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Il freddo ammazza solo un po’… e mangia che ti passa il climate change

Non tutti i giorni sono uguali, ma, la parte più bella della gestione di un blog, è che si tratta di uno strumento di comunicazione che permette il massimo grado di libertà. In pratica, fai come ti pare. Vuoi mettere una bella siesta di venerdì?

E quindi oggi invito alla lettura.

Primo spunto alquanto sorprendente, almeno leggendolo con il metro del caldo che sarà la nostra rovina. Una delle più grandi estinzioni di massa che la vita sul pianeta abbia conosciuto, è stata causata dal freddo. Circa il 95% delle specie marine estinte durante la strage di 250 mln di anni fa. Se vi interessa sapere come e perché andate qui, su Science Daily, o qui, sul paper vero e proprio.

Secondo spunto. Freschi freschi dalla finale di Master Chef (scrivo non sapendo chi vincerà), travolti dall’opulenza della dispensa a disposizione dei concorrenti, siamo costretti a gestire la ferale notizia che se cambieremo la nostra dieta, daremo una grossa mano alla lotta all’AGW. Elemento base da eliminare, neanche a dirlo, che schiacciata dai ben più climaticamente sostenibili fagioli (sarà…).

Nel consegnarvi le coordinate per la lettura, ancora su Science Daily e ancora su relativo paper, vi prego di prestare attenzione all’advertising che comparirà. A me è toccata la pubblicità di “Italia’s Got Burgher“, il non plus ultra del paradosso :-).

E, per finire, la definitiva archiviazione del blockbuster “The Day After Tomorrow”: il freddo non viene dal caldo, nonostante siano anni che provano a farcelo credere. Pare che lo scioglimento dei ghiacci artici abbia sì un effetto sulla circolazione atmosferica tale da generare più cruente ondate di freddo, ma le ondate di caldo che queste provocano altrove (sorpresa, in atmosfera quando da qualche parte viene giù il freddo da qualche altra viene su il caldo. Però, si sa, l’AGW è beffardo. Infatti le due cose non si elidono. Indovinate? A prevalere sarà il caldo e non sarà dallo scioglimento dei ghiacci che moriremo congelati. Anche questo lo trovate su Science Daily prima e sul paper poi.

Enjoy

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Published inAttualità

12 Comments

  1. Mauro

    “Ma andando in giro per le campagne, in Italia, o Francia, o Svizzera, si possono vedere in abbondanza mucche che mangiano nei prati”, Effettivamente soprattutto nelle zone montane (Valle d’Aosta, Piemonte) capita anche a me di vedere mucche al pascolo. In pianura è cosa assai rara. In Italia ci sono 6 milioni di mucche (dato ISTAT) e oltre l’80% di esse è allevato in allevamenti intensivi.
    Peggio per i maiali che in Italia sono 8.7 milioni (dato ISTAT) e solo una volta mi è capitato di vederli allevati allo stato semi-brado. L’Italia è al terzo posto in Europa per consumo di antibiotici negli allevamenti.

    • Fabrizio Giudici

      Magari in Italia sono bene abituato io, visto che nelle maremme ne vedo molte. Ma negli altri paesi europei? In Francia non c’è regione, pianura e colline incluse, dove non veda mucche al pascolo.

      L’allevamento intensivo, comunque, non implica necessariamente che mangino solo farine animali.

  2. Mauro

    “in Italia, o Francia, o Svizzera, si possono vedere in abbondanza mucche che mangiano nei prati. ”
    Anch’io vedo mucche al pascolo specie in montagna (Val d’Aosta, Piemonte) ma in pianura molto, molto raramente.
    In Italia si allevano circa 6 milioni di mucche (Dati ISTAT) e oltre l’80 per cento in allevamenti intensivi. Peggio ancora per i maiali (8.7 milioni in Italia, dato ISTAT). Mi è capitato solo una volta di vedere maiali allevati allo stato semi-brado. E in Europa siamo al terzo posto per consumo di antibiotici negli allevamenti.

