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Eclissi della Ragione

Lunedì 21 Agosto in varie aree del Globo si è potuto assistere ad una eclissi totale di sole. Negli Stati Uniti il fenomeno era atteso da ben 99 anni. Come accade da sempre nella storia dell’umanità, eventi astronomici con tempi di ritorno così lunghi sono l’occasione per riflessioni essenziali sul senso della presenza umana nel mondo, sul senso stesso della vita, sulla caducità delle cose terrene e via dicendo. Per questo motivo, quindi, la stampa liberal di mezzo mondo si è intrattenuta sui due temi essenziali di questo momento storico:

  • Il Presidente degli Stati Uniti è un cretino, e la prova definitiva è nel fatto che è stato sorpreso a sbirciare il sole senza lenti speciali.
  • Moriremo tutti di global warming antropogenico, salvo affidarci ai profeti di sventura i cui ammonimenti stupidamente rifiutiamo di ascoltare.

E a proposito del secondo punto, chi meglio del faro del pensiero liberal mondiale poteva illuminarci sulla realtà delle cose? È proprio il New York Times, infatti, a riportarci sulla Terra, letteralmente. Con questo post su Twitter:

Breve e conciso come solo le grandi verità possono essere: “La Scienza è in grado di predire le eclissi di sole. Allo stesso modo anche la scienza del clima ha affermato la sua validità”. In calce alla foto: “Non credi alla scienza del clima? Le eclissi ci offrono uno spunto. Molti americani seguiranno l’eclissi di sole domani. Ma tendiamo a prendere sul serio alcune previsioni invece di altre”.

In altri termini, “Se non credete all’effetto serra antropogenico allora non credete nemmeno alle eclissi di sole” – NYT dixit, A.D. 2017. È un po’ come dire che se credete al calendario quando vi dice che domani è Giovedì 24 Agosto, allora dovete credere anche alle previsioni del tempo di Frate Indovino in fondo alla pagina dello stesso calendario.

Come mai?

Come mai l’Homo Sapiens Negator Non-Liberalis non crede all’arrostimento collettivo imminente come invece crede alle eclissi? È un enigma apparentemente inspiegabile ma proviamo a risolverlo, con l’umiltà di chi sa di non sapere:

  • Forse non ci crede perché nessuna delle profezie degli scienziati del clima si è avverata?
  • Forse non ci crede perché ha altri problemi, magari meno gravi, di cui occuparsi? Tipo… disoccupazione, salari infimi, terrorismo, guerre o emigrazioni di massa?
  • Forse non ci crede perché a furia di spararle sempre più grosse i profeti del clima che verrà hanno superato il senso del ridicolo? “Parigi come Fez, Milano come Port Said, Cairo come Abu Dhabi” e chi più ne ha più ne metta (si vede che ai profeti la favola di “Al Lupo! Al Lupo!” non l’ha raccontata nessuno).
  • Forse non ci crede perché il livello generale di certa stampa è talmente basso che tanto vale informarsi con i fondi del caffè?
  • Forse non ci crede perché massaggiare i dati reali per sostenere la narrativa non basta ad alterare la percezione fisica di un problema evidentemente irrilevante?

Massaggi

E a proposito di massaggi, argomento che abbiamo già affrontato in altre occasioni, l’ultima poco tempo fa, vale la pena citare anche la notizia-bomba che finalmente è stata trovata l’hockey stick smarrita da Mann nel surreale processo per diffamazione tutt’ora in corso negli Stati Uniti.

Eccola qui: ce la propone Tony Heller, sempre più attivo sul suo blog dichiaratamente negazionista nonché deplorable:

Fig. 2. Hockey Stick di Heller

 

Vi piace? Direi che è perfetta come hockey stick. È l’hockey stick del massaggio. No, non si tratta di uno strumento in uso ai fisioterapisti, ma della rappresentazione grafica di come, nel tempo, il NOAA abbia massaggiato al rialzo le temperature “grezze” del GHCN-USA, ovvero delle stazioni meteorologiche americane. In altri termini, i dati del passato sono stati corretti al ribasso (facendo praticamente sparire il periodo molto caldo degli anni ’30) mentre quelli recenti al rialzo, in modo sempre più parossistico, con la conseguente formazione di una vera e propria hockey stick negli ultimi 10 anni.

