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Veloce promemoria

Quando si parla, per lo più a vanvera, del consenso della comunità scientifica sulla materia dei cambiamenti climatici di origine antropica, forse non tutti sanno che si fa riferimento in larga misura a quanto scritto nei report dell’IPCC, che di quel consenso sono appunto il condensato.

Nell’immagine qui sotto, che viene da questo Tweet, c’è un elenco del livello di incertezza che quei report contengono e certificano su alcuni argomenti topici.

Variazioni della temperatura atmosferica, nubi, cicli delle siccità, eventi intensi, temperature oceaniche, modellazione della circolazione atmosferica, insufficienza dei dati, temperature oceaniche, valore predittivo dei modelli.

Serve altro? Se questo è il consenso, viva il consenso.

Nel frattempo, un pianeta duramente provato dal disfacimento climatico ed un clima sempre più insostenibile, continuano a produrre risorse in quantità mai viste prima.

Anche su questo c’è consenso, ma siccome è un controsenso, nessuno lo dice.

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Published inAttualità

15 Comments

  1. Matteo De Felice

    Mi stupisco che lei linki quel tweet che è “abbastanza” fazioso. Un esempio su tutti? “Low confidence in attribution of climate change to human activities” nel report, pagina 115, c’è scritto “In some aspects of the climate system, including changes in drought, changes in tropical cyclone activity, Antarctic warming, Antarctic sea ice extent, and Antarctic mass balance, confidence in attribution to human influence remains low due to modelling uncertainties and low agreement between scientific studies. ”

    Non mi sembra affatto la stessa cosa. Anche io penso che spesso la retorica de climate change sia esagerata, ma questo non è un motivo per essere disonesti intellettualmente.

    • Matteo,
      il punto è che se si tenessero nella dovuta considerazione tutti gli aspetti per cui la confidenza scientifica è “low”, anche l’attribuzione del climate change alle attività umane sarebbe “low”. Invece semplicemente non se ne tiene conto e la si giudica ugualmente “high”. Per me questa è disonestà intellettuale, non quella di aver riportato un TW che, come vedi, è soggetto a libera verifica.
      gg

    • Matteo De Felice

      grazie della risposta, apprezzo la sua opinione e al momento non mi reputo abbastanza esperto per dire che il report IPCC affermi il falso quando dice “It is extremely likely that human activities caused more than half of the observed increase in global average surface temperature from 1951 to 2010.”. Facendo io stesso parte del processo di generazione di informazioni (dal modello all’utente) mi rendo conto di quanto sia complesso tutto questo sistema.

      Sull’utilizzo di un tweet, sono d’accordo che sia soggetto a libera verifica, ma non è così semplice come leggere — in un blog autorevole come il suo — un’affermazione falsa perché omette una premessa fondamentale. Mi perdoni, è come se fuori un pub trovassi scritto “Birra gratis” per poi entrare e scoprire che è “birra gratuita solo il primo venerdì di maggio”: è facilmente verificabile, ma è scorretto.

    • …che poi è quello che succede, magari non nei pub ma succede 😉
      Comunque, “l’extremely likely” come tutti i vari livelli di “probabilità” che l’IPCC esprime, sono davvero una lettura interessante dal momento che si parla di scienza. Lo sai che scaturiscono da un non meglio specificato “expert judgment”, cioè sono valutazioni soggettive? D’altronde, se dovessero essere fondati su statistica seria, come potrebbe essere extremely likely un’attribuzione che scaturisce da modelli fondati sul ruolo della CO2 che funzionano solo a CO2 e che riescono a riprodurre un po’ il passato solo dosando opportunamente la CO2 in input? In qualsiasi altro settore scientifico sarebbe ragionamento circolare, nella scienza dei cambiamenti climatici (non in quella del clima) diventa extremely likely… E’ un po’ più complesso della “birra gratis” ma ancora più infondato 😉
      gg

    • Matteo De Felice

      Quindi lei sta dicendo che queste valutazioni sulla confidence arrivano solo da expert judgement? Da quello che sapevo (e ho controllato proprio ora), incollo direttamente:
      “Quantified measures of uncertainty in a finding are expressed probabilistically and are based on a combination of statistical analyses of observations or model results, or both, and expert judgment. ”

      Ora non so, come questo particolare statement sia stato valutato, però ecco mi sembra che l’expert judgement sia uno dei modi per fare queste considerazioni, o sbaglio?

