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Ai blocchi di partenza

[photopress:bali.jpg,thumb,pp_image]Si è aperto a Bali il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La marcia di avvicinamento è stata lunga ma molto veloce, animata dalle incursioni mediatiche del 4° rapporto dell’IPCC, diffuso con il contagocce per arrivare all’arringa finale soltanto lo scorso 24 ottobre. Non sono mancate neanche le interruzioni pubblicitarie, animate dall’impegno dei testimonial musicali riuniti da Al Gore nel Live Earth del 7 luglio, i quali, pur restando in tema, hanno di fatto ricondotto il problema alla sua giusta dimensione: il marketing. L’organizzatore ha promosso la sua personale campagna finanziaria, gli artisti hanno promosso se stessi, i buoni propositi sono arrivati alle stelle e la ricompensa è stata decisamente ricca, con il colpo di scena annunciato della concessione del Premio Nobel per la Pace agli occupanti della cabina di regia.

Peccato che i fatti dimostrino chiaramente che l’obbiettivo principale è stato a dir poco trascurato. Nulla è cambiato in meglio, molto sta cambiando in peggio sulle prospettive di approfondimento della nostra impronta ambientale. E non è servito neanche attribuire al riscaldamento globale ogni goccia di pioggia caduta ed ogni refolo di vento arrivato.

Per anni siamo andati avanti a sottolineare l’inutilità scientifica del Protocollo di Kyoto, fondata sui cardini propri del trattato: i meccanismi di scambio e le sanzioni per i non adempienti. Risultato: delocalizzazione delle emissioni e via di fuga per i meno virtuosi. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che se ad un ricco si chiede se preferisce pagare una multa o andare a piedi quello paga una multa? A volte non è neanche necessario essere ricchi per fare queste scelte, specie se le multe non si prevede possano arrivare tanto presto. E così il celebre accordo è servito soltanto ad animare il mercato finanziario del carbon trading. Viene da pensare che questo potesse essere l’obbiettivo in effetti.

La triste realtà è che per l’ennesima volta si è confermato che per una ragione o per l’altra, spesso riconducibili a politiche del campanile, i trattati valgono a malapena la carta su cui sono scritti. E presto ne avremo un altro, su cui riflettere e dibattere per l’intero corso della sua validità fino a che, alla scadenza, non ci si accorgerà che sarebbe stato meglio evitare di farlo. Eppure a sentire le dichiarazioni d’intenti sembrerebbero tutti entusiasti di cominciare a fare sul serio. Ma se tutti o quasi tutti i paesi del mondo considerano prioritario aggiornare in meglio le rispettive politiche ambientali, che bisogno c’è di un accordo vincolante? Stiamo parlando di governi o bambini dell’asilo? Nei vincoli si celeranno ancora una volta le opportunità di sfruttamento delle politiche per l’ambiente, proprio come è accaduto sin qui.

Ad ogni modo i prossimi giorni saranno importanti, le decisioni prese ci diranno se le buone intenzioni potranno diventare fatti nel prossimo futuro, chissà che non cada qualche veto e si torni a vedere uno spiraglio di sole, magari ci potremmo mettere sotto un pannello fotovoltaico.

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Published inAmbienteAttualità

17 Comments

  1. Anna

    Condivido la sua premessa in merito al vertice dell’ONU a Bali. Non riesco a comprendere la fede cieca nei confronti di Al Gore ritenuto, dalla maggior parte delle persone che mi circondano, il nuovo “guru” dell’ambientalismo. A proposito di “esperti” sui cambiamenti climatici mi piacerebbe leggere un suo commento relativamente alle dichiarazioni di Gianfranco Bologna (WWF), apparse sul Corriere di oggi,che definiscono disastrosa la situazione dei ghiacciai antartici. Non ritiene anche lei opportuno che chi interviene su argomenti di carattere scientifico sia tenuto fornire la documentazione utilizzata per sostenere le proprie tesi? cordiali saluti
    Anna Lionello

    Gent.ma Anna,
    ho letto l’articolo sul corriere, e devo dire che ha destato la mia attenzione, oltre che per l’ovvia connessione con il battage “mediaclimatico” di questi ultimi anni/mesi/giorni, anche perchè ho avuto la fortuna di vedere quei posti con i miei occhi qualche anno fa durante una spedizione in Antartide con l’ENEA. Non conosco le basi scientifiche da cui sono stati estratti i dati, certamente non sono citate nell’articolo, ma non ho ragione di credere che questo non sia accaduto alla presentazione di questo rapporto del WWF alla conferenza di Bali, cercherò di documentarmi. Quello che mi ha fatto un pò riflettere è che, parlando di Antartide, per l’ennesima volta sia stato trascurato il fatto, ancora incomprensibile, che mentre la Penisola Antartica starebbe soffrendo una fase di riscaldamento e di diminuzione dell’estensione dei ghiacci, sul resto del continente non solo le temperature non registrano tendenze anomale, ma l’estensione e lo spessore del ghiaccio sta aumentando. Secondo alcuni questo sarebbe dovuto ad un aumento delle precipitazioni nevose, storicamente scarse ed ultimamente più abbondanti, che produrrebbero maggiore volume di ghiaccio, per cui anche questo sarebbe riconducibile al GW, per il semplice fatto che non si sa da cosa possa dipendere. Sinceramente mi sembra un’omissione piuttosto importante e soprattutto mi sembra un pò poco. A mio modesto parere è l’ennesima dimostrazione che di questi complicati meccanismi sappiamo ancora troppo poco per trarre delle conclusioni, come più volte mi è già capitato di ripetere.
    Quanto al “guru” dell’ambientalismo ieri è andato in onda l’ennesimo atto della fiction, alla consegna dei Nobel a Stoccolma. Il discorso di Gore, privato delle affermazioni sulla necessità che nell’ambito di un’azione sinergica mondiale che fronteggi l’emergenza, gli Stati Uniti si ergano a nazione leader della lotta al GW, è stato una ripetizione della “dichiarazione programmatica” già resa nota circa un mese fa e pubblicata da Repubblica, dal titolo “Se la terra non muore per colpa degli alieni” (http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/ambiente/al-gore/se-pianeta-muore/se-pianeta-muore.html). In pratica il riassunto del già noto ed ormai pesantemente ridimesionato documentario d’inizio anno. Come si suol dire, bisogna battere il ferro finchè è caldo. A proposito di temperature in aumento…..Le auguro una buona ed illuminante lettura.

    Nota: Le fonti in effetti ci sono e sono elencate, anche se non pubblicate, a questo link (http://assets.panda.org/downloads/folleto_penguins.pdf). Credo che questa lettura possa essere più interessante.

    Guido Guidi

  2. 1929 - Ernesto Villoresi

    @ commento Guidi 12

    Bene….ha detto e non ha detto, un po’ come al solito…In pratica anche lei appartiene al gruppo di pensatori del filone “Mi indigno perchè c’è chi specula sull’ambientalismo, vi faccio vedere che si sbagliano, ma non so trovare soluzioni alternative”. In pratica anche lei conferma che non c’è una via d’uscita, finito il petrolio attenderemo l’onda (ora ci siamo dentro fino al collo…) Andando sul personale (visto che è lei che ci si tuffa sempre) non sono le sue idee a non piacermi ma il tono “canzonatorio” che sembra essere comune a tutti i pensatori appartenenti al gruppo testè descritto. Esempio? Questa frase fra le tante “ad onor del vero sembra che non le piaccia quasi nulla di quello che scrivo, ma mi lasci il gusto di fare una facile previsione”

    Bene, non sapevo di appartenere ad alcun filone, ora sono più tranquillo. Ma veniamo al sodo: l’ambientalismo becero non è una soluzione, è una strategia di “autoreferenziazione”, per non essere daccordo non è necessario individuare soluzioni alternative, soprattutto se non le si possiede, altrimenti bisogna inventare e questa è una pratica dalla quale mi astengo volentieri. Che l’orizzonte energetico sia scuro è fuor di dubbio, ma che ci siano cose che sin da ora si possono fare per star meglio è altrettanto certo e, nel cercare di farlo, non credo ci si debba sentire stupidi se altri fanno e pensano in modo diverso. Ho cercato già una volta di spiegare che il mio tono non è canzonatorio, è ironico, perchè credo che nella vita non ci si debba mai prendere troppo sul serio e perchè c’è sempre qualcosa che il tuo prossimo ti può insegnare. Quanto alle “facili previsioni”, è una deformazione professionale, non so resistere. Chiedo perdono, mi è successo di nuovo.
    Buona giornata. Guido Guidi

  3. Claudio Gravina

    @ 14. Vivere adesso, nella speranza di scoprire in futuro nuove fonti energetiche, non ha senso. Tale atteggiamento è figlio di una impostazione positivista (o meglio neo-positivista, da cui tra l’altro deriva anche l’Ambientalismo del secolo XX°).

    Sulla fusione nucleare, invece, non vorrei interrompere i sogni di alcuno, però è veramente un traguardo a lunghissimo termine (a tal proposito esiste una bibliografia veramente nutrita).

  4. gurrisi salvatore

    Chi l’ha detto che non si scopriranno nei prossimi decenni altre fonti energetiche? L’eventuale fusione nucleare dove la mettiamo?

  5. Andrea 64

    Non dispiacerebbe anche a me una considerazione su questo punto da parte di Guido Guidi. Che ne dice?
    Andrea

  6. 1929 - Ernesto Villoresi

    Perchè non commenta, Guidi? Lei vede altre alternative per mantenere uno stile di vita quantomeno simile all’attuale, con livelli di consumi simili agli attuali, utilizzando una fonte energetica che non sia il petrolio? In caso affermativo parliamone, cambierei la mia visione sul futuro. Altrimenti la visione si trasforma in previsione…ben presto in analisi

    Caro Ernesto, mi perdoni il ritardo. Visto che anche altri lettori hanno sollecitato la mia opinione, non posso esimermi dal fare qualche considerazione. So già che non le piaceranno (ad onor del vero sembra che non le piaccia quasi nulla di quello che scrivo, ma mi lasci il gusto di fare una facile previsione). Il mio “no comment” è riferito a molti aspetti delle sue considerazioni. Innanzi tutto non ho gradito che per la prima volta sia stato usato un linguaggio che non ritengo consono a queste pagine; sarò all’antica ma sono convinto che certe cose si possano dire anche senza usare determinati vocaboli. Inoltre, non sono assolutamente daccordo con questo spirito pessimista, la scienza ed il progresso ci hanno sorpresi troppe volte per smettere di avere fiducia. Anche perchè questo è il tipico atteggiamento di attesa che va nella direzione opposta alla soluzione del problema. Noi siamo piccoli, piccolissimi, ma ci sono in questi giorni due grandi schieramenti che stanno facendo la stessa cosa: non faremo nulla se non lo fanno anche gli altri per non restare indietro. E così nessuno fa. Quanto al “redde rationem” avendo poco meno di quarant’anni e due figli non posso sperare di non esserci, devo fare di tutto per esserci per il loro bene o perchè, in mia assenza, loro stiano bene.
    Infine due parole sul risparmio energetico e sulla produzione decentrata. Il primo è un obbligo morale e come tale va osservato anche se tutti gli altri fanno diversamente, il secondo potrebbe costituire una parte della soluzione, anche se il quadro attuale è certamente poco chiaro, mi dispiace, ma se mi pronunciassi al riguardo, non essendo esperto della materia non sarebbe una previsione ma una divinazione.
    Le dirò Ernesto, contrariamente ad altri suoi commenti quest’ultimo non mi ha sorpreso, evidentemente cominciamo a conoscerci.
    Cordiali saluti, Guido Guidi.

  7. 1929 - Ernesto Villoresi

    Io sarei disposto a rinunciare, solo se però non sono l’unico pirla a farlo! O tutti o niente, altrimenti chi rinuncia sarà in gravi condizioni mentre gli altri continueranno nell’agio! In pratica l’unica soluzione è tornare ad uno stile di vita medievale: ci torneremo, non so come (per scelta, guerre mondiali, mancanza di energia, sfoltimento della popolazione mondiale per epidemie più o meno volute, meteorite, ecc…) ma prima o poi ci torneremo. La favoletta del “magari si scopre una nuova fonte energetica” non regge più. E soprattutto nessuna fonte energetica ci permetterà di continuare con l’attuale livello di consumi. Il risparmio energetico non può far altro che allungare l’agonia, così come le tanto decantate energie alternative o l’altrettanto osannato decentramento di produzione energetica. Non c’è niente da fare, arriverà il giorno del “redde rationem”…spero solo di non esserci più. Per chi ci sarà….AUGURI!

    No comment, saluti Guido Guidi

  8. matteo baldinini

    non ne usciamo!!Personalmente posso anche rinunciare a qualcosa: un po alla macchiana,un po alla tv,un po alle vacanze ecc.Ma se lo facciamo tutti il treno dell’economia rallenta e sono guai.

  9. Andrea 64

    Signori arrivano tempi duri! Come dite voi i protocolli come Kioto saranno carta straccia e qualcuno si starà certamente facendo pubblicità a buon mercato però i problemi sono tutti lì sul tappeto e in particolare:
    1) crescente richiesta di energia fondamentalmente per via dell’ incremento dei consumi dei paesi in via di sviluppo (e come negarglielo?)
    2) Tutta questa energia non si sà come tirarla fuori: addirittura anche per il nucleare, se anche si volesse utilizzare, ci sono problemi crescenti di reperimento di uranio
    3) Il picco di produzione del petrolio è previsto tra il 2015 e il 2020 (mica tra tanto!) e allora altro che 100 dollari al barile!!
    4) L’ energia, che è la materia prima di qualsiasi forma economica diventerà una risorsa estremamente contesa (guerre ?)
    5) Dulcis in fondo, per quanto si riuscirà a consumare meno energia o sviluppare le rinnovabili non sarà forse abbastanza per invertire in tempo utile la crescente concentrazione di CO2.
    Ma vi faccio a tutti una domanda. Se vi venisse chiesto di contribuire a consumare meno energia a cosa sareste disposti a rinunciare nella vs quotidianità?
    un saluto a tutti
    Andrea 64

  10. zolla

    Ernesto ,
    infatti! pagare per qualcosa che non esiste e` fastidioso…e comunque non ha risposto alla mia domanda.
    Zolla.

  11. 1929 - Ernesto Villoresi

    Zolla buongiorno!
    Kyoto principalmente si poneva di ridurre la CO2 per ridurre il riscaldamento. Gli anti-IPCC sostengono che non c’è legame tra emissioni antropiche e riscaldamento. Quindi il fatto che le emissioni antropiche non siano diminuite non dovrebbe infastidire più di tanto…

  12. zolla

    Ernesto Buongiorno !
    Ma lei paga la bolletta per gas/corrente o e` autonomo?

    Se la sua risposta e` “sono autonomo” le dico complimenti, ma se dovesse essere “no, pago le bollette” allora la cosa dovrebbe disturbare anche lei , e anche se lei fosse ricchissimo, almeno dal punto di vista morale dovrebbe sentirsi “disturbato”.
    Ossequi
    Zolla.

  13. matteo baldinini

    disturba se costa e non serve…

  14. 1929 - Ernesto Villoresi

    Non vedo perchè “atapirarsi”: se è vero, come sostengono i detrattori dell’IPCC, che la CO2 non è la maggiore responsabile dell’aumento termico e che l’AGW è ancora tutto da dimostrare allora il fatto che non si siano ridotte le emissioni di CO2 non dovrebbe disturbare più di tanto…

  15. admin

    Segnaliamo un interessante articolo apparso su Chronica.it inerente la Conferenza di Bali e con annessa una intervista a Guido Guidi:

    http://www.chronica.it/?p=1068

  16. Davide Depaoli

    secondo me non cambieranno di una virgola quello che han fatto fino ad oggi,ovvero nulla,solo scritto sulla carta e basta

  17. matteo baldinii

    a proposito di Kyoto,mi risulta che stiamo pagando una quota di 2 cent di euro a KW come contributo/tassa per le emissioni di C02.La cosa fa sorridere.Intanto, nessuno o quasi ne e’ al corrente.Non crea problemi di bilancio ai governi,(paga il consumatore) che anzi fanno cassa poiche aumenta l’imponibile.Come puo essere un deterrente al cunsumo o un incentivo al risparmio??…boh!!che ci sia un fondo dove finiscono i 2 cent di Euro e con i capitali raccolti ci pagheremo la conversione ecocompatibile??…speriamo in Bali

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