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Science Fiction, la nuova frontiera dell’horror

Forse più che horror si dovrebbe dire “horror vacui“, perché il livello di inconsistenza che alcuni messaggi per così dire divulgativi riescono a raggiungere fa in effetti un po’ paura. Quello del Science Fiction, per la verità, sarebbe anche un genere con una sua legittimazione, se non fosse che, anche in questo campo, è entrato da un po’ di tempo il tema del clima e del meteo. Visto il livello parossistico del dibattito su questi argomenti, è un ingresso con la leggerezza di un elefante in una cristalleria.

L’ultimo documento in cui mi sono imbattuto è la spiegazione di alcuni “esperti” meteorologi del mistero del triangolo delle Bermuda. Naturalmente, sempre ammesso che ce ne sia uno. Ebbene sì, dietro la sparizione di aerei, navi e quant’altro sia mai sparito da quelle parti, ci sarebbe uno strano ma pericoloso evento atmosferico che, non si sa perché, dovrebbe prediligere quell’area per palesarsi nella forma malefica capace di inghiottire oggetti vari, ed esistere altrove senza invece far danni.

Se ne sarebbe accorto un team di ricercatori analizzando delle immagini da satellite e rilevando la presenza di “strane” formazioni nuvolose dalla struttura esagonale. Secondo la spiegazione del video che accompagna il tutto, quegli esagoni sarebbero la traccia di microburst, cioè di raffiche di vento discendente in grado di abbattere al suolo qualsiasi aereo e di formare onde mangia-navi. Al termine del lavoretto, ma questo lo deduciamo perché nel servizio non c’è, sempre gli eventi ventosi o marosi sarebbero pure in grado di digerire le carcasse d’acciaio e i loro occupanti, dei quali pare non si siano trovate mai tracce. Il tutto è spiegato su Science Channel.

Ora, dov’è il problema? Beh, il problema è appunto l’uso della Science Fiction, in cui si gettano brandelli di scienza in mezzo a puttanate vere e proprie, infiocchettando il tutto in un prodotto che si fa bello dell’autorevolezza della scienza e dell’uso di tecnologie d’avanguardia, comprese quelle editoriali, per confezionare un messaggio molto spettacolare in cui però sparisce completamente la differenza tra ciò che è vero e ciò che non lo è.

Nella fattispecie, esistono le nubi dalla forma esagonale, esistono le microburst ed esistono ovviamente radar e i satelliti con cui osservarle. Il problema è che le nubi esagonali sono tutt’altro che “strane”, si chiamano Open Convective Cells e Closed Convective Cells, hanno una estesa letteratura che le spiega e sono note più o meno a tutti quelli che operano nel settore meteo a livello professionale. Qui, per esempio, ci sono delle pagine appartenenti al consorzio Eumetnet che spiegano benissimo tutto, comprese le caratteristiche fisiche e ambientali del fenomeno. Nel testo, leggerete che si tratta di convezione che avviene in aria stabile, la cui struttura verticale è resa instabile – quindi prona al sollevamento ed alla convezione – dall’umidità fornita dal mare al flusso di aria più fredda che vi scorre sopra. Leggerete anche che i venti in superficie sono solitamente deboli o al più moderati, che sono in effetti formate dall’interazione tra correnti ascendenti e discendenti, ma che sono anche  nubi convettive di scarsa estensione verticale, perché confinate in uno strato atmosferico ben preciso e limitato, altrimenti, niente struttura esagonale! Come possano essere definite delle “bombe d’aria”, lo sanno solo loro.

Per cui, mi sa che il mistero del triangolo delle Bermuda ce lo teniamo, ma, nel dubbio, evitiamo la science fiction!

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Published inAttualitàMeteorologia

3 Comments

  1. Fabrizio Giudici

    Sulla questione ha commentato oggi Paolo Attivissimo su La Verità, con un pezzo dal significativo titolo “I giornali affondano nel Triangolo delle Bermude”. Siccome il giornale è a pagamento e non è in HTML non posso mettere il link. Ma in sintesi le cose stanno così: i due autori della presunta soluzione delle nuvole esagonali hanno dichiarato di essere stati sottoposti a copia & incolla selvaggio da parte di Science Channel, che ha totalmente snaturato il senso del loro pensiero per avallare la science fiction del servizio mandato in onda in TV. I due hanno fatto presente che le strutture descritte sono comuni, hanno comportamenti come quelli descritti in questo pezzo di Guido e che quindi non c’entrano niente con i presunti problemi del Triangolo delle Bermude (presunti, perché per l’appunto non esistono). Questo posso linkarlo perché i due scienziati hanno ottenuto spazio su Usa Today:

    http://www.usatoday.com/story/news/nation-now/2016/10/21/what-these-hexagonal-clouds-found-over-bermuda-triangle/92512476/

    Ovviamente il pezzo di Science Channel è stato poi rilanciato da altri giornali senza fare la minima verifica. Ovviamente non comparirà nessuna rettifica sui giornali nostrani.

  2. andi

    Strano che la causa non sia attribuibile al riscaldamento globale

    • Fabrizio Giudici

      “Strano che la causa non sia attribuibile al riscaldamento globale”

      Per l’appunto, la CO2 rende il mare acido e così digerisce le carcasse d’acciaio e i loro occupanti.

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