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Così va il mondo

Il maltempo sulla Sardegna si allontana, mentre se ne prepara di nuovo dell’altro per questa sera verso il nord-ovest del Paese. Per far fronte all’emergenza, nei dintorni di Olbia si è provveduto a demolire un ponte ricostruito dopo l’alluvione del 2013 perché…fa da tappo.

Dopo una noiosissima e alquanto avara stagione degli uragani in Atlantico, finalmente (si fa per dire) ne arriva uno più che degno di questo nome a minacciare le coste sudorientali degli USA. Se toccherà terra c’è da scommettere che ne attribuiranno l’occorrenza alla febbre del pianeta, senza magari aver cura di controllare che le temperature della porzione di oceano dove è cresciuto e pasciuto non aumentano da 40 anni.

Nel frattempo, onde evitare altri simili incresciosi episodi, USA e Cina si alleano contro il clima che cambia, con la seconda che annuncia l’apertura del più grande mercato del carbon trading del pianeta. Il tutto con la benedizione della Santa Sede, che però ha recentemente fatto notare che, sì, il global warming va combattuto, ma sarebbe meglio non farlo a colpi di trading.

L’Europa, il cui pilastro industriale dell’unica nazione che abbia un conto profitti e perdite decente sta fragorosamente cedendo, prepara la madre di tutte le conferenze sul clima, sebbene siano in molti a sperare che nessuno faccia notare che c’è in programma la costruzione di 110 nuove centrali a carbone. Musica per le orecchie dei trader.

L’OMM, dal canto suo, chiama a raccolta gli appassionati per il restyling dell’Atlante delle Nubi. Speriamo che questo non porti alla scoperta di eventuali modifiche alle dinamiche del cielo di chiara origine antropica.

L’Italia, una volta giardino d’Europa, si avvia a chiudere EXPO con il botto, dandosi una bella mano di verde e una martellata sulle parti intime bandendo definitivamente tanto la ricerca quanto la coltivazione di ogni genere di OGM, incurante del fatto che il 90% dei mangimi che nutrono gli animali di cui il made in Italy va fiero è, appunto, OGM. Evidentemente EXPO sta per EXPOrtazione di quanto si è precedentemente importato.

Nell’Artico, emblema di un clima alla deriva, pare ci sia del ghiaccio ancora troppo spesso perché il passaggio a Nord Ovest possa diventare una rotta sicura per gli scambi commerciali, almeno per qualche altro decennio.

Enjoy

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Ops, a proposito di figli, il mio più piccolo stava urlando in modo dissennato mentre scrivevo… ho scritto Global warning anzichè global warming
    Chiedo venia

    • Ti ci vorrebbe un dispositivo che tramuti le urla in energia, tipo quello di Monsters e Co. 😉
      gg

  2. Carissimo Guido,
    d’accordo che le misurazioni sul global warning sono risibili e contestabili. D’accordo che i dati sono talmente aleatori da essere interpretabili a piacere e quindi inutilizzabili.
    Sono anch’io un tecnico e conosco bene le tolleranze sulle misure.
    Ma qui in Veneto (da dove scrivo) negli ultimi 10 anni abbiamo avuto episodi temporaleschi talmente estremi, da segnalare la necessità di costruire le case in modo diverso da quanto i veneti fanno da un migliaio d’anni a questa parte.
    Il “tornado” del Luglio 2015 accaduto in provincia di Venezia (riviera del Brenta) ne è la dimostrazione più lampante.
    Ma ce ne sono stati molti altri dei quali la stampa nazionale non ha parlato.
    A tutto ciò si aggiunge, senza andare alla Hawaii, la misura che i tecnici dell’ARPA Veneto fanno dei nostri ghiacciati, che negli ultimi anni stanno accelerando la loro riduzione.
    Che si fa, chiudiamo gli occhi ?
    Non sono un climatologo, non ho le competenze per analizzare i dati solari, ma certe evidenza mi portano a dire “Usiamo Cautela”.
    E poi c’è anche un altro elemento di fondamentale importanza :
    Anche se i cambiamenti non fossero di origine antropica, è giusto usare in modo dissennato oggi tutte le risorse che il pianeta ci mette a disposizione ?
    Oppure, giro la domanda in un altro modo : Climatemonitor.it è d’accordo sul modo esagerato di usare le risorse (energetiche) che attualmente abbiamo davanti agli occhi ?
    Questo, oltre a comportare eventuali danni all’ambiente, toglie opportunità a chi verrà dopo di noi, a partire dai nostri figli.
    Ritieni giusto, Guido, che il sig. Mario usi l’automobile per andare a prendere il pane a 500 metri da casa ?
    Senza calcolare che un domani la ASL dovrà pagargli riabilitazioni per il fisico debilitato….

    CONCLUDO
    Il Global Warming forse è esagerato o addirittura non esiste.
    Ma continuare a parlarne oggi mi sembra l’unico modo per convincere governi e popolazione ad usare con buon senso le risorse energetiche.
    Che non sono infinite.
    Denigrare il “climate change” senza avere delle proposte alternative agli attuali comportamenti energivori in generale, può essere davvero un modo per darsi la zappa nei piedi.
    O quantomeno ai piedi dei nostri figli.

    • Marco, le tue sono considerazioni di buon senso. Esiste un termine negli ambienti di discussione sul clima: Lukewarmer. Significa aver presente che può esserci un contributo antropico (che a livello locale è indiscutibile – uso del suolo, isole di calore etc) alle dinamiche del clima, ma che questo difficilmente porterà alla catastrofe. Personalmente mi ci identifico. Però, quello che penso non vada bene è molo poco climatico, ossia l’uso della leva catastrofica per scopi politici ed economici. Esattamente quello che succede da venti anni a questa parte. Credimi Marco, del clima e del suo futuro non frega niente a nessuno, né a chi apre borse del carbon trading, né a chi mette tasse sulla CO2, né a chi incentiva (con soldi nostri) l’uso di forme energetiche inadeguate a garantire il fabbisogno. Questo è il movimento del clima che cambia, questo è quello che pere quel che possiamo, su queste pagine, cerchiamo di dire.
      gg

  3. Ichnusa

    Emh …
    Non so il come mai, ma l’unica cosa che continua a girarmi in testa è:
    W LA GALLINA PRATAIOLA !!!

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