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I Sogni di Cielo e Terra di Freeman Dyson

In occasione dell’uscita del suo nuovo libro (Dreams of Earth and Sky), Freeman Dyson rilascia un’intervista a Scott Simon  di NPR, la radio pubblica statunitense ove su a questo link è possibile ascoltare la versione audio e leggere quella scritta. Di quest’ultima riportiamo qui di seguito la traduzione curata da Luigi Mariani.

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Freeman Dyson è fra gli scienziati più famosi e, talora, fra i più controversi. Novantunenne, Dyson è stato uno degli scienziati britannici che hanno aiutato a vincere la Seconda Guerra Mondiale ed ha poi percorso gran parte della sua carriera scientifica come professore di fisica all’Institute for Advanced Study di Princeton, New Jersey. Ha vinto la Max Planck Medal e il Templeton Prize ed ha scritto importanti libri fra cui Disturbing the Universe e The Scientist as rebel e articoli divulgativi che hanno suscitato interesse e dibattito.

Il suo ultimo libro è Dreams of Earth and Sky (Sogni di cielo e di terra), una raccolta di saggi su svariati soggetti, dalla storia della Royal Society al cambiamento climatico, dalle tecnologie dell’informazione alla possibilità di bio-ingegnerizzare gli esseri umani come oggi si fa per selezionare nuove varietà di piante da fiore. Qui di seguito le risposte di Dyson alle domande di Scott Simon.

Cosa ci dice in merito alla bioingegneria?

Vi sono persone che selezionano nuove varietà di piante da fiore per il solo divertimento, per quanto di bello e creativo c’è nel creare nuove varietà di tulipano o di rosa. Analogamente si possono ottenere nuove razze di animali. Se si pensa che possa essere utile prevenire malattie ereditarie, che sono alcune fra le peggiori, vi sono tutta una serie di ragioni per cui si potrebbero applicare tecniche di ingegneria genetica agli esseri umani come già si sta facendo per animali o piante. Tuttavia ogni caso dev’essere guardato con particolare attenzione al merito, e certamente uno stesso set di regole non è passibile di applicazione a tutti i casi.

Perché è scettico sul riscaldamento globale?

Quello che vorrei sottolineare è che molte azioni umane passibili di rilevanti effetti ecosistemici hanno poco o nulla a che vedere con il clima. L’anidride carbonica che stiamo producendo ed immettendo in  atmosfera in grandi quantità è un ottimo fertilizzante per tutti i tipi di vegetazione, il che si rivela positivo per la fauna selvatica e per la produzione agricola. Tali aspetti sono da considerare insieme agli effetti sul clima, che sono assai meno certi rispetto ai vantaggi. Pertanto siamo di fronte ad una questione di equilibrio nelle valutazioni. In sostanza debbo dichiararmi scettico in quanto non credo che nella scienza del clima sia tutto chiaro. Purtroppo molti esperti credono oggi di aver capito, mentre non è da escludere che abbiano fra le mani la risposta sbagliata. E’ naturale che il clima mi preoccupi e tuttavia oggi non sappiamo molto circa le cause di tali fenomeni. Ad esempio non sappiamo con certezza se il clima sia stato più variabile di quanto sia uso essere oggi. Voglio dire che i disastri peggiori si sono verificati nelle ere glaciali e nessuno ha un’idea chiara delle reali cause delle ere glaciali. Quindi non sto dicendo che i disastri climatici non siano reali; sto solo dicendo che non sappiamo come prevenirli.

Quali raccomandazioni per il futuro?

Direi che una delle prime cose che dovremmo cercare di fare è quello di sbarazzarci della povertà, delle miseria umana. Quando le persone sono povere, non possono prendersi cura della natura che li circonda. Mirano solo a sopravvivere come meglio possono ed in tal senso la gente più povera può anche esser la più distruttiva. Quindi direi che affrontare il tema della povertà è qualcosa di molto positivo e dovremmo già essere intenti a farlo. Problemi che dobbiamo altresì affrontare prioritariamente sono quelli della conservazione dell’ambiente, della tutela della fauna selvatica. Tutti problemi che dobbiamo affrontare e di questi il clima è uno, e neppure il più urgente.

Cosa ne pensa del commento di Stephen Hawking secondo il quale gli esseri umani hanno ancora un migliaio di anni da vivere sul pianeta Terra e poi dovranno per forza trasferirsi se vogliono sopravvivere?

Spero che ciò accada. Non tanto il trasferimento quanto la diffusione nell’universo della specie umana e con essa della vita nel suo complesso. C’è tutto questo meraviglioso universo, che pare morto per quanto siamo oggi in grado di dire, per cui sarebbe molto più bello se vi fosse vita. Non mi chieda però se ciò possa accadere; saranno gli esseri umani del futuro a fare la loro scelta.

Ma saremo ancora umani a quel punto?

Anche in questo caso, è una questione di scelta. Il normale corso degli eventi e della biologia prevede che una specie si estingua oppure che si divida in più specie di successo, dieci o cento specie. Questo è ciò che ci dice l’evoluzione, per cui penso che sia molto probabile che accada anche agli esseri umani. Se dovessi per ipotesi vivere su Marte, mi piacerebbe avere modo di poter andare in giro in un clima molto freddo. E senza dubbio quando le persone vivranno su Marte vorranno essere diverse per essere più adattate all’ambiente, piuttosto che cercare di adattare l’ambiente a loro.

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Published inAttualità

2 Comments

  1. donato

    Come non essere d’accordo con F. Dyson? Alle sue risposte non avrei NULLA da aggiungere prima di sottoscriverle (non solo per quanto riguarda il cambiamento climatico) così come non avrei NULLA da aggiungere a quelle che il compianto E. Bellone scriveva nei suoi editoriali su “Le Scienze” (quanto li rimpiango)! Si tratta di considerazioni logiche, inoppugnabili di una lucidità disarmante. Eppure alcuni le considerano poco più che vaneggiamenti.
    Una volta la vecchiaia era considerata indice di saggezza, oggi rimbambimento senile (anche se la cosa, stranamente, vale solo per alcuni vegliardi e non per tutti 🙂 ). E vabbe’, il mondo ormai va così.
    Ciao, Donato.

  2. Renzo

    ….Purtroppo molti esperti credono oggi di aver capito, mentre non è da escludere che abbiano fra le mani la risposta sbagliata.

    Vero, non solo in campo climatico….
    Ma il pericolo maggiore è che lo sbaglio (presunto) diventi il dogma
    indiscutibile a tutti i costi…
    Farebbe più danno questo …anzi, spesso lo ha già fatto…..
    Fa meditare questo insigne Scienziato 91enne….

    .

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