 e che mostrano le tre fasi da me descritte più sopra. Alla luce di ciò mi aspetterei che le organizzazioni internazionali assumessero un atteggiamento più rispettoso dei dati ma, come purtroppo sappiamo, l’asino si lega dove vuole il padrone…

  3. virgilio

    Mi par proprio in concomitanza con tal summit e correlate manifestazioni, in cui il noto grido “al lupo al lupo..!.!” è sostituito con “al caldo al caldo..!.!” durante uno dei telegiornali nazionali, non dico quale per prudenza, ché ormai in tempi quasi di “caccia al negazionista del calore” non mi fido più di tanto, ho sentito accusare l’ AGW (l’antropogenico globale riscaldamento) di esser causa simultanea di alluvioni, pioggia dirompente e siccità, tutto in una volta ! Fra un po’, vedrete, incolperanno questo fantomatico cambio climatico anche per le guerre, rivolte, attentati, fanatismo sportivo e/o religioso, femminicidio …eccetera. D’altronde di solito di chi è violento o combina intenzionalmente gravi danni non si dice forse che: “quello è una testa calda…?!”

  4. donato

    Tanto per la cronaca. 🙂
    Applicando il metodo dei minimi quadrati ai dati relativi all’estensione dei ghiacci artici in occasione del minimo annuale (reperibili a questo sito
    http://earthobservatory.nasa.gov/Features/WorldOfChange/sea_ice.php )
    per il periodo 2004-2014 (1), si ottiene un trend pari a -0,09: l’estensione dei ghiacci artici in dieci anni è diminuita con un trend pari al 9% annuo). Se restringiamo l’analisi al periodo 2007-2014, invece, l’estensione dei ghiacci artici in occasione del minimo annuale, fa registrare un trend di crescita pari a 0,06 (6% annuo).
    (1) il dato 2014 è stato desunto dai grafici in quanto non ancora definitivo.
    .
    Colgo l’occasione per far notare che, come al solito, l’ANSA non può fare a meno di titolare “I ghiacci dell’artico ai livelli minimi” (sottotitolo: nonostante l’estate più fredda). Il senso dell’articolo è leggermente diverso, ma chi si limita a leggere il titolo accuserà il colpo.
    http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2014/09/23/i-ghiacci-dellartico-ai-livelli-minimi_6d604a18-504c-41f2-8b1f-c43eaf05808d.html
    Mah!
    Ciao, Donato.

  5. Andrea

    Quando leggo articoli (non studi) scientifici, cerco sempre di cercarne anche le fonti (grafici, riferimenti a studi scientifici): se un articolo non le ha, non credo sia molto veritiero e nemmeno corretto. E infatti questo articolo ne contiene molti di riferimenti e link esterni, che lasciano all’interlocutore quantomeno la possibilità di analizzare e vedere con i suoi occhi dati e studi reali, e di fare un giudizio basato sui dati (metodo critico) e non sul “sentito dire” o l'”ipse dixit” di uno qualunque. Riguardo a ciò mi stupisco della notizia “eclatante” pubblicata dall’ANSA (l’agenzia di stampa “ufficiale” nel nostro Paese) sul record di riduzione del ghiaccio artico degli ultimi giorni (http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/terrapoli/2014/09/23/i-ghiacci-dellartico-ai-livelli-minimi_2ba4e3be-d4e5-4b4a-b2ed-eb2cd69b8cfa.html), che a guardarlo bene è un preciso copia e incolla della notizia pubblicata sul sito della NASA (http://www.nasa.gov/press/2014/september/2014-arctic-sea-ice-minimum-sixth-lowest-on-record/#.VCPjQfl_szI). Su newscientist.com (non so verificare l’attendibilità del sito e di chi scrive gli articoli) è pubblicata poi la notizia (http://www.newscientist.com/article/mg22329871.800-record-sea-ice-around-antarctica-due-to-global-warming.html#.VCP6yfl_szK) riguardante l’attribuzione dell’allargamento dei ghiacciai al global warming: già l’introduzione non mi sembra sia corretta “Counter-intuitively, global warming is responsible”. Come si può affermare già da subito una teoria del genere senza giustificarne la validità con dati alla mano? Comunque la cosa che mi ha fatto riflettere, e per la quale chiederei un parere dai più esperti, è la spiegazione che viene data per questo fenomeno:

    “More sea ice may seem odd in a warmer world, but new records are expected every few years, says Jan Lieser of the Antarctic Climate and Ecosystems Cooperative Research Centre in Hobart. That’s because the southern hemisphere warms more slowly than the north, as it has less landmass, boosting the winds that circle Antarctica and pulling cold air onto the sea ice.”

    E poi:

    “The extra sea ice is a good thing, as it reflects sunlight and slows global warming. But the sea ice is expected to shrink eventually. “By 2100 we will see dramatic reductions,” says Lieser. “Once it goes belly-up it’s not good for the rest of the world.”

    Come fanno a fare previsioni secolari, se nemmeno riusciamo a prevedere con certezza il tempo oltre i 10 giorni?

