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In Nome del Popolo Assetato: Siccità e disinformazione

I MEDIA E IL RUOLO ANOMALO DI COLDIRETTI

A proposito di caldo e siccità, quanto si sta verificando in questi giorni su alcuni grandi media nazionali (Rai e Mediaset, solo per citare quelli che seguo con più continuità) è davvero qualcosa di anomalo. Per comprendere le ragioni dell’anomalia consiglio i lettori di vedere il servizio Siccità, la situazione in provincia di Piacenza, dove molti affluenti del Po sono a secco.
Tale prodotto informativo è a mio avviso emblematico per i seguenti motivi:

  1. Anzitutto perché giornalisti senza cognizione di causa si aggirano su greti di fiumi a carattere torrentizio come la Trebbia (il cui nome, lo ricordo, è femminile) e sproloquiano di anomalie. La Trebbia in estate appare a chi la osserva come un grande nastro ghiaioso con una relativamente piccola zona interessata da acqua (figura 1) mentre gran parte del flusso idrico interessa il materasso di ghiaia. Peraltro più ci si avvicina al Po e più l’acqua nel fiume diminuisce, in quanto vi sono le derivazioni per gli usi irrigui. E’ a tale zona che si riferiscono le riprese presenti nel servizio in questione.
  2. I danni dovuti alla siccità sono quantificati dal direttore della Coldiretti di Piacenza, la stessa Coldiretti che s’incarica di portare i giornalisti Rai in giro per la provincia a “toccar con mano” i danni. Se l’Italia fosse un paese serio questo non potrebbe mai e poi mai accadere, e ciò perché nei paesi seri i danni li stimano periti indipendenti, non gli agricoltori. Ciò in quanto la Coldiretti sarà anche, come ama autodefinirsi, “forza amica del paese” o “Italia che fa l’Italia” ma non è e non sarà mai parte terza. Siamo cioè di fronte a un macroscopico conflitto d’interessi, paragonabile a quello che si avrebbe se per un danno subito da un’auto in un incidente stradale la perizia fosse svolta dall’assicurato stesso.
  3. Nel servizio si parla di sistemi di condizionamento usati negli allevamenti zootecnici, facendoli apparire come una novità del torrido 2017, quando invece nelle nostre stalle sono in uso ormai da decenni in quanto limitano in modo molto efficace lo stress estivo da caldo che riduce le produzioni zootecniche (animali sotto stress producono meno latte e meno carne).
  4. Nel servizio vengono mostrate due emblematiche foto della diga del Molato. Quel che mi sfugge però è se esistano per tale invaso misure regolari del livello idrometrico, in modo da poter stabilire i reali livelli di anomalia della situazione odierna e quanto tempo dureranno le riserve con i livelli di prelievo attuali.
Figura 1 – Corso della Trebbia in un tratto di pianura come appare in google Earth in una sequenza che copre un periodo che va dal 2003 al 2016. Come vedete la ghiaia la fa da padrona in qualunque stagione, salvo che durante gli episodi di piena, peraltro non presenti in questa sequenza.

La morale che ne traggo è che, siccità a non siccità, servizi impostati in questo modo sono demagogia allo stato puro e non informazione corretta al servizio del cittadino.

ALCUNE IMPRESSIONI PERSONALI SULLA SICCITÀ IN ATTO

Nell’ultimo fine settimana ho attraversato la pianura piacentina in due occasioni. In particolare sabato 24 ho seguito la direttrice dell’A1 (tratto Milano – Piacenza Sud) e dell’A21 (da Piacenza a Castelvetro).Il guaio è che per quanto mi sia sforzato non ho avuto modo di vedere sintomi conclamati di siccità. Ho visto mais di prima epoca e mais dolce in piena fioritura e in ottimo stato vegetativo (il che vuol dire che per ora l’acqua irrigua c’è) e lo stesso dicasi per il pomodoro da industria. Ho anche visto frumenti ormai maturi che mi sono parsi in complesso “belli”.

Analoghe impressioni ho ricavato domenica 25 quando, dovendomi recare a Firenze, ho attraversato le provincie di Parma e Piacenza in treno al mattino e nel tardo pomeriggio. Ovviamente le mie sono valutazioni del tutto episodiche e non hanno in alcun modo valore statistico (ad esempio non ho visitato l’area irrigua servita dalla diga di Mignano che secondo il servizio RAI sarebbe totalmente vuota).

CASA DICONO I MONITORAGGI IN ATTO

La FAO ha predisposto un indice di siccità (indice ASI) basato sui dati del satellite europeo METOP e destinato all’allerta real time per eventi estremi. Tale indice è disponibile sia a livello globale sia per le singole nazioni. Dall’immagine relativa all’Italia ho ingrandito la parte relativa a Emilia Romagna e regioni limitrofe (figura 2). Da essa si desume che in base all’indice ASI non possiamo in alcun modo parlare di siccità per le provincie di Parma e Piacenza mentre un problema più concreto sembra sussistere per la Toscana interna (area in giallo).

