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Ma che caldo fa

Beh, potrà sembrare un controsenso, visto che siamo alle prese con il primo freddo di stagione, ma oggi parliamo di caldo, anzi, per la precisione di non-caldo. Tranquilli, non ho deciso di contrastare la tramontana con l’assunzione di superalcolici, voglio solo fare riferimento a quanto girato sui media qualche giorno fa in seguito alla pubblicazione del documento “State of the Climate” della NOAA relativo alle medie consolidate del mese di settembre, dati che secondo il loro dataset collocano il settembre scorso tra i più caldi di sempre, anzi, il più caldo. Il 2014 (sin qui) appaiato ad un altro anno detentore di record da sauna, il 1998.

Così dicono i sensori sulla terraferma e quei pochi sul mare. Sembra però che il discorso sia ben diverso per le misurazioni che arrivano dai sensori a bordo dei satelliti. E’ un punto di situazione che ha pubblicato Aldo Meschiari sulle pagine del Meteogiornale. Una bella spiegazione che con la sua autorizzazione vi riporto di seguito.

2014 anno più caldo? Non per i satelliti!

Le misurazioni della temperatura della Bassa Troposfera
Chi ci segue da tempo sa bene che le misurazioni della temperatura globale avvengono secondo due metodologie principali. La prima è quella classica, basata sui dati che provengono dalle centraline meteo sparse in tutto il globo. La seconda si avvale delle misurazioni satellitari, iniziate solo nel 1979. Non si può dire che un metodo sia migliore dell’altro: sono però importanti se vengono confrontati e integrati. I dati terrestri vengono prodotti da tre Centri di studio: NOAA, NASA e Hadley Center. Quelli satellitari da due Centri di studio: NASA (RSS) e Università dell’Alabama (UAH).

I dati di settembre 2014 provenienti dai satelliti
Al contrario di ciò che è avvenuto per i dati terrestri, i dati satellitari non stanno affatto rilevando anomalie particolarmente pronunciate in questo 2014. Per il mese di settembre, la NASA con RSS vede una continuità con agosto, da una anomalia di +0,19°C a +0,20°C. UAH invece vede un aumento più cospicuo, da +0,20°C a +0,30°C. ma il dato annuale, del 2013, non appare neppure lentamente prossimo a superare il picco del 1998, l’anno record per i satelliti.

RSS: continua il lungo plateau iniziato intorno al 1998
Se osserviamo con attenzione il grafico relativo ai dati RSS, noteremo come dal 1979 vi sia stato un aumento consistente di circa +0,40°C, ma concertato nel grande balzo del Niño del 1998. Da circa 15 anni le anomalie si mantengono su un plateau alto ma senza ulteriori innalzamenti. Anzi, riguardo agli RSS, si può parlare di un lieve calo di circa 0,1°c negli ultimi 15 anni.

34628_1_1

UAH: il confronto con RSS
Discorso simile va fatto per l’altro prodotto, il dato UAH. Il grafico relativo ai dati elaborati dall’università dell’Alabama è molto simile a quello degli RSS (Fig. 2). Tanto è che se li confrontiamo otteniamo un andamento praticamente uguale (Fig. 3). In definitiva, per i dati satellitari, il 2014 si avvia a concludersi con un piazzamento ben lontano dai picchi del 1998 e della 2010, in linea con gli ultimi anni.

34628_1_2 34628_1_3

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Sicché, pare che bassa e media troposfera non vadano d’accordo con in dati di superficie. Nella differenza probabilmente no, è ancora lunga la strada perché le informazioni tratte dai sensori satellitari e quelle raccolte con metodi tradizionali siano omogenee, ma nella tendenza delle temperature di superficie potrebbe entrarci El Niño, che sta da mesi tentando di crescere. Al riguardo, se vi interessa, qui qualche informazione in più.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Salvatore

    quando si parla di temperature medie, io preferisco sempre considerare più attendibili i dati relativi ad un periodo maggiore dal punto di vista temporale… sia i grafici relativi ai dati satellitari, sia quelli relativi ai dati terrestri indicano una variazione della temperatura media di -0.10°C nel periodo 1998-2014, ma per me resta sempre molto più significativa la variazione di +0.40°C nel periodo 1979-2014…

    • Luigi Mariani

      La sua interpretazione è senz’altro lecita. Da parte mia quando guardo i diagrammi sopra presentati continuo a vedere due fasi climatiche del tutto stazionarie separate da un gradino che cade fra il 1993 ed il 1998 ed allora mi domando cosa ha creato il gradino e qui la cosa diventa lunga e magari noiosa….

  2. Fabio Vomiero

    Sempre molto interessante discutere di questi aspetti. Secondo la mia opinione, però, non vedo grandi differenze di sostanza nei grafici delle temperature globali superficiali e satellitari. Il plateau è abbastanza chiaro a partire dall’anno 2001, così come il trend di aumento che caratterizza il periodo precedente. Quello che però, non sono riuscito ad identificare, è la barra di errore relativa ai dati satellitari, che se fosse più immediatamente evidente, potrebbe indirizzare meglio le nostre considerazioni. Per quanto riguarda i dati NASA-GISS di temperatura superficiale, ad esempio, la barra di errore (circa 0,1°C) è ben visibile, e questo induce a pensare che diventa quantomeno improprio ed inutile pretendere di classificare gli anni più caldi che distano tra di loro soltanto per qualche centesimo di grado al massimo. Così come probabilmente sarà per il 2014. Saluto sempre tutti cordialmente.

    • Luigi Mariani

      Per quanto riguarda le misure strumentali, una banda d’errore di 0.1°C per le misure è quella che le ditte indicano per i sensori termometrici di qualità migliore (e non tutti sono così accurati).
      Tuttavia a questo errore di base si deve aggiungere l’errore legato alle caratteristiche degli schermi antiradiazione e quello legato alle caratteristiche del sito, non sempre ottimali. Pertanto riportare una banda d’errore si +/- 0.1 mi pare rasenti l’abuso di credulità popolare (e su questo vorrei sapere cosa ne pensano Guido Guidi e Fabio Malaspina).
      Luigi

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