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Global warming? La pausa è nei tropici, non nei dati sull’Artico

Chi di voi non si è mai improvvisato meccanico? Non attendo la risposta, né mi interessano i risultati, ma dentro al cofano di un’auto penso che tutti abbiano dato una sbirciata. C’è un motore che produce potenza, ci sono degli elementi che tramutano quella potenza in servizi o movimento da trasmettere alle ruote. Ad animare quel motore c’è il carburante, ovvero una sostanza capace di sviluppare energia. Senza quella non si va da nessuna parte. Così è il clima. Il Sole fornisce l’energia, l’atmosfera e gli oceani sono il motore, le loro interazioni sono i meccanismi che trasformano la potenza. Il serbatoio è dove arriva la maggior parte dell’energia, cioè tra i tropici.

Ora un paio di immagini, le ha twittate Roger Pielke Sr qualche giorno fa:

model vs obs model vs obs_1

Nella prima c’è il confronto tra i modelli del CMIP5, quelli usati dall’IPCC per l’ultimo report, e le osservazioni provenienti dai radiosondaggi e dalle sonde satellitari. Nella seconda, sempre un confronto, ma tra i trend. Non sembra che le cose vadano troppo bene in ordine alla riproduzione di quanto accade nel serbatoio del carburante.

Ma, dicono, stiamo vivendo gli anni più caldi della storia recente, si vede benissimo dai dataset delle temperature superficiali globali. Non che si capisca bene quale sia il più caldo però, perché la differenza tra un anno e l’altro è molto inferiore alla precisione della misura. Con un’unica eccezione, quella della serie storica del GISS della NASA, che ha recentemente rivisto al rialzo il trend delle temperature dopo la pubblicazione di uno studio del 2013, che ha in qualche modo riempito ciò che non si può riempire, cioè l’assenza di misure affidabili nell’Artico. Secondo loro, la pausa che per tutti gli altri dura ormai da più di 15 anni non c’è proprio. Noi ce ne siamo occupati qui ed in varie altre occasioni.

Qualche giorno fa, invece, è uscito un altro studio che attribuisce quasi per intero la frenata del global warming a quanto accade nelle zone tropicali, più specificatamente al segno della PDO, meglio nota come Oscillazione Decadale del Pacifico.

Recent global warming hiatus dominated by low-latitude temperature trends in surface and troposphere data

Al link il paper, qui, invece un esauriente approfondimento.

In pratica, non è nell’assenza dei dati e sull’Artico, qualora la si potesse cancellare, che si deve cercare la pausa del riscaldamento globale, cercando di dimostrare che è un problema di misure, non di comprensione. La pausa c’è, è reale, ed è nei dati dei tropici, cioè dalle parti del serbatoio. E, a proposito di carburante:

Ora, se le performance dei modelli di simulazione sono così deludenti, come si può immaginare di aver capito come funziona il motore?

NB: l’immagine in testa al post viene da qui.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. alessandrobarbolini

    E tutti ascolti le balle che ti raccontano sulle TV??

    • donato

      Si. Perchè la gente normale, almeno quella che intende informarsi, è lì che trova il canale informativo più semplice ed a buon mercato. Chi non ha motivazioni particolari che lo spingono a seguire il dibattito scientifico su una rivista di divulgazione scientifica, su un blog o attraverso un libro divulgativo, si ferma alle notizie della televisione e, se va bene, di Leonardo. Come fai a renderti conto di ciò che la gente ascolta se non segui un po’ di televisione? Come fai a capire che tipo di messaggio i mass-media trasmettono a quella che una volta si chiamava “opinione pubblica”? L’unico modo è ascoltare la televisione (poi decidi se sono balle oppure no) e seguire le agenzie informative più comuni (ANSA, quotidiani e via cantando). Dopo esserti reso conto di tutto ciò puoi approfondire nelle sedi opportune ed esprimere un’opinione. Io così mi comporto: forse sbaglio, ma fino ad ora mi sono trovato bene. Per cui continuo ad ascoltare, a meditare ed a commentare.
      Ciao, Donato.