Figura 2 – Indice di siccità ASI prodotto dalla FAO (dati aggiornati alla seconda decade di giugno 2017).

 

Circa l’anomalia pluviometrica presento poi l’interessante carta elaborata dal servizio idrometeorologico di Arpa Emilia Romagna (figura 3), ove vengono riportate le anomalie precipitative percentuali dal 1 ottobre  al 31 maggio e che sono dunque riferite all’anno idrologico. I livelli di anomalia pluviometrica sono del tutto compatibili con quelli da me ricavati per la stazione aeroportuale di San Damiano (codice WMO 16084), posta a est della Città di Piacenza e che mostro in tabella 1. Da tale tabella si nota che l’anomalia ha le sue radici nell’inverno scorso e cioè nei due mesi di dicembre e gennaio, poverissimi di pioggia e neve. In tabella 2 ho invece riportato i 10 anni più asciutti per il periodo 1973-2017 sempre per la stazione aeroportuale di San Damiano. Si noti che il 2017 è al terzo posto dopo 1974 e 1999 ed è seguito a brevissima distanza da 2006, 2010, 1975, 2009 e 2005. In sostanza per la stazione in esame la siccità 2017 è un fenomeno anomalo ma con tempi di ritorno relativamente brevi.

Figura 3 – Anomalia precipitativa in millimetri da 1 ottobre a 31 maggio (fonte: Arpa Emilia Romagna).
Tabella 1 – Stazione aeroportuale di San Damiano (16084). Dati pluviometrici per l’anno idrologico 2016-2017 e confronto con la norma (fonte dai dati: NOAA GSOD).
Tabella 2 – I 10 anni più asciutti nel periodo 1973-2017 per la stazione aeroportuale di San Damiano (16084) (fonte dai dati: NOAA GSOD).

ELEMENTI CONCRETI DI PREOCCUPAZIONE

Se il frumento è maturo e dunque ormai i giochi sono fatti (e a mio avviso quella che si va a chiudere si prospetta come un’annata discreta, anche se al riguardo attendo riscontri quantitativi), per le colture estive i giochi sono ancora tutti da fare e se venisse meno l’acqua irrigua sarebbero guai, in particolare per le colture più ricche della pianura di Parma e Piacenza (pomodoro e mais). Su questo si fonda la mia preoccupazione di agronomo per l’areale in esame, e su questo mi aspetterei che si concentrasse la riflessione dei giornalisti, altro che far scampagnate sui greti dei fiumi.

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Published inAttualitàClimatologiaMedia Monitor

11 Comments

  1. Giuliano

    Permettetemi di fare una breve considerazione sull’articolo e sulla situazione in provincia di Piacenza (dove risiedo). La siccità è reale, dallo scorso ottobre le precipitazioni sono state molto scarse, confermo con la mia stazione i 380 mm riportati, ma la cosa più grave è stata l’assenza di precipitazioni nevose in Appennino durante l’inverno. Tutto questo ha fatto si che la Trebbia (per non parlare degli altri torrenti Nure, Arda e Tidone completamente asciutti) sia in forte sofferenza. Facendo leva su questo gli agricoltori hanno ottenuto l’autorizzazione a non ottemperare con i prelievi al Deflusso Minimo Vitale.
    Le colture però (almeno apparentemente) non sembra abbiano sofferto, il mais è alto 2 metri, i pomodori sono carichi di frutti e le altre colture sono ancora verdi (il frumento è già stato mietuto), sicuramente ha fatto più danni la gelata del 18 Aprile quando ha bruciato interi campi di pomodori appena piantati ed i germogli dei vigneti situati nelle zone più esposte ai ristagni di aria fredda.
    Tornando alla siccità solo da domani 7 luglio inizierà il rilascio dei 4 milioni di metri cubi dall’invaso del Brugneto (circa 2 mc al secondo per 3 settimane circa), gli agricoltori hanno forzato la mano per avere la deroga sul DMV prima ancora di chiedere il rilascio dell’acqua a Genova, non vi pare un controsenso ? Per finire bisogna tener conto che spesso il mais viene utilizzato per produrre biomassa e poi energia elettrica (attività sostenuta solo dalle sovvenzioni, altrimenti non sarebbe remunerativa). … la vera sostenibilità è un’altra cosa!!

  2. virgilio

    Siccità, alluvioni, straripamenti, carestie, rivolgimenti territoriali: eventi estremi che basta sfogliare un po’ Bibbia e altre opere antiche, religiose, storiche e mitiche per trovarli già raccontati… Differenza è che in quelle epoche venivano imputati alle mene di qualche arcigna o benevola ma severa divinità, adesso, per la contemporanea dominante Weltanschauung, son opera dell’altrettanto onnipotente AGW.

