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Risolto l’enigma tra l’uovo e la gallina, è nato prima il climate change

Quella di cui parliamo oggi potrebbe essere definita ‘la madre di tutte le conseguenze’, ove con esse si intenda ovviamente l’ennesimo catastrofico portato del clima che cambia e lo fa, câ va sans dire per colpa nostra.

Tutto parte da un nuovo studio che si occupa della determinazione delle origini del movimento dell’asse di rotazione della terra, notoriamente soggetto a diverse oscillazioni per diverse scale temporali:

Climate driven Polar motion 2000-2013

Ebbene sì, se il titolo non fosse chiaro, secondo questo paper, lo spostamento del polo di rotazione nord dell’asse terrestre osservato nei primi anni di questo secolo, avrebbe origini climatiche. Quali? La perdita di massa glaciale della Groenlandia e la modifica del ciclo dell’acqua, che avrebbe a sua volta modificato un parametro da loro identificato come TWS (terrestrial water storage), ossia la quantità di massa liquida distribuita tra terre emerse, falde e oceani vari.

L’elemento di curiosità più stuzzicante sarebbe capire come hanno fatto a quantificare con esattezza questo fattore TWS, in termini di perdita di massa. Inoltre, altre recenti ricerche, dicono che l’attuale coltre glaciale della Groenlandia ha al massimo 100.000 anni, e che l’isola ha iniziato a ricoprirsi di ghiacci non più di 3-5 milioni di anni fa, ma che un ramo laterale dell’ HOT SPOT del mantello terrestre che risale sotto l’Islanda, scalda la Groenlandia da sotto, quindi probabilmente le perdite di massa che osserviamo in questi ultimi decenni c’erano anche prima ma non venivano né misurate né ne erano note eventuali concause endogene.

Comunque, le dinamiche da loro identificate e discusse, nonostante presentino comportamenti in opposizione di segno anche nel geologicamente ridicolo breve periodo preso in considerazione, spiegherebbero diversi tipi di ciclicità dei movimenti dell’asse di rotazione e, siccome questo si è mosso e il clima pure, ne consegue che la colpa è del clima e di chi lo muove.

Tutti quelli che pensavano che le cose funzionassero al contrario e cioè che fossero i movimenti dell’asse a determinare il clima se ne facciano una ragione. Ora bruciando fonti fossili si rallenta pure la rotazione della Terra e si influenza quindi anche la lunghezza del giorno, il soleggiamento etc etc…

Domande:

  1. Come mai la perdita di massa della Groenlandia ha questi effetti e il guadagno di massa dell’Antartide non ne ha di paragonabili?
  2. Come mai, visto che è noto che i ghiacci groenlandesi non sono più vecchi di 100.000 anni, non si trova traccia di episodi simili nella storia geologica del Pianeta nelle fasi in cui il ghiaccio si è formato?
  3. Come mai questa ‘Climate driven Polar motion’ non è stata ancora più evidente durante le ultime glaciazioni, visto che al culmine dell’ultima i ghiacci arrivavano fino a 38 gradi di latitudine nord?

Liberi di rispondere.

PS: Grazie a Max per la consulenza geologica 😉

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Published inAttualità

11 Comments

  1. Bravi, splendido articolo, l’asse di rotazione della terra viene modificato da tutte le perturbazioni che avvengono nella massa terrestre, compresi i grandi terremoti; tali modifiche, come le variazioni delle calotte glaciali, influiscono com’è noto sul valore del momento d’inerzia, modificando la distribuzione della distribuzione della massa terrstre. La cosa che mi stupisce sempre di più è il modo in cui tali cambiamenti vengono utilizzati. Il cambiamento climatico in particolare esiste da quando è nata la terra, è sempre cambiato il clima e continua a farlo, sia a scala giornaliera sia nel lungo periodo, parlare di cambiamenti climatici solo in correlazione alle attività antropiche non ha proprio senso, limitare il GW come se potessimo deciderlo noi poi è quasi esilarante.

    Un saluto

    Ilario Larosa

    Ilario Larosa

  2. Donato

    Una volta scrissi che il genere umano soffre della “sindrome della mosca cocchiera” e questo illustrato mi sembra proprio una manifestazione acuta della sindrome. 🙂
    A parte la facile ironia con cui ho esordito, non mi sento di liquidare in modo sbrigativo un articolo che ad una prima lettura mi sembra piuttosto interessante anche se non privo di contraddizioni. Ciò che mi lascia più perplesso è il forte intervallo di incertezza che caratterizza i risultati e alcuni aspetti legati al GIA. Il punto di forza mi sembra la matematica utilizzata dagli autori per schematizzare le anomalie gravitazionali e, quindi, il contributo delle masse d’acqua continentali legate alla variazione del regime pluviometrico ed alla variazione dell’invasamento delle stesse e dello scioglimento delle calotte glaciali alla variazione del momento angolare planetario.
    Sono molto curioso di approfondire, quindi, il modo in cui gli autori sono riusciti ad apprezzare variazioni di grandezze in assoluto molto grandi, ma molto piccole rispetto alle grandezza planetarie: dichiarano di essere riusciti ad apprezzare variazioni dei parametri polari nell’ordine dei centimetri.
    Mi sa che questo post avrà un seguito…..
    Ciao, Donato.