  3. Luigi mariani

    Caro Guido, non riesco ad accedeer all’ultimo link che segnali. Puoi per favore controllarlo? Grazie. Luigi

    • Aggiornato Luigi, era sbagliato il DOI.
      gg

  4. Mauro

    Beh, a parte le solite balle sulla CO2 e l’effetto serra si confermano cose note e stranote, anche confermate da studi europei portati avanti dagli istituti per la ricerca sul cancro.
    Eliminare la carne, il latte e i latticini(soprattutto quelli da allevamenti industriali, veri prodotti insalubri), tanta verdura e frutta, cereali integrali, legumi e un pò di pesce di piccola taglia costituiscono la migliore dieta protettiva nei confronti delle malattie quali diabete, cancro, malattie cardivascolari, ecc.
    I risparmi sulla spesa sanitaria vengono di conseguenza.

    • Maurizio Rovati

    • Guido Botteri

      “eliminare” è una brutta parola, e non corrisponde né a verità scientifica, né al buonsenso.
      In medio stat virtus, dicevano gli antichi, e corrisponde a quanto predicava il Buddha, e in fondo hanno predicato in tanti.
      C’è un troppo, d’accordo, (anche la cosa più sana, come l’acqua, ha un troppo; prova a bere venti litri d’acqua e poi me lo racconti), ma c’è anche un troppo poco.
      In fondo la parola farmaco vuol dire “veleno”, non ce lo scordiamo.
      Non bisogna essere talebani.
      Io sono stato malato, a gennaio, a lungo, e per recuperare le forze mi hanno dato bistecche.
      Non per scelta mia.
      Le mucche sono oggetto di un odio ideologico di gente che dice che sarebbero maltrattate dall’uomo, e come soluzione ne propone il massacro; perché se chiudessimo gli allevamenti, l’enorme numero di mucche che fine farebbe?
      Uno dei più famosi animalisti diceva che avremmo recuperato il cibo delle mucche. A parte che quello che mangiano le mucche non è recuperabile come cibo per le persone, noto con quanto amore parlava questo difensore degli animali (c’è il suo video su youtube dove dice queste e anche altre cose assai discutibili ). Le lascerebbe morir di fame. Pur di far chiudere gli allevamenti.
      Oh che amore!
      Quindi andiamoci calmi con le eliminazioni, per favore.
      Troppa carne fa male, e siamo d’accordo, ma a me il medico raccomanda di non mangiare troppa frutta.
      Ho avuto anche la proibizione a mangiare verdura dalle foglie larghe.
      Troppo x fa male, qualsiasi sia x.
      Buona giornata

    • Mauro

      Il cibo che mangiano le mucche è recuperabile perché oggi praticamente nessuna mucca mangia più erba e fieno, come dovrebbe visto che è un erbivoro. Mangiano mangimi a base di cereali, farine di pesce e antibiotici. Non capisco il discorso di cosa ne facciamo delle mucche se si dovessero chiudere gli allevamenti industriali. Se la domanda di carne diminuisse gli allevamenti morirebbero poco alla volta, tanto la riproduzione viene fatta per inseminazione artificiale. È solo una questione economica. Non sono talebano, ma osservo solo che il modo di allevare gli animali industrialmente oltre a produrre loro grandi sofferenze, porta anche a un prodotto finale di pessima qualità e malsano quindi dannoso per la salute. Dovrebbe essere invece poca carne e di qualità.

    • Giusto, così potrebbero comprarsela solo i ricchi e Malthus farebbe le capriole nella tomba.
      gg

    • Maurizio Rovati

      “oggi praticamente nessuna mucca mangia più erba e fieno”

      Praticamente, secondo me non è vero!

    • Fabrizio Giudici

      Praticamente, secondo me non è vero!

      Effettivamente, prima di scrivere “praticamente nessuna mucca” forse sarebbe il caso di dare qualche numero.

      Non metto in dubbio che le farine animali siano molto usate. Ma andando in giro per le campagne, in Italia, o Francia, o Svizzera, si possono vedere in abbondanza mucche che mangiano nei prati. Avranno nascosto dei distributori di farine animali tra l’erba?

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