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Evviva, se ne sono accorti anche loro!

Incredibile, anche sui nostri media giunge la lieta novella: la Terra è diventata più verde. Leggere per credere, sia su Repubblica che sul Corriere (ne segnalo uno solo visto che si tratta dello stesso articolo 😉 ).

Ma, attenzione, perché il fatto che le piante si nutrano di anidride carbonica e quindi se la godano con l’attuale concentrazione di questo gas è giudicato ‘paradossale’, mentre l’altro fatto, che le piante stanno meglio se ogni tanto piove è invece bollato come ‘fortunoso’.

Quindi la fotosintesi è un paradosso, mentre il disastro da CO2 annunciato sarebbe la normalità. Quindi se le cose vanno bene o è inspiegabile (paradossale) o abbiamo avuto fortuna (è piovuto). Curioso, se piove troppo o troppo poco è colpa del riscaldamento che modifica le dinamiche del clima, se piove abbastanza da favorire la crescita della vegetazione è solo fortuna.

Certo che sto riscaldamento globale è proprio strano!

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Published inAttualità

8 Comments

  1. Gianluca

    Io credo che un calcolo più preciso andrebbe fatto tenendo in conto l’aumento delle precipitazioni nell’ultima decada (un’uguale siccità avrebbe conseguenze anche peggiori) e l’abbandono di tanti terreni agricoli in Russia.

  2. Teo

    Ma tu lo sai le litigate con i legambientisti e italianostralisti? Gli dicevi queste cose come il risultato delle ricerche e loro “guarda che ti sbagli” e giù le solite ca@@ate! Tanto non c’è verso, non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire

  3. Fausto Cavalli

    Che la maggiore concentrazione di CO2 fornisca un aiutino all’accrescimento dei boschi non c’è dubbio, ma colgo una visione ancora molto miope e pretestuosa nell’affermare che i nuovi boschi siano i …pioppi coltivati in pianura o il frutto di oculato rinboschimento. La realtà dimostrata da numerosi studi è che il bosco conquista tutti gli anni nuovo terreno perchè nessuno lo taglia più, non essendo più fonte indispensabile di riscaldamento. Quindi i boschi che stanno a contorno delle nostre città pedemontane sono boschi da abbandono, di età non superiore a 40-60 anni. Ma, insisteo, va bene così, cosa dovremmo desiderare di più ? Che magicamente ritornino lussureggianti come erano nel “buon tempo antico”? Chissa poi se era così buono! Forse non siamo sempre così distruttivi, suvvia, non si cerchi sempre e comunque un qualsivoglia lato negativo.

  4. Alessandro

    Salve

    più che altro non si accorgono di aver sottratto terreni alla vegetazione!
    Con questa concentrazione di CO2 avremo dovuto avere molta più vegetazione paragonabile al picco di CO2 per un bilancio termico naturale.
    Invece sappiamo che il denaro fotte il cervello dell’essere umano e allora via a cementificazione e deforestazione. Gli USA per esempio sono davvero comici, hanno la più alta deforestazione mondiale e poi si lamentano che i Tornado sono sempre più devastanti.
    USA un bell’esempio di cervelli a forma di $…scusate ma mi fanno davvero ridere.

  5. alessandrobarbolini

    Di globale non c’è nulla..c’è solo la stupidità Dell essere umano

  6. Luigi mariani

    Caro Guido, il fatto che “L’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera fa paradossalmente accelerare il ciclo vitale delle piante” attesta un dato di fatto che una volta i bambini apprendevano fin dalle scuole elementari.
    Il fatto che sul Corriere si parli di “paradosso” segnala il fallimento di un intero sistema educativo, vittima di un clima di demagogia imperante e che relega CO2, mattone fondamentale della vita sul nostro pianeta, al ruolo di inquinante.

  7. Fabio Vomiero

    Indubbiamente questa è un’ottima notizia ed è giusto prenderne atto. Tuttavia credo debba far riflettere soprattutto il commento di Corona a chiusura dell’articolo, il quale, giustamente allude a sostanziali differenze tra verde “naturale” (boschi, foreste vergini) e verde “antropico”(es. del pioppeto piantato). Ora non so se lo studio originale fornisca dei dati i merito, ma temo, che la percentuale complessiva riferita alle foreste vergini sia in diminuzione, visti i tassi di deforestazione ancora praticati ad esempio nel caso della foresta amazzonica. Perché dal punto di vista ecologico, i due ecosistemi, naturale e artificiale sono completamente diversi in termini di resistenza (stabilità anaelastica), resilienza (stabilità elastica), entropia. Un ecosistema naturale, caratterizzato da un grande quota di componente biotica e biodiversità infatti si automantiene, è stabile, resistente alle perturbazioni, e la sua direzione naturale è verso un entropia negativa (ordine). Diversamente l’ecosistema artificiale, è instabile (anche se resiliente) e per essere mantenuto, deve comunque ricorrere a continui apporti di energia (vari interventi antropici) per sopperire alla sua tendenza verso l’entropia positiva e quindi il disordine. Quindi a mio avviso, e chiederei su questo magari aiuto al prof Mariani, credo che il punto fondamentale sia quello di cercare di conservare il più possibile gli ecosistemi naturali, perché poi quelli “artificiali” non saranno mai all’altezza, anche in termini di funzione ecosistemica orientata al bilancio di C02 atmosferica.

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