Salta al contenuto

Non c’è più niente da fareeeee……E’ stato bello sognareeee……

Nel balletto tra livello di comprensione scientifica del tema clima che cambia e cambia male, di divulgazione scientifica e di pastrocchio che compiono i media con entusiasmo senza che nessuna delle vestali del clima accenni anche solo a sollevare un sopracciglio, ecco a voi la sintesi di Repubblica sul futuro di questo malandato ma più verde pianeta che sarebbe “appeso a un filo” (sic!).

  1. Orsi polari che cambiano dieta
  2. 2015 anno più caldo di sempre
  3. Calore mannaro in procinto di emergere dall’oceano
  4. Ghiacciai antartici oltre la soglia critica di scioglimento
  5. New York, Londra e Venezia sott’acqua

Per di più tutto questo, se i governi assolveranno a quanto promesso, sarà ritardato di soli otto mesi.

Mettetevi comodi e procuratevi un fazzoletto per asciugare l’alternanza di lacrime e sudori freddi.

Buona lettura

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

8 Comments

  1. L’articolo di Repubblica contiene la frase:

    L’idea che la domanda di petrolio possa arrestare la sua ascesa già nei prossimi anni, cozza contro tutte le previsioni ufficiali di Big Oil, da Exxon a Shell a Bp.

    Infatti è così, ed è anche nelle previsioni ufficiali di molti stati, compreso quelli “ufficialmente progressisti” come il Brasile. Tuttavia, se il messaggio subliminale voleva essere che le compagnie petrolifere remano contro, a Repubblica dovrebbero spiegarmi perché non citano il fatto che, per esempio, BP ha le mani in pasta nel solare e nell’idrogeno, come spiega un articolo de La Nuova BQ:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-tra-sole-e-petrolio-il-gioco-sporco-degli-eco-imperialisti-13146.htm

    Traparentesi, volendone dare una lettura cinica, non critico neanche questa scelta di BP: se hai le risorse, ti metti “al sicuro” coprendo il tuo business con tutte le possibili evoluzioni. Basta piantarla con il gioco delle parti.

    • Filippo Turturici

      A dire il vero, è previsto un rallentamento nella crescita dei consumi petroliferi, fino a stabilizzarsi verso la metà del secolo. Ma quello che è davvero più importante, è che nessuno dice che nel novero delle fantomatiche “big oil” c’è anche ENI: che, tra tasse e dividendi, dà allo stato italiano qualcosa come l’1%, 1.5% annuo delle sue entrate (e sono pure capaci di entrare in contenzioso fiscale come nel 2014). Mentre per esempio anche Repubblica prende contributi indiretti (es. agevolazioni IVA) per l’editoria. Insomma, da “big oil” mica ci guadagnano solo gli amerikani o gli anglo-olandesi…

    • Filippo Turturici

      P.S. Aggiungerei che le 2 più grandi compagnie oil&gas sono cinesi, di proprietà di uno stato (ancora nominalmente) comunista. Senza contare le innumerevoli compagnie statali, e le varie Total, Lukoil ecc. Mai nominate eppure responsabili tutte insieme del 90% del fatturato petrolifero: la conoscenza del mercato petrolifero di questi giornalisti (e purtroppo anche di molti altri) è ferma, se va bene, agli anni ’60.

    • Filippo, io sono di vecchia scuola: i trentacinque anni da qui a metà secolo, per me, sono un’eternità. 🙂 È già ben difficile avere un’idea di come sarà l’economia europea da qui a cinque anni…

    • Donato

      Sabato sera si discuteva di clima che cambia e cambia male. La discussione coinvolgeva essenzialmente me e mio nipote e mentre ero intento ad illustrare la divergenza tra modelli e rilevazioni e le “previsioni” per fine secolo a seconda dei vari scenari di emissioni, ebbi a dire che qualora si fossero avverate le previsioni più fosche a fine secolo ci sarebbero stati problemi, anzi ci sarebbero stati a metà secolo secondo un articolo di Repubblica (quello di cui stiamo discutendo). Mio cognato che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio, mi interruppe e disse: non per noi. Sul momento non capii e lo osservai perplesso. Lui ribadì: non per noi. Una grossa risata interruppe, definitivamente, la discussione: mio cognato si avvicina alla settantina. 🙂
      Ciao, Donato.

  2. Donato

    Mah! E ancora mah!
    Parole, parole, parole…. tante parole, ma pochissima sostanza: riducete la CO2 subito, costi quel che costi, o non ce la faremo a restare sotto i 2°C.
    Perché? Non si sa, si dice, sta scritto, così è, ipse dixit.
    Il tono è tipico dei sermoni millenaristici: peccatori pentitevi, la fine del mondo è vicina!
    Perché? Non si sa, si dice, sta scritto, così è, ipse dixit.
    .
    Sinceramente sono stanco di ascoltare questi predicatori da strapazzo che ci rompono le scatole dal mattino alla sera con le loro profezie di sventura. A volte sogno una glaciazione (come quella del celebre film) con la speranza che ce li tolga dalle scatole. Altre volte vorrei che un’autorità planetaria staccasse la spina dell’energia dall’oggi al domani per vedere che cosa direbbero; se fossero felici e contenti della posizione che tante volte hanno vagheggiato: che la decrescita felice possa liberarci di questi profeti di sventura, di queste cassandre fastidiose!
    E pensare che questo sc..fo di articolo ha totalizzato ben 974 “mi piace”.
    .
    A proposito di effetti del GW (con A e senza A): sembra che con il caldo i maschietti abbiamo più problemi delle femminucce: cambiano sesso! 🙂
    Non ci credete? Vedere per credere:
    http://www5.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2015/07/02/con-riscaldamento-globale-rettili-maschi-cambiano-sesso_c2f5897f-3e87-49ab-90aa-237618440a51.html
    E noi qui a fare gli scettici! Pentiamoci, sciagurati! La punizione climatica ci colpirà nel profondo! 🙂
    Ciao, Donato.

  3. Ichnusa

    Tranquilli …
    La Sardegna ha promesso di tagliare le proprie emissioni e salvare il gli orsi polari !

    • Bene. Ne siamo sollevati.
      Circa la segnalazione…è tutto vero, tranne il piccolo particolare che la strategia è stata applicata al contrario, cioè a sostegno della tesi AGW.
      gg

Rispondi a Fabrizio Giudici Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »