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Report e rinnovabili: Chissà se la racconteranno tutta

Guardando i primi fotogrammi del trailer della video inchiesta che andrà in onda domenica prossima su Report (qui, su corriere.it), l’idea che mi son fatto è no, non ce la racconteranno tutta. Anzi, forse il titolo giusto sarebbe stato “Report e Corriere, il terrore (climatico) corre sul filo elettrico“. E’ tuttavia concesso il beneficio del dubbio, perché magari spiegandoci chi ci sta realmente guadagnando con la corsa alle fonti rinnovabili, ci diranno anche quali e quanti guadagni illeciti e con quali e quanti benefici per il sistema climatico sono arrivati in questi anni di isteria.

Qui sotto il trailer

Mentre sotto ancora, c’è una perla di impegno ambientale. Conoscete le auto Tesla? Gioielli di tecnologia alternativa, che costano appunto come fossero di pietre preziose e funzionano rigorosamente senza motori termici ma solo elettrici. Nel video che segue (fonte), un gruppetto di fortunati possessori ricarica le proprie bellissime fuoriserie elettriche con un generatore diesel. Il cerchio è chiuso e il pianeta è contento.

Nota per i lettori: sono giorni di blogging “leggero” questi, abbiate pazienza.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. Filippo Turturici

    Si diceva nell’antichità, che gli dei fanno impazzire chi vogliono perdere. Oggi purtroppo la pazzia si diffonde, accompagnata da una bella dose di ignoranza dei principi della termodinamica (vedi chi ricarica le Tesla con un generatore diesel).

  2. Tommaso

    Personalmente ho il dubbio che taluni giornalisti….
    Anche qui in Italia vi sono ampi margini si sviluppo per le rinnovabi. Ma quali? Molti dimenticano che il fotovoltaico nasce sfruttando grosse fette di energia fossile e, solo a febbraio di quest’anno, si è raggiunto il pareggio di bilancio. Anche le biomasse sono in crescita, ma la tecnologia per rendere profittevoli impianti di micro-cogenerazione non sono consolidate, soprattutto in un paese frazionato come il nostro. Qui ci va di mezzo il terrorismo NIMBA, duro a morire: faccio un esempio: (in un impianto di digestione di deiezioni le emissioni dei motori, controllate, sono meno tossiche delle emissioni delle deiezioni stesse, sia per l’ambiente che per l’uomo, ma quanti lo sanno, ma soprattutto quanti hanno la capacità tecnica di provarlo?) Non parliamo di casi particolari come la pollina che è e rimane a rischio salmonellosi (non parliamo dei metalli pesanti) per 60gg se sparsa sui campi, ma se la smaltisci in una griglia (caldaia) dove a 950°C la salmonella non sopravvive nemmeno nei film ed i metalli si ossidano (ricordo che il ferro metallico inquina, a con l’ossido di ferro ci facciamo i mattoni da 3mila anni).
    Ma nessuno parla di ITER (iter.org) generatore a fusione nucleare (ndr fusione non fissione) di cui si è già iniziato l’assemblaggio costituirà una pietra migliare per l’energia del futuro. Sarà avviato nel 2019. L’impatto ambientale di tale tecnologia è praticamente nullo, e costituirà la base per una nuova concezione di produzione, stoccaggio e distribuzione dell’energia. Ma come?
    Guardate il sito del comune di Merano (quindi rendetevi conto di cosa si fa “oggi”) di notte una cella elettrolitica produce idrogeno quando l’energia costa meno (e costa meno perchè pochi la consumano). Idrogeno che viene stoccato, compresso e finisce nei serbatoi dei bus del trasporto pubblico. In tutto questo scenario non c’è un solo grammo di combustibile fossile, di capitale mediorientale, di tecnologia Saudita.

    • donato

      Tommaso, su alcuni aspetti del suo intervento concordo (notevole quello riguardante la pollina che mi interessa particolarmente e che mi porterà a rivedere diverse mie abitudini), su altri un po’ meno.
      Lei fa riferimento al progetto ITER. Sono decenni che se ne parla, ma effetti reali non se ne vedono. Nel 2019 riusciremo, forse, a completare l’opera, ma quando si partirà con l’accensione e quando otterremo la prima produzione di energia? Si dice nel 2020, ma negli anni ’70/’80 del secolo scorso si parlava del 2000; oggi i più ottimisti, parlano del 2050. I meno ottimisti cominciano a dubitare della possibilità pratica di produrre energia da fusione a costi convenienti. Onestamente credo che io non vedrò l’inizio dell’era della fusione nucleare (sono nato nel 1959, faccia lei i conti …. 🙂 ).
      Circa il resto delle rinnovabili, mi spiace dirlo, rappresentano delle soluzioni di nicchia che riescono a sopravvivere solo grazie a generose incentivazioni.
      Personalmente sono, quindi, piuttosto scettico circa i margini di sviluppo di tali tecnologie. Ed in ogni caso, ammesso che si riescano ad abbattere i costi di produzione delle energie da fonte rinnovabile, a risolvere i problemi di discontinuità nella produzione e via cantando, saranno necessari decenni prima di poter sostituire una quota significativa dell’energia fossile con quella rinnovabile.
      Ciao, Donato.

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