  3. (animali sotto stress producono meno latte e meno carne)
    Sì, caro Luigi, quelli sotto stress da caldo … Quelli sotto stress da abbandono USA della COP21 producono quantità industriali di notizie per lo più false per non perdere l’attenzione del vasto pubblico, In gran parte ignaro della situazione reale.
    Otimo post, ricco di informazioni: continua così.
    Franco

    • donato b.

      Grande! 🙂
      Ciao, Donato.

  4. Alberto Guidorzi

    Se per mostrare gli effetti della siccità faccio vedere il frumento alla fine del mese di giugno e dico: ” vedete la siccità ha essiccato il frumento!” qualsiasi lettore direbbe: ” che baggianate dice questo, il frumento si è essiccato perchè maturo ed è la stessa cosa tutti gli anni!”.
    Ebbene di erbe spontanee che hanno lo stesso ciclo del frumento ne esistono moltissime, solo che nessuno le conosce (tanto meno i giornalisti, ma quelli della Coldiretti dovrebbero avere qualche conoscenza in più, ma se ne dimenticano perchè tanto sono solo permeati dall’ideologia) e quindi il mostrare piante, che non siano frumento,completamente secche in giugno è una cosa facile. Ebbene questo è ciò che si propina ad un volgo assetato di fandonie per convincerlo delle siccità inaudita. Tornando alle province di Parma e Piacenza esso sono le province della pianura padana più piovose da sempre (perchè poi si deve dare loro dei soldi non lo capisco, o meglio lo capisco se è come sempre un modo clientelare di distribuire risorse pubbliche), come lo è la pianura a Nord-est di Venezia. Le pianure veramente meno irrorate dalla pioggia sono quelle di sud-est. della pianura padana e questo ce lo diceva già Giovanni Pascoli 100 anni fa con le sue poesie.

    • Gianni Bellocchi

      Alberto, puoi per cortesia segnalare quache verso di Pascoli?

  5. Alessandro2

    Grazie per l’articolo interessantissimo. L’agronomo dev’essere un mestiere stimolante.
    Abitando nella zona interessata, mi sono imposto anch’io di osservare con attenzione la campagna, attraversandola sia a piedi che in automobile. L’impressione che ne ho ricavato, da profano, è quella della solita opulenza verdeggiante estiva, intervallata da qualche campo di biondo cereale. Fino a poco fa c’erano ancora i papaveri e molti colorati fiori lungo i fossi. Mia moglie ha osservato: com’è tutto verde! Avranno usato tutta l’acqua per i campi e adesso che è finita (!) diventerà tutto giallo. Il che potrà anche essere, però magari va anche bene così (prima o poi il mais secca :)).
    Una nota: le figure 2 e 3 sono da invertire.

  6. Alessandro

    In questo caso ‘informazione deve farla chi conosce l’agricoltura:
    pensate questo giornalista del secolo XIX che allega questa foto di girasoli secchi di settembre ad un articolo di giugno 2017…
    http://www.ilsecoloxix.it/rf/Image-lowres_Multimedia/IlSecoloXIXWEB/italia/foto/2017/06/18/Schermata%202017-06-18%20alle%2008.19.01.jpg
    eppure sono credibili al pubblico, quindi credo che sia un problema del popolino. Il giornalista deve far presa sul pubblico e quindi fa il suo lavoro, il problema è di chi legge non ci sono dubbi:
    http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2017/06/18/ASynksxH-giugno_sempre_record.shtml

  7. Luca Maggiolini

    La situazione dei TG & informazione in genere è talmente triste che, ahimè, ai primi di Giugno spero ci sia subito un bel “delitto trucido dell’estate”, così si concentrano su quello e ci risparmiano la manfrina del fa caldo, fa freddo, piove si piove no, percepiamo non percepiamo.
    E’ sempre e comunque una questione di “chiagne e fotte”, ormai siamo alla “caragnata preventiva”: dài e dài qualcosa resta attaccato.
    Qualcuno si ricorda il tormentone della mucillagine e delle alghe in Adriatico di (venti?) anni fa? A sentire i tiggì & co. pareva che l’alto Adriatico fosse sempre stato come il mare della Sardegna (sicomeno) e poi, di colpo, fosse divenuto una palude stile “Jungle rot” vietnamita (sicomeno 2 il ritorno).
    Qualcuno pompava la cosa (politici, associazioni, magari a supporto degli operatori turistici della zona, in crisi pesante al tempo), qualcun altro abboccava, qualcun altro ancora cacciava qualche soldino “sociale” (mica suo, neh?) e via col circo. Incassato qualcosa, il pericolo è scomparso dai radar senza che fosse cambiato nulla. Ora abbiamo la mucillagine “stealth”.

    • “delitto trucido dell’estate”, così si concentrano su quello

      Solo perché non sai che il riscaldamento globale è causa dell’aumento dei delitti trucidi dell’estate.

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