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Caos nel Sistema Solare!

Calma, non è del prossimo armageddon che stiamo parlando, né si vuole cavalcare l’onda emozionale della rivelazione fatta dalla NASA appena un paio di giorni fa circa l’esistenza di un sistema solare ad “appena” 39 anni luce di distanza dal nostro attorno alla cui stella orbitano sette pianeti di cui tre potrebbero avere, per distanza dalla loro fonte di energia, caratteristiche assimilabili a quello che noi chiamiamo “abitabile”.

Si parla piuttosto di uun paper uscito su Nature in cui, attraverso l’analisi di rocce sedimentarie databili a 90 milioni di anni fa, si ricostruisce la relazione tra clima e forzante astronomica, confermando quella che sin qui era più che altro un’intuizione, e cioè che le variazioni dell’orbita dei pianeti che girano attorno al Sole possano avere una componente caotica dovuta a piccole interazioni tra i pianeti stessi.

Con le conferme che gli autori di questo studio portano alla teoria, si spera di riuscire a inquadrare con più accuratezza le variazioni climatiche a scala geologica in funzione delle variazioni orbitali.

D’accordo che la scala temporale è decisamente fuori la portata anche della più fervida immaginazione, ma se davvero anche il sistema solare obbedisce alle leggi del caos, in cui piccolissime variazioni dello stato iniziale portano ad infinite soluzioni per lo stato finale siamo a cavallo…Praticamente fa come gli pare…

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Published inAttualitàSole

6 Comments

  1. Fabrizio Giudici

    ” e mette in evidenza come l’effetto della precessione terrestre sia stato stabilizzato dalla presenza della Luna”

    Questo tema è stato presentato, qualche anno fa, da un documentario della BBC sulla vita sulla Terra (non mi ricordo quale, tra i tanti). La conseguenza, secondo la BBC, era che perché su un pianeta si sviluppino forme di vita superiore è necessaria una luna stabilizzatrice, altrimenti non ci sarebbero stagioni regolari. Ovviamente se sia una cosa fondata o no non posso dirlo io, tuttavia mi pare che – e qui mi ricollego alle ultime notizie dalla NASA – siamo allo stesso livello speculativo di altri modelli relativi alla presenza di vita su esopianeti. E qui la cosa mi incuriosisce: perché ad ogni annuncio come quello di ieri, questo dettaglio non viene mai citato. Ora, siccome dei pianeti “scoperti” si possono dire poche cose, e – correggetemi se sbaglio – non si può dire proprio niente sulla presenza o meno di loro satelliti (non so se neanche la prossima generazione di telescopi sarà in grado di fornire informazioni a proposito), se ne dovrebbe trarre la conseguenza che siamo lontani anni luce non solo da quei sistemi solari, ma anche dalla possibilità di fare qualsiasi affermazione sensata sulla presenza di vita. Infatti questa considerazione ha un impatto decisivo sulla quantificazione del parametro f_i dell’equazione di Drake (*). Eppure Repubblica così ha riportato ieri:

    IMMAGINATE un lontano “cugino” del nostro Sistema Solare, popolato da pianeti grandi più o meno come la nostra Terra. Alcuni di questi mondi alieni potrebbero persino ospitare forme di vita, magari così evolute da viaggiare da un pianeta all’altro a bordo di sofisticate navette spaziali. Un’ambientazione che sembra essere uscita dalla penna di Isaac Asimov o di un altro autore di fantascienza. Ma ancora una volta la realtà supera la fantasia, e rende reali anche gli scenari più futuristici. Perché, alieni e navicelle a parte, questo sistema planetario esiste davvero, e si trova a meno di 40 anni luce da noi.

    Probabilmente è solo un segno che dalle parti di Repubblica, e non solo, non sono minimamente in grado di distinguere la realtà dalla fantasia.

