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Grandi Giornalisti Grandi Balle

Oggi, Lunedì 11 settembre alle ore 13, ascoltavo su radio24 la rubrica “America24” dedicata agli USA e tenuta da Mario Platero. La trasmissione la  potete ascoltare qui e queste sono alcune frasi che ho trascritto e che voglio segnalare all’attenzione dei lettori:

Qualcuno su twitter ha scritto che se non è la fine del mondo ci avviciniamo alle grandi prove generali. Qui non mi riferisco solo a Irma. Oggi ci sono 3 uragani in contemporanea, cosa che non accade mai. Dietro Irma ci sono Jose e poi Katia e anche se non sono previsti impatti terrestri, c’è un altro forza cinque. Pensate: dal 1851 vi sono stati solo 3 uragani forza 5 mentre ora ne abbiamo avuti 2 in una sola settimana. E che dire del gigantesco iceberg staccatosi dall’Antartide? La sua superficie è più grande della Liguria… Molti iniziano a pensare che questa non sia una coincidenza e che siano le emissioni umane non contenute…..

Confesso che questi considerazioni mi hanno molto spaventato per l’incisività, l’enfasi retorica e l’autorevolezza che riconoscevo alla fonte. Tuttavia, per un’innata malfidenza rispetto a questo tipo di notizie, sono andato a verificare le statistiche sugli uragani di categoria 5 e questi sono i dati che in 20 secondi 20 ho trovato su Wikipedia:

The list of Category 5 Atlantic hurricanes encompasses 32 tropical cyclones that reached Category 5 strength on the Saffir–Simpson hurricane wind scale within the Atlantic Ocean (north of the equator), Caribbean Sea and Gulf of Mexico. Hurricanes of such intensity are somewhat infrequent in the Atlantic basin, occurring only once every three years on average. Only five times—in the 1932, 1933, 1961, 2005, and 2007, hurricane seasons—has more than one Category 5 hurricane formed. Only in 2005 have more than two Category 5 hurricanes formed, and only in 2007 has more than one made landfall at Category 5 strength.

Insomma: dal 1851 non 3 ma 32 uragani forza 5 e in ben 5 casi (1932, 1933, 1961, 2005, and 2007) più di uno in un solo anno.

Conclusione: una bufala dietro l’altra. Non si può andare avanti istupidendo gli ascoltatori in questa maniera. Io dico che almeno uno sforzo per cercare dati corretti andrebbe fatto, specie da parte delle emittenti che raggiungono milioni di spettatori e quando reperire dati corretti è tanto semplice. Ma evidentemente il difetto sta nel manico e la menzogna è un dato strutturale per un sistema mediatico che peraltro, non vedendo la trave che sta nel proprio occhio, si erge a strenuo accusatore di internet, dipinto come diffusore di bufale.

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Post Scrittum: chissà se Mario Platero vedrà mai qusta pagina. Se così dovesse essere, potrà tornargli utile questa immagine del 1 settembre 1979, quando cinque (5!) sistemi tropicali erano contemporaneamente attivi in Atlantico. Due uragani, una tempesta tropicale e due depressioni tropicali. Ah, com’era bello e buono il tempo prima dell’AGW!
gg

Five tropical cyclones were active on September 1 – Hurricanes David and Frederic, Tropical Storm Elena, and two unnumbered tropical depressions
By National Oceanic and Atmospheric Administration – http://www.ncdc.noaa.gov/gibbs/image/SMS-2/IR/1979-09-01-00, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22209212
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Published inAttualitàMedia Monitor

30 Comments

  1. Alessandro2

    Il giornalista è intervenuto direttamente (e civilmente: mi scuso se l’avessi offeso con le mie considerazioni sul Larsen C al pesto) in questa sede, riportando il seguente passo del NYT:

    “Some climate scientists believe the warming in the region was at least in part a consequence of human-caused climate change, while others have disputed that, seeing a large role for natural variability — and noting that icebergs have been breaking away from ice shelves for many millions of years. But the two camps agree that the breakup of ice shelves in the peninsula region may be a preview of what is in store for the main part of Antarctica as the world continues heating up as a result of human activity”.

