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Nulla si crea, nulla si distrugge…etc etc…

Carburante dall’aria, più precisamente etanolo e, non da tutta l’aria, ma solo dall’anidride carbonica, presente in circa 400 ppmv in atmosfera. Questo pare siano riusciti a fare in laboratorio alcuni ricercatori di un’università americana.

Il processo è noto da tempo, però, solo riuscendo ad abbassare la temperatura necessaria per innescarlo si poteva pensare di utilizzare fonti energetiche rinnovabili per avviarlo. Questo avrebbe di fatto raddoppiato lo scopo, non solo produrre combustibile, ma farlo consumando relativamente poco e utilizzando come materia prima una sostanza della quale si vorrebbe diminuire la concentrazione in atmosfera.

Il punto però è tutto in quel “relativamente”, perché comunque l’energia necessaria è molto superiore a quella che si ottiene, quindi in termini di efficienza non si va molto lontano e, in termini di costi, non c’è verso di competere con le fonti fossili.

Quindi, commentano a latere gli autori, il problema è tutto nella scalabilità del processo, ovvero della sua implementazione su scala industriale. Pare che ci vorranno una decina d’anni, staremo a vedere. Nel frattempo…qualcuno si sarà chiesto che fine fa la CO2 prodotta dalla combustione, ovvero dall’utilizzo di quel carburante? Torna in atmosfera naturalmente, quindi avrebbero inventato la macchina perfetta…come la si definisce nei commenti al comunicato stampa replicato su WUWT.

L’articolo è qui, liberamente accessibile: Conversion of CO2 from Air into Methanol Using a Polyamine and a Homogeneous Ruthenium Catalyst

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Published inAttualità

2 Comments

  1. Caro Guido,
    la produzione di metanolo utilizzando CO2, cosi’ come metano, secondo me e’ una delle ricerche piu’ interessanti del momento. Al di la’ della solita retorica sulla cattura della CO2, il vero valore sta nel produrre metanolo o metano come vettore energetico con una doppia valenza:
    1-puo’ essere utilizzato nei trasporti (metanolo) o immesso nella rete gas gia’ esistente (metano)
    2-finalmente potrebbe svolgere la funzione di vettore/accumulatore dell’energia prodotta da FER non dispacciabili sostituendo la chimera dell’idrogeno (che sarebbe comunque necessario produrre come passaggio intermedio, ma si supererebbero tutti i problemi di accumulo e distribuzione che presenta l’idrogeno).

    Si tratta delle tecnologie PTL (power to liquid) o PTG (power to gas) su cui si sta investendo: il problema principale di queste tecnologie e’ nell’efficienza del processo e la bassa temperatura utilizzata nella ricerca che presenti puo’ aiutare in tal senso. Il fatto di estrarre CO2 direttamente dall’atmosfera mi sembra in questo momento secondario.

    Grazie per la segnalazione,
    Gianluca

    • Fabrizio Giudici

      Gianluca, concordo, specialmente per il punto 2.

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