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Il Clima cambia? La WMO cambia il clima

Poco meno di un anno fa, nel luglio del 2014, Luigi Mariani aveva dato conto sulle nostre pagine di una proposta della Commissione climatologia della WMO (World Meteorological Organization) di cambiare il concetto di CLINO (CLImate NOrmals o medie climatiche, provvedendo ad aggiornarlo più frequentemente. In sostanza, le medie climatiche sono calcolate sempre su un periodo di riferimento trentennale e quel periodo è il 1961-90. Sono molti a ritenere che in un sistema in rapida evoluzione e con gli usi sempre più frequenti che si fanno di questi dati di riferimento avere come termine di paragone un periodo così lontano non sia l’ideale e che sia necessario che anche l’WMO, come già molti servizi meteorologici nazionali hanno fatto, provvedesse ad aggiornare il CLINO verso periodi più prossimi all’attuale.

In funzione della necessità di mantenere comunque a scopi prettamente climatologici di lungo periodo anche il 1961-90, pare che la WMO abbia in effetti deciso di recepire la richiesta della commissione. Almeno così leggiamo su questo comunicato stampa uscito il 1 giugno scorso.

New Two-Tier approach on “climate normals”

News
1 June 2015

Congress recognizes urgent need to incorporate climate change in decision making

The World Meteorological Organization will introduce a new a two-tier approach to the 30-year baselines for climate data to take into account the rapid pace of climate change as well as the operational needs for up to date climate information.

Because the climate varies naturally from year to year, climatologists use standard 30-year averages of temperatures, precipitation and other variables to put, for example, the magnitude of a current heatwave or rainstorm into historical context. These 30-year historical averages are called “climate normals” and can be calculated at the local, national or global levels.

Climate normals are presently updated once every 30 years, and the current official climate normal period is 1961-1990. The resulting averaged data are called WMO Climatological Standard Normals. However, rising atmospheric concentrations of greenhouse gases are changing the Earth’s climate much faster than before. As a result, decision-makers in climate-sensitive sectors and industries such as water management, energy, agriculture and viticulture may be basing important decisions on information that may be out of date.

The World Meteorological Congress, WMO’s top decision-making body on Standards, approved a resolution that WMO will update the climatological Standard Normals for operational purposes every 10 years and will use 1981-2010 as the current base period. However, it will retain 1961-1990 as the historical base period for the sake of supporting long-term climate change assessments.

“In a world in which the climate is changing rapidly, we need to update the climate normals more frequently than we did in the past to keep them useful,” said Thomas C. Peterson, President of the WMO Commission for Climatology and Principal Scientist of NOAA’s National Centers for Environmental Information.

“But at the same time, we need to keep the historical baseline for the sake of public and scientific understanding about the rate of climate change.”

Many national weather services have already started to use the more recent 30-year period of 1981-2010 for operational services, such as forecasts of peak energy load and recommendations on crop selection and planting times. One consequence of this is that different researchers and weather services are using different baselines, which results in inconsistent comparisons.

The move to two-tier baselines will help harmonize and standardize the differing national approaches and facilitate international comparisons.

The new technical regulation on “Calculating Climatological Standard Normals approved by Congress means that all countries will start using the period 1981-2010. This period would be updated every 10 years, so that the 30-year climate normal to be used in the 2020s would be 1991-2020. But the 1961-1990 baseline for assessing climate change will be kept until there is a scientifically compelling reason for changing it.

Today’s increasingly powerful computers and climate data management systems now make it much easier to conduct more frequent updates, which involve analyzing massive amounts of climate data. Another advantage of decadal updates is that they will make it possible to incorporate data from newly established weather stations into the normals more rapidly.

Sicché il periodo trentennale di riferimento sarà aggiornato ogni 10 anni (ora si passa al 1981-2010) per scopi operativi, ma il 1961-1990 resterà come media climatica storica. Tutti più contenti, anche chi ha scritto il titolo di questa news e non ha saputo resistere alla tentazione di ficcarci dentro il climate change.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. teo

    E cosi’ si trasferisce al WMO anche quella grande pensata dell’interdecadale partorita dall’IGBP. Infatti, i meteorologi erano considerati dei grandissimi rompiballe perche’ partivano dall’asserto WMO che 30 anni rappresentano un punto, quindi inutile andar per televisioni a dire il clima di quest’anno e’ piu’ caldo dell’anno scorso. Bene, adesso chi lo fa e’ scientificamente giustificato. E lo e’ anche chi ritocca appunto gli andamenti delle serie storiche per renderle piu’ confacenti alle nuove definizioni. Carissimi amici, questo e’ il motivo per cui, pur leggendovi sempre volentieri, ho deciso che il mio compito di ricercatore era esaurito da tempo nel settore clima globale perche’ se volevo far il circense facevo un altro mestiere.

  2. Filippo Turturici

    Attenti che ora arriva la “bomba” dalla NOAA, che ha rivisto tutti i dati oceanici degli ultimi 15-20 anni, scoprendo che quelli precedenti…erano sbagliati! Quindi niente più “pausa” del GW ma riscaldamento costante come e quanto prima. Stranamente però Hadley non pare d’accordo, i satelliti nemmeno, e tutto questo sembrerebbe una barzelletta se non fosse che avviene in un ente nominalmente scientifico. Infatti, se i dati non vanno bene, basta cambiare i dati, l’importante è muovere i miliardi in una certa direzione… Peccato che i media daranno questa notizia in prima pagina, ed i dubbi forse in un angolino a fondo articolo.

  3. Guido Botteri

    Giusto non molto tempo fa avevo scritto che i 30 anni sono una (necessaria) convenzione, ma il clima ha (anche) cicli molto più lunghi. Essendo quindi una funzione di componenti che hanno tempificazioni anche molto diverse, trovo giusta una certa elasticità, che è cosa utile e buona purché non sia usata nel modo sbagliato (e qui mi fermo).

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