Strano vero? Invece di notare un avvicinamento dei dati grezzi a quelli massaggiati, come sarebbe lecito attendersi col progredire delle conoscenze e della tecnologia, siamo di fronte ad una scienza talmente “settled” che negli ultimissimi anni le temperature reali sono state “corrette” a babbo morto in modo estremo, mai visto in passato. Sarà che le stazioni terrestri in questione misurano la temperatura dell’aria con il dito insalivato, o sputando in aria e misurando il tempo di congelamento, o tirando un paio di dadi, chissà… Oppure qualcuno, semplicemente, non la sta raccontando giusta.

Riflessione

A prescindere dalla metodologia usata da Tony Heller per ritrovare l’hockey stick perduta da Mann, sulla quale non ho strumenti per esprimere un parere di nessun tipo, direi comunque che questo ultimo grafico ci offre un’altra possibile chiave di lettura riguardo allo scetticismo collettivo a fronte dei proclami di sventura dei profeti dell’arrostimento collettivo: i dati delle stazioni reali, quelli grezzi e non-massaggiati, mostrano una pausa nel riscaldamento globale, cosÌ come i dati satellitari e come quelli dei radio-sondaggi. Una pausa che la “scienza del clima” non è in grado di spiegare e di correlare in modo ragionevole con l’aumento continuo di CO2 e con la narrativa che le forzanti naturali non contano niente, al cospetto di quella umana. Non è in grado di spiegarlo, in assenza proprio di quegli “aggiustamenti” degli stessi dati reali.

Il signor Rossi poco ne sa, delle mazze da hockey e della fisioterapia dei dati grezzi delle stazioni terrestri a colpi di mazza da hockey o con le secchiate più o meno gelate di Karl. Ma la sua percezione del problema è perfettamente in linea con quei dati non-massaggiati. E questo, forse, è proprio il cuore del problema: per quanto si possa giocare a cambiare i dati reali a babbo morto, anche a distanza di 80 anni dal momento della misura, resta il fatto che il problema non è percepito come tale dalla gente comune. In particolar modo a fronte dei tanti problemi veri in cui quella stessa gente è immersa nel suo quotidiano.

E se proprio si vuole fare un paragone con le eclissi, è come se questi professionisti del catastrofismo climatico avessero previsto eclissi totali di sole ogni giorno per quello dopo, per 100 anni di fila, non azzeccandoci mai. Per poi svegliare il malcapitato negazionista di soprassalto in piena notte, trascinarlo alla finestra, mostrargli il cielo nero e gridare che l’eclissi c’è stata, e poi dargli una botta in testa e rimetterlo a letto a dormire. E quando il giorno dopo osasse obbiettare qualcosa, giù altre botte da orbi al negazionista incorreggibile, con la promessa che anche la prossima eclisse sarà prevista correttamente, ma se ne riparla tra 100 anni.

Disclaimer finale

Lasciatemi spezzare una lancia a favore di Frate Indovino: lui era molto più attendibile dei moderni “scienziati del clima”, evidentemente perché la sua scienza era più “settled“. Tipicamente alla fine di Dicembre prevedeva tempo nevoso in montagna e freddo. Tra gennaio e febbraio, ci scappava anche la nevicata in pianura. Ogni tanto, inevitabilmente, capitava che ci prendesse per davvero. Gli espertoni del clima di oggi, invece, non solo non ci hanno mai preso, ma soprattutto promettono di non farlo mai, nemmeno in futuro. Che tra i 50 gradi previsti a Parigi e a Milano nel 2100 e il Calendario di Frate Indovino non c’è partita: Frate Indovino tutta la vita.

E se proprio di problemi vogliamo parlare, il vero problema per certa stampa mainstream è che nel disperato tentativo di costringere la gente a credere all’inverosimile, finisce per minare la sua stessa credibilità, in ogni ambito. Che questo sia un male in sè, non è per nulla scontato. Anzi.

