Salta al contenuto

Tempi duri per l’Artico, anche in inverno

Giro di boa per le dinamiche stagionali del ghiaccio marino artico, un massimo di estensione invernale raggiunto pare il 24 marzo scorso, che però è un minimo, nel senso che d’inverno la porzione di mare coperta da ghiaccio non era mai stata così ridotta (Fonte NSIDC). Per mai, è d’obbligo precisarlo, s’intende da quando lo si misura in modo più o meno oggettivo con l’aiuto dei satelliti, cioè da quasi 40 anni.

Nel lungo periodo, questo conferma il trend negativo. Nel breve, inteso come ultima decade, si conferma invece un cambiamento di paradigma o, se volete, raggiungimento di un equilibrio al ribasso. Il grafico parla chiaro.

 

seaice.anomaly.arctic2

A contribuire all’ennesima anomalia negativa di quest’anno, probabilmente anche il persistente ‘tepore’ che ha interessato le alte latitudini dell’emisfero nord per quasi tutta la stagione invernale, commentato a più riprese anche nella nostra rubrica sinottica settimanale. Un tepore però a sua volta innescato da una disposizione dei centri di massa – quindi della ventilazione – che non ha favorito l’accumulo di ghiaccio.

Non so quanto, e se, sia possibile attribuire l’anomalia stagionale della disposizione della circolazione atmosferica ad un cambiamento, credo molto poco, in termini di relazione causale che abbia senso fisico. Quel che si sa, per questo l’attribuzione ancora non c’è, è che un record negativo di estensione nella stagione invernale non necessariamente anticipa record negativi anche per la stagione estiva, quando la porzione di mare coperta da ghiaccio si riduce sul serio. Questa riduzione, inoltre, è quella che conta in termini di bilancio radiativo. Infatti una superficie più ampia di acqua esposta implica maggiore assorbimento di radiazione solare e maggiore riemissione in bassa frequenza, quella a cui reagiscono i gas serra. Ma perché questo accada è necessaria appunto la luce solare, che d’inverno non c’è.

Comunque, il minimo di ghiaccio boreale di questo inverno, diversamente dagli anni scorsi, non è bilanciato da un massimo di estensione di ghiaccio nella stagione calda dell’emisfero australe, quindi il bilancio globale torna ad essere negativo, seppur di poco (fonte The Cryosphere Today).

C’è la sensazione che, in termini di dinamiche planetarie nel loro complesso, ivi compresa la fonte primaria di energia, il Sole, qualcosa stia bollendo in pentola da anni, con la stasi delle temperature globali forse interrotta da El Niño di quest’anno, con l’equilibrio al ribasso del ghiaccio artico, con gli indici oceanici che ballano attorno alla neutralità del loro segno etc etc… Sarebbe bello sapere di cosa si tratta…

NB: nel frattempo, c’è chi organizza crociere lungo il Passaggio a Nord Ovest per il prossimo agosto, primo tentativo per una nave con a bordo quasi 2000 persone…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

6 Comments

  1. Marco

    Buonasera,
    volevo chiedere un parere sul possibile ruolo dello scioglimento dei ghiacci artici, svolto dalla presenza di attività vulcanica nella Mid-Arctic Rift, grazie

    • Marco, il tuo commento arriva con ottimo tempismo. Domani pubblichiamo un po’ di informazioni su questo.
      gg

  2. Alessandro

    Il punto è che se è vero che sulla Terra senza ghiaccio ai Poli, le temperature sui continenti sono state più basse di adesso, direi che sono d’accordo con Guido che “sarebbe bello sapere di cosa si tratta”.

  3. Donato

    “nel frattempo, c’è chi organizza crociere lungo il Passaggio a Nord Ovest per il prossimo agosto, primo tentativo per una nave con a bordo quasi 2000 persone…”
    .
    Le mamme degli imbecilli sono sempre incinte! Non mi sembra che l’iniziativa possa ricevere commento più benevolo di questo. Mi sa che se si riusciranno a trovare 2000 im… ehm, ingenui disposti a farsi portare da una nave da crociera in mezzo ad iceberg e blocchi di ghiaccio alla deriva e pagando anche un discreto biglietto, siamo giunti al culmine della follia. Il guaio sarà che quando accadrà l’inevitabile, dovremo andare pure a salvarli con aggravio di costi e rischi per i soccorritori (come successe per gli scienziati pazzi che qualche anno fa decisero di raggiungere l’Antartide in nave e rimasero bloccati dai ghiacci a grande distanza dal Continente ghiacciato.
    .
    Per il resto non c’è nulla da dire: il massimo dei ghiacci marini polari artici è un …. minimo. Vediamo cosa succederà nel futuro, ma non sono del tutto pessimista in quanto l’andamento dell’estensione dei ghiacci marini artici in questi giorni sta replicando quella dello scorso anno che non è stato malvagio.
    Ciao, Donato.

    • Donato, in Antartide è accaduto per 2-3 anni consecutivi che gli scienziati siano rimasti bloccati.

  4. Flavio

    Caro Guido, sono d’accordo su tutto. Mi permetto di aggiungere qualche nota ulteriore a supporto di quanto hai gia’ scritto in questo articolo. E’ vero che il 2016 e’ un anno record in quanto ad estensione invernale dei ghiacci artici, ma ci sono tante cose da dire in proposito. Ad esempio, il 2016 e’ inferiore al 2015, secondo la NASA, di 15.000 kmq, praticamente un’inezia a fronte dei circa 14.5 milioni di kmq di estensione massima. Siamo nell’ordine dello 0.1%. Infatti JAXA-IJIS, che in quanto ad affidabilita’ e prestigio non viene certo dopo la NASA (con cui per altro coopera, condividendo anche algoritmi di calcolo) vede il 2016 al secondo posto, dopo cioe’ il 2015, che rimane sotto di ben (!) 20,000 kmq. Il DMI danese, altro fornitore piuttosto accreditato di dati sull’estensione del ghiaccio artico, vede il 2016 gomito a gomito con 2015 e 2007. In altre parole, siamo su livelli bassi, e ha fatto caldo, innegabile. Ma siamo su livelli di sostanziale stabilita’ sui livelli bassi che hanno contraddistinto l’ultimo decennio.

Rispondi a Donato Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »