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La corrente del golfo è viva e vegeta

E’ un argomento ricorrente quello dell’indebolimento della Corrente del Gofo, il nastro trasportatore di calore che sale dal Golfo del Messico al Mare del Nord. Un tema assurto agli onori della cronaca con il blockbuster The Day After Tomorrow, pellicola densa di pathos ma povera di scienza, che trova conferma anche nelle simulazioni climatiche, che di scienza sono ricche ma hanno il grosso difetto di non rappresentare correttamente la realtà.

Accade così che ogni tanto, qualcuno si ricordi che la realtà supera sempre l’immaginazione, tirando le somme di lunghi anni di osservazione dei flussi che caratterizzano il trasporto di calore dai tropici verso le latitudini polari in Atlantico, mostrando chiaramente che pur in un contesto di accentuata variabilità sia nel breve che nel medio periodo climatico (anni e decadi), nel lungo periodo, quello che per il clima conta davvero, il flusso è stabile e regolare.

Viene dall’Istituto di Geofisica dell’Università di Bergen il ricercatore che ha collezionato i dati dell’ultimo ventennio e li ha recentemente presentati in un articolo uscito su una rivista di divulgazione scientifica. Al riguardo, non sono riuscito a trovare riferimenti ad eventuali pubblicazioni o validazioni di questo dataset. Sta di fatto che tanto il grafico divulgato, quanto le parole del ricercatore sono piuttosto eloquenti.

Fig 2 – Golf Stream – temp measurements west coast Norway “Got hotter, then cold again. The green line in this figure shows the annual variations of the temperature. It increased one degree Celsius from 1995 to 2005. Since then the temperatures have dropped back to the 1995-level. The average temperature at the depth of 100 meters is 8.9 degree Celsius.” (from the newspaper VG)
Fig 2 – Golf Stream – temp measurements west coast Norway “Got hotter, then cold again. The green line in this figure shows the annual variations of the temperature. It increased one degree Celsius from 1995 to 2005. Since then the temperatures have dropped back to the 1995-level. The average temperature at the depth of 100 meters is 8.9 degree Celsius.” (from the newspaper VG)

Quel che si vede è che il flusso è vivace nel senso che varia sia stagionalmente che da un anno all’altro. Ma quando lo si osserva su venti anni, mostra una stabilità di lungo periodo.

NB: qui e qui ci sono i riferimenti, purtroppo il primo e più importante è in lingua norvegese, con il traduttore di google che fa un lavoro a dir poco atroce. Qui, invece, un poster dello stesso autore che spiega un po’ di cose sulla CdG.

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Published inAttualitàClimatologia

6 Comments

  1. No, vabbè… ora non esageriamo che poi la gente ci crede…

    “…quando lo si osserva su venti anni, mostra una stabilità di lungo periodo…”

    Guardando il grafico, chiunque sprovvisto di paraocchi vedrebbe una tendenza al ribasso iniziata più o meno intorno al 2010.
    La verità, che viene deliberatamente omessa quando si fa riferimento allo studio riportato nel vostro articolo, è che NON È AFFATTO VERO che negli ultimi 20 anni la Corrente Del Golfo è costante. Ciò che emerge dallo studio è essenzialmente che in 20 anni di dati, per 10 anni si è registrato un riscaldamento… mentre per i restanti si è avuto un raffreddamento. Il risultato non è una costante…. ma un sostanziale ritorno ai valori di 20 anni fa.

    Quel che dobbiamo chiederci ora è: la Corrente del Golfo, continuerà a salire e scendere con una frequenza decennale oppure continuerà a rallentare e a raffreddarsi com’è logico che faccia, visto che viene regolata dall’attività solare?

    Tra il 2020 e il 2030 circa avremo il periodo di maggior “raffreddamento” degli oceani, con AMO, PDO, ENSO e quant’altro, tutti negativi… e con Attività Solare praticamente “nulla”.
    Staremo a vedere se sarà la scienza a “vincere” o se la disinformazione imperante di chi vuole, a tutti i costi, sostenere il Riscaldamento Globale (…e pensare che ci sono meteorologi che credono ciecamente al Riscaldamento Globale Antropogenico. Per fortuna non sono qui!!!!).

  2. alessandrobarbolini

    Mi chiedo che fine abbiano fatto tutti i ghiacci del polo .sciolti ( a sentire i filo serristi )! Ovvero tutta la loro acqua dolce dove sia finita? Sta a veder che un giorno si inventeranno che invece di essersi riversata nella cdg è invece evaporato direttamente visto che quel mare lassù ( per loro) è caldo come i tropici…..quanta inutile mal informazione! ..altro che meteo terroristi o climaterroristi

  3. Filippo Turturici

    Mi si perdoni l’intervento ironico sulle simulazioni climatiche, ma a proposito di simulazioni al computer (vecchia ma sempre valida):

    http://dilbert.com/strip/1992-07-22

    La comicità di Dilbert è molto sottile ed “ingegneristica”, ma se afferrata, è una delle più geniali metafore del mondo sia tecnico-scientifico che aziendale!

  4. Renzo

    Caro Guido, mi permetto un ‘contributo’ di cui questa fonte:
    http://www.focus.it/ambiente/natura/anidride-carbonica-e-riscaldamento-globale, dove si cita lo studio dell’autore norvegese Kjell Arild Orvik:
    —–
    LA CORRENTE DELLA VITA. C’è un’altra questione sul riscaldamento dei mari che riguarda la Corrente del Golfo. Negli anni scorsi alcune scuole di pensiero avevano ipotizzato che a causa del riscaldamento degli oceani polari la Corrente del Golfo potesse diminuire di intensità, addirittura fermarsi, con conseguenze catastrofiche per l’interno pianeta.
    Secondo Kjell Arild Orvik, ricercatore al Geophysical Insitute dell’università di Bergen (Norvegia), i dati oceanografici raccolti negli ultimi anni descrivono invece una condizione di sostanziale stabilità della Corrente del Golfo: la velocità, l’intensità e – soprattutto – la temperatura della corrente misurata lungo le coste della Norvegia non sono cambiate rispetto a 20 anni fa. Con una anomalia ancora tutta da indagare: l’analisi dei dati ha infatti rivelato che nel periodo compreso tra 20 e 10 anni fa la temperatura della Corrente è cresciuta di circa un grado, per poi tornare ai valori precedenti al 1995.

    Il meccanismo della fluttuazione richiede una spiegazione che nuovi studi, che tengano conto di un più ampio ventaglio di correlazioni tra i macro fenomeni del pianeta, forse riusciranno a trovare.
    ——-
    Personalmente , ritengo molto importante lo studio di cui sopra
    visto che arriva da ‘uno’ del posto…ovvero da non sottovalutare.

    Saluti.
    Renzo.

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