 

Fig.3. Scienza Settled
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Published inAttualità

26 Comments

    • Massimo Lupicino

      Eh Roberto… Che vuoi che sia la pesca indiscriminata con reti a strascico (quando non con le bombe), o gli scarichi in mare di metalli pesanti e altre schifezze variamente assortite in confronto alle emissioni di CO2?
      L’utopia liberal, come le altre utopie del passato, ha bisogno di colpevoli universali per alimentare la sua narrativa: abbiamo la CO2, l’Hate Speech, il nazismo (hanno riavvolto la bobina della storia) etc. etc. Ringraziamo il cielo che finora i loro “nemici” sono astratti, per lo meno in prima battuta (in seconda purtroppo no). Altre utopie sono andate dritte al sodo prendedosela con gruppi precisi di persone che la pensavano diversamente. Lo fanno anche questi, ma con armi piu’ subdole (per ora).
      Per intanto ci offrono argomenti per farci una grassa risata (come questa ricerca da ig-nobel). Speriamo di poter continuare a farlo.
      I temi sono sempre gli stessi: armi di distrazioni di massa, referaggi allegri, conclusioni che vanno contro ogni buon senso, etc. etc. etc.
      Una osservazione tra le tante: ammesso che la temibile CO2 faccia aumentare le temperature globali in modo determinante, questo favorira’ lo scioglimento della calotta artica, e la proliferazione di alghe, ovvero cibo in quantita’ per le specie ittiche locali. Idem per l’acidificazione degli oceani, che come per il global greening terrestre avra’ un effetto benefico sulla fotosintesi delle specie vegetali marine, auspicabilmente. Tutti fattori evidentemente trascurati per andare a privilegiare la CO2 come causa di tutti i mali.
      Avanti cosi’.

  1. caro massimo son gaetano da genova, veramente i profeti di sventura come li chiami tu in tempi non sospetti avevano previsto negli anni ondate di caldo sempre più intensi nel mediterraneo e aumento di siccità come sta avvenendo. vogliamo parlare poi degli inverni? sono quattro inverni praticamente inesistenti a parte l’anno scorso quei dieci quindici giorni freddi e nevosi e non certo al nord, almeno freddi ma secchi. eppure il sole è quattro anni che è sempre più debole. correggimi se sbaglio.

    • Massimo Lupicino

      Caro Gaetano, non cadiamo nella trappola da cui ci mettono in guardia i profeti stessi: ovvero il confronto tra tempo e clima. Quindi andiamo un po’ piu’ indietro, che fare analisi climatiche sulla base di quello che e’ successo negli ultimi 4 anni e’ evidentemente assurdo (anche se c’e’ chi lo fa, quando conviene alla narrativa: in quel caso si possono fare analisi climatiche anche su timeframe settimanali…). Facciamoci qualche domanda relativamente a cosa avevano previsto tra 30 e 20 anni fa.
      – Il sud Italia sara’ un deserto
      – I ghiacci artici saranno scomparsi
      – Non si potra’ piu’ sciare sulle Alpi
      – Il livello del mare si sara’ innalzato in modo catastrofico
      – La terra si sara’ desertificata
      -Carestie, penuria di raccolti, fame
      Eventi “estremi” in aumento: cicloni catastrofici etc. etc.
      Quanto di quello che e’ stato previsto nel lungo termine si e’ effettivamente avverato? NIENTE. Si litiga per differenze di temperature dell’ordine del decimo di grado, nemmeno percepibili dall’essere umano, e ben dentro agli errori di misura dei rilevamenti delle stazioni meteorologiche stesse. Global greening, esplosione della produzione agricola, livello dei mari praticamente inalterato (a meno di voler giocare coi centimetri), sulle alpi si scia ancora e il deserto e’ rimasto li’ dov’era. Non basta?
      Dai un’occhiata a questa carta che mostra il confronto tra i fantastici modelli dell’IPCC e la realta’ dei dati satellitari di UAH e dei radiosondaggi (quelli non massaggiati).
      Dovrebbe bastare questo grafico per decidere di spendere i trilioni di dollari che si stanno buttando nel camino in qualcosa che faccia realmente il bene dell’umanita’.

      Immagine allegata

    • Fabrizio Giudici

      gaetano,

      le “previsioni” a cui ti riferisci sono parole in libertà, come quelle del tuo commento. “Inverni praticamente inesistenti”? Negli ultimi anni ci sono stati record di precipitazione in certi settori delle Alpi. gaetano,

      a complemento della risposta di Massimo… “Inverni praticamente inesistenti”? Negli ultimi anni ci sono stati record di precipitazione in certi settori delle Alpi. Io ci sono trovato in mezzo, con strade chiuse in Trentino per mezza giornata, visto che non riuscivano a spalarle. In questo preciso momento è inverno nell’emisfero sud e ci sono record di temperatura negativa in Sud America.