    (*) Nota di tutt’altro tipo, che così mi risparmo un altro commento. Ho letto il paio di commenti postati sulla nuova equazione che “modella” l’effetto antropico nell’evoluzione terrestre. Una considerazione terra-terra di quanto sia inutile così com’è lo dà proprio l’equazione di Drake. Nonostante modelli una questione di clamorosa importanza (l’esistenza o no di civiltà extraterrestri) e nonostante ci sia poco da obiettare sulla sua struttura, la mancanza di conoscenza sui valori dei suoi parametri (mancanza di conoscenza abissale, anche degli ordini di grandezza) la rende totalmente inutile. Infatti, senza valori, l’equazione non è in grado di fare alcuna previsione; un’equazione che non consente di fare previsioni serve solo a fare scena. È sempre il solito tema: la scienza è quantitativa e se si elude questo aspetto non è scienza. Inoltre, ammesso che esista un modello per stimare il valore dei parametri, sarà sempre necessaria una serie solida di misurazioni sperimentali per validare il modello. Non c’è per l’equazione di Drake (e molto probabilmente non ci sarà mai), non c’è per l’equazione del clima. Quindi siamo sempre fermi al punto di partenza.

    • roberto

      Laskar insieme a Quinn e Tremaine è uno dei maggiori dinamici dell’astrofisica. Sull’effetto stabilizzatore della Luna sulla obliquità dell’asse terrestre è ancora più esplicito in un articolo del 1993.
      “According to Milankovitch theory, the ice ages are related to variations of insolation in northern latitudes resulting from changes in the Earth’s orbital and orientation parameters (precession, eccentricity and obliquity). Here we investigate the stability
      of the Earth’s orientation for all possible values of the initial obliquity, by integrating the equations of precession of the Earth.
      We find a large chaotic zone which extends from 60° to 90° in obliquity. In its present state, the Earth avoids this chaotic zone and its obliquity is essentially stable, exhibiting only small variations
      of t 1.3° around the mean value of 23.3°. But if the Moon were not present, the torque exerted on the Earth would be smaller, and the chaotic zone would then extend from nearly 0° up to about
      85°. Thus, had the planet not acquired the Moon, large variations in obliquity resulting from its chaotic behaviour might have driven dramatic changes in climate. In this sense one might consider the
      Moon to act as a potential climate regulator for the Earth.
      Stabilization of the Earth’s obliquity by the Moon
      J. Laskar, F. Foutel & P. Robutel
      NATURE-VOL361- 18 FEBRUAR 1993

    • Fabrizio Giudici

      Roberto, grazie per l’approfondimento e il riferimento bibliografico. Stavo proprio pensando di chiedertelo…

  2. roberto

    Lo stesso Laskar il padre della “teoria caotica” (riferita nell’articolo qui citato) nel 1992 insieme a Berger e Quinn fa un’interessante studio sui cicli glaciali paleoclimatici e mette in evidenza come l’effetto della precessione terrestre sia stato stabilizzato dalla presenza della Luna. Ed afferma “The changes in the frequencies of the planetary system due its chaotic motion are much smaller ; their influence on the changes of the periods of climatic precession, obliquity and eccentricity of the Earth’s orbit around the Sun can be neglected” Forse (non l’ho ancora letto perché è a pagamento) l’articolo di Nature si riferisce a cicli geologici molto più lunghi.

  3. Luigi Mariani

    Molto interessante, anche perchè occupandomi di meteorologia con il caos deterministico mi confronto tutti i giorni, ad esempio guardando come divergono fra loro le diverse previsioni a medio termine in un Ensemble prediction System.
    E’ che sono sempre stato convinto che il problema non toccasse gli astonomi e invece non solo scopro che non è così ma apprendo anche che il fenomeno si ripercuote sul clima, almeno alla scala geologica, il che credo significhi che possiamo trascurare la cosa almeno fintanto che un effetto di risonanza robusto non faccia cambiare d’inclinazione all’asse, e anche allora, come il don Ferrante dei Promessi Sposi, potremo morire contenti pensando che tutto dipenda dalla CO2…

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