    • Grazie Matteo, conosco quel passaggio. Però riflettiamoci su. Nella valutazione entrano analisi statistiche basate su osservazioni e risultati modellistici, ma sappiamo che – è scritto nello stesso Report – le serie storiche della gran parte dei parametri su cui dovrebbero essere condotte le analisi e con cui si dovrebbero validare i modelli non sono sufficientemente attendibili o non ci sono affatto; l’unico parametro disponibile (in parte) è la temperatura superficiale, con tutti i problemi che si tira dietro. Ergo, né le analisi statistiche, né i risultati modellistici sono in grado di contribuire all’attribuzione in modo significativo. Ciò che resta è l’expert judgement, del quale, del resto, se così non fosse stato NON ci sarebbe stato bisogno.
      gg

  2. Luca Maggiolini

    In effetti, come possa un sistema allo sfascio (secondo alcuni) produrre risorse abbondanti quanto mai – e, comunque, in quantità esponenzialmente più elevate che nell’idilliaco Eden -, resta un bel dramma.

    • Simone

      Beh, direi se ne sono fatti di progressi tecnologici in agricoltura: ai tempi dei mie nonni si batteva il grano a mano, ettari e ettari sotto il sole con a volte macchinari che ormai sono quasi introvabili e si vedono solo a qualche festa per ricordare il passato. Al giorno d’oggi il grano si batte con macchinai giganteschi in grado di fare decine di metri in pochi minuti. Giusto per fare un esempio e lo credo che la produzione di certe cose sia aumentata!

    • Luca G.

      Dati alla mano non c’è unanimità scientifica esternamente all’IPCC e in più i dati satellitari mostrano realtà differenti dalle postazioni a terra sulla tendenza termica. Spiegazioni? Ps è poi sicuro al 100% di screditare eventuali correlazioni tra attività solare e clima sulle cause delle oscillazioni climatiche? Grazie

    • Alessandro

      Sull’aumento di produzione dal 2007 al 2017 i “macchinari” sono sempre gli stessi.
      Quello che è cambiata è tutta la biosfera che ha beneficiato (incluso i cereali) della maggiore presenza di CO2. Questo aumento di CO2 ha permesso di focalizzarsi su nuove varietà più produttive.

  3. Simone

    “Quando si parla per lo più a vanvera”
    Già lei sig. Guidi in questo è un esperto! Se analizzasse per conto suo i dati forse riuscirebbe a capire anche lei la realtà dei fatti, come ha fatto questo ricercatore e scienziato. E per la cronaca questo fatto è del 2012, prima degli anni più caldi 2014, 2015 e 2016.

    http://www.lamma.rete.toscana.it/news/global-warming-la-conversione-dello-scettico

    Chissà se anche lei sig. Guidi un giorno vorrà fare una bella ricerca sui dati per contro proprio (amnesso che abbia un minimo di conoscenze) come ha fatto questa persona che era scettica come lei.

    • Simone,
      abbiamo scritto molti post sul progetto Berkeley. E’ un progetto interessante con molti punti di forza e qualche debolezza, come per esempio quella di non poter “sfuggire” all’impiego di dati scarsamente rappresentativi che diventano invece utilizzabili solo dopo complesse procedure statistiche.
      Circa poi la conversione, a meno che non si ammetta l’esistenza di un dogma, direi che non c’è proprio nulla a cui convertirsi e il fatto che vi si faccia riferimento dimostra che invece si tratta proprio di questo.
      Ad ogni modo ti ostini a non capire cos’è che anima queste discussioni, c’è poco da fare.
      gg

    • Simone

      Non è un dogma, è la realtà, realtà che mostrano i dati alla mano.
      La matematica non è un’opinione, ma siccome lei i dati non li guarda o li considera sbagliati, allora ok.
      D’altra parte la colpa è la mia che cerco di discutere con uno come lei che pensa sia giusto il record nevoso di Capracotta del marzo 2015, il che dice tutto sulla qualità infima dai dati che lei segue!

    • La matematica non è un’opinione, ma “garbage in, garbage out”.

    • DarioC

      L’ho visto e vi leggo di dati “..provenienti da 16 archivi preesistenti e da 44840 stazioni…..
      ….Circa la validità dei dati considerati, come il contributo del riscaldamento urbano, che è stato eliminato usando solo i dati delle campagne, e la scarsa qualità delle stazioni meteo usate, che sono state escluse….”.
      Una quantità enorme di dati ed un lavoro immenso pero se scarti le stazione con scarsa qualità dei dati NON RIMANE NULLA. Non ho mai trovato una serie completa di dati misurati di un solo anno senza massaggi!
      Sullo stesso sito ci sono dei dati della Toscana, dal 1981 al 2010, sicuramente rielaborati e massaggiati ed ho provato a graficarne qualcuno e NON si vede nessuna traccia del riscaldamento!!

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