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Archimede non riposa mai

Per la serie “Il fumetto della domenica”, ecco l’ultima mirabolante intuizione (con annessa ovviamente opportuna simulazione modellistica) di come si potrebbe raffreddare il pianeta. E’ di per se la rivisitazione di un vecchio cavallo di battaglia della geoingegneria, meglio nota come il gioco dei Lego a scala planetaria adattato alle esigenze di pagnotta dei salva mondo. Aumentare la quantità di aerosol presenti in atmosfera, al pari, se non meglio di quanto farebbe una bella eruzione vulcanica stile Tambora. Quella, per intenderci, che raffreddò tanto il pianeta per due o tre anni da innescare carestie e morti varie. Ecco quindi la strizzatina d’occhio al controllo demografico, magari un po’ brutale ma, tant’è.

Niente pompe di solfati installate su flotte di aeroplani però, quanto piuttosto una revisione di tutte le rotte commerciali aeree e navali, che sarebbero concentrate sulla zona artica, per l’occasione ovviamente libera dai ghiacci, allo scopo da un lato di generare più nubi grazie alla parte di schifezze che resterebbe in troposfera e dall’altro di riflettere un po’ di radiazione solare grazie a quanto sarebbe invece iniettato in stratosfera.

Ma, disdetta, pare che le prove ai modelli di questa arguta strategia non diano grandi soddisfazioni. Un po’ perché si raffredderebbe solo l’emisfero nord, dove è concentrata la gran parte del traffico commerciale, un po’ perché comunque non basterebbe. Quindi, mentre ci si lambicca sui lego planetari, meglio comunque ridurre anche le emissioni.

Cosa accadrebbe poi se un’eruzione massiva dovesse arrivare per davvero, cosa che tra l’altro prima o poi succederà, non è dato saperlo. Idea, le stesse menti che ne scimmiottano gli effetti, proporranno di tenere su l’economia mondiale fabbricando e vendendo attrezzature per gli sport invernali. Facile no?

Ah, dimenticavo. Buona parte di queste folli elucubrazioni viene dal commento che Science Daily ha dedicato a questo studio, facendo tra l’altro più danno che guadagno, perché in realtà, a parte la solita fiducia incondizionata nelle simulazioni e gli accenni a giocare col pianeta, sembra anche essere abbastanza serio.

 

 

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Published inAttualitàClimatologia

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