    Riassumo il ragionamento, da profano:
    1) alcuni scienziati pensano che il calving sia dovuto almeno in parte alle attività umane;
    2) altri non sono d’accordo e parlano di variabilità naturale;
    3) ma i due opposti campi concordano sul fatto che stiamo assistendo ai prodromi di quello che succederà laggiù se il riscaldamento indotto dalle attività umane continuerà.

    Impossibile non vedere la palese contraddizione fra i punti 2 e 3. E che si vuol ricondurre tutto il consenso sul punto 1.

    Da ultimo, il merito della questione: la Liguria che si stacca. Io – sempre da profano – so che il ghiaccio antartico da tempo sta AUMENTANDO. Non è ovvio che prima o poi se ne stacchino dei pezzi? E’ troppo banale? Non so, rispondetemi voi: sono qui per imparare.
    https://goo.gl/swozwV

  2. DarioC

    “Mario Calvo-Platero è un giornalista italiano naturalizzato statunitense,….. ”
    L’ho sentito qualche secondo e da come pronuncia New York o Florida……. sarà anche in america ma di sicuro non ci ha capito nulla e non ce può capire. Forse fa come quel tizio che leggendo un foglio in tedesco dava l’impressione di saperlo….”leggere leggo tutto è capire che non capisco nulla”

  3. robertok06

    ‘Conclusione: una bufala dietro l’altra’

    Non voglio assolutamente difendere la scandalosa classe di ‘giornalisti’ della stampa e TV italiane, ma credo che a proposito della ‘prima volta’ di 2 uragani cat 5 nello stesso anno si riferisse al fatto che entrambi hanno fatto ‘land fall’ sul territorio continentale usa.
    Questo è vero, anche se non cambia nulla.
    Saluti.

    • Filippo Turturici

      Che invece a me non risulta: Irma è arrivata depotenziato (cat4 poi cat3), Harvey invece era cat4 e non ha mai raggiunto la 5. Se non mi sbaglio.

    • Filippo Turturici

      “Harvey”.

    • Massimo Lupicino

      Harvey l’hanno mantenuta artificialmente in vita come livello 4 sostenendo che le raffiche piu’ forti erano esattamente a 130 mph (non un miglio di meno, che 129 sarebbe equivalso ad un livello 3) anche quando le boe lo davano gia’ al livello 2. E qui ce ne sarebbe da discutere, e tanto, sul modo in cui vengono attribuite le categorie ai cicloni, e sul terrorismo mediatico che li accompagna. Che ha il risvolto positivo di convincere i riluttanti a levare le tende e a mettersi in salvo, ma quello estremamente negativo di convincere gli stessi riluttanti a rimanere la prossima volta, magari con meno fortuna di questa. Al solito, e’ l’onesta’ intellettuale che paga, sia nel breve che nel lungo termine. Ma certa cattiva politica la pensa diversamente.

  4. Massimo Lupicino

    Per inciso, Katia e’ morta, e neanche Jose non se la passa troppo bene (e’ un categoria 1). Quanto a Irma e’ stato sopravvalutato enormemente, dipinto come un mostro che non era (e la conta dei danni lo dimostra). Mantenuto a Categoria “4” per il filo di 1 kmh, pure quando l’evidenza dei dati reali delle boe smentivano clamorosamente la stima in questione.
    Per cui forse sarebbe anche il caso di chiedersi come mai al NOAA si trasformi qualsiasi uragano in un uragano da record e in un killer spietato anche quando cosi’ non e’. L’unico effetto e’ che la gente finisce per non fidarsi di certe previsioni, con effetti catastrofici (questi si) dovuti alla perdita di credibilita’ degli enti in questione agli occhi dei cittadini comuni.
    Quanto a Platero, il clima non e’ il suo, si tratta di persona molto rispettata in altri ambiti. Il problema e’ che nel momento in cui il Papa cita il vecchio testamento per fare una analogia tra chi non crede al global warming e chi non crede in Dio, allora siamo al liberi tutti. E non si vede, quindi, perche’ Platero non possa parlare di global warming e io di micro-chirurgia cerebellare.
    Se i confini tra l'”esperto” e il “cazzaro” sono diventati cosi’ labili la colpa e’ di una informazione indecente e di un lavaggio del cervello globale altrettanto indecente.
    E se il convento passa questa immondizia, a noi lettori e fruitori passivi e’ lasciata sempre l’opzione di andare a pascerci da un’altra parte, non dimentichiamolo.

    • Alessandro2

      …almeno finché non censurano del tutto anche internet, caro Massimo.

    • Massimo Lupicino

      Ci stanno lavorando alacremente sulla censura. E’ l’unico ambito in cui le proposte di legge abbondano.

    • Alessandro2

      No, ci sono anche gender e “buona scuola”.

  5. Hermes

    scusate ma autorevolezza e Platero nella stessa frase è un ossimoro………vogliamo parlare dell’incensamento di Obama per 8 anni e dell’enfasi al climate change relativo …….più mainstream di Platero non ve n’è.

  6. Caro Luigi,
    è inutile fare commenti sul livello di idiozia di questo tipo di “informazioni”. Il nostro sforzo per combattere le assurde verità mediatiche sul clima non otterrà mai dei risultati tangibili se le associazioni scientifiche serie continueranno ad astenersi dal dibattito, per seguire un atteggiamento politicamente corretto.

    • Alfredo

      Egr. prof. Pinna,
      mi scusi se intervengo nel suo scambio con il prof. Mariani, ma lei qui ha veramente centrato quello che a mio avviso è il vero problema.

  7. Uberto Crescenti

    Caro Luigi, sempre grazie per le tue documentate riflessioni. Purtroppo la ignoranza e forse anche la mala fede sono sempre alla base di certe informazioni non corrette. Ma non è la prima volta.
    Uberto

  8. roberto

    Finite le ideologie del ventesimo secolo (comunismo), bisognava sostituirle con qualcosa di eclatante come ad esempio il naziambientalismo

  9. Fabrizio Giudici

    Una volta raccontavano balle con cautela e circospezione; ora le sparano senza pudore. E fosse solo questione di giornalisti…

  10. Alessandro2

    Aggiungerei due paroline sul’iceberg “Liguria” (ma con o senza pesto?): se si formano iceberg tanto grandi, è perché in alcuni punti si sta creando una quantità eccezionale di ghiaccio lungo il bordo antartico, a latitudini dove il freddo non è così intenso tutto l’anno e giocoforza alla fine in qualche punto, indebolendosi, si stacca.

    Stiamo sempre parlando di polo Sud: un’estensione ghiacciata di 20 milioni di Km2, un po’ più grande della Russia e più di Canada e USA messi insieme. Tanto per dire, Liguria: 5.410 Km2.

    Lo so io che sono ignorante, vuoi che non lo sappiano i Grandi Giornalisti? Comincio a non credere più alla loro buonafede.

    • robertok06

      Sull’iceberg grande come la liguria… quello che non dicono mai e’ che in questo caso, come in quelli precedenti, quel pezzo di banchisa aveva cominciato a fessurarsi gia’ negli anni 60.
      C’e’ un articolo di un paio di anni fa dove hanno usato foto declassificate dai militari USA, prese da un satellite spia su orbita polare… dove, applicando moderne tecniche di analisi delle foto, sono riusciti a vedere che il “crack” nella Larsen B che si stacco’ qualche anno fa, era gia’ iniziato 50 anni fa… quindi la correlazione con la CO2 assassina e’ piuttosto debole, alla luce di questo fatto.