      Pochi giorni fa ho postato un commento che riportava – con fonti – i resoconti dei giornali del giugno e luglio ’57. Il secondo link che ho riportato (http://forum.meteo4.com/showthread.php?22151-1957-1958-1959-1960) riepilogava in sintesi alcuni aspetti salienti degli anni successivi. Per esempio:

      1958:

      Anno lievemente mite e in perfetta media pluvio. Cosa strana per l’epoca un solo cm di neve nei 12 mesi. L’inverno segue un andamento molto tranquillo,con poche e brevi ondate di freddo,nessun accumulo nevoso e con febbraio mite. Marzo in realtà porta un po’ d’inverno con clima decisamente freddo e con l’unico cm di neve dell’anno. […]

      1959:

      L’anno senza neve. Dopo che il precedente si era chiuso con un solo cm,questo non vede nemmeno quello. Oltre che non nevicare risulta anche molto mite chiudendo oltre i +0,60° dalla media. […]

      1960:

      Dopo due anni torna la neve e una forte ondata di freddo. Anno molto piovoso con una finale di ben 1132mm.
      Gennaio e febbraio risultano molto freddi ed anche molto dinamici con pioggia e neve. Insieme portano 22 cm di neve e una minima che sarà quella dell’anno di ben -9° a gennaio. La primavera invece risulta mite e per i primi 2 mesi molto secca. Solo con maggio torna la pioggia abbondante con un dato di 133mm. L’estate sarà davvero l’incubo dei caldofili. Fredda e piovosa. La temperatura più calda viene registrata in giugno con un incredibile +31,8°. Luglio in particolare conclude con un valore di -3° sulle medie e 105mm di pioggia. Pochissime giornata consecutive di sole,non superano i 3 giorni. […]

      Come vedi, le cronache del passato sono una miniera, è una gran cosa che siano facilmente accessibili, perché oggi abbiamo la memoria di un pesce rosso. Dunque: 1957 con alluvioni autunnali a giugno e luglio con caldo record; il 1958 con un solo centimetro di neve; il 1959 addirittura senza neve (gli sciatori si saranno suicidati, perché non penso che all’epoca avessero gli attuali impianti per l’innevamento artificiale); il 1960 di nuovo freddo, nevoso, totalmente anomalo con la primavera più calda dell’estate. Tutto si potrebbe riassumere in: “il clima impazzito!”. Peccato che non poteva essere l’AGW alla fine degli anni ’50. Dunque?

      Il fatto è che una previsione scientifica non è un’insieme di parole in libertà. Lo insegnano le basi del metodo scientifico e dell’epistemologia. Una previsione scientifica è fatta di previsioni qualitative che possono essere oggettivamente confermate con il linguaggio non ambiguo delle misure (per lo meno, meno ambiguo del linguaggio naturale). Il fatto è che nessuno degli agwari è stato mai in grado di farne una azzeccata. Siamo sempre qui in attesa che qualcuno ce la segnali. Non a caso ora vediamo sempre più scoperto il giochino secondo cui “l’alto valore etico” della missione e “la complessità” devono convincerci che non si deve “ingabbiare” il ragionamento in una questione di numeri. Ma questa non è scienza. Io posso mettermi a scrivere solennemente qui che in Italia ci sarà un’alluvione tra settembre e dicembre, e sono abbastanza sicuro che avverrà, ma questo non fa di me un esperto di meteo. Il fatto è che, spiacente, ad oggi il meteo si può prevedere solo per pochi giorni e il clima ad oggi non si può prevedere. Ha un andamento caotico. È facile, se si usano parole vaghe, affibbiargli la caratteristica di “meteo impazzito” e poi vantarsi di generiche previsioni di disastri. Peccato però che, se guardiamo al passato, il clima è sempre stato pazzo: perché è sempre cambiato, e mai nessuno ha potuto prevedere come.