    • max pagano

      Infatti, Donato, speravo di sentirti dire questa cosa; aspetto con interesse le tue valutazioni;

      mettiamola così:
      che l’asse di rotazione terrestre non occupi una posizione univoca e costante è cosa nota, presenta tra le altre molte oscillazioni, sia perché l’ entità dell’inclinazione varia ciclicamente tra circa 22,5° e circa 24,5°, con un periodo di 41 000 anni, sia per le cosiddette nutazioni, oscillazioni periodiche di circa 20′ di grado, con periodicità di 18 anni circa;

      è altrettanto noto e ovvio che la distribuzione di masse sul pianeta, sia internamente che in superficie, influenza tutto ciò;
      e quindi, che i poli di rotazione (non solo quelli magnetici quindi) cambino posizione nel tempo, anche è accettato, noto e risaputo; pare, a leggere l’articolo, che in un breve intervallo di tempo, durante il XX secolo, la deriva del polo di rotazione nord abbia subito una brusca e rapida deviazione dal Canada verso la Gran Bretagna;

      “we demonstrate for the first time that both the strong deviation in linear drift since about 2000 (5, 11) and the decadal-like variability are explained by global-scale continent-ocean mass transport, with robust changes in terrestrial water storage (TWS) playing an unexpectedly large role;”

      La questione viene poi ulteriormente differenziata e complicata, perché identificano alcune zone del pianeta dove questo fattore relativo al TWS come lo chiamano loro, si comporta in maniera non univoca, identificando per altro differenze sostanziali di comportamento tra prima e dopo il 2012:
      “However, we find that the spatial patterns of mass redistribution are strikingly different before and after 2012. As seen in Fig. 4, there is almost a complete reversal in wet (excess water mass) and dry (water mass deficit) patterns, and the intensity of wetness and drought has strengthened during 2012–2015. Mass gain in Asia and southern South America, accompanied by enhanced mass loss from western North America and Australia, is collectively consistent with the observed westward drift in polarmotion since 2012.”

      che dire, tutto è possibile, in ogni caso, come puoi vedere dall’articolo completo, la trattazione mi sembra molto più di tipo matematico/geometrico, che non “geologica” o “climatica”, faccio anche parecchia fatica a seguirne tutti i passaggi, quindi chissà, magari hanno ragione;

      in linea di principio direi che il ragionamento e le conclusioni hanno anche un fondamento concreto, da qui a quantificarne l’effetto con precisione, (a questo punto le conseguenze si riflettono anche sulla durata del giorno, se tanto mi da tanto, e quindi su fattori come insolazione, durata delle alternanze notte/giorno, alternanze T°0°, variazioni su cicli di evaporazione etc etc etc)…. beh….anzi, boh 🙂

      come avevo privatamente già scritto a Guido, io penso che sia vero un po’ tutto, nel senso che ho l’impressione che abbiamo a che fare con un immenso sistema di meccanismi di feedback retroattivi ed auto influenzantisi l’uno con l’altro, dove identificare con certezza la causa piuttosto che la conseguenza mi sembra molto arduo, e che “nascono” da ambiti disciplinari molto vasti e lontani, astronomia, geofisica, geologia, biologia etc etc…….

      certo, che rispetto ai tempi universitari, dove mi insegnavano che erano i moti millenari (variazioni eccentricità dell’orbita, nutazioni, precessione degli equinozi) ad influenzare il clima della Terra, e non il contrario…. evvabbè;

      🙂

    • Fabio

      aggiungi tra le cause la posizione geografica dei continenti ad esempio l’Antartide centrato sul polo sud è (per albedo) un bel frigorifero per il pianeta.
      Continuo a pensare che ci siano interessi economici dietro questo terrorismo catastrofista …. ma io non vendo pannelli solari …

  3. Giovanni geologo

    Questo articolo e queste conclusioni mi ricordano l’episodio di uno studente che di fronte ad un’anticlinale megascopica che coinvolgeva rocce cristalline esclamò: é chiaro questa piega é stata causata dalla grande frana che sinvede sull’altro versante che cadendo ha schiacciato e deformato quelle del versante opposto…….

  4. Antonio Meo

    Il climate change sembra diventato la causa di tutti i mali dell’ umanità 🙂

    • Giovanni geologo

      Direi “é” invece che “sembra”

  5. max pagano

    eheheh, mi ricorda qualcosa tutto questo; 🙂
    un solo appunto:
    la domanda finale al punto 3 sarebbe più corretta così:
    “Come mai questa ‘Climate driven Polar motion’ non è stata ancora più evidente durante l’ ultima DEGLACIAZIONE, visto che fino a poco prima (culmine dell’ultima epoca glaciale) i ghiacciai arrivavano fino a 38 gradi di latitudine nord, e che la loro scomparsa e ritirata ha causato una perdita di massa glaciale ben più evidente che non lo scioglimento della Groenlandia attualmente in corso? e vogliamo aggiungerci anche i sollevamenti isostatici conseguenti, che hanno portato alcune zone del Nord Europa e Nord America a sollevarsi anche di 100/120 metri?

    • Giovanni geologo

      Forse perché durante l’ultima glaciazione non esisteva ancora l’Homo tecnologicus

    • fabio

      si vede che non vendete pannelli solari ….

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