    • Massimo Lupicino

      Roberto, su Larsen c’e’ poco da dire, ne abbiamo anche parlato in altri articoli: si chiamava Larsen “C” perche’ la “B” e la “A” si erano staccate in precedenza. Lo fanno ciclicamente, con tempi di ritorno paragonabili. Per lo stesso principio per cui su un tetto a spiovente la neve si accumula fintanto che non se ne stacca una parte… Poi se lo stolto invece di guardare la luna guarda il dito, libero di farlo. Se questo lo fa anche sentire particolarmente intelligente e “a la page”…diventa ancora piu’ difficile impedirglielo. Ma fare a meno di ascoltarlo e’ semplice: basta cambiare canale.

  11. MAXX

    Grazie per i vostri sforzi … mi sentire meno solo 🙂

  12. Stefano Ricci

    il tempo provvederà a seppellire l’idiozia imperante…
    voi comunque continuate così….contribuirete ad abbreviare il periodo di attesa…
    Cordiali saluti
    Stefano Ricci

    • MCP

      Ho detto chiaramente in trasmissione l’11 settembre che sono in molti a non credere all’impatto climatico del riscaldamento dell’atmosfera. L’ho e’ ho anche detto di non trovarmi d’accordo. Fore perche’ ho seguito al seguito della Casa Bianca i vari Cop e mi sono fatto un’ idea precisa delle dinamiche climatiche. Ho dato anche vari dati di contesto. La reazione in modo succinto di un ascoltatore:

      “Conclusione: una bufala dietro l’altra. Non si può andare avanti istupidendo gli ascoltatori in questa maniera. Io dico che almeno uno sforzo per cercare dati corretti andrebbe fatto, specie da parte delle emittenti che raggiungono milioni di spettatori e quando reperire dati corretti è tanto semplice. Ma evidentemente il difetto sta nel manico e la menzogna è un dato strutturale per un sistema mediatico che peraltro, non vedendo la trave che sta nel proprio occhio, si erge a strenuo accusatore di internet, dipinto come diffusore di bufale.

      Bufala, menzogna strutturale, la trave sta nel proprio occhio; altri hanno parlato di idiozia imperante o di Larsen B al pesto.

      La prima osservazione e’ sulla violenza dei commenti. E’ normale sbagliare e se sbaglio e qualcuno me lo fa notare ne prendo atto perche’ posso correggere e migliorare il lavoro (anche se qui si dubita persino della buona fede!) Qui nei vari messaggi a partire dal primo c’e’ solo livore che non mi spiego. Mi preme pero’ rispondere e chiarire alcuni dei fatti all’origine delle proteste, perche’ come sempre nel mio lavoro ci sono fonti e dettagli, rispondo dunque in un’unica email e spero a tutte le obiezioni.

      Comincio con Harvey: non ha mai raggiunto categoria 5. E’ arrivato al massimo a forza 4. 

      – Irma e i forza 5: Il riferimento al 1851 riguarda solo gli uragani forza 5 che hanno toccato gli Stati Uniti. E dunque ecco i dati. Dal 1851 solo 27 uragani forza 4 o superiore hanno raggiunto (land fall) gli Usa. Di questi solo 3, più Irma, erano un categoria 5 durante il tragitto verso la costa. L’ultimo è stato Andrew, 25 anni fa, che ha toccato terra sempre in Florida. Ma anche Irma ha toccato terra come categoria 4, non categoria 3 dopo il tragitto in mare superste le Keys. Comunque sia il dato riferito ai tre uragani forza 5 che finivano in Usa l’ho avuto da  Brock Long, capo della Fema, il 7 settembre. Lo aveva citato per sottolineare come secondo lui gran parte della popolazione non fosse abituata ad affrontare un’emergenza di questo tipo, con uragani di categoria 5 ‘alla nascita’. Lo spazio e’ quello che e’ chiedo scusa se non dato tutti i dettagli di Long, ma scrivere Bufala, menzogna strutturale, la trave sta nel proprio occhio; altri hanno parlato di idiozia imperante o di Larsen B al pesto. Perche’ mai mi chideo? Anche se avessi davvero sbagliato, bastava segnalarlo, succede e avrei corretto

      Sulle potenze e le Mph dei venti, sovrastimati secondo alcune delle critiche, dipende tutto dai centri di rilevamento, e su quello i dati sono a cui ci siamo attenuti sono del National Oceanic and Atmospheric Administration e del National Hurricane Center. 

