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Il Vesuvio soffre il fresco

Non c’è davvero limite alla complessità del sistema pianeta. Ogni giorno si aprono nuovi filoni d’indagine e si scoprono nuove dinamiche del tutto sconosciute. Magari solo piccoli indizi, che forse non fanno una prova, ma che certamente stimolano la voglia di approfondire.

E’ il caso di un nuovo paper pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research da Nicola Scafetta e Adriano Mazzarella, due amici di lunga data di Climate Monitor.

Evidences for higher nocturnal seismic activity at the Mt. Vesuvius

In pratica, analizzando le serie storiche degli eventi sismici nell’area del vulcano, si scopre una corrispondenza piuttosto significativa della frequenza di questi eventi con il ciclo diurno delle temperature. Gli eventi sismici diventano più frequenti nelle ore notturne. In particolare, per un lungo periodo, la correlazione è più evidente per le giornate estive che non per quelle dei mesi freddi.

Scafetta&Mazzarella Fig_4
[A] Hourly histogram of the seismic data measured at the BKE Vesuvius station from 1999 to 2014. [B] Subset containing only events with magnitude M ≥ 0.2 for which the catalog is complete. The gray shadow refers to the nighttime.

In una prima analisi, con serie di eventi sismici di una certa rilevanza, cioè di intensità pari o superiore a magnitudo 1,9, il ciclo scompare dopo il 1996. Ma con dati di eventi sismici molto più deboli, di magnitudo 0.2, se ne conferma la persistenza. Infine, con questa serie di dati, il ciclo sembra intensificarsi a partire dal 2008.

Tra le cause ipotizzate dagli autori per questa particolare dinamica, lo stress termico dell’edificio vulcanico e l’attività geomagnetica, con il primo in particolare più significativo, ovviamente, nei periodi più caldi. Di qui, se gli amici Nicola e Adriano mi perdoneranno la licenza, la “sofferenza al fresco” del Vesuvio.

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Published inAttualità

7 Comments

  1. Caro Guido…

    tale evidenza esiste anche per lo Yellowstone dove si ha una variazione della sismicità tra inverno ed estate. E si ha, in forma leggermente diversa, anche per quanto riguarda il Campo Magnetico Terrestre che si muove differentemente tra giorno e notte e tra estate ed inverno (e tra le stesse stagioni ma di anni differenti).

    Tutto, a mio avviso, legato anche all’attività solare. Infatti dopo il 1996 si è avuto il picco del ciclo solare 23… e dopo il 2008 c’è stato il ciclo 24 che, però, è del 50% almeno inferiore al precedente.

    Infine, se non ricordo male, c’è una correlazione anche con i Raggi Cosmici… ma non mi ricordo proprio come!

  2. Luigi Mariani

    Non avrei mai immaginato l’esistenza di un ritmo circadiano in un fenomeno geologico come la sismicità vesuviana. Spiccano anche i due picchi di attività alle 3 e alle 21.
    A latere segnalo un ritmo circadaino per la produzione di metano da parte di un giacimento in Cina: Geological emission of methane from the Yakela condensed oil/gas field in Talimu Basin, Xinjiang, China (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19143311).

  3. max pagano

    premesso che sismi dell’ordine di grandezza riportato, sono avvertibili solo dalla strumentazione (a malapena si avverte un sisma di M 2/2.5, magnitudo inferiori sono irrilevanti, e M pari o intorno a 0,2 praticamente li produce anche il mio gatto ogni volta che salta giù sul pavimento dopo aver mangiato), e che di questi episodi se ne verificano centinaia ogni mese, praticamente è un continuo (non potrebbe essere altrimenti, date le peculiarità geologiche della zona), c’è da dire un po’ di cose:

    se l’effetto di dilatazione/contrazione dovuto alle escursioni di temperatura (ovviamente in prevalenza estive), ha un ruolo, i microsismi che si misurano non hanno nulla a che vedere con l’attività vulcanica e l’evoluzione geologica della zona, anche perché è noto che gli effetti della temperatura atmosferica esterna, si riflettono nel sottosuolo a profondità non superiori ai 5/15 metri (e già mi sono allargato); quindi probabilmente vengono rilevati “rumori” che in nulla hanno a che fare con l’innesco di fenomeni eruttivi o sismici di rilevanza; le camere magmatiche dei complessi vulcanici dei Campi Flegrei e del Vesuvio (che per altro sono, incredibilmente, distinti e non correlati direttamente tra loro) si trovano a non meno di 4 km di profondità, non c’è nessuna possibilità che 15/20 °C di escursione termica in superficie possano avere conseguenze su ciò, considerando anche le elevatissime temperature in profondità;
    questo discorso poi presupporrebbe che le rocce interessate dal fenomeno di cui sopra, fossero rocce estremamente compatte e coerenti (coerenti in senso petrografico, non grammaticale), rigide, e con scarsa porosità; di fatto, la stragrande maggioranza di rocce vulcaniche presenti in zona, affioranti e sepolte, fatta eccezione per alcune colate di lava, è prevalentemente costituita da tufi, ceneri, pomici e colate piroclastiche cementatesi per fenomeni post eruttivi, comunque caratterizzate da elevatissima anisotropia, elevate differenze di tessitura e granulometria (anche all’interno della stesso deposito vulcanico, i parametri cambiano molto tra “vicino” e “lontano” al centro di emissione), porosità elevata ed estremamente variabile; in sostanza, non certo il tipo di roccia modello “calcare massiccio” o “basalto hawaiano”, che sono sicuramente più suscettibili a dilatazione/contrazione termica;