      No, non si tratta di uno strumento in uso ai fisioterapisti

      Meno male, perché l’immagine che mi ha evocato – il fisioterapista con un mazza pronto a colpire – mi aveva inquietato 😉

    • Fabrizio Giudici

      … è fatta di previsioni QUANTITATIVE …

  2. Andrea Beretta

    Effettivamente c’è un’evidente tendenza a ingigantire alcune tematiche, tralasciandone poi altre che rischiano di essere molto importanti. Evito apposta le tematiche gravissime accennate da Massimo, o anche l’attualissimo argomento riguardante i criteri di costruzione degli edifici (su quelli, sì che varrebbe la pena farci una campagna mediatica, dato che a ogni tremolio della terra ci scappano sempre dei morti), per toccarne uno, mi auguro, più “soft” e rendere l’idea di questa disparità: da qualche giorno infatti è emersa la grana delle uova al pesticida, il fipronil, la cui narrazione s’è sviluppata al momento secondo i seguenti passaggi: 1) “in Italia non si sono registrati casi”. Trovati i casi in Italia, io che sono lombardo ho letto sulla stampa locale (2): “i lombardi non si preoccupino, la Lombardia non corre rischi”. Trovato il caso in Italia E in Lombardia, ecco che però non dobbiamo farci assalire dal panico, visto che occorre proprio farsi una gigantesca omelette ogni 3 h per risentire degli effetti del pesticida (3). Insomma, i 35° ci faranno morire, il pesticida, proprio, non ne vuole sapere di essere un pericolo.

    • Massimo Lupicino

      Caro Andrea, i pericoli finti e i pericoli veri… sempre li’ andiamo a parare… (http://www.climatemonitor.it/?p=44821)
      La mia idea continua ad essere che dei pericoli veri nessuno ha interesse a parlare, perche’ implicano il riconoscimento di responsabilita’, parola-tabu’ per eccellenza. I pericoli finti, invece, hanno l’enorme pregio di essere risolvibili sulla carta (perche’ essenzialmente inesistenti) e quindi ci si fa solo bella figura. Se poi sono funzionali anche a secondi e terzi fini, allora meglio ancora: due piccioni con una fava…

  3. Luca Barbieri

    vi ringrazio per aver evidenziato il tweet del new york times che condensa e riassume in modo perfetto tutta la questione:

    in effetti hanno INVOLONTARIAMENTE assolutamente ragione:

    l’astrologia e la pseudo scienza ha da sempre previsto le ecclissi
    e da sempre le eclissi sono state associate a calamità naturali e soprannaturali

    sfortunatamente per loro siamo ancora tutti qua

  4. Rinaldo Sorgenti

    Una cruda, concreta e necessaria ricostruzione che ci auguriamo aiuti – soprattutto da parte dei MEDIA – a superare quell’incredibile abbuffata di catastrofiche teorie, riportandoci con i piedi per terra e magari iniziare ad indirizzare le risorse ad affrontare veri e concreti problemi dell’umanità, interrompendo l’incredibile sperpero opportunista fatto finora, che grida vendetta all’etica ed alla morale.

  5. AleD

    Non sarebbe utile avere a disposizione dei grafici con dati grezzi e grafici con dati “massaggiati”?
    Non si trova da nessuna parte questo confronto?

    • Massimo Lupicino

      AleD, in rete ne trovi quanti ne vuoi. Tony Heller ha riportato per anni i dati delle stazioni americane massaggiate, con un po’ di impegno troverai tanta roba. Comunque ti allego un grafico, tanto per rendere l’idea, che confronta il Gistemp (supermassaggiato) con RSS, i dati satellitari pre-massaggio di un mese fa. Poco importa perche’ i dati di UAH sono in linea con quelli di RSS prima del recente “aggiornamento”, chiamiamolo cosi’. E anche quelli dei radiosondaggi.
      Ti allego anche un link tra i tanti sull’argomento, dal quale e’ stata scaricata l’immagine in allegato: https://wattsupwiththat.com/2015/10/08/theres-life-in-the-old-pause-yet/

      Immagine allegata

    • Massimo Lupicino

      AleD qualche altro grafico piu’ calzante: qui si mostra la differenza tra dati massaggiati di gistemp e ghcn e quelli “raw” non massaggiati. E’ evidente negli ultimi la presenza dello hiatus, e la scomparsa post-massaggio. Solo due tra i tanti esempi in materia.