      In sostanza: “Pensate: dal 1851 vi sono stati solo 3 uragani forza 5 mentre ora ne abbiamo avuti 2 in una sola settimana”. Imprecisione: “solo 3 uragani forza 5 a raggiungere gli Usa”. Errore: “2 in una sola settimana”, due di categoria 4 o superiore (quelle ritenute straordinarie appunto) in una sola settimana”.

      ——————-

      – Iceberg antartico: E’ vero che si tratta di un fenomeno naturale (definito ‘calving’, ovvero la periodica perdita di ghiaccio di ghiacciai e calotte polari), ma è talmente raro che è difficile stabilire o quantificare la correlazione tra riscaldamento climatico e questi distacchi. Sta di fatto – ribadiscono molti studiosi – che tutto l’Antartide occidentale si sta riscaldando velocemente, provocando la fusione delle piattaforme glaciali. 

      Ad esempio. Renato R. Colucci, climatologo e glaciologo dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, docente di glaciologia all’Università di Trieste.

      “È chiaro che il concetto di calving è strettamente legato alle condizioni climatiche, cioè sia alla temperatura atmosferica, sia a quella dei mari. I ghiacciai sono per così dire “attaccati” da questi due fronti. Se il distacco di questo grande iceberg dalla Larsen C sia strettamente collegato al global warming è difficile da stabilire. Ma tutto il processo di accelerazione del calving che si sta osservando in Antartide, nei ghiacciai più piccoli della Patagonia così come in Groenlandia o in Alaska è chiaramente legato alla modificazione del clima, quindi all’aumento delle temperature medie annuali, al prolungamento della stagione calda e all’aumento della temperatura degli oceani. La correlazione è ovvia”. Comunque sia allego una delle mie fonti un articolo dettagliato sul NYTimes

      Link New York Times su Larsen C: https://www.nytimes.com/interactive/2017/06/09/climate/antarctica-rift-update.html

      Uno dei passaggi chiave: “Some climate scientists believe the warming in the region was at least in part a consequence of human-caused climate change, while others have disputed that, seeing a large role for natural variability — and noting that icebergs have been breaking away from ice shelves for many millions of years. But the two camps agree that the breakup of ice shelves in the peninsula region may be a preview of what is in store for the main part of Antarctica as the world continues heating up as a result of human activity”.

      Link New York Times su Alaska: https://www.nytimes.com/interactive/2017/08/23/climate/alaska-permafrost-thawing.html

      Uno dei passaggi chiave: “The loss of frozen ground in Arctic regions is a striking result of climate change. And it is also a cause of more warming to come”.

      Grazie a tutti per le provocazioni e per l’attenzione MCP

    • Buongiorno Dott. Platero, la ringrazio per essere intervenuto e mi riprometto di risponderle in modo più esteso. Nel frattempo invito tutti quanti a mantenere i toni della discussione in un ambito di civile scambio di opinioni. Grazie ancora,
      gg

    • Gent.mo Dott. Platero, come promesso sono a risponderle in modo più esteso.
      Innanzitutto le rinnovo la mia riconoscenza per aver voluto prendere parte alla discussione, nella quale riconosco che i toni avrebbero dovuto essere meno accesi. Non che questo voglia apparire come una giustificazione, ma su questi argomenti, in luoghi come questo dove non si è proprio concordi con la posizione dominante, la guardia è spesso piuttosto alta, forse perché anche solo l’approccio alla discussione se non allineato è bollato di negazionismo a prescindere. Capirà che non è un bell’andare, quando si cerca di approfondire temi scientifici su cui c’è ancora tantissimo da sapere.