    Fioccano poi in tutto google siti che fanno rimbalzare questa notizia, con toni diversi:
    http://www.diregiovani.it/rubriche/scientificamente/33775-nasa-allarme-ghiacci-antartide-xsa-minimo.dg
    http://www.ecoseven.net/ambiente/news-ambiente/ghiacci-artico-toccato-il-livello-minimo

    • Andrea,
      Il cambiamento dal global warming al cambiamento climatico è stato geniale in termini di comunicazione. Perché il cambiamento, specie se non meglio specificato, giustifica tutto e il contrario di tutto. Spettacolare anche il termine ‘controintuitivo’, sa molto di esperto che la sa lunga. La realtà, se vogliamo un po’ triste, è che nessuno sa perché una banchisa si restringe e l’altra si allarga. Certo, nella storia del pianeta pare sia già successo, perché i due emisferi sono stati spesso in antifase, ma questo non va d’accordo con le simulazioni, per cui, ovviamente,l’origine di comportamenti antitetici può essere solo comune, naturalmente scomoda.
      gg

  6. Ciao,
    e complimenti a Guidi per l’ottimo articolo.
    E’ abbastanza evidente anche dal grafico che l’arretramento della banchisa artica abbia subìto uno stop rispetto al drammatico tracollo registrato a cavallo tra gli anni 90 e il 2007.
    Certo nessuno canta vittoria, siamo ancora ben al di sotto della media, ma almeno i segnali per un’inversione di tendenza si vedono!

    Una domanda posso pubblicare questo contributo sul mio portale ( http://www.meteomio.net )? Ovviamente citerò la fonte e l’autore. Grazie e complimenti per l’ottimo lavoro che svolgete
    Simone

    • Non c’è problema Simone.
      gg

  7. Salvatore

    Non sono molto d’accordo con questo articolo. Non ci sono dubbi dal grafico mostrato che l’estensione dei ghiacciai sia aumentata negli ultimi anni, ma quello che conta a mio giudizio è un trend a lungo termine, quindi nel caso in analisi almeno 10 anni. Infatti se consideriamo gli ultimi 10 anni il trend dei ghiacciai è sicuramente negativo! 2 anni può essere un periodo di tempo troppo breve e troppo soggetto a fattori temporanei…

    • Cia Salvatore,
      certamente quello che conta è il lungo termine, in cui il ghiaccio artico è sensibilmente diminuito e quello antartico è altrettanto sensibilmente aumentato. E bada bene che i numeri sono molto simili. Quindi il lungo termine ci dirà se c’è un’inversione di tendenza oppure no, per adesso è cronaca di un minimo (Artico) che non è un minimo e un massimo (Antartico) che è decisamente un massimo.
      Tutto qui.
      gg

    • Salvatore

      Il ghiaccio marino antartico è stato in crescita negli ultimi decenni ma ciò non è sicuramente dovuto a raffreddamento. L’oceano meridionale si è andato riscaldando durante lo stesso periodo. L’aumento dei ghiacci marini antartici è dovuto ad una complessa combinazione di fenomeni che comprendono la circolazione ciclonica dei venti attorno l’Antartide e modifiche della circolazione oceanica.

    • Guido Botteri

      Salvatore, i trend dipendono dall’inizio e dalla fine del periodo che consideri.
      Prendi una sinusoide, per esempio sin x, che a lungo termine è sicuramente a media zero.
      se consideri l’intervallo da zero gradi a 90, il trend è di aumento. Se consideri il trend da 90 a 180 gradi, invece è di diminuzione.
      Ora, il clima non è una sinusoide, ma ha vari contributi che sono oscillazioni di periodo diverso.
      Ecco un terzo elemento sul quale dovresti riflettere, dopo aver scelto i punti iniziali e finali, il “periodo”.
      Purtroppo il clima è influenzato da oscillazioni che hanno periodi ben più lunghi dei 30 anni canonici che vengono indicati per stabilire, PER CONVENZIONE, cosa sia climatico e cosa no.
      Immagino che tu conosca, per esempio i cicli di Milanković, ma, senza andare a periodi così grandi (ma che potrebbero avere influenza sui nostri trend) ci sono cicli di 60 anni ecc.
      Volendo poi ci sono probabilmente (per me è una certezza) dei cicli molto più lunghi, dovuti alla rotazione del sistema solare intorno al centro della galassia.
      Oltre a questo ci sono fattori importanti per il clima del pianeta, pensa agli oceani, alla tettonica delle placche, a ciò che succede nel profondo del nostro pianeta, e via dicendo.
      Insomma, fare le pulci su un periodo, per indicarne un altro assolutamente arbitrario, non mi pare il massimo.
      Personalmente credo che dovremmo ancora studiare molto, con umiltà (non tutti conoscono questa parola)e nella certezza di avere tra le mani solo una piccola fetta dei dati che ci servirebbero per valutare correttamente la situazione del clima terrestre, e di non avere tra le mani ancora tutti i parametri, tutti i valori.
      Se questo fosse un delitto e noi fossimo i detective, siamo partiti con l’individuazione del colpevole (la CO2, cioè l’uomo) e stiamo solo cercando di incastrarlo.
      Invece un vero detective ha sempre la mente libera da pregiudizi, ed è pronto a tener conto di qualsiasi indizio, conosciuto o nuovo. E a cercarne sempre di nuovi, che confermino o smentiscano i suoi sospetti.
      L’indagine è ancora agli inizi !
      Secondo me.

    • Quoto.

      Questa cosa dei trend estrapolati mi ha sempre fatto impazzire.
      Se io ho una serie di dati che dice con valori: 2, 4, 6, 8 sono autorizzato ad estrapolare il trend e prevedere i prossimi valori come 10, 12 ecc…. fino all’infinito? O forse dovrei cercare di avere più dati nel passato e magari scoprire che la serie in realtà è 2 4 6 9 6 4 2 0 -2 -4 -6 -8 -6- 4- 2- 0 2 4 6 8 ecc…
      Questo è un esempio da libro di scuola elementare, lo so, ma credo di aver chiarito il mio punto.

      Salvatore è giusto aspettare il lungo termine, ma quanto è lungo il lungo termine.
      Perché dovremmo aspettare 10 anni e non 20, o 23 o 100.

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