Salta al contenuto

Eataly, EXPO e…leggere per credere.

La buona vecchia campagna, quella stile mulino bianco per intenderci, finalmente sbarca a casa di tutti noi, solo che lo fa in una forma che non vi piacerà molto. Molto semplicemente, qualcuno che sa cosa dovremmo mangiare e, soprattutto, da dove dovrebbe arrivare quel che mettiamo in tavola, ha rispolverato il buon vecchio business dell’aria in barattolo, solo che nel barattolo ci ha messo la merda. Avete letto bene, sarà pure mista a paglia e lungamente maturata, tanto che poi finisce per chiamarsi letame, ma certo non potrà mai nascondere le sue origini.

Otto, anzi quasi nove euro per avere un barattolo di latta con settecentocinquanta grammi di letame da spargere sui fiori dei vostri balconi cittadini, su teneri virgulti sicuramente sofferenti. Li trovate negli store di Eataly. Geniale.

Come geniale è l’articolo di Francesco Maria del Vigo che ne parla sul suo blog. Se invece volete saperne un po’ di più sulla materia in argomento, su cui magari come esseri viventi pensavate di sapere più o meno tutto quello che c’è da sapere, vi consiglio l’articolo dell’amico Luigi Mariani uscito su Agrarian Sciences.

Mi chiedo se magari i barattoli in questione non costituiscano anche un gadget omaggio presso il padiglione di Eataly a EXPO. A proposito, lo sapevate che la manifestazione gastronomica che tutti ci pervade ha ben 86 ambasciatori? Date un’occhiata alle loro referenze su quest’altro articolo sempre di Luigi Mariani, la realtà supera sempre l’immaginazione…

Infine, il sito web del produttore dei preziosi barattoli non ve lo segnalo, se ne avete voglia cercatelo, ma vi anticipo che, giustamente, leggendo la storia di questa fantastica iniziativa imprenditoriale, vi sentirete veramente presi per la parte anatomica adatta all’argomento.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

4 Comments

  1. L’avevo visto. E dire che di quel prodotto il nostro paese potrebbe produrre quantità enormi.

    Un sentito grazie a Luigi: era da tempo che cercavo i dati per quantificare questa presa per il culo. Ora ne farò uso adeguato.

  2. Teo

    solo un pensiero: in una epoca di sicurezza alimentare mi piacerebbe sapere se la catena produttiva del prodotto e’ ben separata dalle altre, altrimenti sarebbe veramente tutta una ….

    • Luigi Mariani

      In genere dovrebbe essere così.
      Un recente eccezione è rappresentata dal caso dei 54 morti (quasi tutti donne) e dei 10.000 ricoveri in ospedale verificatisi in Germania nel 2011 a seguito di un’intossicazione dovuta a un mutante del batterio Escherichia coli produttore di una tossina mortale e che si era sviluppato su germogli di una leguminosa (il fieno greco) prodotti da un’azienda biologica e che guard’a caso erano inquinanti da letame.

Rispondi a Teo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »