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E il Sahara si fece più verde…dannato climate change!

National Geographic News, 31 luglio scorso: “Sahara Desert Greening Due to Climate Change?“. E già, piove di più nelle aree desertiche dell’Africa centrale e la vegetazione sta esplodendo. Non erba, ma piante, alberi, insomma biomassa, quella che arriva e resiste solo se non si tratta di eventi passeggeri. Pare infatti che sia una ventina d’anni che le precipitazioni sono in aumento da quelle parti, in barba al disfacimento climatico ed alla catastrofe imminente.

Naturalmente c’è una spiegazione in chiave clima che cambia e cambia male: piove di più perché, causa AGW, c’è più vapore nell’aria, quindi più nuvole, quindi più piogge. Sembra anche che qualche modello climatico lo avesse previsto. Molti altri no, ma cosa vuoi, non tutto si può avere. Dunque piove sul deserto…immagino quale copiosa evaporazione possano offrire le dune di sabbia. Non sarà mica che le nubi e la pioggia sono regolate dalla circolazione dell’aria, dalla posizione dell’ITCZ e delle correnti discendenti della cella di Hadley, tutte cose che i modelli sì e no sanno che esistono?

E così, ci sarebbe questa simpatica sorpresa, che dura da un ventennio ma che l’esperto di turno giudica ancora incerta, proprio perché non nelle previsioni. Così, quasi incredulo, il National Geographic ci porta lestamente alla mappa interattiva degli impatti previsti del cambiamento climatico. Nell’ordine per l’Africa, riduzione della stagione di crescita, popolazione a rischio, cambiamento delle aree affette da malattie, siccità. Rinverdimento dei deserti non pervenuto. Normale, è osservato mica previsto ;-).

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Published inAttualità

8 Comments

  1. Alberto R.

    “Se i fatti cozzano con la teoria, ignora i fatti”

  2. Giacomo Pollini

    Chi scrive una frase così gretta e sciocca: “(..) circolazione dell’aria, dalla posizione dell’ITCZ e delle correnti discendenti della cella di Hadley, tutte cose che i modelli sì e no sanno che esistono?” mente sapendo di mentire. Consiglio visita al centro Ecmwf e una chiaccherata con i modellisti, poi vediamo se quelle cose scritte “i modelli sanno s e no che esistono”…robe da pazzi.

    • Giacomo, fallo tu un giro al centro europeo, così magari scopri anche che lì non si fa modellistica climatica, né si realizzano scenari come quelli di cui si parla in questo post. Ritenta con un altro esempio.

  3. Mario

    Fra qualche miliardo di anni la terra finirà divorata dal sole. Perciò è vero, i modelli non sbagliano il global worming distruggerà il pianeta 🙂

  4. Luca G.

    Un saluto…Come la vita sociale da strette di mano e sguardi a tu per tu, che ponevano la realtà nuda e cruda davanti a noi,si è virtualizzata in un mondo oserei dire “immaginario”, così anche la scienza sta pericolosamente entrando, o forse è già entrata, in uno stile simulatorio e non più empirico dell’evidenza dei fatti. Un po’ come giocare un derby Milan-Inter pc vs pc sulla Play station e credere che il risultato finale sarà il più probabile nella gara reale. Per mio conto, più una mente si assoggetta e fa uso del pc o comunque di qualsiasi mezzo tecnologico in modo passivo, più perde e atrofizza la sua capacità intellettiva. Dopotutto la storia ce lo dimostra, le nostre certezze poggiano ancora sulle menti del passato.

  5. luca

    Un saluto…Come la vita sociale da strette di mano e sguardi a tu per tu, che ponevano la realtà nuda e cruda davanti a noi,si è virtualizzata in un mondo oserei dire “immaginario”, così anche la scienza sta pericolosamente entrando, o forse è già entrata, in uno stile simulatorio e non più empirico dell’evidenza dei fatti.

  6. Luca Maggiolini

    E’ la sindrome da: l’avevo detto che io che quello sconosciuto avrebbe fatto 25 gol in serie A quest’anno.
    Dopo che è successo, tutti l’avevano previsto, basta modificare un po’ di qui e un po’ di là i dati e zaaac, fatto, manco fosse un bilancio di una finanziaria…..

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