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AGW, il consenso c’è, ma su cosa non è dato saperlo

Questa, se vorrete, sarà la tipica lettura da week end. Leggera al punto giusto se non avrete voglia di approfondire, istruttiva invece se lo farete.

Judith Curry ha pubblicato sul suo blog un post che fa l’esegesi del consenso scientifico in materia di riscaldamento globale antropico, ovvero su quel famoso 97% di adesioni tra gli scienziati scaturito dal celebre lavoro di Stephen Lewandosky che ha suscitato un entusiasmo tra i media pari soltanto alle legnate che ha preso in sede di validazione.

Non contento di questo dirompente risultato, Lewandosky ha deciso di tornare sull’argomento andando a investigare a quale strana razza potessero appartenere quanti sarebbero invece rimasti nel 3% di non convinti. Dobbiamo ritenerci fortunati di poterlo apprendere, perché pare che ben quattro diverse riviste scientifiche abbiano rifiutato il lavoro, prima che venisse finalmente accettato da Theoretical and Applied Climatology.

Perché si debba continuare a far la conta tra chi crede e chi no, continua ad essere un mistero, per me.

Ad ogni modo, chissà se tra quelli che credono, visto che nella prima analisi di Lewandosky compariva di tutto, qualche scienziato del clima sì, ma anche molti altri, quasi tutti, che con l’argomento non avevano nulla a che fare, compresi analisti sull’uso delle cucine e sulle costruzioni edili, tutti evidentemente convinti che un mondo più caldo avrà impatto sia sui fornelli che sulle cucine che li contengono… dicevo, chissà se tra costoro c’è qualcuno che sa che i modelli climatici che dovrebbero svelarci il futuro bollente del clima, l’unica cosa che riescono a far bene è dimostrare di essere del tutto inadatti a farlo.

Lo spiega per l’ennesima volta Bob Tisdale in un post in cui confronta il calore assorbito dagli oceani come derivazione dell’alterazione del bilancio radiativo simulato dai modelli climatici con le osservazioni. Il risultato è deludente, per essere gentili. Questa, credo si sia capito, è la parte un po’ più impegnativa ;-).

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Published inAttualità

9 Comments

  1. donato

    Terrone nel senso etimologico del termine, cioè nativo del meridione italiano e felice di esserlo. In gioventù ho avuto occasione di emigrare (su invito dell’Italsider di Genova, appena dopo la laurea), ma declinai l’invito e non me ne pento assolutamente, quindi Terrone per nascita, per educazione e per scelta. Terrone anche nel senso di erede dei Sanniti, dei Greci e dei Romani che consideravano barbari tutti gli altri (nella storia le situazioni si evolvono 🙂 ).
    Pensionato ancora no, non ne ho l’età. 🙂
    Per il troll e per quanto scrive, credo possa valere che scrisse il Poeta:
    .
    Fama di loro il mondo esser non lassa;
    misericordia e giustizia li sdegna:
    non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
    (D. Alighieri – Inferno – Canto III, vv . e segg.)
    .
    Ciao, Donato.

  2. Maurizio Rovati

    Si dice da sempre che chi disprezza compra. Può non essere il caso ma c’è un fondo di verità statistica (una non-verità assoluta o una verità non assoluta) che deriva forse da una necessità.
    Stai attento ##### ## perché se hai sentito l’esigenza di intervenire in un covo di negazionisti terroni e pensionati, la molla può essere il dannato dubbio che la realtà non sia come sembra, come dicono tutti, come vorremmo che fosse giusto che fosse… ma solo semplicemente la dura difficile realtà.

    C’è un film che mi ha colpito. Le mele di Adamo
    Lo consiglio a tutti.

  3. Penso sia un troll pagato da Big Oil per far credere che i cambioclimatistI siano esseri spregevoli che di fronte alla minaccia della Terra ridotta a una palla di cenere, perdono tempo insultando il prossimo.

    • Maurizio Rovati

      Potrebbe non essere un troll. Potrebbe essere Wowbagger in persona.

