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Ma se il Sole si spegne che tempo fa?

Praticamente un anno fa, il 20 Marzo del 2015, abbiamo assistito all’ultima eclissi di sole visibile anche dalle nostre parti. Uno spettacolo che è stato possibile ammirare nella sua interezza sul Nord Europa, ma che è stato niente male anche nell’area del Mediterraneo, con un  oscuramento del Sole variante tra il 39% e il 67% a seconda della latitudine.

L’occasione è stata propizia, nelle intenzioni di due ricercatori amici di lunga data delle nostre pagine, Nicola Scafetta e Adriano Mazzarella, per organizzare un attento monitoraggio dei parametri atmosferici durante l’eclissi, al fine di valutarne il comportamento in situazioni di improvviso deficit di radiazione solare incidente.

Ne è venuto fuori un lavoro pubblicato su Annalas of Geophysics dove viene descritto l’esperimento, con l’aggiunta di un metodo empirico per la correzione delle previsioni generate dai modelli numerici in situazioni analoghe, uno strumento utile in quanto spesso i modelli meteorologici non tengono conto delle eclissi.

Scafetta&Mazzarella_Fig_6

L’articolo:

Effects of March 20, 2015, partial (~50%) solar eclipse on meteorological parameters in the urban area of Naples (Italy)

Abstract

Durante l’eclissi solare parziale (~50%) avvenuta nella mattina del 20 Marzo del 2015, sono stati monitorizzati vari parametri meteorologici per studiarne l’evoluzione nell’area urbana di Napoli, nell’Italia centrale. Le condizioni dell’esperimento erano ottimali per effetto della situazione di cielo sereno su tutta Italia e su Napoli in particolare. L’eclissi è durata circa due ore, tra le 09:25:06 (UT+1, ora locale Italiana) e le 11:43:09 (ora locale Italiana). Sul sito di osservazione, la radiazione solare incidente è diminuita circa del 50% all’apice dell’eclissi alle 10:38:18 (ora locale italiana + 1), come previsto. Diversamente la radiazione UV è diminuita significativamente di meno. circa del 25%. Questo effetto sulla frequenza è stato probabilmente dovuto allo scattering di Rayleigh. Questo suggerisce che circa il 50% della radiazione UV che raggiungeva la superficie fosse luce diretta e l’altro 50% fosse luce diffusa. Durante l’eclissi, la temperatura superficiale e l’umidità urbane sono rimaste per lo più costanti invece di aumentare e diminuire rispettivamente, come previsto dal loro ciclo diurno. Questo risultato è stato utilizzato per stimare che l’emissività media della città di Napoli è circa f = 0.86. Il vento è diminuito in modo significativo durante l’evento mentre la pressione atmosferica è rimasta costante per diminuire soltanto dopo l’eclissi. Infine, si propone un semplice metodo empirico per stimare approssimativamente l’effetto raffreddante di un’eclissi che i meteorologi potrebbero utilizzare per correggere le previsioni di temperatura dei modelli, che generalmente ignorano l’occorrenza di un’eclissi. Si discute brevemente la consistenza e l’importanza di questi risultati rispetto alla letteratura.

Come sempre, un ringraziamento particolare a Nicola e Adriano per aver voluto condividere con CM il loro lavoro.

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Published inAttualitàMeteorologia

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