      Venendo al tema della sua trasmissione e del suo intervento, rilevo senza essere affatto sorpreso che la conoscenza dei fatti esposta ex-post è largamente superiore a ciò che traspare nella sede della messa in onda. Capisco che i tempi non consentano approfondimenti, ma forse se in termini di cronaca si lavorasse per la trasmissione di un messaggio fattuale piuttosto che di un’opinione si eviterebbe di essere assimilati (forse erroneamente) ad uno o l’altro degli schieramenti, che si tratti di AGW o di posizioni politiche, specie ora che le due cose su molti temi coincidono. E ci terrei a precisare che se c’è stato un danno davvero inestimabile inferto in questi anni alla capacità di acquisire conoscenza, è stato quello della scientifica ricerca di formare schieramenti, di rifiutare il dialogo, di bollare chi dissente con epiteti che evocano orrore, arrivando anche a immaginare una persecuzione giudiziaria in nome di un consenso che è scientificamente paradossale ove non ridicolo.
      Ora, chissà che in un suo prossimo commento su questi temi, non si sia riusciti a stimolare la sua curiosità sul fatto che in termini scientifici le cose stanno ben diversamente da quanto viene quasi sempre troppo superficialmente divulgato, pur in presenza di una conoscenza dei fatti che invece consiglierebbe maggior prudenza.
      Grazie ancora per la sua visita alle nostre pagine.
      Le auguro buon lavoro,
      gg

    • Luigi Mariani

      Gentile dottor Platero,
      Circa il tono del mio scritto mi creda, non c’è nulla di personale. Il tono è tuttavia espressione del crescente livello di disagio di chi come me si occupa di climatologia a livello scientifico e professionale di fronte a informazioni mediatiche che tendono sempre e comunque ad enfatizzare a dismisura i fenomeni meteorologici utilizzando chiavi di lettura millenaristiche e del tutto irriguardose rispetto alla realtà dei dati.
      E’ lo stesso fastidio di cui trova innumerevoli tracce in tanti post pubblicati su questo sito o nei tanti commenti a questo stesso post, fra cui mi pregio di segnalarle quelli di Uberto Crescenti, già rettore all’Università di Chieti e già presidente della Società italiana di Geologia e Sergio Pinna, ordinario di Geografia e docente di Climatologia all’Università di Pisa.
      In un ambito tecnico-scientifico come quello climatologico, così strettamente connesso con scelte operative importanti, dovrebbe essere essenziale essere d’accordo almeno sui dati, e il punto d’accordo nel caso specifico degli uragani sta nei dataset nazionali americani curati da NOAA, i quali riportano ad esempio il numero di uragani dal 1851 ad oggi (http://www.nhc.noaa.gov/climo/images/AtlanticStormTotalsTable.pdf).
      A tali dataset (che da oltre 60 anni non mostrano trend particolari nel numero di uragani e grandi uragani atlantici) non posso che invitarla a far riferimento quando affronterà di nuovo questo argomento.
      A tale proposito posso aiutarla segnalandole l’analisi che l’amico Sergio Pinna ha effettuato sul suo sito a partire da dati NOAA (https://sergiopinna-clima.jimdo.com/attualit%C3%A0/uragani-2017-ci-risiamo-con-le-idiozie/) e più in particolare i tre concetti di sintesi evidenziati in blu nella stessa.
      Distinti saluti.
      Luigi Mariani

      PS: in allegato il diagramma della serie storica 1851-2014 dei grandi uragani atlantici. La serie mostra un change point nel 1925 che porta il numero medio di eventi da 1,2 a 2,4 l’anno. Dal 1925 ad oggi la serie è stazonaria (mie elaborazioni su dati NOAA).

      Immagine allegata

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