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Tutta la scienza è uguale, ma una certa scienza è più uguale delle altre

Conosco già la prima critica che arriverà a questo post: la parafrasi della frase di George Orwell è stata fin troppo abusata. Giusto, ma altrettanto giusto è che quella frase non ha mai smesso di essere attuale e di prestarsi, posso immaginare che fosse questo lo scopo di Orwell, ad essere calata in molti campi dello scibile umano. Scienza compresa.

E così, quando noi piccolissimi semplici commentatori di CM pubblichiamo post sull’ilarità che suscitano certe ricerche volte ad identificare attitudini politico-ideologiche ben precise (e da stigmatizzare) con le posizioni di dubbio sul disastro climatico, oppure quando scopriamo che la situazione è ben più confusa di quanto la si vorrebbe descrivere, ecco che un gigante dell’editoria scientifica scende nell’agone politico e fa un endorsement che la dice lunga su come siamo messi.

Hillary Clinton will make a fine US president – Nature, 19 ottobre 2016

Già, Nature, l’editore scientifico con impact factor più alto, la bibbia delle pubblicazioni scientifiche, il luogo dove ogni ricercatore sogna di pubblicare, sposa la causa politica e si schiera a favore di uno dei due contendenti alle elezioni americane. Che il mainstream scientifico sia ormai appiattito sulle posizioni del disastro climatico prossimo venturo lo sappiamo, ma che per questo si debba dichiaratamente violare l’imparzialità che dovrebbe distinguere certi ambienti è una novità. Passi che questo possa accadere perché si ritiene – e i commenti apparsi su CM linkati poco più su lo dimostrano – che possa sussistere una correlazione tra posizioni politiche e opinioni in materia di clima e affini, ma che ci si impegni a tessere le lodi di questo o quell’altro candidato in ambiti che con il dibattito scientifico non hanno nulla a che fare, dimostra chiaramente che la difesa di alcune posizioni scientifiche rispetto ad altre, cosa di per se già disdicevole da parte di chi le dovrebbe comunque sostenere tutte, è solo un pretesto per difendere altro.

Di cosa si tratti non lo so, ma vista la posta in gioco è ben difficile che sia amore per la verità scientifica. Non è un bel giorno questo, né lo saranno i prossimi se queste sono le premesse.

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Published inAttualità

3 Comments

  1. Luigi Mariani

    La mia impressione è che Nature per quanto riguarda il Global Warming sia sempre stata pesantemente schierata, con tutto ciò che quel che ciò comporta in tema di scelte su cosa pubblicare e su che taglio dare ai numeri della rivista.
    Pertanto non sono stupito più di tanto dell’endrosement alla Clinton pur se confesso di non nutrire soverchie attese circa un eventuale ripensamento di Trump al riguardo della linea seguita dagli Usa in materia di clima: in Italia abbiamo avuto al governo destre e sinistre ma la linea non è mai veramente cambiata.
    Non nego però che l’endorsement alla Clinton mi infastidisce perché otto anni di Obama sono stati più che sufficienti per quel che mi riguarda. Dopo un risibile Nobel per la pace preventivo infatti Obama ha fatto di tutto per suscitare una nuova guerra fredda con la Russia e per destabilizzare il medio oriente. Su quest’ultimo tema ricordo la politica seguita in Libia, Egitto e Siria che è stata più che mai negativa per noi italiani (si pensi solo al tema degli approvvigionamenti energetici o al problema dei profughi). Nonostante ciò, attraverso il nostro premier, ci precipitiamo a prosternarci e a riaffermare la nostra totale fedeltà alla linea ad ogni chiamata del capo (vedasi recente cena alla casa Bianca).
    Peraltro la scelta di RAI di non avere copertura giornalistica sulla Libia ma viceversa di mandare inviati speciali in Iraq per la presa di Mosul (per la quale vien da pensare a un’operazione pre-elettorale Usa) mi pare obbedisca a una politica estera rinunciataria per non dir peggio.

  2. Massimo Lupicino

    PS a proposito di Nature: questo e’ quello che ieri ha dichiarato Trump nel suo comizio in North Carolina, tra le varie cose: “I will also cancel all wasteful climate change spending from Obama-Clinton, including all global warming payments to the United Nations. These steps will save $100 billion over 8 years, and this money will be used to help rebuild the vital infrastructure, including water systems, in America’s inner cities”.
    Ovvio che i media del mainstream preferiscano parlare di presunte avance a starlette fatte da Trump 35 anni fa, piuttosto che di queste cose. Ma per chi volesse informarsi, le occasioni non mancano. Il link al comizio in questione e’ questo http://www.realclearpolitics.com/video/2016/10/26/trump_proposes_new_deal_for_black_america_in_charlotte.html

  3. Massimo Lupicino

    No Clinton? No party! Niente piu’ soldi per il carrozzone del Global Warming, spoil system alla NASA e con questo, la probabile inopinata scoperta del grande lavoro di taroccamento dati fatto in questi anni dal NOAA e sbeffeggiato su base quotidiana da Steven Goddard in quello che lui stesso definisce “The Deplorable Climate Science Blog”. A testimonianza che si tratta solo di politica.
    Niente piu’ soldi a go-go in pubblicazioni di varia qualita’ e natura, talvolta esilaranti come gli articoli dei megafoni del mainstream che ne diffondono i risvolti, ovviamente politici. Perche’ Nature non dovrebbe fare endorsement? Difendono posti di lavoro: i loro, quelli dei loro amici e delle mega-corporations che con il business del verde si sono rovinate e hanno dilapidato i soldi dei loro azionisti, nonostante i munifici finanziamenti dei governi liberal che loro stessi, oggi, finanziano con cascate di milioni per cercare di mantenere lo status quo.
    E’ solo questione di soldi, e di potere. La scienza ridotta a fare da foglia di fico per questioni molto piu’ imbarazzanti, e monetizzabili.
    I maiali di Orwell sono piu’ che mai di moda.

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