  2. donato

    Tutte balle! Il GW, anzi l’AGW, c’è e non si può disconoscere. Chi lo nega è al servizio dei petrolieri: parola di “Leonardo” del 23/02/2015 su RAI3!
    L’articolo di apertura dell’approfondimento scientifico della terza rete RAI non ha il minimo dubbio e ci mette al corrente del “misfatto” del dr. Soon: ha ricevuto sovvenzioni dai petrolieri per pubblicare su prestigiose riviste scientifiche previa revisione tra pari, ovviamente, diversi articoli che hanno contribuito a far fallire le varie Conferenze delle Parti succedutesi nel tempo.
    .
    Potenza del petrolio: gli articoli di stampo scettico di un unico ricercatore (tra l’altro neanche climatologo) sono riusciti a fare più delle centinaia di articoli di segno opposto a firma di blasonatissimi (tra cui sedicenti nobel) climatologi. 🙂 Probabilmente perché scarsamente confutabili, aggiungo io (ma non i redattori di Leonardo, ovviamente 🙂 ).
    Nel servizio giornalistico, bontà loro, si rendeva edotto il pubblico che il “lestofante” era stato scoperto e i suoi colleghi della Harvard University chiedevano provvedimenti esemplari. Probabilmente troveranno il modo di licenziarlo anche se ci dovranno pensare più di una volta visto la mole di pubblicazioni e, soprattutto, di soldi che riesce a portare a casa. 😉
    Se non ho capito male, i solerti colleghi del dr. Soon (che poi colleghi non sono perché lui fa parte di un’altra istituzione) non erano in grado di contestare l’articolo nel merito, ma rimproveravano al tapino di non aver denunciato le fonti di finanziamento delle sue ricerche. Come se un fatto potesse cambiare a seconda della fonte di finanziamento!
    Nella fase finale dell’articolo e, per essere sinceri, anche nello strillo iniziale, si faceva notare che anche le lobby ambientaliste e delle rinnovabili non lesinano finanziamenti alla ricerca pro AGW e si citava l’esempio di Bill Gates che intenderebbe finanziare pericolosissimi esperimenti di geoingegneria per ridurre gli effetti della CO2. Il messaggio sub liminale che hanno voluto trasmettere, però, lascia poco alle interpretazioni: basta limitare le emissioni e non serve la geoingegneria. 🙂
    .
    Andando un po’ oltre l’orticello nostrano (notoriamente piuttosto scarno di dettagli) ho trovato un paio di articoli (uno a favore ed uno contro) che possono chiarire meglio la vicenda:
    http://www.nytimes.com/2015/02/22/us/ties-to-corporate-cash-for-climate-change-researcher-Wei-Hock-Soon.html?_r=0
    .
    http://www.breitbart.com/big-government/2015/02/21/nyt-smears-scientist-willie-soon-for-telling-the-truth-about-global-warming/
    .
    Per quello che mi riguarda una sola considerazione. Non mi risulta che gli articoli di Soon siano stati confutati anche se molte vestali del clima che cambia e cambia male sostengono che sono basati su dati non corretti (si potrebbe dire lo stesso dei loro, ma lasciamo perdere) come scrivono, del resto, di tutti coloro che non seguono la linea di pensiero principale. In merito al finanziamento ed al conflitto di interesse credo che Soon abbia sbagliato a non dichiararlo, ma se non ho capito male, l’istituzione scientifica per cui lavora è quella che ha tratto il maggior beneficio dai finanziamenti “fossili” (a scanso di equivoci, però, ha firmato un documento sul cambiamento climatico in linea con il consenso ed ha proibito a Soon di occuparsi di clima che cambia e cambia male per colpa della CO2). 🙂
    Mah, che tempi!
    Ciao, Donato.
    .
    p.s.: rivolgo al nostro padrone di casa la solita lamentela: possibile che non si riesca ad ottenere uno straccio di petrodollaro visto che da anni sostengo che il GW non è di origine esclusivamente umana e sono considerato a tutti gli effetti un “perfido negazionista” (vedi pollaio ed annessi)? Poi si dice che non è vero che le fortune capitano sempre agli altri. 🙂

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