      Immagine allegata

    • Massimo Lupicino

      Commento

      Immagine allegata

    • AleD

      Grazie per le info, avresti qualche fonte che ritieni affidabile e che gestisca appunto questi confronti?
      A parità di dato intendo, cioè vorrei evitare di avere confronti chessò tra dati a terra massaggiati e dati sateliltari non massaggiati. Andare per conto mio alla cieca non mi par una grande idea essendo ignorante in materia.
      Thx

    • Massimo Lupicino

      Caro AleD, la presunta ignoranza degli altri diventa l’arma di chi disponde di conoscenze di cui non fa un uso intellettualmente onesto. Il rimedio c’e’: informarsi, leggere e studiare. Non si fa in una settimana, ma in anni. La tua curiosita’ e’ la premessa indispensabile per diventare sempre piu’ indipendente e piu’ informato.
      E’ evidente che l’argomento e’ un ginepraio. E’ normale che lo sia, quando i dati “raw” vengono sistematicamente manipolati a piu’ riprese con la giustificazione che bisogna “omogeneizzarli”. Se si vuole riassumere la questione, si puo’ dire che i dati non-massaggiati, oggi, sono quelli del GHCN-raw / Hadcrut / Crutem. Tutto il resto e’ massaggiato, con eccessi apparentemente grotteschi e inspiegabili come nel caso del GisTemp (ne parleremo) o molto piu’ leggeri come nel caso dei dati satellitari di UAH. Oppure con strappi clamorosi e inspiegabili come quelli che hanno stravolto i dati satellitari di RSS poche settimane fa.
      Il caos e’ tale e tanto che e’ obbiettivamente difficile orientarsi. Sara’ facile quando anche i pochi database che si ostinano a mostrare lo hiatus saranno stati messi fuori gioco (ad oggi, palloni sonda e satellitari di UAH).

    • Massimo Lupicino

      Mi rendo conto che non ho risposto alla tua domanda… Se vuoi cominciare da qualcosa, ti giro un paio di link: https://wattsupwiththat.com/ e http://www.realclimatescience.com
      Riguardo alla seconda, l’importante e’ sapere cosa si legge. Se sai cosa leggi quando leggi un paper pubblicato su riviste mainstream schierate pancia a terra sull’agenda del global warming, devi sapere anche cosa leggi quando vai sul blog di Tony Heller, che e’ su posizioni diametralmente opposte, ma ha un approccio che a mio modo di vedere ha i suoi meriti (lo chiamo metodo tramaglino… Ne riparleremo ;))
      PS: sui siti “affidabili” (quelli che piacciono a Google) questi confronti non li troverai mai. Fanno una fatica del diavolo per non far passare questi messaggi, quindi anche tu devi faticare per trovarli…

  6. fulvio

    cmq, con o senza occhiali protettivi, con o senza eclissi, il presidente USA è, e resta, inascoltabile ed inguardabile.

    • Massimo Lupicino

      Sono in due nella foto: guarda la moglie e forse ti sentirai meglio.

    • fulvio

      contento lei di guardarsi un vecchio vanesio con il riporto…

    • David

      Meglio lui che la BEFANA clinton pseudodemocratica…

    • Luca Maggiolini

      Non certo molto peggio di quelli venuti prima. (I disastri fatti da Clinton – soprattutto in ambito finanziario – e Obama – soprattutto politica estera – si trascineranno per decenni).

    • caro massimo son gaetano da genova, veramente i profeti di sventura come li chiami tu in tempi non sospetti avevano previsto negli anni ondate di caldo sempre più intensi nel mediterraneo e aumento di siccità come sta avvenendo. vogliamo parlare poi degli inverni? sono quattro inverni praticamente inesistenti a parte l’anno scorso quei dieci quindici giorni freddi e nevosi e non certo al nord, almeno freddi ma secchi. eppure il sole è quattro anni che è sempre più debole. correggimi se sbaglio.

    • robertok06

      Ehi!… E non dimentichiamo Mr. ‘mission accomplished’… GW Bush.
      16 anni dopo la fine della guerra in Iraq, disse lui, è quello col riporto che deve ancora metterci una pezza.

    • DarioC

      Per me era ed è più inguardabile quello del premio nobel!

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