  4. ##### ## ovvero, Troll 2.0

    caspita
    mi accorgo, con sorpresa, che il mio stupido e inutile commento è stato pubblicato.
    ovviamente non era intenzione, non sono un troll!
    ho usato questo form, (ebbene sì il caldo ha la sua colpa, è stata una stupidaggine) solo per comunicare al signor colonnello GG il mio disprezzo per il sito, per le minchiate che ci sono scritte e per chi le scrive, non certo per essere commentato, nè da lei, nè da quei 4 terroni in pensione che seguono e commentano i suoi sfoghi quotidiani. A volte sono divertenti (mi riferisco ai pensionati che scrivono dentro qui).
    Lei invece GG, non fa ridere. Forse la sopravvaluto, ma ho idea (ripeto, idea forse sbagliata) che lei sia più uno che “ci fa” e non tanto che “ci è”. Non mi pare che sia così ottuso (le sto facendo un complimento, vede) per non vedere dove va il clima. Dunque, in ogni senso, è pure peggio: trae un tornaconto, di immagine e forse pure economico, mah che importa. Certo: probabile che la sopravvaluti, cmq è un fatto che il mondo dei negazionisti in senso psico-socio-antropologico ha il suo fascino. Non si monti troppo la testa però per le parole sdolcinate che le ho appena scritto! 🙂

    Reply
    Uno dei privilegi, tra i tanti che hai dimenticato nell’elenco, é che ti posso far dire quello che mi pare. Posso persino farti essere qualcun altro. Così, ieri l’altro eri una anonima serie di cancelletti, oggi sei l’evoluzione del troll. Una specie mutante che però conserva il gene dell’esigenza di appartenere al gruppo degli illuminati, senza mai dare a vedere di trovarcisi a proprio agio, anzi, di non poterne fare a meno. Comunque ho una brutta notizia per te, anzi, due. La prima: pensionato non è detto che arriverai ad esserlo, terrone già lo sei, si è sempre meridionali rispetto a qualcuno. La seconda: in effetti sì, mi sopravvaluti; io ci sono, non ci faccio, penso davvero che perdere del tempo a notte fonda a rispondere a disadattati come te abbia un senso; quindi l’aspetto psico-socio-antropologico della questione è sì, interessante.
    Felice, anzi fiero del tuo disprezzo, ti lascio al giudizio del reparto geriatria. Enjoy.
    gg

  5. ########

    “i modelli climatici che dovrebbero svelarci il futuro bollente del clima”

    ma ziocane, con la caldazza che fa qui e in tutto il mondo, record su record che cadono un giorno sì e uno anche, ghiacci che fondono a ogni latitudine ecc non è il futuro a essere bollente, ma già il presente, ma non vi basta ancora? che deve fare? 35 a Natale al Polo per convincervi?
    ma dico: un giorno senza scrivere cazzate lei non riesce proprio a stare colonello gg? ma si studi un po’ di fisica di base e lasci in pace quella tastiera per qualche ora.

    Reply
    Il tuo commento, o meglio, il tuo nick è stato moderato. la prossima volta lo cancello.
    Comunque no, non ci riesco, né ci riuscirò fino a che ci saranno in giro troll come te che magari si credono pure di fare opposizione al ‘sistema’, senza accorgersi di esserne strumentali. Ammesso e non concesso che dietro questa tua capacità oratoria si nasconda quella che chiami ‘fisica di base’, attendo con ansia che ce la spieghi.
    gg

    • Maurizio Rovati

      Effettivamente il caldo dà un po’ alla testa…

    • Donato

      Un po’?
      Ciao, Donato.

  6. donato

    Bob Tisdale è riuscito in modo brillante a correlare il contenuto di calore degli oceani modellato a quello misurato! Complimenti.
    Per il resto nulla di nuovo sotto il sole: la stragrande maggioranza dei modelli presi in esame non riesce a simulare il trend di riscaldamento degli oceani né nei primi 700 m, né nei primi 2000 m.
    Detto in altri termini Tisdale ci dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che i modelli rappresentano qualcosa di diverso dalla realtà.
    .
    Mi è sorta spontanea una domanda. A seconda del modello considerato il contenuto di calore degli oceani, correlato allo squilibrio al TOA, assume valori diversi e solo la media dei risultati riesce a simulare la realtà con una certa approssimazione. Ciò se si considerano nella media i modelli che scartano di più rispetto alla media stessa. In caso contrario non succede. Se prendessimo a base del nostro modo di ragionare gli output di uno solo di questi modelli otterremmo delle conseguenze catastrofiche, soprattutto se considerassimo quelli meno performanti. Possiamo prendere seriamente in considerazione il consenso del 97% sui risultati di modelli così poco affidabili?
    Io ho già la risposta, ma è quella di uno scettico del restante 3%, per non dire altro 🙂 .
    Sarà la storia a stabilire la verità: ai posteri l’ardua sentenza.
    .
    p.s.: che razza di mondo: la scienza deve affidarsi alla storia per stabilire la verità. E’ proprio vero il mondo è cambiato e non solo dal punto di vista climatico! 🙂
    Ciao, Donato.

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