    altra cosa: mi sfugge totalmente il nesso tra alternanze giorno/notte (o se preferite, caldo/freddo), con il campo magnetico terrestre, soprattutto a scala globale;

    in ultimo: la stazione di misura BKE è spesso al centro di molte “polemiche”, perché l’elevata sensibilità fa si che anche il semplice passaggio dei bus turistici, provoca vistosi grafici sui sismogrammi; non sarà che magari di giorno, le operazioni di “pulizia dei dati” non riescono a distinguere i pullman dai reali microsismi, e quindi piallano tutto, mentre di notte non essendoci traffico veicolare, rilevano qualcosa, che comunque è né più né meno che normali tremori del suolo in zone geologicamente attive?

    PS: sarà un caso che nel 2008 è stato aperto il transito sulla strada Matrone?

    comunque, tante cose da approfondire… interessante comunque, ma non credo che siano queste le premesse giuste, a parer mio, per affrontare il discorso “previsione eruzioni e sismi”….
    🙂

    • Max, è tutto connesso con l’attività solare, con i moti mareali del Sole e della Luna, e con il fatto che ad un aumento dell’attività solare si ha un aumento della “forza” (passami il termine) del Campo Magnetico Terrestre… che si traduce in una maggiore stabilità geologica (sia sismica che vulcanica).
      Per fare un giusto raffronto bisognerebbe analizzare, contemporaneamente e per lo stesso periodo, sia i vulcani italiani che quelli, magari, americani o neozelandesi, ovvero posti agli antipodi. In questo modo ciò che accade di giorno e di notte qui, deve accadere anche li’… per le stesse identiche motivazioni.

      L’analisi del globo terrestre, comunque, ha mostrato una certa variazione tra giorno e notte, tra estate e inverno…. e questo, ancora una volta, è legato all’attività solare.

      Purtroppo le ricerche in tal senso sono limitate… e molto spesso si pensa che l’unica cosa che “fa” il sole è scaldare il pianeta. Ma non è così!

      Ricerche hanno dimostrato una correlazione (se non erro) inversa tra attività solare e tempo di decadimento degli isotopi di carbonio determinando una variazione anche dell’energia prodotta dalle reazioni nucleari naturali interne al pianeta (mantello e nucleo)…. e, pertanto, una variazione del calore che dalle profondità del pianeta risale verso la crosta.
      Tale variazione comporta una differente variazione della fluidità del mantello e del magma, con il risultato che durante i lunghi periodi di bassa e bassissima attività solare, si ha un maggior numero di eventi sismici e vulcanici a livello mondiale.

      Tutto collegato… ma molto difficile da studiare per l’impossibilità di andare a prelevare “dati” sul posto!

    • max pagano

      “Ricerche hanno dimostrato una correlazione (se non erro) inversa tra attività solare e tempo di decadimento degli isotopi di carbonio determinando una variazione anche dell’energia prodotta dalle reazioni nucleari naturali interne al pianeta (mantello e nucleo)…. e, pertanto, una variazione del calore che dalle profondità del pianeta risale verso la crosta.”

      in realtà, no;
      lo studio in questione è stato sconfessato da tutta la comunità scientifica, pare tra l’altro che soffrisse di problemi legati ad errori di misura;

      e non potrebbe essere altrimenti, sennò vorrebbe dire che tutti i sistemi di datazione, e tutta la tecnologia esistente legata al decadimento radioattivo, avrebbe le sue stesse basi errate in partenza, e così non è…

      🙂

    • Beh… gran parte della comunità scientifica afferma senza ombra di dubbio che il Riscaldamento Globale Antropico è una realtà inconfutabile sotto gli occhi di tutti. E a dimostrazione di ciò presentano una marea di simulazioni al computer senza alcuna attinenza con la realtà che ci circonda. Eppure riescono a dirottare e a far sparire migliaia di miliardi di dollari l’anno.

      A chi devo credere?

      Il nostro gruppo ha ricalcolato le temperature ricostruite con i carotaggi EPICA, modificandoli in modo da rispondere alle modifiche “cronologiche” cui facevo riferimento. E stranamente gli eventi “importanti” coincidono perfettamente… quasi a testimoniare che quanto riportato da quella ricerca è vero.

      Del resto… non sarebbe la prima volta che la Comunità Scientifica insabbia deliberatamente imporanti ed evidenti scoperte scientifiche che la costringerebbero a riscrivere i libri di fisica!

  4. Guido Botteri

    Potrebbe essere un importante passo avanti nella comprensione di questi fenomeni. Spero quindi che questo tipo di studi venga esteso anche agli altri vulcani, per verificare se questa fenomenologia sia caratteristica del Vesuvio, o (come credo) possa essere qualcosa di carattere generale.

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