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Se tutto va bene non moriremo congelati

Ma sarà comunque un casino, perché il clima che cambia è cambia male non perdona.

Dunque, qualcuno ricorderà che in occasione degli inverni un po’ rigidi degli anni scorsi in Europa e degli ultimi due anni negli USA orientali, hanno iniziato a circolare fantasiose spiegazioni. Che fosse il ‘polar vortex’, portato giù da un non meglio specificato getto più debole, o che si trattasse di una conseguenza dello scioglimento dell’Artico, comunque l’origine era chiara: colpa nostra.

Capita invece che ora esca un lavoro sul Journal of Climate che smentisce tutto questo: 

Phisycs of changes in synoptic mixati tue temperature variability

La chiave, ne abbiamo parlato tante volte, è nella riduzione del gradiente nord sud della temperatura, cioè della differenza tra le alte e le basse latitudini, una differenza che si riduce perché le prime si stavano scaldando più velocemente delle seconde. Peccato però che nell’articolo dedicato a questo paper su Science Daily, ben fornito di virgolettati di uno degli autori dello studio, questa sia l’unica cosa sensata che si legge. Il resto è tutta fuffa catastrofista.

Ma non si può avere tutto. Buona fine settimana.

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Published inAttualità

6 Comments

  1. luca

    Non riesco a comprendere perchè mischiare la fede religiosa con la presunta responsabilità dell’uomo nel clima…se si evita questa dissacralità sarebbe più corretto e scientifico, più che altro per rispetto al prossimo, visto che ha precisato che l’uomo si è “evoluto”. Per quello che riguarda il clima, quel fenomeno di riduzione del gradiente termico latitudinale ha trovato riscontro soprattutto negli anni 90 e primi 2000, con le frequenti risalite delle fasce anticicloniche che hanno caratterizzato quegli anni con periodi siccitosi che ora sono un lontano ricordo. Piove di più e chi lo nega manca di coerenza e aggiornamento. Da profano credo che tale aumento (con riferimento anche al comportamento attuale dei ghiacci polari ) possa essere innescato solo dall’aria fredda, che contrastando con la mite preesistente, lasciata in eredità dalle dinamiche precedenti, genera questo surplus pluviometrico che ovviamente alle alte latitudini, alle alte quote e dove l’aria fredda tende a persistere da vita a notevoli snow cover, che sono a mio avviso responsabili con il loro albedo e conseguente feedback, della stasi termica che si vive da 18 anni circa e anche di alcune inversioni di tendenza di diversi ghiacciai mondiali. Ora cosa amplifichi o riduca l’azione dell’aria fredda, legata sempre e comunque ai vortici polari, non è chiaro (tante ipotesi ma nessuna certa), però ciò che è palese è la conseguenza sopra descritta. Gli oceani sono ancora caldi, ciò fornisce energia e l’inerzia termica ad essi associata compensa ancora l’appiattimento termico che stiamo vivendo, l’esempio del super nino diventato un mini nino dovrebbe far riflettere…

    • Luca,
      complimenti per la tua lucida analisi. Hai messo tanta carne al fuoco, ma non mi sentirei di toglierne neanche un po’.
      Grazie.
      gg

  2. Guido Botteri

    è colpa nostra, è il nostro peccato originale naturale, non si sa perché, ma si sa che è colpa nostra 😀
    siamo brutti e cattivi, qualsiasi cosa facciamo
    e che sia colpa nostra lo dicono dalla notte dei tempi
    anche allora non sapevano che avessimo fatto esattamente di male, ma sapevano che era colpa nostra;
    colpa della mela o della mail, non si sa, ma certamente colpa nostra, sì, come no.
    Questa storia della nostra colpevolezza, chissà perché, ha sempre avuto fortuna, e c’è sempre qualcuno disposto a crederci.
    ma io vedo che da quando l’uomo si è evoluto, c’è più vita, su questo pianeta, sia animale, che vegetale, che umana
    e, il ché non guasta, c’è anche più vita il sabato sera 😀

  3. Massimiliano

    Fuffa fa rima con truffa… 😉

  4. luigi mariani

    Vuoi vedere che aveva ragione Lindzen, quando sosteneva che la riduzione del gradiente latitudinale propria delle fasi calde è sfavorevole all’incremento negli eventi estremi (sia termici sia pluviometrici)?
    Per inciso a tale conclusione portano anche diversi studi paleoclimatici in cui si evidenzia che la frequenza degli eventi alluvionali in Europa è stata sensibilmente più bassa durante le fasi calde (es: optimum romano, optimum medioevale) che durante quelle fredde (es: piccola era glaciale).
    Comunque, trattandosi di una visione tranquillizzante e non catastrofica, è meglio mandarla il più presto possibile in soffitta, nel senso che i nostri concittadini debbono essere terrorizzati al punto da compiere “di propria volontà” le scelte che altri hanno già preconfezionato per loro, ovviamente per il bene del pianeta.
    Luigi

  5. alessandrobarbolini

    Quante parole spese per il nulla

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