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Un clima esplosivo e i trabocchetti di google translate

Così parla Zaratustra, benché oggi si presenti in chiave moderna, scientifica e altamente tecnologica. Ma tutt’altro che indipendente da un atteggiamento profetico tipico degli sciamani.

Solita ricerca, solito concetto di base che i dati sono al servizio della teoria e non viceversa come dovrebbe accadere, solita ignoranza becera di chi la ricerca dovrebbe interpretarla per trasmetterne al pubblico i risultati. Con l’aggravante di aver utilizzato il traduttore di google e non essersi sforzati di rileggere.

Il Giornale, riprendendo una news in cui si parla di uno studio fatto al MIT, sposa la teoria dell’imminente estinzione di massa causa CO2, ma non perché il clima sarà disfatto, quanto piuttosto perché salteremo per aria. Diversamente non potrebbe essere d’altronde, dal momento che nell’articolo si utilizza per la CO2 l’unità di misura degli esplosivi, il gigatone. Ecco la profezia:

Terra, l’allarme degli scienziati: “Ecco data dell’estinzione di massa”

Trattasi di traduzione automatica della parola gigatons, che invece significa giga tonnellate. Inoltre, la gran massa di esplosivo, scrive il giornale, dovrebbe essere aggiunta in atmosfera, anziché negli oceani come invece asserisce lo studio in questione. Inoltre ancora, nella ricerca, si parla del limite di fine secolo come punto in cui il ciclo del carbonio potrebbe raggiungere un punto di non ritorno, con le modifiche che porterebbero alla suddetta estinzione nell’arco di 10.000 anni, mentre sul giornale la fine del mondo arriverà appunto tragicamente per fine secolo.

A modesto parere di chi scrive, la fine del mondo è già arrivata. Un simile livello di ignoranza e di incapacità di comprendere è chiaro sintomo di un punto di non ritorno già raggiunto e superato.

PS: della ricerca vera e propria magari ne parliamo un altro giorno.

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Published inAttualitàMedia Monitor

8 Comments

  1. Alessandro2

    La famosa notizia bomba 🙂

  2. Fabrizio Giudici

    Guido, d’altronde dalle sparate agli scoppi la strada era breve.

  3. AleD

    Mah, viene da chiedersi quanto siano affidabili gli altri articoli di Claudio Cartaldo…

  4. Luigi Mariani

    Bè, possimo consolarci con il fatto che si preannuncia un “finale pirotecnico”!
    Luigi

  5. DarioC

    Qulli de “Il Giornale” farebbero bene a farsi correggere i GigaToni ed anche il resto dal F.Battaglia.

  6. Fabrizio Giudici

    A modesto parere di chi scrive, la fine del mondo è già arrivata. Un simile livello di ignoranza e di incapacità di comprendere è chiaro sintomo di un punto di non ritorno già raggiunto e superato.

    Eh… qui c’è veramente poco da ridere 🙁 È il risultato di una scuola sempre più devastata dalle “riforme” degli ultimi decenni, e non abbiamo ancora visto il fondo. Questo tipo di degrado demolisce le società, e nell’arco di un paio di generazioni, altro che riscaldamento globale…

    • donato b.

      Non è colpa delle riforme, ma dei tagli. Se ad un insegnante dici che se la sua classe si riduce troppo la accorpi con un’altra, gli sopprimi la cattedra e lo mandi in giro per il mondo, poi non ti devi stupire se promuove tutti. 🙂
      A questo aggiungi la conflittualità sempre più spinta con le famiglie che viene sobillata ad arte dai vari azzeccagarbugli che ormai si contano a centinaia di migliaia e dai vari “agitatori” di professione che appestano carta stampata e media vari e la frittata è fatta.
      Ci sarebbe anche qualche altra causa che con le riforme ha poco a che fare, ma per questioni di opportunità “corporativa” evito di citarla. 🙂
      Visto dall’interno ….
      Ciao, Donato.

    • rosa

      Per assurdo, e lo dico con la morte nel cuore perché credo tuttora nello stato keynesiano, questi purtroppo non sono gli effetti dei tagli o delle riforme più recenti, bensì della scuola e dell’università di massa degli anni 60-70. Infatti il boom demografico ed anche economico che l’Italia ha conosciuto in quei decenni ha richiesto un allargamento immediato dei corpi docenti. Per un certo periodo sono entrati nelle scuole/università successivamente stabilizzati docenti (fortunatamente una percentuale bassa, ma purtroppo efficace) non solo non adeguatamente preparati, ma anche forse proporzionalmente interessati a modificarne gli obiettivi. Negli stessi anni tutte le professioni hanno avuto un boom di richieste (tra cui quella giornalistica). Chi rimaneva senza lavoro in Italia fino agli anni 90, avendo una laurea?
      La selezione è stata possibile solo negli ambiti in cui gli errori venivano pagati direttamente dal professionista con l’uscita dal mercato.

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