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La Siberia in glaciazione e il Polo Nord al solleone

L’anomalia positiva delle temperature polari dell’anno 2016

Un articolo su Washington Post ci segnala la drastica anomalia termica positiva in atto al polo Nord, a cui corrisponde un’altrettanto drastica anomalia negativa sulla Siberia e sul plateau groenlandese. Si vedano in proposito i dati in figura 1 riferiti al 17 novembre, giorno in cui l’anomalia al polo Nord ha toccato il proprio apice.

Figura 1– Anomalia termica del 17 novembre 2016
Figura 1– Anomalia termica del 17 novembre 2016

Per ampliare la mia base di conoscenza sul fenomeno mi sono appoggiato ai dati del sito weather.com ed in particolare a questo articolo. Qui ho trovato il riferimento al progetto International Arctic Buoy Programme IABP, nella cui pagina web si trovano i dati di una serie di boe fra cui la 300234064010010, posta leggermente a sud del Polo a 88.29 gradi di latitudine. E qui, potenza della tecnologia, ho reperito i dati numerici, relativi al periodo che va dal 16 settembre (giorno 260 dell’anno) al 20 novembre (ieri, giorno 325 dell’anno). Tali dati sono stati riassunti nel diagramma in figura 2, ove in rosso è riportata la temperatura dell’aria e in blu la temperatura della superficie sottostante la boa. Quel che si osserva è l’enorme variabilità della temperatura dell’aria e il fatto che nell’ultimo giorno rilevato (20 novembre alle ore 20) la temperatura era già scesa a -13°C. Si notano inoltre tre picchi positivi rispettivamente intorno al 18 settembre, al 27 settembre e fra 14 e 16 novembre. I dati di quest’ultimo periodo sono messi in maggior dettaglio in figura 3.

Figura 2 – Temperatura dell’aria (Ta) e di superficie (Ts) registrata dalla boa 300234064010010 posta a 89° di latitudine nord. Periodo dal 25 settembre al 20 novembre
Figura 2 – Temperatura dell’aria (Ta) e di superficie (Ts) registrata dalla boa 300234064010010 posta a 89° di latitudine nord. Periodo dal 25 settembre al 20 novembre
Figura 3 – Temperatura dell’aria (Ta) e di superficie (Ts) registrata dalla boa 300234064010010 posta a 89° di latitudine nord. Periodo dal 14 al 16 novembre
Figura 3 – Temperatura dell’aria (Ta) e di superficie (Ts) registrata dalla boa 300234064010010 posta a 89° di latitudine nord. Periodo dal 14 al 16 novembre

Tutto ciò accade in un contesto che vede la temperatura della fascia fra 80 e 90°C in sensibile anomalia positiva (figura 4).

Figura 4 – Anomalia termica nella fascia oltre 80°N (Danish Meteorological Institute)
Figura 4 – Anomalia termica nella fascia oltre 80°N (Danish Meteorological Institute)

Sottolineo infine che nel fenomeno gioca un ruolo centrale la struttura della circolazione a macroscala che nella carta del 17 Novembre riferita al livello di 500 hPa (fonte: http://www.esrl.noaa.gov/psd/data/histdata/) fa segnare la presenza di un regime di blocco con depressione sul vicino Atlantico e promontorio anticiclonico sulla Siberia. Fra tali due strutture si manifesta un sensibile apporto avvettivo di masse d’aria meridionali atlantiche verso la Scandinavia e il Polo.

Non sono invece in grado di riportare informazioni circa la copertura nuvolosa verificatasi al Polo e che sappiamo interferire in modo potente con il bilancio radiativo di superficie.

Segnalo infine che maggiori dettagli circa il livello di anomalia del fenomeno si avranno quando disporremo dei dati da satellite MSU sulle temperature della bassa troposfera relative a novembre 2016 e per i quali disponiamo di una serie che ha inizio nel 1979.

Figura 5 - Topografia del livello di 500 hPa del 17 novembre 2016 che pone in evidenza la presenza di un regime di blocco con avvezione di masse d’aria meridionali dall’medio Atlantico verso la Scandinavia e il Polo
Figura 5 – Topografia del livello di 500 hPa del 17 novembre 2016 che pone in evidenza la presenza di un regime di blocco con avvezione di masse d’aria meridionali dall’medio Atlantico verso la Scandinavia e il Polo
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Published inAttualitàMeteorologia

6 Comments

  1. Luigi mariani

    Caro Flavio, grazie di cuore per aver corroborato la mia modesta analisi e per aver spezzato una lancia a favore della meteorologia sinottica, essenziale in quanto il sistema climatico è in piedi per garantire gli scambi energetici fra equatore e polo e questo avviene per l’80% attraverso la circolazione atmosferica, in cui l’acqua con i suoi cambiamenti di stato la fa da padrone in quanto vettore energetico.
    Da ciò discende che parlare di meteorologia e clima senza apprezzare l’aspetto circolatorio è un po’ come parlare di fisiologia umana utilizzando la vecchia teoria degli umori.

    • Flavio

      Luigi, d’accordo al 100% con te! Bello il paragone con la teoria degli umori 😀 al solito il problema principale sta nella eccessiva semplificazione e strumentalizzazione da parte dei media. Non si capisce se per voglia di semplificare, per manifesta incompetenza o per semplice malafede. Probabilmente per tutti e tre i motivi :)))

  2. Giovanni

    Ritengo che le forti anomalie positive in sede Mar di Kara,siano dovute anche all’assenza di ghiaccio che comporta un minor effetto albedo come conseguenza della mancanza di superfici chiare.Sono anni,in effetti,che il settore atlantico del Mar Glaciale Artico presenta anomalie termiche positive,raramente negative.Di sicuro è anche “colpa” di El Nino,che ha ridotto ulteriormente il congelamento delle superficie marine in questo settore,già di per sè deficitario negli ultimi anni.
    Volevo far notare,e chiedere di conseguenza,una cosa:guardando il grafico dell’estensione del ghiaccio marino artico ho addirittura (e ciò mi sembra francamente paradossale)osservato una diminuzione nei precedenti 3 giorni (solo oggi la situazione è tornata normale)dell’estensione della banchisa.
    Ora,sapendo che siamo nel semestre freddo,è possibile che il bilancio giornaliero nei tre giorni scorsi sia stato negativo,tanto che invece di formarsi il ghiaccio secondo il grafico esso si stava SCONGELANDO!
    Vi chiedo,pertanto:è possibile?E’ mai accaduto prima?Si tratta di errori nelle misurazioni satellitari (che so essere possibili)?Grazie

    • Flavio

      Caro Giovanni, si, è possibile eccome. Più che di non scongelamento si tratta di compattazione. Devi immaginare il pack come una superficie non uniforme ma fortemente frammentata nei suoi margini esterni. La persistenza di venti dai quadranti meridionali tende a compattare il pack riducendone l’estensione anche in assenza di uno scioglimento. È il vecchio discorso relativo alla differenza tra area ed estensione… sul mare di kara sono d’accordo con te: è facile avere anomalie di 20 o 30 gradi se invece che una distesa ghiacciata ti ritrovi acqua a 4 gradi di temperatura. A congelamento avvenuto, infatti, l’anomalia rientra molto rapidamente…

  3. Flavio

    Caro Luigi, posso solo confermare quello che scrivi in questo articolo. Come scitto piu’ volte in sede di analisi sinottica nelle previsioni del lunedi’, la causa dell’anomalia a mio modesto parere e’ da ricercarsi nella ripetizione ossessiva di un pattern sinottico “maligno” per l’artico, ovvero la persistenza di una pulsazione anticiclonica sul Pacifico settentrionale che ha stazionato in modo quasi-permanente in prossimita’ delle isole aleutine. Questo ha provocato un precoce scioglimenti dei ghiacci alla fine dell’inverno, condizioni di tempo estremamente perturbato durante l’estate, con conseguente dispersione e scioglimento del pack (al netto di un minore irraggiamento) e in autunno ha continuato a pompare aria caldissima ed estremamente umida nell’artico fino a qualche giorno fa.
    Il pattern e’ cambiato radicalmente adesso (in linea con la diminuzione di temperatura di cui parli nell’articolo con riferimento ai valori indicati da una boa): il blocco anticiclonico pacifico ha ceduto e un anticiclone termico si e’ stabilito sull’artico, con annesso irraggiamento e crollo delle temperature.
    A giudicare dalle carte, questa situazione dovrebbe permanere per parecchi giorni, per cui mi aspetto un sostanziale raffreddamento dell’artico e una ripresa significativa del congelamento, con aumento di spessori e superficie, specie sul mare di kara dove il congelamento e’ in fortissimo ritardo e dove le condizioni meteo stanno virando velocemente verso il gelo.
    Sarebbe interessante capire quale sia stata l’influenza del nino sulla persistenza del pattern menzionato, ma non e’ il mio campo quindi mi ritiro in buon ordine.
    Dall’altra parte, come fai giustamente notare, al caldo estremo sull’artico fa da contraltare il freddo estremo in russia, a confermare che limitare lo sguardo ad una area ristretta del globo non ci aiuta mai a trarre conclusioni sensate.
    Non si puo’ mai prescindere, a mio parere dall’analisi sinottica, ma troppo spesso si leggono analisi “puntuali”, fini e a se stesse, che sono buone per titoloni sui giornali, ma hanno ben poca rilevanza da un punto di vista climatico e meteorologico…

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